L’ETIOPIA
CAPITOLO 17: UN MONDO CONNESSO
Canarie non offrivano prodotti di grande valore. Nonostante ciò, grazie al legame fra i capitani e la banca dei Bardi, le notizie di questi viaggi giunsero alle orecchie di Giovanni Boccaccio, che le raccontò nell'opuscoletto "De Canaria".
9. I tentativi dei governanti del Mali di raggiungere l'Europa
Nel testo viene menzionato un episodio di difficile interpretazione, raccontato dal mansa Musa, sovrano del Mali, a un interlocutore cairota. Il predecessore di Musa aveva fatto partire 200 navi cariche di uomini, oro ed acqua conl'obiettivo di raggiungere "l'estremità dell'oceano". Tuttavia, solo una nave tornò indietro e quando il sovrano ne ridispose mille, scomparvero tutte, compresa quella che trasportava il sovrano stesso. Secondo l'ipotesi più
accreditata, il mansa Muhammad avrebbe tentato di superare la mediazione di arabi e berberi nei traffici con l'Europa, caricando oro sulle navi. Questo
dimostra il desiderio dei governanti del Mali di sfuggire alla dipendenza economica dai mercanti maghrebini e di ottenere maggiori guadagni.
10. I tentativi dei navigatori europei di raggiungere il Mali
Non solo i governanti del Mali tentarono di raggiungere l'Europa, ma anche i navigatori europei cercarono di raggiungere il Mali via mare. Nel 1291, due galee genovesi guidate dai fratelli Ugolino e Vadino Vivaldi salparono verso est con l'intento di raggiungere le Indie passando a sud dell'Africa. Tuttavia, si persero le tracce di queste navi e si presume che siano naufragate da qualche parte fra l'Atlantico ed il Golfo di Guinea. Nonostante ciò, alcuni testi affermano che una nave sia giunta al Corno d'Africa e che i marinai siano stati accolti dal negus d'Etiopia. Anche se le traversate degli europei non portarono a uncontatto diretto con il Mali, i collegamenti commerciali erano comunque presenti grazie ai mercanti berberi che portavano l'oro del Niger in Europa.
autonomi. In particolare, Abu-Lughod identifica otto aree - Europa centrale, Mediterraneo, Asia centrale, Golfo Persico, Mar Rosso, Pacifico occidentale, Pacifico orientale e Indonesia, Cina e Mar Giallo - che creavano un sistema- mondo imperniato sugli imperi mongoli. Questi ultimi, oltre a favorire e garantire i commerci lungo le proprie strade, promuovevano anche scambi culturali e tecnologici, attirando artigiani, medici, astronomi, religiosi, musicisti, pittori e guerrieri provenienti da tutto il mondo.
3. La "svolta mongola"
Fra il XIII e il XIV secolo si verificò un importante punto di svolta, chiamato talvolta "svolta mongola", che portò ad una maggiore connessione fra i tre
"vecchi" continenti. Questo fu dovuto all'inserimento dell'Europa nella rete dei grandi traffici, alla politica estera dell'impero del Mali, all'espansione dell'Egitto mamelucco e soprattutto all'instaurarsi dell'impero dei mongoli. Quest'ultimo fu il vero perno della globalizzazione del Due-Trecento, promuovendo non solo scambi commerciali ma anche culturali e tecnologici.
4. Gli spostamenti di mercanti, dotti e avventurieri
Durante il Due-Trecento si verificarono grandi spostamenti di persone, più o meno obbligati. I cristiani colonizzarono la Spagna centrale e meridionale, facendo fuggire gli islamici nell'Africa del nord, mentre i mamelucchi
riconquistavano le fortezze crociate in Terrasanta, costringendo i cristiani a rifugiarsi sulle isole dell'Egeo o in Europa. Inoltre, l'avanzata mongola in Medio Oriente portò all'esodo di profughi arabi dall'Iraq e dalla Siria verso l'Egitto o verso altri territori cristiani. Questi spostamenti furono favoriti anche dalla figura del soldato professionista, che sostituì il contadino e il cittadino nell'esercito.
5. L'importanza dell'argento
Durante il Due-Trecento, l'argento divenne il metallo più importante per i commerci, superando l'oro. Questo perché era più facilmente accettato e scambiato ovunque, facilitando gli uomini d'affari europei nella competizione sul mercato asiatico. Inoltre, la scoperta e lo sfruttamento di importanti giacimenti di argento in Boemia e Sardegna favorirono ulteriormente gli occidentali nella loro attività commerciale.
6. I mercanti europei a Tabriz
A partire dal 1261, i mercanti europei cominciarono ad operare a Tabriz, città che divenne un importante centro per i commerci durante il Due-Trecento. Qui, nel 1271-1272, furono coniati i primi dirham di argento, che poi cominciarono ad essere prodotti anche in altre città orientali. Gli occidentali ebbero fortuna, poiché proprio all'inizio del Trecento furono scoperti e sfruttati importanti giacimenti di argento in Boemia e Sardegna, facilitando ulteriormente i loro commerci in Asia.
7. I grandi spostamenti di persone
Durante il Due-Trecento si verificarono grandi spostamenti di persone, sia volontari che obbligati. I cristiani colonizzarono la Spagna centrale e meridionale, mentre i mamelucchi riconquistavano le fortezze crociate in Terrasanta, costringendo i cristiani a rifugiarsi sulle isole dell'Egeo o in Europa.
Inoltre, l'avanzata mongola in Medio Oriente portò all'esodo di profughi arabi dall'Iraq e dalla Siria verso l'Egitto o verso altri territori cristiani. Questi
spostamenti furono favoriti anche dalla figura del soldato professionista, che sostituì il contadino e il cittadino nell'esercito.
8. La figura del soldato professionista
Fra il Due e il Trecento, la figura del soldato professionista divenne sempre più importante, sostituendo il contadino e il cittadino nell'esercito. I cavalieri latini venivano assoldati dai sultani maghrebini, dagli imperatori di Costantinopoli, come dagli Il-khan di Persia. Per questi ultimi lavoravano anche i marinai genovesi, che ritroviamo anche al servizio dei re iberici ed inglesi. Questi combattenti provenivano da diverse regioni del mondo e si univano per motivi come la fede, la parentela, gli ambiti culturali, professionali o la curiosità scientifica.
9. Scambi commerciali tra Europa e Oriente
Nel corso del Due e Trecento, l'Europa e l'Oriente sono stati protagonisti di un intenso scambio commerciale. I mercanti latini, in particolare i frati e i
mercanti, sono stati tra i primi a sfruttare le opportunità offerte dall'apertura dei nuovi mondi. Grazie alla loro presenza nel Mediterraneo, nel Mar Nero, in India, in Cina e nell'Asia centrale, è stata creata una rete di scambi che, sebbene non potesse competere con quella del mondo islamico, si è estesa dall'Africa all'Estremo Oriente. I prodotti più ambiti erano i tessuti di seta cinesi e persiani, noti come "panni tartarici", che venivano esportati in Europa e
utilizzati per decorare le corti, le famiglie nobili e le chiese. Tuttavia, non si può dimenticare che questi scambi commerciali hanno portato anche a spiacevoli conseguenze, come guerre, tratta di schiavi e l'introduzione di tecnologie distruttive come la polvere da sparo cinese.
10. Schiavitù nel mondo medievale
Nel mondo medievale, la schiavitù era una realtà diffusa, soprattutto in Africa.
Ogni anno, una moltitudine di uomini e donne venivano deportati o ridotti in schiavitù per essere impiegati nell'esercito, nella servitù domestica o
nell'artigianato. Mentre in Occidente la schiavitù era limitata a poche regioni come la Sicilia, la Spagna meridionale e le colonie italiane d'Oriente, in altre parti del mondo, come l'Egitto, era un fenomeno più diffuso. Tuttavia, non si può negare che la schiavitù fosse una realtà misera e disumana, che ha causato sofferenze e ingiustizie per molte persone.
11. Influenza dell'Oriente sull'Europa
Nel corso del Due e Trecento, l'Europa è stata fortemente influenzata
dall'Oriente, sia dal punto di vista commerciale che culturale. I tessuti di seta
cinesi e persiani, noti come "panni tartarici", hanno suscitato grande fascino tra le corti, le famiglie nobili e le chiese europee, tanto da spingere le manifatture italiane a imitare il loro stile e la loro qualità. Inoltre, anche la pittura europea è stata influenzata dai colori, dai temi e dallo stile dei tessuti orientali. Tuttavia, non tutte le influenze dell'Oriente sono state positive: la diffusione della peste, le guerre e la tratta di schiavi sono solo alcuni esempi di spiacevoli
conseguenze degli scambi tra Europa e Oriente.
12. Studio delle lingue orientali in Europa
Nel corso del Due e Trecento, l'Europa si è trovata di fronte a una sfida intellettuale e linguistica: l'acquisizione delle lingue orientali. I mercanti
occidentali, già dal XII secolo, avevano imparato l'arabo, ma con l'espansione dei territori asiatici, si è reso necessario l'apprendimento di nuove lingue come il persiano e il cumano. Per far fronte a questa esigenza, nel 1312 il concilio di Vienne ha disposto la creazione di cattedre universitarie per l'insegnamento delle lingue orientali. Tuttavia, già prima di questa organizzazione ufficiale, missionari e mercanti avevano dato vita ad iniziative autonome, come la creazione del Codex Cumanicus, un libro trilingue che traduceva in latino, persiano e cumano espressioni comuni e termini relativi all'attività mercantile.