• Non ci sono risultati.

A4 G ESTIONE UNITARIA DELL ’ USO DELLA RISORSA

Al fine di definire un programma per la gestione unitaria delle risorse idriche, è fondamentale conoscere le quantità complessivamente prelevate dai diversi corpi idrici, compresi quelli sotterranei, le caratteristiche qualitative e gli impieghi finali, attraverso la raccolta dati sistematici e comparabili derivanti dalle attività di monitoraggio effettuate dal Soggetto Gestore dell’area.

Il Soggetto Gestore deve attivare una gestione efficiente delle acque a livello di area, attraverso azioni mirate all’analisi dei fabbisogni, alla valutazione dei bilanci di consumo, al monitoraggio e alla manutenzione delle reti.

Il gestore deve inoltre coinvolgere le imprese mettendo in evidenza i punti critici dei processi produttivi individuali promuovendo interventi volti alla riduzione dei consumi e alla protezione della risorsa.

Determinazione delle esigenze idriche delle imprese insediate e da insediare tramite idonea mappatura

La mappatura ad opera del soggetto gestore è uno strumento utile per l’identificazione del reale fabbisogno idrico dell’area ed in particolare intende verificare:

x quale trend di consumi è prevedibile per il futuro,

x quali possibilità di ottimizzazione, riutilizzo e risparmio può aver luogo a breve e medio termine.

Quantificazione dei consumi

Il soggetto gestore opera una quantificazione differenziata dei consumi in maniera tale da determinare i settori interni all’area maggiormente idrovori ed associare il consumo d’acqua alle diverse destinazioni d’uso. Attraverso tale attività è possibile definire le strategie per il contenimento dei consumi, specifiche per ambito d’intervento.

Controllo qualitativo e quantitativo delle risorse idriche

Le azioni di monitoraggio hanno lo scopo di garantire un controllo dinamico di qualità e quantità della risorsa idrica, per valutare le reazioni naturali dell'ambiente in relazione alla stagionalità delle precipitazioni, al variare della pressione antropica, al verificarsi di eventi eccezionali e come effetto di modifiche del comparto infrastrutturale dell'area. Tali azioni possono comprendere:

x il riconoscimento di condizioni di potenziale pericolo di

x l’individuazione dei gradi di vulnerabilità del bacino rispetto alle diverse cause di inquinamento ed erosione;

x sistemi modellistici per la simulazione del bilancio idrico.

Azioni di sensibilizzazione

Per l’affermazione di una politica “idroefficiente” di area é indispensabile promuovere comportamenti virtuosi nell’uso dell’acqua da parte delle singole imprese. Tale azione di sensibilizzazione potrà riguardare, in toto o in parte, i seguenti temi:

x promozione del riciclo delle acque di processo;

x attivazione di campagna educativa ed informativa per la

conservazione ed il risparmio della risorsa idrica;

x adeguamento del sistema fognario e depurativo alle indicazioni normative con priorità per le aree sensibili e le zone vulnerabili; x affinamento delle caratteristiche qualitative degli scarichi dei

depuratori più significativi;

x attuazione di interventi finalizzati al contenimento e trattamento delle acque di prima pioggia;

x promozione di campagne informative relative alle migliori

pratiche, all’innovazione e alle tecnologie ambientali applicabili.

Coinvolgimento delle singole organizzazioni

Diventa, quindi, strategico avere il sostegno delle utenze individuali nell’attuazione delle misure finalizzate a consolidare l’uso responsabile delle risorse idriche.

Gli strumenti per conseguire tale obiettivo sono molteplici: x manuali d’uso degli impianti,

x contabilizzazione individuale dei consumi,

x elaborazione di progetti in partenariato con le imprese

Infine, il Soggetto Gestore (o gli enti competenti) avrà la responsabilità di rendere coerenti le dinamiche di ricambio dell’area con il rispetto degli obiettivi di miglioramento associati alla tematica “risorse idriche” del Piano Ambientale di Area.

3. SOLUZIONI PER LA MOBILITA’ E LA LOGISTICA

Il sistema dei trasporti è fondamentale per lo sviluppo equilibrato di un territorio, ma questo non vuol dire che la sua crescita debba essere incontrollata e puramente quantitativa. Come segnalano istituzioni e centri di ricerca internazionali4 in Europa il trend non é certo confortante e determina costi significativi per la società in termini di impatti economici (congestione del traffico, barriere alla mobilità, incidenti, costi dei servizi, ecc.), impatti sociali (equità, impatti sulla salute umana, coesione della comunità, ecc.) e impatti ambientali (emissioni di gas-serra, inquinamento atmosferico, rumore, perdita di habitat, ecc.). Tali impatti sono determinati anche da due tendenze dominanti, ossia la crescita della domanda di mobilità e, all’interno di tale domanda, il crescente predominio della modalità stradale.

Si tratta, quindi, di dar vita ad un sistema di trasporti ottimale, calibrato per l’insediamento produttivo, capace di assicurare in modo efficiente la soddisfazione dei bisogni di aziende e lavoratori. Per quanto attiene all’applicazione dei principi di mobilità sostenibile in un contesto produttivo si possono individuare tre obiettivi principali: x mettere a disposizione del pubblico mezzi di trasporto alternativi

all’auto, ma al tempo stesso efficaci, che consentano ai lavoratori di raggiungere con comodità il proprio posto di lavoro;

x ridurre l’emissione di gas nell’atmosfera causata dal traffico privato, privilegiando carburanti più “efficienti” e meno dannosi per la salute dell’uomo;

x promuovere politiche e azioni che favoriscano il trasporto sicuro5

.

Le APEA, grazie al confronto tra imprese e pubblica amministrazione ed alla presenza di un Soggetto Gestore, rappresentano una tipologia insediativa particolarmente vocata a sviluppare soluzioni sostenibili per il trasporto e per la movimentazione delle merci. E’ infatti, a livello di cluster che possono essere compiutamente affrontate e risolte le questioni su come:

x incentivare l’intermodalità in modo da utilizzare trasporti a basso impatto ambientale (ferrovia e autostrade del mare);

x aumentare l’efficienza del trasporto, in modo da utilizzare meglio l’energia e le infrastrutture: ridurre i ritorni a vuoto, ottimizzare i 4Transport, Health and Environment: Trends and Developments in the UNECE-WHO European Region (1997-2007) – http://www.thepep.org/en/hlm/hl3.htm

percorsi, localizzare razionalmente magazzini e fornitori, contenere un just in time parossistico;

x ri-progettare anche il prodotto. Con la filosofia “dalla culla alla tomba” é possibile ottimizzare anche la logistica dei rifiuti originati dalle fasi di lavorazione (Reverse logistic);

x ottenere un risparmio logistico, così come si parla comunemente di risparmio energetico.

Un’area produttiva dotata di un sistema di mobilità e logistica funzionale, efficiente e sicuro rappresenta un valore per il territorio che la ospita, basti considerare il potere attrattivo che può esercitare rispetto ad altre realtà meno baricentriche e difficilmente raggiungibili. Accrescere la fluidità degli spostamenti significa infatti favorire la vivibilità in termini di riduzione dei livelli di inquinamento, allargare le opportunità di relazione sociale, aumentare la sicurezza e la funzionalità, contribuire alla riduzione dei tempi e costi di spostamento e moltiplicare le opportunità di contatto economico. Nell’ambito del governo della mobilità e della logistica sono individuabili i seguenti macro obiettivi strategici:

MO1. Promuovere azioni sostenibili per la mobilità

MO2. Ottimizzare la circolazione all’interno dell’area

MO3. Perseguire una logistica sostenibile delle merci

MO4. Adottare un approccio integrato tra il trasporto

sostenibile e la pianificazione dell’area

MO5. Presenza del gestore unico/Presenza del Mobility

Manager

Il macrotema mobilità e logistica quindi prevede le seguenti azioni: MO1. A1 Sistemi di trasporto condiviso

MO2. A2 Misure per favorire l’intermodalità

MO3. A3 Misure per la logistica merci

MO4. A4 Piani e infrastrutture per l’accessibilità e

la mobilità nell’area

MO5. A5 Gestione della mobilità (Mobility