EG Par
CASNS, Fondo Barbi, busta Parodi E.G. XXXI, 860, c. XXII. Cartolina postale ms., indirizzata: Al Ch. Sign. Prof.
Michele Barbi | della Biblioteca Nazionale | Firenze | Via dei Conti 3. Timbro postale di partenza: Genova ferrovia, 1.1.00; di arrivo: Firenze, 2.1.00.
1 Si noti l’uso del che polivalente, che dona allo scritto un tono quasi “parlato”.
2 Con tono ironico e giocoso, Parodi utilizzava glosa nella variante scempia, antica e letteraria (cfr.
GDLI, ad vocem), per sottolineare che durante le feste non avrebbe lavorato per il «Bullettino».
3 Fortunato Pintor (Cagliari 1877 – Roma 1960) aveva studiato con D’Ancona alla Scuola Normale Superiore di Pisa e si era perfezionato nel 1899 all’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Dal 1898 si occupò della catalogazione dei manoscritti alla Biblioteca Nazionale di Firenze, dove lavorò come bi-bliotecario fino al 1903, negli anni in cui vi lavorava anche Barbi (cfr. Marcello Verga, in DBI, vol. 83, pp. 775-777; BOTTASSO 2009, pp. 363-364). Collaborò nella preparazione dei fascicoli del «Bullettino», allestendo anche l’indice dei nomi di alcuni volumi e, soprattutto, l’Indice decennale per gli anni 1893-1903 (voll. I-IX), che uscì nel 1912 con una Prefazione di Michele Barbi «fatta comporre nel 1903 quando la pubblicazione dell’Indice stesso pareva non lontana» (Indice BSDI 1893-1903, p. V nota). La prefazione venne in parte inclusa, con il titolo Dopo dieci anni (in appendice all’articolo Gli studi danteschi e il loro avvenire
37.
E.G.P
ARODIa M.B
ARBIGenova 11.1.[1]900
Carissimo – Non sto bene, ma sto un po’ meglio, e Domenica, Dio permettendolo,
partirò: sarò costì alle 7 circa della sera, non tenendo conto dei ritardi. Ho un gran
desiderio di vederti. Il tuo articolo è quasi fatto, forse 8 o 9 pagine di stampa; ma sarà
per te una delusione, perché non c’è nulla di quello che t’aspettavi e delle mie famose
idee ne verbum quidem
1. È un’esposizione piuttosto cattiva, ragionata così così.
Insomma vedrai. E per ora addio e un affettuosissimo abbraccio. Il tuo
EG Par
PS. Salutami tutti gli amici, Romani, Mazzoni, ecc. Di nuovo.
CASNS, Fondo Barbi, busta Parodi E.G. XXXI, 860, c. XXIII. Cartolina postale ms., indirizzata: Al Ch. Sign.
Prof. Michele Barbi | della R. Biblioteca Nazionale | Firenze | (Via dei Conti 3). Timbro postale di
par-tenza: Genova ferrovia, 11.1.00; di arrivo, parzialmente evanido: [Firenze], 12.1.00.
1 Forma proverbiale, qui ironicamente riproposta da Parodi, tratta dal Cato maior de senectute di Cice-rone («Dixi in eo libro, quem de rebus rusticis scripsi; de qua doctus Hesiodus ne verbum quidem fecit, cum de cultura agri scriberet»).
38.
M.B
ARBIaE.G.P
ARODISabato [26 maggio 1900]
C[aro] A[mico]
Che vai fantasticando sul treno con cui sono partito? Con quello delle
18 naturalmente. E il Flamini
1t’intravide alla stazione alle 23. Facesti tardi davvero
quella sera! Torno domani col treno delle 21, perché qui c’è troppi pellegrini
2.
Aff.
moM.
ABUF, Fondo Parodi, busta I/B/13 BARBI Michele, c. 21. Cartolina illustrata: Saluti da Roma | Salone della
Biblioteca Vaticana, con una foto del Salone Sistino della Biblioteca Apostolica Vaticana; indirizzata: Al chiar.mo | prof. E.G. Parodi | Firenze | Via Nazionale 2. Timbro postale di partenza: Roma ferrovia, 26.5.00; di arrivo: [Fire]nze, 27.5.00.
1 Francesco Flamini (Bergamo 1868 – Pisa 1922), laureatosi a Pisa con D’Ancona insegnò lettere nelle scuole medie fino al 1893, quando fu chiamato come supplente all’Università di Pisa. Nel 1895 vinse il concorso per l’insegnamento di Letteratura italiana all’Università di Messina, ma fu subito chia-mato a Padova, alla cattedra lasciata da Guido Mazzoni. Nel 1908 ritornò a Pisa, per sostituire Vittorio Cian, e vi rimase fino alla morte (cfr. Luciana Martinelli, in ED, II, pp. 943-944; Lucia Strappini, in
DBI, vol. 48, pp. 276-278). La segnalazione di Flamini a Barbi, riguardo agli spostamenti di Parodi, non
è altro che un ulteriore conferma della fitta rete di contatti epistolari fra colleghi, studiosi, ma soprattutto amici.
2 Barbi era a Roma per studiare alla Biblioteca Vaticana e la città, probabilmente in occasione del Giubileo, brulicava di fedeli e pellegrini.
39.
E.G.P
ARODIa M.B
ARBIChieri
14.10.[1]900
Carissimo. Ho ricevuto il tuo primo fascicolo
2ed ho ammirato; ammirato specialmente,
per le tue qualità stilistiche ed oratorie, la prefazione. Mi pare che il signor M[assera]
abbia avuto la sua parte, una buona parte, meritatissima. Quanto alla tua finezza di
odorato, m’è sembrata miracolosa: tu hai giudicato e mandato le singole rime ai loro
posti originari, e come hai giudicato e mandato bene! Ora dimmi. Io sono qui al buio
di tutto: mi sembra di svegliarmi da un lungo sonno di dolce pigrizia e di verginea
ignoranza. Che è avvenuto in questo tempo
3? Quid novi? D’Anc[ona], Cian, tu? La
commissione di Festa sai se e come sia stata composta
4? Se è radunata? Come stanno
1 Probabilmente, come era già capitato in passato, Parodi era commissario per gli esami di licenza al «Liceo pareggiato» di Chieri. Ricavo l’informazione dall’indicazione posta accanto all’indirizzo in due cartoline di Guido Mazzoni a Parodi del 5 luglio 1897 e del 2 ottobre 1899 (ABUF, Fondo Parodi,
busta I/M/46 MAZZONI Guido, cc. 14-15).
2 Si tratta del saggio di Barbi, Studi di manoscritti e testi inediti. I. La Raccolta Bartoliniana di Rime antiche e i
codici da essa derivati (Bologna, Zanichelli, 1900 = BARBI Raccolta Bartoliniana) primo volume della collana «Studi e documenti di antica letteratura italiana», diretta da Giosue Carducci e curata da Barbi e Mor-purgo. In realtà, quello fu l’unico volume pubblicato, anche se nel progetto iniziale ne era previsto un secondo, sempre di Barbi, dedicato ai trattati morali dei secoli XIII e XIV. Gli studi inizialmente pre-parati per quel fascicolo uscirono poi in altre sedi (cfr. Bibliografia Barbi, p. 44, n. 73). Nella prefazione, molto apprezzata da Parodi per le «qualità stilistiche e oratorie» (vd. supra), Barbi commentava con rammarico la collaborazione che, talvolta, mancava tra gli studiosi, ricordando a tal proposito un epi-sodio legato al recente articolo di Aldo Francesco Massèra, Di un importante manoscritto di antiche rime volgari (in «Rivista delle Biblioteche e degli Archivi», a. XI, nn. 4-6, 1900, pp. 68-80). In quella sede, infatti, Massèra annunciava di aver ritrovato il codice Bartolini-Alessandri-Rezzi presso Giuseppe Cugnoni (Roma 1824-1908), allora bibliotecario alla Chigiana dal 1873 e precedentemente scrittore di latino e greco della Biblioteca Vaticana. Nel dicembre del 1899, Massèra aveva chiesto a Barbi alcune informa-zioni riguardo alle rime del Boccaccio, ma non gli aveva accennato di aver potuto consultare da Cugnoni quel codice che Barbi, tempo prima, aveva cercato proprio presso lo stesso Cugnoni, senza trovarlo. Pertanto, in assenza del testo, Barbi aveva ricostruito la tavola delle rime sulla base dei manoscritti da esso derivati e il suo lavoro critico – che gli valse qui molti complimenti dall’amico Parodi – trovò poi conferma nell’articolo di Massèra, sebbene questi avesse fatto «in un giorno il cammino di più mesi», trascrivendo semplicemente dal codice l’elenco delle rime contenute (BARBI Raccolta Bartoliniana, pp. I-II). Barbi tornò sull’argomento anche alcuni anni dopo: La Raccolta Bartoliniana e le sue fonti, in BARBI Studi
canzoniere, pp. 119-214.
3 Purtroppo, non è stato possibile ricostruire la vicenda per l’assenza di quasi cinque mesi di corri-spondenza.
4 Parodi si riferisce alla commissione del concorso di Letteratura greca all’Università di Roma, vinto da Nicola Festa nel 1900. Nato a Matera nel 1866, Festa, già allievo del giovane Pascoli al liceo locale, studiò all’Istituto di Studi Superiori di Firenze sotto la guida di Vitelli. Insegnò al ginnasio di Orvieto fino al 1894, quando – senza concorso – fu nominato professore straordinario di Grammatica greca e latina all’Istituto di Studi Superiori di Firenze. Nel 1900, quindi, si trasferì a Roma, dove rimase fino alla morte (1940). Probabilmente, Parodi aveva cercato di informarsi sulla composizione della commis-sione, affinché fosse favorevole all’amico: cfr. gli stralci di due lettere di Parodi a Vittorio Rossi, del 5 e 11 giugno 1900 (Fondo Rossi della Biblioteca Alessandrina di Roma), riportate in Amedeo Benedetti,
Contributo alla biografia di Ernesto Giacomo Parodi, cit., p. 275. Cfr. Piero Treves, in DBI, vol. 47, pp.