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Gli Abridgments (XV-XVI secolo)

Gli Abridgments sono una sorta di digesti o epitomi di decisioni giudiziarie compilate, in law-French, anglo-normanno, riassumendo il materiale contenuto negli

Year Books. In particolare, i casi riportati per esteso in queste ultime raccolte sono

fortemente condensati e raggruppati in serie sotto rubriche o ‹‹voci›› nominali, ordinate alfabeticamente. Tuttavia, la redazione non era condotta con spirito critico ed era sottoposta a scarsi controlli, quindi non si può affermare che i dati riferiti siano coerenti tra loro; inoltre, la volontà di sintesi è così pressante e concitata che si ha una criptica alternanza tra abbreviazioni e simboli. Tali caratteri si spiegano con l’origine stessa degli Abridgments, sorti come mezzi di lavoro personali, utili esclusivamente o prevalentemente per coloro che li compilavano.

Ben presto, però, entrò a far parte della prassi ricercare gli antichi principi di diritto in queste raccolte, piuttosto che negli Year Books. I rischi di tale scelta sono evidenti, non fornendo essi una conoscenza integrale e razionale del caso dal quale la regola di diritto era stata tratta.

Tra i numerosi lavori di questo tipo, soltanto alcuni conobbero fama e diffusione, ricevendo, in ultima battuta, l’onore della stampa:

1) L’Abridgment compilato o attribuito a Statham (o Stathum) (Lent Reader al

Lincoln’s Inn nel 147126

) pubblicato in Francia per un editore inglese, tra il 1490 e il 1495: esso sembra essere il frutto di un’intensa opera di collage di frammenti estrapolati da precedenti Abridgments anonimi. Sotto 258 ‹‹voci›› espone 3750 points of law o massime di diritto. Ve ne è stata una ristampa nel

25 G. CRISCUOLI, Introduzione allo studio del diritto inglese, le fonti, cit. (pagine 392-394) 26 W.S. HOLDSWORTH, Sources and Literature of English Law, cit. (pagina 105)

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191527. L’opera è generalmente descritta come “Epitome Annalium Librorum

tempore Henrici Sexti”, ma è un titolo fuorviante, contenendo poche note di

casi del regno di Edoardo I, e da Edoardo II a Enrico VI quasi ogni regno è rappresentato nel volume. I primi casi sono molto brevi, ma l’opera contiene alcuni lunghi reports che non era possibile trovare negli Year Books. È significativo che il testamento di Statham, sebbene contenesse un lascito di libri di diritto, non menziona il suo Abridgment; ma Turner ritiene che possa essere individuato un riferimento all’opera nel testamento di William Callow, uno dei giudici del Common Bench del regno di Enrico VII, con il titolo di

Abridgment di “Lincolnesin labour”; e ciò implica che sia stato compilato da

membri del Lincoln’s Inn dietro le direttive di Statham. Successive edizioni del libro sono state pubblicate nel 1585 e nel 1679; l’edizione del 1915 è una traduzione, con le note, pubblicata in America da Margaret Klingel Smith (sfortunatamente, la traduzione non è delle migliori, e le note non sono molto utili)28.

2) The Abridgment of the Book of Assizes fu pubblicato da Pynson nel 1509 o nel 1510, probabilmente a partire da un antico manoscritto. Non vi è alcuna connessione con i Books of Assizes di Rastell, che furono pubblicati nel 1516: quest’ultimo contiene casi del regno di Edoardo III, mentre l’abridgment è costituito da casi decisi durante i regni di Edoardo III, Riccardo II ed Enrico IV, V e VI. L’edizione di Pynson di quest’opera è oggi difficile da trovare, ma il libro raggiunse comunque grande fama, come dimostrano le due edizioni del 1555 pubblicate da Tottel29.

3) Entrambe le precedenti opere furono presto sostituite dal Graunde

Abridgment di Sir Anthony Fitzherbert, prestigioso giudice della Court of Common Pleas. Come si evince dal titolo, si tratta di un “grande” Abridgment, sia per qualità che per quantità: è costituito da tre grossi volumi

“in foglio” contenenti più di 14000 precetti giuridici riconnessi a casi, alcuni dei quali non sono riferibili ad alcuna altra fonte, che risalgono al tempo di

27 G. CRISCUOLI, Introduzione allo studio del diritto inglese, le fonti, cit. (pagine 394-395) 28 W.S. HOLDSWORTH, Sources and Literature of English Law, cit. (pagina 105)

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Riccardo I (1189-1199). Fu pubblicato per la prima volta nel 1516 ed ebbe subito fortuna.

4) Il Grande Abridgment di Sir Robert Brooke (o Broke), Chief Justice della

Court of Common Pleas, fu pubblicato nel 1568. La sua impostazione è

serrata e sintetica, il suo contenuto articolato e ricco (presenta più di 20000 massime giuridiche)30.

Come il carattere degli Year Books può dirsi mutevole nel corso degli anni, altrettanto può dirsi del loro rapporto con gli Abridgments. I primi Year Books che ci sono pervenuti, infatti, in alcuni casi presentano la forma di ciò che oggi possiamo denominare abridgment. Questa forma consiste in una raccolta di casi raggruppati in base alla materia trattata, ed è possibile affermare che i primi Year Books avessero assunto questa configurazione prima di mostrarsi come raccolte monotematiche di casi. Una volta abbandonato tale volto primigenio, ci si deve presto essere resi conto che grazie alla crescente massa di Year Books (e forse anche grazie alla crescente importanza che fu attribuita loro), sarebbe stato necessario elaborare anche un relativo metodo di consultazione che fosse abbastanza semplice, ma funzionale. Divenne quindi prassi comune annotare a margine del testo una o due parole, che indicassero la forma dell’azione o altri temi principali che fossero trattati nel corpo del testo, e ciò sembra aver condotto alla pratica di elaborare riassunti di casi riportati negli Year Books secondo una classificazione per materia. Talvolta il cosiddetto

Abridgment riporta infatti l’intero testo del caso, ma più spesso è possibile trovare reports riassunti.

Questi Abridgments hanno le stesse caratteristiche dei manoscritti degli stessi Year

Books, ed il periodo di tempo che li vede circolare è relativamente breve. Sembra

piuttosto probabile che la preparazione degli Abridgments fosse sempre intimamente connessa con i metodi di insegnamento. Ciò è indubbiamente vero nel XVII secolo, quando era uso comune degli studenti delle Law Schools acquistare un enorme blocco di fogli completamente bianco; dopo aver intitolato le pagine in una grafia accurata con i titoli sotto i quali distribuire il contenuto, lo studente procedeva allora con il leggere Year Books appositamente selezionati o i primi reporters e redigeva riassunti dei casi sotto il titolo corrispondente. Si trattava, senza dubbio, di una

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disciplina efficiente ed efficace, ma era certamente molto faticoso; molte di queste banali opere del XVII secolo ci sono pervenute quasi nelle loro condizioni originali, vale a dire, quasi completamente vuote. È possibile che gli Abridgments del XIV e XV secolo abbiano avuto inizialmente la natura di esercizi studenteschi.

Con il tempo, certamente, gli Abridgments furono utilizzati anche per altri scopi, come ne è prova il fatto che gli avvocati fossero capaci di collezionare antichi

Abridgments, dividerli fisicamente in varie parti e riassemblarli in ordine alfabetico.

Tracce di questa pratica possono essere trovate nelle vicinanze del XIV secolo ed è plausibilmente certo che gli Abridgments editi nel XVI secolo avessero la stessa origine.

Nessun altra ipotesi è in grado di spiegare la curiosa disposizione dei casi all’interno di ciascun titolo nelle opere di Statham e Fitzherbert.

Il primo Abridgment ad essere pubblicato è generalmente noto come “Statham”, sebbene all’interno dell’opera o altrove non vi siano indicazioni della sua paternità. È stato pubblicato in Francia per l’editore inglese Pynson circa nel 1490 o 1495, ed inoltre, essendo un libro raro e costoso, è un bellissimo capolavoro di pittura. Come in tutti gli Abridgments, la disposizione dei casi tra i vari titoli è curiosa, e sembra possa essere spiegata soltanto ipotizzando che sia basato su un volume composto che è stato elaborato a partire da frammenti di precedenti Abridgments.

Molto presto, comunque, come affermato sommariamente in precedenza, Statham fu praticamente soppiantato da un’opera molto più ampia, le successive edizioni della quale sono state denominate “il grande Abridgment dell’illustre Reverendo e Giudice Sir Anthony Fitzherbert”. La prima edizione, datata 1516, tuttavia, non riporta il nome di Fitzherbert o qualsiasi altra indicazione che rimandi a tale asserita paternità. Il nome di Fitzherbert comparve per la prima volta nell’edizione del 1565. Ad ogni modo, la paternità è ben attestata, poiché nel 1514 John Rastell annunciò pubblicamente di essere impegnato in questa immensa impresa, e che l’allora

Serjeant Anthony Fitzherbert era l’autore; lo stesso Fitzherbert morì nel 1538.

Nell’opera di Fitzherbert, come in Statham, i casi sono raggruppati in un modo particolare e Plucknett non si trattiene dal trarre l’attraente conclusione che anche questa sia frutto del metodo “taglia e cuci”. Comunque, mentre Statham è un libro modesto e breve, quello di Fitzherbert è costituito da tre grandi volumi (in seguito

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compressi per mezzo di una stampa ridotta ad un piccolo e sottile volume). Il lavoro di Fitzherbert divenne subito estremamente popolare. Si dice persino che raramente si facesse riferimento agli Year Books prima di lui. Sembra essere certo che la maggior parte dei casi degli Year Books, di qualsiasi importanza fossero, possono essere trovati nell’Abridgment di Fitzherbert, essendo in esso rappresentato attraverso estratti abbastanza lunghi e talvolta anche con l’intero testo. La convenienza di avere una grande massa di casi materiali all’interno di un solo libro è ovvia, e sembra che per lungo tempo Fitzherbert assolse il compito attraverso un’ampia selezione dei casi più importanti negli Year Books. È chiaro come egli avesse accesso a materiale di prima qualità. I primi Year Books da noi conosciuti sono rappresentati nella sua collezione, e non possono essere rintracciati altrove. Talvolta presenta un testo migliore di quanto possa essere trovato altrove. Ma soprattutto, Fitzherbert conosceva ed usava quella magnifica collezione che Bracton produsse per il proprio uso personale; fu soltanto la scoperta e la pubblicazione del

Note Book di Bracton nel 1887 che rivelò la fonte da cui Fitzherbert trasse i suoi casi,

decisi durante il regno di Enrico III. Quindi anche Fitzherbert ha numerosi casi del regno di Riccardo II che rimangono ancora inediti.

La citazione dell’Abridgment di Fitzherbert è stata facilitata da una nuova prova. I casi sono numerati uno dopo l’altro in ciascun titolo, ed i titoli stessi sono ordinati secondo le lettere dell’alfabeto. L’opera era così popolare da essere citata senza il nome dell’autore; dunque, il riferimento al Briefe 949 indica il caso recante tale numero sotto il titolo Briefe dell’Abridgment di Fitzherbert. Tutti gli altri

Abridgments dovevano invece essere citati attraverso il nome dell’autore. Dall’uso

costante e dallo studio attento dell’Abridgment di Fitzherbert, è chiaro come nel XVI secolo avessero un interesse prettamente pragmatico nell’uso di un volume di casi decisi nel corso di tre secoli; le ultime edizioni di Fitzherbert, pubblicati da Richard Tottell, contengono migliorie squisitamente tecniche che concedono all’opera stessa di essere utilizzata come un veloce mezzo di accesso agli Year Books stessi. Ciò fu realizzato attribuendo un riferimento alla pagina nel Year Book stampato (che sarebbe stato stampato in volumi unici ad opera di Richard Tottell) a margine dell’Abridgment. Allo stesso tempo, le edizioni di Tottell degli Year Books contenevano riferimenti incrociati all’Abridgment.

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Nel Gennaio del 1574 Tottell dette alla luce un’altra enorme collezione, attribuita all’anziano Chief Justice Sir Robert Brooke, della Court of Common Pleas. Ciò ebbe il vantaggio di includere casi del regno di Enrico VIII, che ovviamente non potevano essere in Fitzherbert, e mescolò estratti da vari trattati con i suoi casi. Per dare dimora a questo nuovo materiale, egli riassunse i casi in modo molto più drastico di quanto fecero i suoi predecessori. Usò anche molti più titoli.

Numerosi altri Abridgments seguirono, più simili alle enciclopedie e ai digesti del nostro tempo31.

Ed è proprio questo il carattere più interessante per la storia della letteratura giuridica: la connessione degli Abridgments con le moderne enciclopedie giuridiche. Fu la percezione di un loro grande difetto, il carattere eterogeneo del contenuto dei titoli sistemati in ordine alfabetico, ad essere la causa dello sviluppo in questa direzione. Staunford, nel dedicare il suo trattato sui privilegi a Nicolas Bacon32, ha evidenziato questo difetto nel 1548; e Francis Bacon33 suggerì la composizione di un

31 T.F.T. PLUCKNETT, A Concise History of the Common Law, cit. (pagine 273-276)

32 Nicolas Bacon (1558-1579) fu Lord Keeper per i primi ventuno anni del regno di Elisabetta I (1558-

1579); come uomo di stato, entrò in grande confidenza con la Regina; come giudice, egli rafforzò la posizione della sua corte sia di fronte alle corti di common law sia contro i pari, stabilendo che questi ultimi, come i membri della Camera dei Comuni, potevano essere processati per vilipendio alla Corte. Egli, infine, riorganizzò la corte, che allora era grande e complessa, e costituisce il primo autore che abbia lasciato regole della procedura seguita dalla sua corte (T.F.T. PLUCKNETT, A Concise History

of the Common Law, cit., pagina 697).

33 Nel 1617 il Cancelliere Ellesmere fu sostituito da Sir Francis Bacon (Lord Verulam nel 1618,

Visconte di St Albans nel 1621), di solito noto come Lord Bacon (figlio di Nicolas Bacon: v. nota 32). Plucknett (T.F.T. PLUCKNETT, A Concise History of the Common Law, cit., pagine 242-243 e 699- 702) lo descrive come un uomo di lettere, uno storico, un uomo di stato, un avvocato ed un filosofo. In politica, nei suoi primi anni sotto il regno di Elisabetta I (1558-1579), egli aveva sostenuto opinioni liberali ed aveva suggerito che le prerogative regie dovessero essere assoggettate al controllo della legge, ma alla fine del regno egli sostenne una posizione più vicina a quella delle corti, e dall’ascesa al trono di Giacomo I (1603- 1625) si riconobbe come realista. Aveva in mente ampi schemi di riforma giuridica e politica (l’unione con la Scozia, la civilizzazione dell’Irlanda, la colonizzazione dell’America, l’abolizione del feudalesimo e l’adozione di misure per lo sviluppo del diritto) ed allora l’unico modo per tentare di realizzarle era partecipare attivamente alla vita della Corona.

Nel 1607 riuscì a diventare Solicitor-General, e nel 1613 Attorney-General, ed in quel ruolo egli svolse un ruolo fondamentale nella vittoria di Ellesmere, a favore della Cancelleria. Nel 1617 successe a quest’ultimo nell’ufficio di Lord Keeper e nel 1618 ricevette il titolo di Cancelliere ed il baronato di Verulam. L’unico elemento che lo accompagnò durante tutto il corso della sua vita sembra essere stato, ad avviso di Plucknett, la sua genuina fiducia nella visione della monarchia e dello Stato. Da ciò deriva la sua convinzione che una carica pubblica costituisca il più alto dovere, e nella ricerca del potere (e quindi della ricchezza) si conformò agli standards della nuova classe dirigente, che emerse sotto il regno di Enrico VIII (1509-1547).

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nuovo Abridgment, composto dai due ancora esistenti al suo tempo, ma risistemati in un ordine migliore. Fu nel tentativo di rimediare a questo difetto che i nuovi

abridgments assunsero una nuova forma, nel XVII- XVIII secolo34.