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Action plan internazionali

Nel documento Quaderni di Conservazione della Natura N (pagine 106-111)

2. L E SPECIE PRESENTI IN I TALIA

3.2. Action plan internazionali

3.2.1 Raccomandazioni generali I.U.C.N.

Recentemente il Chiroptera Specialist Group dello I.U.C.N./S.S.C. ha prodotto un Action Plan sui Microchirotteri (Hutson et al., 2001).

Negli indirizzi generali per la conservazione, viene innanzitutto racco-mandato il recepimento concreto, a livello nazionale, dei principi di tute-la sanciti neltute-la legistute-lazione internazionale (Convenzione di Bonn, Con-venzione di Rio e, per i Paesi europei interessati, ConCon-venzione di Berna e Direttiva 92/43/CEE).

Il documento invita a rivedere le informazioni esistenti e ad acquisire nuovi dati sui chirotteri inclusi nella Lista Rossa I.U.C.N., comprendenti i taxa considerati minacciati d’estinzione e quelli prossimi a divenire tali,

nonché a sviluppare Action Plan volti a migliorare lo status di conservazio-ne di queste specie. Nella progettazioconservazio-ne delle attività di ricerca devono es-sere considerate con priorità le specie minacciate nelle aree di studio per le quali non si dispone di sufficienti informazioni di base.

Il documento raccomanda inoltre di accertare lo status di conservazione a livello locale delle specie non incluse nella Lista Rossa, quindi di mettere in atto politiche di conservazione a sostegno delle specie localmente rare o minacciate e per mantenere in buono stato di conservazione le specie che risultano in tali condizioni, a cominciare da quelle endemiche.

Fra gli argomenti di ricerca da sviluppare vengono citati: applicazioni della bioacustica a supporto delle attività di monitoraggio, esigenze ecolo-giche in foraggiamento, tendenze demografiche e vitalità delle popolazio-ni, migraziopopolazio-ni, ruolo nella funzionalità ecosistemica, esigenze ecologiche nella scelta dei roost (informazioni, queste ultime, necessarie per un’effica-ce gestione dei siti esistenti e per la creazione di nuovi siti di rifugio). Per i

taxa di problematica definizione tassonomica, si auspicano revisioni

basa-te sulle moderne basa-tecniche sisbasa-tematiche.

Sul fronte della tutela degli habitat viene sottolineata l’importanza che le esigenze ecologiche dei chirotteri vengano considerate nelle politiche e nei vari strumenti di pianificazione prodotti a livello locale.

In particolare, si sottolinea la necessità che vengano stilati inventari degli ambienti ipogei, corredati da informazioni circa l’idoneità dei siti nei confronti della chirotterofauna e i fattori che eventualmente la com-promettono. Per i siti frequentati da chirotteri devono essere attivati pro-grammi di monitoraggio a lungo termine. Riferimenti tecnici ulteriori sull’argomento si possono trovare nelle Linee Guida I.U.C.N. per la pro-tezione delle grotte e degli ambienti carsici (Watson et al., 1997).

Infine, viene sottolineata l’importanza delle attività di informazione e sensibilizzazione del vasto pubblico.

3.2.2 Action Plan specifici

L’Action Plan sui Microchirotteri comprende 20 Piani relativi ad al-trettante specie. Esse non corrispondono necessariamente alle specie più minacciate, ma sono state scelte poiché sufficientemente conosciute e complessivamente rappresentative dell’ampia gamma di problemi di con-servazione che interessano i Microchirotteri.

Due dei Piani sono relativi a specie certamente presenti in Italia,

Rhi-nolophus ferrumequinum e Miniopterus schreibersii; un terzo Piano

riguar-da Myotis riguar-dasycneme, specie per la quale, nel nostro Paese, risulta verifica-ta un’unica segnalazione, relativa alla seconda metà dell’800.

redatti Action Plan specifici a cura del Consiglio d’Europa, nel quadro delle iniziative promosse dalla Convenzione di Berna.

Di seguito vengono citati gli argomenti di ricerca e monitoraggio, con ricadute nel campo della conservazione, raccomandati negli Action Plan relativi a R. ferrumequinum e M. schreibersii. Per maggiori informazioni si rimanda ai documenti stessi (Ransom e Hutson, 2000; Hutson et al., 2001).

Rhinolophus ferrumequinum

• Monitoraggio demografico: censimenti nei siti d’ibernazione e ripro-duttivi. Per questi ultimi viene suggerito un protocollo di rilevamento standardizzato.

• Rilevamenti sulla struttura delle colonie riproduttive e sugli effetti del clima sulla dinamica demografica di un campione selezionato di colo-nie riproduttive.

• Ecologia alimentare: dieta (in particolare risultano carenti le cono-scenze relative ai contesti dell’Europa meridionale), scelta dell’habitat in foraggiamento.

• Effetti delle alterazioni ambientali sulle popolazioni (accumulo di pe-sticidi e metalli pesanti, cambiamenti nell’utilizzazione antropica del territorio, ecc.).

• Interazioni ecologiche con altre specie di chirotteri (in particolare, fe-nomeni di competizione).

• Studi genetici: variabilità genetica delle popolazioni, strategia ripro-duttiva e di dispersione.

Miniopterus schreibersii

• Spostamenti/migrazioni ed esigenze ecologiche durante i transiti. • Monitoraggio demografico: censimenti in un campione

rappresentati-vo di siti riproduttivi e di svernamento. Controllo degli effetti demo-grafici prodotti dai cambiamenti nell’utilizzazione antropica del terri-torio.

• Ecologia alimentare: dieta, scelta dell’habitat in foraggiamento. • Biologia riproduttiva e implicazioni per la conservazione. • Studi genetici: verifica dello status tassonomico.

3.2.3 L’Action Plan del Bat agreement

Nell’ambito dell’applicazione del Bat agreement, coordinata da un Se-gretariato attraverso riunioni periodiche delle Parti aderenti e di un Co-mitato consultivo, è stato concordato un Action Plan finalizzato a mettere a punto efficaci strategie di conservazione dei Chirotteri e aggiornato in occasione di ogni Assemblea delle Parti. Esso comprende misure legali e iniziative di ricerca e monitoraggio coordinate a livello internazionale.

Nel seguito vengono elencati sinteticamente gli aspetti considerati nel-l'Action Plan relativo al periodo 2003-2006.

1) Requisiti legali

• Le Parti devono adottare misure legali, o perfezionare quelle già esi-stenti, a recepimento e concretizzazione delle disposizioni dell’articolo III del Bat agreement (cfr. 3.1.1).

2) Indagini demografiche e monitoraggio

• Le Parti devono approfondire le conoscenze circa la distribuzione sul proprio territorio e i trend demografici dei chirotteri, lavorare al perfe-zionamento dei protocolli di rilevamento, riconoscere ed enfatizzare l’importanza del monitoraggio a lungo termine. In relazione alla diffi-coltà di coordinare l’acquisizione di dati su tutte le specie di chirotteri, è individuata la seguente lista di specie verso le quali iniziare a indirizza-re le azioni di rilevamento e monitoraggio demografico: Rhinolophus

ferrumequinum, R. hipposideros, Myotis blythii, M. bechsteinii, M. capac-cinii, M. dasycneme, M. myotis, Eptesicus nilsonii, E. serotinus, Nyctalus noctula, Miniopterus schreibersii. Indicazioni sulle metodologie

d’inda-gine più idonee sono espresse nel Documento Eurobats.MoP2.5 (Riso-luzione n. 2, Metodologie di monitoraggio coerenti) e, per quanto ri-guarda R. ferrumequinum e M. dasycneme, nei relativi Action plan (cfr. 3.2.2). Sulla base delle esperienze maturate a livello nazionale, il Co-mitato di consulenza è chiamato a produrre, entro il 2006, linee guida sulle metodologie di monitoraggio.

• Il Comitato di consulenza deve completare l’acquisizione di informa-zioni sulle rotte migratorie dei chirotteri europei, derivanti in particola-re dal progetto condotto su Myotis dasycneme e Pipistparticola-rellus nathusii, nonché, entro il 2006, produrre raccomandazioni al fine di ottimizzare i futuri sforzi di indagine e per la conservazione delle specie migratrici. • Le Parti devono impegnarsi nel completamento e nella diffusione dei risultati degli studi di autoecologia sulle specie prioritarie ai sensi del

Bat agreement. Attualmente, le Parti sono chiamate in particolare a

la-vorare su 7 specie mediterranee, 3 delle quali identificate come merite-voli di particolare attenzione (Rhinolophus euryale, Myotis capaccinii e

Miniopterus schreibersii). Gli argomenti di ricerca suggeriti

compren-dono: tecniche di monitoraggio, strategie riproduttive, caratterizzazio-ne degli ambienti di foraggiamento e dieta, migrazioni/ spostamenti,

roost, aspetti patologici.

• Con riferimento agli ambienti forestali, le Parti devono impegnarsi a identificare specie e comunità di chirotteri indicatrici, anche ai fini connessi della realizzazione di una gestione forestale sostenibile.

3) Roost

• Entro il 2006, il Comitato di consulenza deve pubblicare linee guida sulla conservazione e gestione dei roost ipogei.

• Il Comitato di consulenza deve raccogliere e divulgare informazioni sui metodi usati per proteggere i roost non ipogei, con priorità per quelli localizzati all’interno di edifici di valore culturale.

• Le Parti devono realizzare/completare l’inventario dei roost ipogei (na-turali e artificiali, compresi quelli all'interno di edifici) importanti e trasmettere i relativi dati affinché il lavoro di censimento sia concluso per il 2006.

4) Ambienti di foraggiamento

• Le Parti devono condurre indagini per identificare le aree di foraggia-mento critiche prossime alle colonie riproduttive di rilevanza naziona-le e internazionanaziona-le. Il Comitato consultivo deve raccogliere e divulga-re fra le Parti informazioni sui metodi utilizzati allo scopo.

• Nella predisposizione di interventi di gestione/pianificazione territo-riale, in particolare qualora siano coinvolte aree di foraggiamento o elementi ambientali lineari, di riferimento negli spostamenti da/per i

roost, le Parti devono considerare l’esigenza della conservazione degli

habitat dei chirotteri. È necessario che vengano redatte linee guida na-zionali sull’argomento e il Comitato di consulenza è chiamato a predi-sporre, in proposito, un documento d’indirizzo.

5) Informazione/sensibilizzazione

• Le Parti devono proseguire l’opera di informazione/sensibilizzazione pubblica sui chirotteri e la loro conservazione.

6) Pesticidi

• Le Parti devono tenere in debita considerazione la potenziale pericolo-sità dei trattamenti chimici delle strutture in legno per i chirotteri, so-prattutto nel caso vengano sperimentati nuovi prodotti.

• Il Comitato di consulenza deve occuparsi dell’impatto sui chirotteri degli antiparassitari utilizzati in zootecnia e produrre una relazione al riguardo entro il 2006.

7) Cooperazione internazionale

• Le Parti e tutti gli Stati compresi nell’areale delle specie del Bat

agree-ment, devono cooperare nella realizzazione delle azioni citate.

• Il Segretariato, con l’ausilio del Comitato consultivo, deve operarsi af-finché, in occasione della prossima Conferenza Ministeriale sulla Pro-tezione delle Foreste in Europa, vengano introdotti aspetti di conser-vazione dei Chirotteri fra le attività e misure volte alla gestione foresta-le sostenibiforesta-le.

in specifiche Risoluzioni concordate dall’Assemblea delle Parti.

In particolare, per la loro rilevanza conservazionistica, si invita a consi-derare attentamente le Risoluzioni n. 4.3 (Linee guida per la protezione e la gestione degli habitat sotterranei importanti per i chirotteri) e n. 4.4 (Conservazione dei chirotteri e gestione forestale sostenibile), concordate nell’ambito della Quarta Sessione dell’Assemblea delle Parti (Sofia, 2003).

La prima di esse richiede che le Parti, oltre a produrre l’inventario dei siti ipogei importanti, adottino le misure necessarie a garantirne una pie-na tutela legale e, ove appropriato, realizzino barriere fisiche per evitare accessi non autorizzati ai siti.

Relativamente alla chirotterofauna legata agli ambienti forestali, la Ri-soluzione n. 4.4 stabilisce che le Parti contraenti, nel rapporto nazionale da presentare in occasione della successiva Assemlea delle Parti, relazioni-no su: tipologie selvicolturali e di uso del suolo che causarelazioni-no problemi ai chirotteri nelle foreste; sforzi effettuati per tener conto delle esigenze della chirotterofauna operandosi al fine di incrementare la sostenibilità delle pratiche selvicolturali; incentivazione al fine della conservazione dei chi-rotteri nelle foreste; identificazione, gestione e miglioramento di elementi chiave (es.: zone umide, alberi annosi, alberi usati come roost) e aree chiave (es.: foreste umide, stadi forestali maturi) per i chirotteri nelle foreste.

Fra le altre Risoluzioni va segnalata, anche per la novità dell’argomen-to, la n. 4.7 (Impianti eolici e popolazioni di chirotteri), concordata in se-guito alla Risoluzione n. 7.5 (Impianti eolici e specie migratrici) adottata dalla Conferenza delle Parti della Convenzione di Bonn. Il documento invita a considerare attentamente la potenzialità d’impatto sui chirotteri degli impianti eolici, valutando in particolare la loro ubicazione rispetto a rotte di migrazione e altre aree di particolare valore per i chirotteri.

Per informazioni più dettagliate e aggiornamenti si rimanda al sito http://www.eurobats.org/

Nel documento Quaderni di Conservazione della Natura N (pagine 106-111)