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DA ALESSANDRIA A CEUTA: ALLE SOGLIE DELL’AFRICA

Nel documento riassunto le porte del mondo (pagine 35-38)

L’ETIOPIA

CAPITOLO 15: DA ALESSANDRIA A CEUTA: ALLE SOGLIE DELL’AFRICA

1. Mutamenti politici in Africa del nord tra XII e XIV secolo

Nel periodo compreso tra il XII e il XIV secolo, l'Africa del nord ha subito importanti cambiamenti politici. Nonostante ciò, i porti mediterranei della regione sono rimasti stabili. In particolare, l'Egitto è passato dal dominio dei Fatimidi al sultanato degli Ayyubidi e infine al regime mamelucco. Nel Maghreb, invece, il califfato degli Almohadi ha conquistato gran parte della regione, ma si è poi diviso in potenti autonomi più piccoli. Nonostante questi mutamenti, i porti di Alessandria, Tunisi e Ceuta hanno mantenuto un ruolo fondamentale come collegamenti interni nel Mediterraneo.

2. Ruolo dei porti mediterranei nell'Africa del nord

I porti mediterranei dell'Africa del nord, come Alessandria, Tunisi e Ceuta, hanno svolto un ruolo fondamentale nella regione. Alessandria, in particolare, era un importante punto di transito per le spezie provenienti dall'oceano Indiano. Tunisi e Ceuta, invece, erano snodi per le vie carovaniere che

attraversavano il Sahara e portavano i prodotti dell'Africa centrale, come l'oro, verso l'Europa. Nonostante la concorrenza tra le potenze europee, i porti

africani sono rimasti un importante punto di scambio commerciale e politico.

3. Presenza europea nei porti africani nel Duecento

Nel Duecento, la presenza europea nei porti africani non era solo occasionale.

Ci sono prove di contratti commerciali e accordi politici tra potenze cristiane e musulmane per garantire la sicurezza e la prosperità degli scambi. In

particolare, la dinastia degli Aragona ha spinto l'ascesa navale di Barcellona e di altre città della Catalogna, che hanno conquistato le isole Baleari e la Sicilia.

Anche i genovesi e i veneziani hanno mantenuto un predominio nei porti africani, nonostante la concorrenza.

4. Concorrenza tra i porti africani

La frammentazione dell'impero degli Almohadi ha dato vita a più regni in Africa del nord, ognuno dei quali cercava di attirare i latini verso i propri porti. Ad esempio, i califfi hafsidi hanno offerto concessioni ai commercianti europei per incentivare la frequentazione di Tunisi. Tuttavia, nonostante la concorrenza, il porto più fiorente della regione rimaneva Alessandria, che doveva competere con i porti mediorientali di Laiazzo e Acri. La presenza di mercanti cristiani era fondamentale per i potentati islamici, che avevano bisogno dei mercati europei per i loro prodotti.

5. Contratti e accordi tra potenze europee e africane

Per garantire la frequentazione dei propri porti da parte dei latini, i sovrani africani hanno elargito molte concessioni. Un esempio emblematico è il contratto bilaterale tra Genova e Alessandria del 1290, che non era solo una mera concessione, ma un vero e proprio contratto tra due parti. In questo accordo, il sultanato d'Egitto e il comune di Genova si impegnarono a garantire vantaggi fiscali e libertà di residenza e circolazione per i mercanti europei.

Questi accordi dimostrano il bisogno reciproco che avevano i potentati islamici e i mercati europei dei prodotti provenienti dai porti africani.

6. I rapporti tra il governo egiziano e i mercanti latini

Nel testo si parla dei buoni rapporti che il governo egiziano aveva con i

mercanti latini. Questo è dimostrato dal fatto che, nel 1327, quando scoppiò un tumulto ad Alessandria tra mercanti europei e musulmani, il governatore

intervenne a favore dei primi. Inoltre, il sultano mamelucco temeva che i latini potessero spostarsi sui porti del Mar Nero, considerando pericolosa la

situazione ad Alessandria, e quindi diede luogo ad una repressione immediata e feroce. Questo dimostra come il governo egiziano fosse interessato a

mantenere buoni rapporti con i mercanti latini, per garantire la sicurezza e la stabilità dei porti e del commercio nella regione.

7. Il commercio pacifico tra islamici e cristiani

Nel testo si parla del commercio pacifico che esisteva tra islamici e cristiani.

Infatti, nonostante le differenze religiose, esisteva una rete di contatti

diplomatici studiata appositamente per contenere eventuali attriti. Inoltre, si fa riferimento al cosiddetto Ufficium robarie, istituito da Genova nel 1296, che aveva il compito di rifondere coloro che avevano subito un atto di pirateria da parte di navi genovesi. Anche Pisa e Venezia intrapresero azioni di

contenimento verso i saccheggi ai danni dei musulmani. Questo dimostra come, nonostante le tensioni religiose, il commercio fosse un importante fattore di pacificazione tra i popoli.

8. Gli extraterritorialità e i fondaci dei mercanti latini

Nel testo si parla delle aree extraterritoriali concesse ai mercanti latini,

all'interno delle quali era loro possibile un certo grado di autogoverno. Queste aree erano spesso gestite da magistrati eletti in loco o nella madrepatria e nominati consoli, baili o podestà. I fondaci, invece, erano spazi delimitati che comprendevano magazzini, abitazioni, botteghe e una sede per gli ufficiali, oltre ad un luogo di culto. Questi fondaci erano simili a dei ghetti e

rappresentavano un importante punto di riferimento per i mercanti latini nelle città in cui si trovavano.

9. La presenza dei mercanti latini a Tunisi e ad Alessandria

Nel testo si parla della presenza dei mercanti latini a Tunisi e ad Alessandria. In particolare, si fa riferimento al fondaco genovese di Tunisi, istituito già nel 1223 e dotato di un ufficio di cancelleria una ventina di anni dopo. Anche i pisani avevano un fondaco a Tunisi, separato da quello dei genovesi da un alto muro.

Ad Alessandria, invece, erano presenti numerosi consolati latini, tra cui quelli di Venezia e Genova. Questi consolati avevano il compito di guidare le rispettive comunità e di ottenere maggiore autonomia giurisdizionale.

10. Il commercio tra il Mar Rosso e l'oceano Indiano

Nel testo si parla del commercio tra il Mar Rosso e l'oceano Indiano, che era fondamentale per il porto di Alessandria. Questo porto, infatti, doveva il suo splendore anche ai contatti con il porto della città-stato di Aden, all'imbocco del Mar Rosso. Tuttavia, nonostante la facilità di trasporto delle merci da Aden ad Alessandria, non era possibile il trasporto di persone. Per questo motivo, i mercanti egiziani che operavano sulla via di Aden erano chiamati karim e si muovevano lungo il Mediterraneo da ovest verso est durante la tarda

primavera, per sfruttare i venti che giungevano da settentrione. Questo dimostra come il commercio fosse un importante fattore di scambio e di sviluppo economico per la regione.

11. Il commercio tra Venezia e Alessandria

Nel Medioevo, il commercio tra Venezia e Alessandria era molto fiorente, soprattutto durante i mesi estivi. I veneziani giungevano ad Alessandria in ottobre, per partecipare al mercato delle spezie. Tuttavia, non solo i prodotti provenienti dal lontano Oriente venivano venduti, ma anche una grande

quantità di merci di minor valore. Questo commercio era molto importante per entrambe le città, poiché permetteva loro di ottenere prodotti che altrimenti non sarebbero stati disponibili. Tuttavia, a causa delle restrizioni imposte dalla Chiesa, i mercanti veneziani dovevano spesso trovare modi alternativi per raggiungere Alessandria e continuare il loro commercio.

12. Il commercio di lana e cuoio tra Italia e Maghreb

Nel Duecento, l'Italia, in particolare Firenze e Milano, importava grandi quantità di lana e cuoio dal Maghreb. Questo commercio era reso possibile grazie alla sedentarizzazione delle tribù arabe nomadi dell'entroterra algerino e tunisino, che avevano aumentato la loro produzione di questi materiali. Tuttavia, questo cambiamento portò anche alla dipendenza della Tunisia dalle importazioni di frumento dall'Italia meridionale, rendendola più vulnerabile alle carestie.

Nonostante le proibizioni pontificie, il commercio di legname e ferro dall'Europa occidentale verso l'Egitto continuò, grazie alle operazioni di "triangolazione"

messe in atto dai mercanti latini.

13. Il commercio di pellicce e prodotti serici tra Genova e Alessandria

I genovesi erano anche attivi nel commercio di pellicce e prodotti serici

provenienti dalla Russia e dall'Oriente. Queste merci venivano trasportate ad Alessandria attraverso Genova, poiché il confine tra la Siria mamelucca e l'Iraq mongolo era chiuso a causa di un conflitto in corso. Nonostante ciò, i rapporti commerciali tra i due regni non subirono interruzioni significative. Inoltre, i tessuti europei erano molto apprezzati in Nordafrica per la loro qualità e

convenienza economica, grazie alla manodopera europea che abbassava i costi di produzione e trasporto.

14. Le relazioni tra mondo latino e Maghreb

Le relazioni tra il mondo latino e il Maghreb erano molto strette e non

conobbero interruzioni significative. Anche durante la crociata fallimentare di Luigi IX contro Tunisi nel 1270, i rapporti commerciali continuarono senza problemi. Inoltre, i principi islamici spesso utilizzavano mercenari cristiani per condurre le loro guerre e gli arcieri tunisini avevano militato sotto Federico II di Svevia. Il commercio di schiavi, armi e altri prodotti tra i due regni era molto attivo e contribuiva anche alla diffusione di influenze culturali, come dimostra il soggiorno del matematico Leonardo Fibonacci a Bougie, dove venne a

conoscenza del sistema decimale posizionale e delle cifre indiane.

15. Il commercio di oro e argento tra Europa e Africa

Durante il XIII secolo, l'Europa era ricca di argento ma povera di oro, mentre l'Africa era esattamente il contrario. Ciò portò a un intenso commercio di questi metalli tra i due continenti. L'Europa trasportava tonnellate di argento

nell'Africa settentrionale, principalmente sotto forma di monete arabe contraffatte nelle zecche clandestine di Catalogna, Linguadoca e Liguria. In cambio, l'Africa inviava una grande quantità di oro in Europa. Questo

commercio di metalli preziosi contribuì notevolmente all'economia di entrambe le regioni.

CAPITOLO 16: TIMBUKTU, LE CANARIE E LE VIE

Nel documento riassunto le porte del mondo (pagine 35-38)