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DEVICE VISOR

R. A applicata all’architettura esistente e ai Beni Cultural

La Realtà Aumentata sta prendendo sempre più piede anche nel sistema di valorizzazione del patrimonio mondiale, trasformando completamente il modo di fruire la realtà. Queste nuove tecnologie hanno comportato un progressivo processo di trasformazione nel settore culturale, offrendo alle istituzioni dei Beni Culturali innovative possibilità di gestione e organizzazione di strutture e di attività, e la promozione di nuove forme di comunicazione e di interazione con gli utenti. E’ cambiato, di conseguenza, l’approccio ai sistemi tradizionali di tutela, gestione, valorizzazione e fruizione nel campo dei Beni museali, dell’arte, dell’architettura e dell’archeologia. La maggior parte dei fruitori delle opere d’arte è stato condizionato e coinvolto dai nuovi metodi di comunicazione promossi, soprattutto perché le informazioni digitali trasmesse possono essere lette da svariate tipologie di dispositivi, tra cui gli smartphone, permettendone una facile accessibilità e diffusione. Sicuramente la necessità di preservare la memoria storico-artistica del patrimonio soggetto a fenomeni di degrado è molto sentita: attraverso queste nuove tecnologie, è possibile accendere l’interesse e stimolare la curiosità del pubblico nei confronti dei beni artistici, così da innescare spontaneamente azioni di cura e salvaguardia, di conoscenza e valorizzazione. Ad esempio Rome Reborn è un’iniziativa internazionale di divulgazione storica il cui obiettivo è la creazione di modelli digitali in 3D che illustrano lo sviluppo urbano di Roma antica, oppure Tripemotions è un videogame totalmente ambientato all’interno di edifici storici ricostruiti digitalmente, come il Monastero dei Benedettini di Catania, unendo il percorso ludico a quello didattico. La ricostruzione digitale dei beni culturali rappresenta uno degli strumenti più interessanti e innovativi per conservare e custodire la memoria storica, architettonica e artistica, di molti siti dal rischio di scomparsa definitiva, favorendone la fruizione anche alle generazioni future.

Si riportano alcuni esempi significativi di applicazioni che, in diversi modi, sono riuscite a valorizzare il patrimonio storico artistico.

IL MUSEO DELLA VILLA REALE DI MONZA: LA RICOSTRUZIONE STORICA DEGLI APPARTAMENTI PRIVATI

Il museo della Villa Reale di Monza è il primo caso in Italia di museo arredato grazie alla tecnologia della Realtà Aumentata. All’inizio del percorso di visita sono forniti degli speciali occhiali al visitatore, per immergersi nelle stanze del palazzo ed aumentare la propria percezione degli spazi, degli arredi e dei suppellettili, con informazioni aggiuntive, rilevabili solamente attraverso le particolari lenti. Ad esempio è possibile vedere le camere da letto così come erano arredate nell’800 ed essere guidati attraverso gli ori, gli stucchi, gli affreschi e i parquet degli appartamenti privati.

Quello che accade è la rappresentazione digitale del mobilio e dei suppellettili, visibili solo attraverso il visore, che utilizzando un’apposita applicazione, li posiziona esattamente nel punto in cui dovevano trovarsi nell’epoca passata. Questi sono stati ricostruiti tridimensionalmente, digitalizzati e successivamente relazionati a dei target collocati nelle posizioni strategiche del percorso espositivo. L’assimilazione della visita ad un percorso di gaming immersivo incrementa il coinvolgimento del visitatore.

Immagine pubblicitaria della ricostruzione storica della Villa Reale di Monza. http://www.corriere.it/bello-italia/notizie/monza-stanze-villa-reale- arredate-3d-primo-caso-italia-realta-virtuale-tour-16c88152-cc0d-11e5- 9a08-fa096d82f9d2.shtml consultato il 29.01.17

BACK TO POMPEI: RICOSTRUZIONE VIRTUALE DI UN SITO ARCHEOLOGICO

Back to Pompei è un progetto che riproduce tridimensionalmente la città di Pompei attraverso un’applicazione per smartphone, realizzato dalla società NetMind.32

Gli ambienti sono stati contestualizzati riproducendo architetture non più esistenti, ospitanti delle scene di vita quotidiana degli abitanti di quel tempo. La guida virtuale indirizza i visitatori all’interno delle antiche strade della città e contiene informazioni audio-visive per tutti i punti di maggiore interesse. In questo modo è aumentata la percezione del visitatore e sono acquisite molte informazioni sia dal punto di vista spaziale che culturale, migliorando la fruizione e l’interesse verso gli scavi archeologici.

Oltre alla ricostruzione tridimensionale dell’intera area archeologica e alla riproduzione di scene di vita quotidiana presso punti di interesse per meglio contestualizzarne l’utilizzo, c’è anche la possibilità di farsi guidare verso un punto specifico o di scegliere tra percorsi suddivisi per tema e/o per durata.

Un progetto simile è “Back to Caracalla”, realizzato dalla stessa società per aumentare la percezione e la fruizione della visita presso le Terme di Caracalla.

Nell’immagine è presente la ricostruzione tridimensionale di un tempio non più esistente di Pompei, inserito virtualmente nel suo contesto, visualizzabile attraverso un tablet.

http://www.netminds.it/files/Pompei_progetto.jpg consultato il 25.01.17

32 NetMind è una Web agency specializzata nella realizzazione di siti e-commerce, sviluppo applicazione mobile per iOS, Android, realtà aumentata e creazione di videogiochi.

VIDEO-MAPPING: TRA CULTURA E SPETTACOLO

Il mapping è una particolare tecnica che permette, grazie all’utilizzo della realtà aumentata, di proiettare immagini o video virtuali su una superficie reale. Solitamente questo sistema è applicato su un edificio, sfruttando le sue dimensioni, ma è possibile anche realizzare dei mapping su qualsiasi tipo di superficie (ad esempio proiettando su un oggetto particolarmente piccolo si parla di micromapping33). L’illusione ottica fa sì che le proiezioni mappate diventino dei veri e propri spettacoli in cui gli effetti video, i colori, le luci ed i suoni trasformano edifici reali in animazioni virtuali, come se la facciata dell’edificio si trasformasse nel palcoscenico della performance. In realtà è l’immagine proiettata che viene distorta e la superficie illuminata in punti strategici per accentuarne l’effetto. E’ fondamentale, infatti, che il contenuto proiettato sia studiato appositamente per interagire con le geometrie della superficie prescelta come finestre, archi, porte, balconi, torri, etc. Questa metodologia può efficacemente diventare, infatti, uno strumento di analisi grafica dell’architettura.

Il risultato sarà ottimale, solo eseguendo una dettagliata mappatura della facciata (da qui il nome), valutandone attentamente le dimensioni, le tipologie di materiali che la compongono e i colori.

Fermo immagine della facciata dell’ex teatro lirico di Lione (FR) durande il video mapping avvenuto per il “Festival delle luci” nel 2010, L’illusione ottica fa sembrare l’edificio distorto.

https://www.youtube.com/watch?v=SQRf1LAymgs consultato il 24.01.17

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Solitamente i mapping eseguiti su un

edificio storico o industriale sono proiezioni monumentali dovute alle dimensioni delle facciate architettoniche. Si parla anche di car mapping nel caso si proietti su un’automobile, di dimensioni più ridotte, fino ad arrivare anche ad una superficie ridotta come quella di una bottiglietta d’acqua o di un’orologio. Si parla in questo caso di micro mapping.

IPOTESI COSTRUTTIVE E LINGUAGGIO UNIVERSALE: DAL DISEGNO AL MODELLO 3D

Il disegno è la base per la comprensione di un oggetto, tuttavia nel caso dell’architettura, per chi non è competente in materia, è molto più efficace ed intuitivo indagare un modello che ne ricostruisce la tridimensionalità.

Il laboratorio di Architettura e quello di Ingegneria dell’informazione dell’Università politecnica delle Marche, nel 2015, hanno curato una mostra chiamata “Architettura anni ‘30- 3D”, nella città di Pesaro, in cui sono stati presentati i risultati di uno studio condotto sui disegni d’archivio dell’architetto Mario Ridolfi per la città. In particolare sono stati presi in esame dei progetti mai realizzati e sono stati ricomposti dei modelli in 3D, a partire da piante, prospetti e sezioni. Grazie ad un’app image- based, i modelli virtuali sono richiamati dai disegni, inquadrandoli con un dispositivo elettronico. L’altezza della visualizzazione è stata pensata per vedere il modello in vista assonometrica, ma i visitatori sono invitati anche a tenere il device parallelo ai disegni così da ottenere i prospetti e altri tipi di viste. Lo sviluppo di questo sistema ha permesso l’avvicinamento all’autore del disegno e alla possibilità di farne scaturire letture facilitate anche ai non esperti di architettura.

Ricostruzione tridimensionale a partire dai disegni di progetto del Palazzo del Comune di Pesaro.

Le Ragioni del disegno. Pensiero, forma e modello nella gestione della complessità, UID 2016, Firenze, Gangemi Editore, 2016

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PARTE 2: