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ICONOGRAFICA

1.1.4

“Ciascuna comunità, attraverso la propria memoria collettiva e la consapevolezza del proprio passato, è responsabile della identificazione e della gestione del proprio patrimonio. Il patrimonio architettonico, urbano e paesaggistico, così come i singoli manufatti di questo, è il risultato di una identificazione associata ai diversi momenti storici ed ai vari contesti socio-culturali. La conservazione di questo patrimonio è il nostro scopo.(…) La conservazione del patrimonio costruito si attua attraverso il progetto di restauro, che comprende le strategie per la sua conservazione nel tempo. Questo progetto di restauro deve essere basato su una serie di appropriate scelte tecniche e preparato all’interno di un processo conoscitivo che implichi la raccolta di informazioni e l’approfondita conoscenza dell’edificio o del sito”.

Carta di Cracovia19, 2000 Una rappresentazione scientifica, corretta ed obiettiva, non può essere prodotta con una preparazione sommaria e superficiale di un edificio o di un complesso, al contrario, per essere tale, uno studioso deve necessariamente compiere una serie di procedimenti atti alla conoscenza profonda dell’opera e delle sue vicissitudini. Il rilievo metrico è una fase molto importante ai fini della comprensione di un edificio, ma è legato da un rapporto inscindibile all’analisi storica, che deve avvenire in modo parallelo, per evidenziarne le vicende, le motivazioni costruttive, il legame che l’edificio ha con il suo contesto, etc.

19 Le carte del restauro sono documenti di sintesi, presentati solitamente nell’ambito di conferenze internazionali, che codificano i principi e le prescrizioni elaborate nel corso del tempo al fine di guidare e regolamentare gli interventi di restauro. La Carta di Cracovia ha preso il nome dalla città in cui si è tenuto l’ultimo Convegno, nel 2000, in cui si è parlato per la prima volta di “patrimonio architettonico”, estendendo i principi del restauro ai centri storici.

Ogni oggetto architettonico, infatti, rappresenta un “individuo” a sé, difficilmente riconducibile ad un modello specifico. Attraverso un’attenta lettura della documentazione storica, iconografica, critica, confrontata con la conformazione attuale, si può identificare come siano avvenute le trasformazioni dell’edificio nel tempo, evidenziando i legami con il suo contesto, e deve essere considerata dunque un momento imprescindibile nel processo di conoscenza.

Quando si parla di documentazione storica, nello specifico, si intende tutto il materiale che permette di conoscere, e ricostruire il passato di un qualsiasi oggetto. Essa rappresenta la base di partenza per acquisire le informazioni su un argomento e permette di avvicinarsi all’oggetto. Esistono diversi tipi di fonti documentarie: quelle scritte rappresentano il materiale di consultazione principale e sono quelle legate a testi, annotazioni, date, firme, e tutto ciò che si può considerare scrittura.

Le fonti iconografiche sono un altro tipo di informazione, di origine visiva, e sono rappresentate da simboli, disegni e immagini. Esistono poi anche le fonti orali che sono rappresentate da tutto ciò che è stato trasmesso oralmente da qualcuno che ha vissuto in prima persona un determinato fatto e lo può descrivere a voce. Infine le fonti mute sono costituite da oggetti o da opere realizzate dall’uomo, che possono rappresentare delle testimonianze fisiche vere e proprie.

La prima operazione da compiere per iniziare la ricerca è cercare qualcosa che sia già stato scritto in materia, nelle biblioteche e negli archivi. Questo permette da un lato di capire quali enti o persone potrebbero aver prodotto documenti utili alla ricerca, e da un altro di appurare quale materiale sia stato individuato da altri ricercatori. Inoltre, quanto più si conosce un argomento, tanto più si è in grado di interpretare correttamente un documento storico, cogliere i riferimenti che contiene, rendersi conto di qualche mancanza o notare eventuali inesattezze.

manufatti storici appartenenti all’edilizia diffusa, la ricerca è spesso più difficoltosa, in quanto la documentazione storica, iconografica e archivistica è scarsa oppure manca del tutto. Ciò crea grande difficoltà anche nella formulazione delle ipotesi di ricostruzione. A tal proposito è indispensabile la fase del confronto tra le informazioni ricavate e l’aspetto attuale, visibile, anche allargando la ricerca ad altri modelli edilizi coevi e dello stesso autore, facendo paragoni stilistici, materici, etc.

Solo una volta raggiunto un certo livello di conoscenza della geometria, della struttura, del terreno, della tecnica realizzativa degli elementi architettonici, delle loro connessioni, della qualità muraria è necessario pensare alle modalità adatte per la rappresentazione dei risultati ottenuti, ed eventualmente per il progetto di un ipotetico intervento.

Esempio di archivio materico, in questo caso la foto cattura la Library di Material ConneXion, centro di documentazione e ricerca sui materiali innovativi, con sede in tutto il mondo.

https://www.google.it/search?q=archivio+materico&espv=2&biw=1517&- bih=681&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ved=0ahUKEwi3oK6Gu8H- SAhXMOxoKHWrADLUQ_AUIBigB#tbm=isch&q=materioteca&*&im- grc=UBKVFHYOqjIYOM:, consultato il 06.03.17

Esempio di archivio cartaceo, in questo caso una foto all’interno dell’Archivio di Stato di Roma, in cui si vedono i libri disposti in modo ordinato negli scaffali, seguendo un certo criterio.

https://www.google.it/search?q=documentazione+storico+iconografi- ca&espv=2&biw=1517&bih=735&source=lnms&tbm=isch&sa=X&ve- d=0ahUKEwjal6ajucHSAhUDChoKHd_lC7YQ_AUIBigB#tbm=isch&- q=archivio+stato+roma&*&imgrc=eOB9Ey0FnTa0wM:, consultato il 06.03.17

Esempio di archivio digitale, L’immagine simboleggia come possono essere archiviati moltissimi materiali all’interno del computer (o su una piattaforma web), catalogati con un sistema di cartelle e sottocartelle ordinate. In questo caso, l’immagine mostra un sistema di consultazione bibliotecario, in cui è evidente l’immediata accessibilità e consultazione.

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