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IL MONDO VISTO DALLA PERIFERIA

Nel documento riassunto le porte del mondo (pagine 47-50)

L’ETIOPIA

CAPITOLO 19: IL MONDO VISTO DALLA PERIFERIA

causava problemi economici e sociali. Ad esempio, in Egitto, l'importazione di prodotti come tessuti latini e ceramiche cinesi a prezzi più bassi aveva creato difficoltà per la produzione locale e causato rivolte represse nel sangue. In Europa, invece, l'esportazione di grandi quantità di argento in Asia aveva portato a una forte deflazione e a difficoltà per gli imprenditori nell'ottenere crediti. Inoltre, la globalizzazione economica aveva anche un impatto sulla politica interna di molte regioni, come dimostrato dai conflitti interni nelle città- stato italiane e dalla dominazione di ex schiavi turcocircassiani in Egitto.

Tuttavia, nonostante questi problemi, la globalizzazione economica continuava a espandersi e a influenzare le relazioni tra i diversi continenti.

13. La "fame d'argento" in Europa

Nel periodo compreso tra il 1345 e il 1370, l'Europa fu colpita da una crisi economica nota come "fame d'argento". Questo fenomeno fu causato

dall'esportazione di grandi quantità di argento in Asia da parte dei mercanti occidentali, che portò a una forte deflazione e a una carenza di contanti. Ciò rese difficile per gli imprenditori ottenere crediti e causò problemi per i

mercanti che ragionavano in termini di fiorini d'oro. Tuttavia, questa crisi economica non colpì tutti allo stesso modo: i salariati, pagati in argento, ne trassero vantaggio, mentre i mercanti ebbero difficoltà. Inoltre, la "fame d'argento" si verificò in un momento in cui molte regioni europee erano già deboli e instabili, come dimostrato dai conflitti interni nelle città-stato italiane e dalla minaccia dei pirati turchi nell'Egeo. Questa crisi economica ebbe un

impatto significativo sulla globalizzazione economica del XIV secolo e portò a un ripiegamento delle attività commerciali sull'area del Mediterraneo e del Mar Nero.

14. La peste nera e le sue conseguenze

Tra il 1346 e il 1352, l'Europa fu colpita dalla peste nera, la prima grande epidemia globale dall'epoca antica. Questa malattia si diffuse inizialmente nell'Asia centrale, dove la siccità aveva spinto molti topi (portatori sani) nelle città in cerca di cibo. Da qui, la malattia si diffuse attraverso le pulci ai topi locali e poi all'uomo. I viaggiatori che percorrevano le vie carovaniere portarono la peste in tutto il mondo, causando devastazione in Eurasia e in Africa del nord. In Europa, la peste si diffuse anche attraverso le navi genovesi che

portarono la malattia dai porti mediterranei. Questa epidemia ebbe un impatto significativo sulla società del XIV secolo, causando la morte di un terzo o

addirittura della metà della popolazione. Tuttavia, nonostante la devastazione, la società dimostrò una notevole capacità di ripresa, con la ripresa delle attività economiche, artigianali e intellettuali subito dopo la fine dell'epidemia.

Tuttavia, la peste ebbe anche un impatto duraturo sulla globalizzazione

economica, portando a un ripiegamento delle attività commerciali sull'area del Mediterraneo e del Mar Nero.

CAPITOLO 19: IL MONDO VISTO DALLA

1. Il nuovo filone di saggistica Libri de recuperatione Terrae Sanctae

Nel periodo tra la fine del Duecento e l'inizio del Trecento, si sviluppò un nuovo filone di saggistica chiamato Libri de recuperatione Terrae Sanctae, ovvero libri sul recupero della Terrasanta. Questo avvenne a seguito della caduta della città di Acri nelle mani dei mammelucchi nel 1291, che portò molti uomini di diverse origini geografiche e sociali a stilare progetti più o meno concreti per la

riconquista di Gerusalemme e delle terre circostanti. Tra i testi appartenenti a questo genere, spicca per ambizione ed importanza il Liber secretorum fidelum crucis, inviato nel 1321 al Papa Giovanni XXII dal veneziano Marin Sanudo Torsello "il Vecchio". Marin Sanudo, membro di una famiglia patrizia veneziana, aveva viaggiato in diverse regioni come Acri, Cipro, Alessandria, Rodi e

l'Armenia, ed era un uomo di cultura che conosceva latino, francese e greco.

2. Il progetto strategico di Marin Sanudo per il recupero della Terrasanta

L'obiettivo del progetto strategico del Sanudo era di colpire l'Egitto mamelucco in maniera tale da impedirgli di difendere la Terrasanta. Le prime mosse da compiere prevedevano l'introduzione nella terre cristiane di Cipro, dell'Egeo e della Sicilia della coltivazione di prodotti fino ad allora importati dal territorio egiziano, come il cotone e lo zucchero. Inoltre, si sarebbe dovuto dare luogo ad un blocco navale dello stretto di Aden, che avrebbe deviato i commerci con l'India dal Mar Rosso al Golfo Persico, favorendo i rivali dell'Il-khanato. Una volta ottenuto in questo modo lo strangolamento economico del nemico,

sarebbe giunto il momento dell'attacco finale. Esso si sarebbe articolato su due fronti: mentre le flotte latine avrebbero sbarcato cavalieri e fanti sulla costa mediterranea, le forze dei cristiani "neri" di Nubia ed Etiopia sarebbero

avanzate da sud risalendo il corso del Nilo. Infine, la Terrasanta sarebbe stata assalita da altri crociati, con la collaborazione dei cristiani di Georgia e di quelli sparsi nelle terre persiane.

3. La cartografia occidentale del XIV secolo

Nel XIV secolo, la cartografia occidentale fece numerosi progressi, diventando sempre più precisa e riducendo l'importanza degli elementi salvifici e religiosi per legare le proprie raffigurazioni alle caratteristiche fisiche, ambientali ed umane dei territori rappresentati. Già nel XIII secolo, i metodi della

raffigurazione cartografica avevano dato vita ad una riflessione teorica, in cui erano impegnati filosofi come Ruggero Bacone e Raimondo Lullo, nonché

grandi intellettuali italiani come Dante e Petrarca, che discutevano ad esempio della sfericità del globo terrestre.

4. La tradizione cartografica dei portolani nel Mediterraneo

Parallelamente alla cartografia occidentale, si sviluppò anche la tradizione dei cosiddetti portolani nel Mediterraneo. Questa era fondata principalmente su due poli: Genova, poiché qui arrivavano celermente le notizie dei mercanti, e Maiorca, poiché in essa una comunità ebraica raccoglieva i racconti dei propri

confratelli che vivevano in paesi islamici e indiani. Proprio a Maiorca, nel 1335, fu realizzata una celebre mappa da un tal Angelino Dulcert, che raffigurava con grande precisione i territori del Mediterraneo, del Mar Nero e dell'Atlantico a nordorientale. Con minore ma sufficiente precisione, l'illustrazione

comprendeva anche l'entroterra europeo, il Medio Oriente, l'Africa subsahariana, il Corno d'Africa e la quasi totalità del continente asiatico.

5. L'Atlante catalano e la descrizione delle località extraeuropee

Sempre a Maiorca, nel 1375, un gruppo di cartografi ebrei guidati dal sapiente Abramo Cresques disegnò il cosiddetto Atlante catalano, forse realizzato come dono per il re di Francia Carlo V. L'Atlante si sforza di rappresentare con la massima precisione possibile tutto l'orbe terracqueo, e questo ci fa

comprendere come esso non fosse pensato per un uso quotidiano, ma costituiva un prodotto di lusso. La mappa dedica molta attenzione anche all'entroterra dell'Asia e dell'Africa, illustrandoli con disegni corredati da

didascalie - i cosiddetti cartigli - che fornivano notizie sulle località, i personaggi o le popolazioni che più potevano incuriosire. Le informazioni erano tratte dai grandi classici, dalle memorie dei grandi viaggiatori due-trecenteschi, nonché dai resoconti trasmessi dagli ebrei degli insediamenti mediterranei. La

dedizione alla descrizione delle località extraeuropee emerge con chiarezza:

sulla mappa compaiono la via che attraversa l'Asia centrale verso la Cina, i deserti percorsi dalle carovane dopo Tabriz, le notizie sul khan del Chagatai, la città di Urgench, quella di Khanbaluc e le grandi città portuali della Cina

meridionale. L'India viene per la prima volta disegnata correttamente come una penisola e compaiono su di essa il porto di Hormuz sul Golfo Persico, il Malabar - ovvero il regno di Columbum.

6. La rappresentazione del mondo nel Medioevo

Nel Medioevo, la rappresentazione del mondo da parte degli europei subì un notevole cambiamento. Inizialmente, le mappe erano caratterizzate da un forte simbolismo e da una mancanza di precisione, con mostri e creature

leggendarie che occupavano spazi significativi. Tuttavia, in meno di cento anni, grazie alle descrizioni dettagliate dei viaggiatori, si passò a una

rappresentazione più realistica e accurata del mondo. Ciò portò a un

ripensamento delle conoscenze geografiche e antropologiche, mettendo in discussione la validità delle auctoritates latine e della Chiesa. Molti intellettuali si opposero a questo cambiamento, mentre altri mostrarono uno scetticismo profondo. Inoltre, le descrizioni dei viaggiatori furono scritte in lingue volgari o rapidamente tradotte, rendendo possibile la lettura delle opere a un pubblico più ampio e interessato alle esperienze dirette dei viaggiatori.

7. L'Europa nel contesto mondiale medievale

Nella concezione medievale del mondo, l'Europa non era al centro, come invece siamo abituati a pensare oggi. Se nelle mappe romane l'Europa

occupava circa metà delle terre emerse, nel Medioevo le proporzioni erano più realistiche, con l'Asia che copriva la metà della superficie terrestre. Inoltre,

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