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TIMBUKTU, LE CANARIE E LE VIE DELL’ORO

Nel documento riassunto le porte del mondo (pagine 38-41)

L’ETIOPIA

CAPITOLO 16: TIMBUKTU, LE CANARIE E LE VIE DELL’ORO

convenienza economica, grazie alla manodopera europea che abbassava i costi di produzione e trasporto.

14. Le relazioni tra mondo latino e Maghreb

Le relazioni tra il mondo latino e il Maghreb erano molto strette e non

conobbero interruzioni significative. Anche durante la crociata fallimentare di Luigi IX contro Tunisi nel 1270, i rapporti commerciali continuarono senza problemi. Inoltre, i principi islamici spesso utilizzavano mercenari cristiani per condurre le loro guerre e gli arcieri tunisini avevano militato sotto Federico II di Svevia. Il commercio di schiavi, armi e altri prodotti tra i due regni era molto attivo e contribuiva anche alla diffusione di influenze culturali, come dimostra il soggiorno del matematico Leonardo Fibonacci a Bougie, dove venne a

conoscenza del sistema decimale posizionale e delle cifre indiane.

15. Il commercio di oro e argento tra Europa e Africa

Durante il XIII secolo, l'Europa era ricca di argento ma povera di oro, mentre l'Africa era esattamente il contrario. Ciò portò a un intenso commercio di questi metalli tra i due continenti. L'Europa trasportava tonnellate di argento

nell'Africa settentrionale, principalmente sotto forma di monete arabe contraffatte nelle zecche clandestine di Catalogna, Linguadoca e Liguria. In cambio, l'Africa inviava una grande quantità di oro in Europa. Questo

commercio di metalli preziosi contribuì notevolmente all'economia di entrambe le regioni.

CAPITOLO 16: TIMBUKTU, LE CANARIE E LE VIE

i fiumi Senegal e Niger, a sud del Sahara, e venivano portate nei porti

mediterranei grazie ai mercanti maghrebini. Sulla costa atlantica e spagnola, l'oro veniva coniato in monete e utilizzato per acquistare prodotti europei.

Insieme all'oro, giungevano anche le zanne degli elefanti africani, vendute in Europa centrale e settentrionale, e numerosi schiavi di colore. Ogni anno, migliaia di persone attraversavano il Sahara per essere vendute dai mercanti arabi e berberi nelle città della costa sud del Mediterraneo, per essere

impiegate nei lavori domestici e di fatica. Il commercio dell'oro e delle zanne di elefante era gestito principalmente dalle città di Ceuta, Fes e Sijilmassa, che erano importanti punti di partenza delle vie carovaniere verso sud. Sijilmassa, in particolare, era una città dotata di infrastrutture per la produzione tessile, ceramica e di lingotti d'oro, che venivano coniati in monete o utilizzati per decorare gioielli.

3. Le vie commerciali tra il Mediterraneo e il Mali

Le vie commerciali tra il Mediterraneo e il Mali erano gestite principalmente dalla città di Sijilmassa, che si trovava nel delta del Niger. Tuttavia, a partire da questa città, diventava molto pericoloso avventurarsi verso le zone occidentali dell'Africa, poiché le fonti storiche e archeologiche sono scarse e spesso

tardive. Le popolazioni sedentarie della regione tra il Sahara e la fascia della foresta equatoriale praticavano l'agricoltura, l'allevamento, la caccia e la lavorazione di ferro, bronzo e oro. Tuttavia, le informazioni su queste

popolazioni ci pervengono principalmente da fonti cronachistiche locali del XIV- XV secolo o da tradizioni orali di leggende e ballate. Nonostante ciò, gli studiosi si dividono su quanto queste fonti siano affidabili. Le fonti archeologiche,

purtroppo, non sono molto utili per comprendere meglio queste vie

commerciali, ma ci permettono di affermare che le popolazioni della regione erano inserite in una grande rete commerciale che collegava il Mediterraneo al Mali.

4. La storia dei regni dell'Africa centrale

La storia dei regni dell'Africa centrale è stata a lungo oggetto di studio e di dibattito tra gli storici. In particolare, il periodo che va dal XII al XV secolo è stato oggetto di molte ricerche, poiché è stato un periodo di grande

cambiamento per la regione. Durante questo periodo, infatti, i regni dell'Africa centrale si estendevano dal Mediterraneo all'oceano Indiano, ma a causa delle invasioni musulmane, molte delle tombe delle élite che ci hanno fornito

informazioni su questi regni sono andate perdute. Ciò ha reso difficile

ricostruire la storia di questi regni e delle loro élite. Inoltre, l'archeologia urbana e monumentale non è stata di grande aiuto, poiché le città africane si

presentavano in modo diverso rispetto a quelle europee, con insediamenti sparsi e non cinti da mura. Anche le testimonianze scritte sono limitate, poiché provengono principalmente da viaggiatori e storici arabi, mentre le

testimonianze latine sono del tutto assenti. Tuttavia, grazie a fonti come le carte geografiche e le tradizioni orali dei cantastorie, siamo in grado di ricostruire almeno in parte la storia dei regni dell'Africa centrale.

5. L'imperatore Mansa Musa e il suo regno

Uno dei più grandi principi dell'Africa centrale è stato senza dubbio l'imperatore Mansa Musa, che governò il regno del Mali nel XIV secolo. La sua personalità è diventata nota in Occidente grazie al suo famoso pellegrinaggio alla Mecca, che avvenne tra il 1324 e il 1326. Durante questo viaggio, Mansa Musa portò con sé una corte regale numerosissima e circa due tonnellate e mezzo di oro, che distribuì con grande prodigalità lungo il suo percorso. Questo viaggio non fu solo un atto di devozione personale, ma anche un'occasione politica e

diplomatica per affermare il Mali come parte della comunità islamica e

instaurare rapporti con l'Egitto. Tuttavia, l'inserimento del Mali nella compagine musulmana era già iniziato nel X secolo, con la conversione all'islam

dell'imperatore del Ghana, il regno che precedette il Mali. Il Mali si proponeva come mediatore tra le terre più a sud e l'Africa araba del nord, grazie al

commercio di schiavi e oro. Mansa Musa tentò anche di conquistare le regioni più a sud del Mali e convertirle all'islam, ma dovette accontentarsi del

pagamento di un tributo. Grazie alle conquiste di Gao e Timbuktu, il Mali divenne un importante centro commerciale e politico dell'Africa centrale.

6. La capitale dell'impero del Mali

Nel testo viene menzionata la capitale dell'impero del Mali, scomparsa nel corso dei secoli. Tuttavia, grazie alle descrizioni di Ibn Battuta, possiamo avere un'idea di come fosse questa città. Egli, infatti, effettuò un viaggio in Africa centrale nel 1351 e ne fu abbastanza insoddisfatto. L'imperatore del Mali non fu generoso con lui come lo erano stati quelli persiano e indiano, e l'eterodossia di alcuni costumi islamici locali non gli fece una buona impressione. Nonostante ciò, le notizie che giungevano in Europa riguardo alle grandi ricchezze del Mali spinsero molti avventurosi a tentare di raggiungere questa città. Tuttavia, gli ostacoli erano molti e solo pochi fortunati riuscirono ad avvicinarsi alle zone dell'oro e a tornare in patria.

7. Le esplorazioni europee in Africa

Nel testo vengono descritte le prime esplorazioni europee in Africa, in

particolare quelle che avevano come obiettivo il raggiungimento delle terre del Mali. Già dagli anni Settanta del Duecento, le galee genovesi avevano esteso il loro raggio d'azione all'Atlantico, raggiungendo le Fiandre e l'Inghilterra.

Tuttavia, l'unico ostacolo che si frapponeva a tentare la navigazione verso sud erano le incursioni dei pirati islamici. Questo problema fu risolto dalla vittoria riportata dalla flotta castigliana su quella marocchina nel 1291. Nonostante ciò, le prime traversate degli europei non riuscirono ad instaurare un contatto diretto con le terre del Mali, ma i collegamenti commerciali erano comunque presenti grazie ai mercanti berberi che portavano l'oro del Niger in Europa.

8. Le esplorazioni delle Canarie

Oltre alle esplorazioni in Africa, nel testo vengono menzionate anche le prime esplorazioni delle Canarie, un arcipelago situato al largo delle coste africane.

Nel 1336, il ligure Lancellotto Malocello diede il suo nome all'isola di Lanzarote, seguito da altre navi guidate da un genovese e un fiorentino nel 1341. Tuttavia, queste esplorazioni non portarono a grandi prospettive commerciali, poiché le

Canarie non offrivano prodotti di grande valore. Nonostante ciò, grazie al legame fra i capitani e la banca dei Bardi, le notizie di questi viaggi giunsero alle orecchie di Giovanni Boccaccio, che le raccontò nell'opuscoletto "De Canaria".

9. I tentativi dei governanti del Mali di raggiungere l'Europa

Nel testo viene menzionato un episodio di difficile interpretazione, raccontato dal mansa Musa, sovrano del Mali, a un interlocutore cairota. Il predecessore di Musa aveva fatto partire 200 navi cariche di uomini, oro ed acqua con

l'obiettivo di raggiungere "l'estremità dell'oceano". Tuttavia, solo una nave tornò indietro e quando il sovrano ne ridispose mille, scomparvero tutte, compresa quella che trasportava il sovrano stesso. Secondo l'ipotesi più

accreditata, il mansa Muhammad avrebbe tentato di superare la mediazione di arabi e berberi nei traffici con l'Europa, caricando oro sulle navi. Questo

dimostra il desiderio dei governanti del Mali di sfuggire alla dipendenza economica dai mercanti maghrebini e di ottenere maggiori guadagni.

10. I tentativi dei navigatori europei di raggiungere il Mali

Non solo i governanti del Mali tentarono di raggiungere l'Europa, ma anche i navigatori europei cercarono di raggiungere il Mali via mare. Nel 1291, due galee genovesi guidate dai fratelli Ugolino e Vadino Vivaldi salparono verso est con l'intento di raggiungere le Indie passando a sud dell'Africa. Tuttavia, si persero le tracce di queste navi e si presume che siano naufragate da qualche parte fra l'Atlantico ed il Golfo di Guinea. Nonostante ciò, alcuni testi affermano che una nave sia giunta al Corno d'Africa e che i marinai siano stati accolti dal negus d'Etiopia. Anche se le traversate degli europei non portarono a un

contatto diretto con il Mali, i collegamenti commerciali erano comunque presenti grazie ai mercanti berberi che portavano l'oro del Niger in Europa.

Nel documento riassunto le porte del mondo (pagine 38-41)