La nascita dell'Associazione Internazionale dei Lavoratori contribuì in modo significativo alla formazione di una vera coscienza di classe7. Intorno al 1880, mentre l’influenza bakuniana andava gradualmente diminuendo, una nuova corrente di pensiero cominciò ad emergere all’interno del movimento operaio.
La corrente sindacale di matrice cattolica
Nel decennio 1880-1890 si aprì una nuova fase nella storia del movimento cattolico, caratterizzata dalla rinascita dell'ideale corporativo, come forma di soluzione della questione sociale. Punto di partenza di questa svolta fu lo scioglimento dell'Opera dei Congressi (1904) e la fondazione dell'Unione Cattolica delle Istituzioni Economiche e Sociali, che segnò l'attuale punto di partenza del movimento sindacale cristiano.
L’età giolittiana
Anche in questa occasione, dopo l'intervento repressivo delle forze armate, lo sciopero si è concluso con una pesante sconfitta per i contadini. In generale, all'interno delle organizzazioni sindacali vi era una forte componente assistenzialistica e il sentimento di appartenenza ad una categoria e quindi ad una determinata condizione economica costituiva l'elemento vincolante dell'organizzazione stessa.
Il periodo corporativo: l’ascesa del regime fascista
La Confederazione Generale dell'Industria riconosce la rappresentanza esclusiva della forza lavoro degli operai nella Confederazione delle Corporazioni Fasciste e nelle sue organizzazioni subordinate. La Confederazione delle Corporazioni Fasciste riconosce la rappresentanza esclusiva delle industrie nella Confederazione Generale dell'Industria e nelle organizzazioni ad essa affiliate.
La caduta del regime fascista e il tentativo di realizzare l’unità sindacale
55 Questo compromesso ha portato alla modifica dell'articolo 9 dello Statuto della Confederazione Generale dei Lavoratori; la nuova versione affermava che "l'indipendenza dei sindacati dai partiti politici e dallo Stato non significa l'agnosticismo dei sindacati di fronte a tutti i problemi politici. In definitiva, si trattava di un modello basato su una concezione contrattuale e apolitica del sindacato, che come tale non poteva che essere respinta dall’esperienza sindacale dell’epoca.
La crisi dell’unità sindacale: nascita della CGIL, CISL e UIL
Sulla base di questa tesi, per ottenere un miglioramento della situazione economica e sociale della classe operaia, era necessario che quest'ultima completasse il proprio impegno per raggiungere la massima efficienza e produttività dell'impresa. Altro punto fondamentale nello sviluppo teorico della CISL furono le trattative aziendali, che divennero il fulcro dell'attività sindacale negli anni Sessanta e Settanta.
La parabola discendente dei sindacati: dall’autunno caldo ad oggi
La curva ascendete
Due giorni dopo, Sida e Uilm firmano un accordo separato con la Fiat, che riprende lo “spirito” dell'accordo raggiunto con l'Eni. E infatti il 1968 fu l’anno in cui la ritrovata unità dell’azione sindacale dimostrò che la classe operaia, unita e unita, aveva a disposizione un grande potere per ottenere risultati positivi non solo all’interno della fabbrica ma anche contro le autorità politiche. .
La curva discendente
Ma il 1969 fu caratterizzato non solo da un profondo ripensamento all'interno dei tre sindacati, ma anche da un'intensa lotta dei lavoratori per il rinnovo contrattuale. 16 s., si inquadrava in una generale tendenza all'egualitarismo, che caratterizzava ogni aspetto delle politiche retributive: dai minimi contrattuali al meccanismo della scala mobile, dall'indicizzazione delle pensioni agli incentivi aziendali. All'interno della CGIL si verificò una spaccatura: la corrente socialista approvò il decreto, mentre la corrente comunista si oppose fermamente.
Si può quindi affermare che, così come la crescita e l'espansione dell'industria hanno coinciso con un rafforzamento delle organizzazioni sindacali, quando questo settore è stato ridimensionato a favore del terziario si è verificata una perdita di consenso e di rappresentatività del sindacato.
Premessa. Metodo di indagine
Sono queste le definizioni che hanno definito il sindacato come sottosistema sociale fondato sulla capacità di trasformare il conflitto in consenso o come soggetto cui è affidato il compito di regolare la concorrenza o ancora l'assetto sindacale come istituzione preposta a rappresentare interessi specifici; tutti soffrono del limite di fornire una visione miope del fenomeno. Tuttavia, nel caso specifico dell’organizzazione sindacale, va detto che gli elementi costitutivi (organizzazione, azione, destinatari), se è vero che si inseriscono perfettamente in qualunque fenomeno organizzativo, sono essi stessi dotati di una specificità che non si riscontra . altrove. In quest'ottica il sindacato rappresenta il modello tipico di associazione di lobbying il cui scopo è rappresentare gli interessi di una determinata categoria.
Il legame tra sindacati e partiti, come visto nel capitolo precedente, ha sempre segnato la storia del sindacato; questo aspetto è particolarmente interessante nell’ambito dei rapporti tra datori di lavoro e dipendenti, ma c’è il rischio di trattare i sindacati come un sottosistema di partiti e di conseguenza ribaltare la prospettiva di osservazione: un sindacato, prima ancora che uno strumento di rappresentanza dei lavoratori interessi particolari, è uno strumento di organizzazione degli stessi.
Inquadramento dell’organizzazione sindacale entro i confini normativi: fonti internazionali, europee e nazionali
Brevi osservazioni circa la possibilità di una diversa interpretazione del IV comma dell’art. 39 Cost
Sebbene l'orientamento dottrinale maggioritario tenda a ritenere che la funzione del quarto comma dell'art. Pertanto, è possibile affermare che sia il principio di libertà di organizzazione sindacale, sia il meccanismo previsto dalla seconda parte dell'art. 39 Cost. hanno pari diritti di cittadinanza nell'ordinamento giuridico, nel senso che se, da un lato, attraverso il sostegno legislativo a forme autonome e volontarie di contrattazione collettiva (disposizione del primo comma dell'art. 39 Cost.) non può non realizzarsi per effetto del riconoscimento di efficacia generalmente obbligatoria ai contratti collettivi, d'altronde il modello di cui alla seconda parte dell'art.
117 Infatti, la tutela delle organizzazioni sindacali e dei contratti collettivi, quale loro funzione primaria (comma I, articolo 39 Cost.).
La configurazione del sindacato nelle ricostruzioni operate da Dell’Olio e da Flammia
La funzione stessa dello statuto è quella di dar vita ad un'organizzazione il cui scopo sia promuovere e difendere gli interessi di una determinata categoria professionale. 516, da intendersi come scambio di fedeltà degli iscritti in cambio di tutela da parte dell'organizzazione sindacale. L'efficacia della tutela passa necessariamente attraverso l'organizzazione sindacale; cioè, un individuo ottiene protezione solo attraverso una forma organizzativa (sindacato), che non potrebbe ottenere da solo132.
L'organizzazione, infatti, rimanda al momento di efficacia dell'autotutela, è uno strumento di efficacia, ma non può essere considerata fonte o causa dell'autotutela.
La nozione di interesse collettivo. La dottrina precorporativa e la ricostruzione in chiave individualistica
La ricostruzione di interesse collettivo operata da Santoro Passarelli
In secondo luogo, l'interesse collettivo è superiore all'interesse individuale, poiché «organizzazione significa disciplina e subordinazione degli interessi organizzati a quelli dell'organizzazione»153. Ma non solo da loro; infatti, il prevalere dell'interesse collettivo su quello individuale si manifesta anche in relazione agli istituti e alle norme che prevedono forme di organizzazione della causa, come quelle per i mandati nell'interesse di terzi (art. 1723, comma II c.c.) e quelli con mandato collettivo (art. 1726 c.c.). Quanto detto consente all'Autore di fare un'ulteriore considerazione che l'interesse collettivo (quando non è quello generale, cioè dell'intera comunità) è un interesse privato e non un interesse pubblico e per la sua realizzazione, quindi, mediante il diritto privato. strumenti, come quelli che abbiamo appena citato.
Questa differenza consiste nel fatto che mentre per i primi l'intuizione che hanno avuto riguardo all'interesse collettivo ha sempre riferito questo interesse ai singoli e quindi i soggetti del contratto collettivo erano i lavoratori come alleati, nella prospettiva di Santoro Passarelli è il sindacato, cioè organizzazione della professione, che è titolare di autonomia collettiva, poiché «spetta alla disciplina propria del gruppo provvedere agli interessi del gruppo, che sono pertanto lontani dall'autorità della legge e dall'autonomia individuale»157.
La corrente dottrinale sull’inesistenza dell’interesse collettivo
Portato alle sue estreme conseguenze, questo approccio concludeva che le categorie di autonomia privata collettiva e di interesse collettivo non esistevano e potevano, nella migliore delle ipotesi, essere considerate rispettivamente come una proiezione dell’autonomia individuale e degli interessi individuali. In realtà, ammettere l'esistenza di un interesse collettivo accanto a quello individuale non implica affatto una volontà di limitazione del primo; Sebbene nella ricostruzione proposta da Santoro Passarelli l'autonomia individuale sia subordinata a quella collettiva, che viene quindi limitata da quest'ultima, è infatti altrettanto vero che l'unica limitazione di cui l'autonomia individuale soffre è nel senso che viene impedita la individuo dall’accettare condizioni peggiori di quelle previste dal contratto collettivo. Se si guarda all'intera produzione scientifica di Santoro Passarelli, colpisce che il tema del contratto e dell'interesse collettivo sia sempre presente, ma allo stesso tempo si arricchisca di nuove suggestioni.
La sua ricerca, condotta con gli strumenti del trattamento privato e in particolare con gli istituti rientranti in quest'ambito, in primis la categoria di sostituzione utilizzata per spiegare il meccanismo e l'efficacia del contratto collettivo, si rivela molto convincente.
Profili strutturali del sindacato
Anche in relazione alla gamma di interessi rappresentati dall'organizzazione sindacale, va tenuto conto del rapporto tra categoria e interessi rappresentati, che introduce un'altra dimensione dialettica, verticale/orizzontale169. Il tema dell'attività sindacale nei luoghi di lavoro è caratterizzato da due circostanze che non incidono sull'organizzazione esterna all'azienda. L'ultima dimensione della specificità dell'organizzazione sindacale è data dalla peculiare posizione in cui si trovano i soggetti operanti nelle strutture organizzative.
La peculiarità dell'organizzazione sindacale è ben compresa anche nella necessità della dialettica interorganizzativa, che può essere compresa da IV.
Profili funzionali del sindacato
Tale funzione, a differenza dell'attività di contrattazione collettiva, non consiste in un'attività normativa, ma piuttosto nell'esercizio di un contropotere rispetto ai poteri datoriali, in particolare in ambito lavorativo. Un'ulteriore ipotesi sulla rilevanza dell'organizzazione sindacale (ma solo per i lavoratori) in relazione alla funzione giurisdizionale è quella prevista dall'art. Ma una volta raggiunti gli obiettivi di riduzione dell’inflazione e di adesione all’euro, i suoi limiti sono diventati immediatamente evidenti.
Tali aggiustamenti includevano tra le priorità da raggiungere l’impegno per un sistema europeo di relazioni industriali, il ripristino della politica dei redditi, la regolamentazione della flessibilità del lavoro e la riforma dell’attuale sistema di contrattazione collettiva.
Trasposizione del contenuto del Libro Bianco nel Patto per l’Italia – Contratto per il lavoro
Il ridimensionamento dello spessore delle materie rinviate alla contrattazione collettiva e gli effetti collaterali della diversificazione dei soggetti e dei livelli
221 Art. 20, comma III “Il contratto di fornitura di lavoro può essere concluso a tempo determinato ovvero indeterminato. 3, comma III del decreto legislativo ex UN. 61/2000 che stabiliva che “L'esecuzione di lavorazioni aggiuntive richiede in ogni caso il consenso del lavoratore interessato”. La struttura che emerge dall'arte è molto diversa. 46, comma I, lettera b) del decreto che, però, fa riferimento ai contratti collettivi nazionali o ai contratti territoriali determinati dalle associazioni dei datori di lavoro e dei lavoratori relativamente più rappresentative a livello nazionale e.
300, e successive modificazioni, o dalle rappresentanze sindacali unitarie possono determinare le condizioni e le modalità di svolgimento del rapporto di lavoro di cui al comma 2.
Meccanismo sostituivo dell’autorità amministrativa
Anche in questo caso i codici, laddove esistenti, recepiscono le indicazioni degli accordi interconfederali o di categoria predisposti dalle associazioni datoriali e dei lavoratori, relativamente più rappresentative a livello nazionale. Tali codici recepiscono, ove esistenti, le indicazioni degli accordi interconfederali stabiliti da associazioni di datori di lavoro e di lavoratori relativamente più rappresentative a livello nazionale. su due identiche disposizioni, introdotte nei commi 4-bis e 4-quater dell'articolo.
MAZZONI, La disciplina sindacale e dei contratti collettivi di lavoro nel sistema delineato dall'art.