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L’agency capabilited come cardine di un welfare delle capacitazioni fondato sul

CAPITOLO 4: CAPACITARE LE COMPETENZE NEI CONTESTI D ’ INNOVAZIONE

3.1. L’agency capabilited come cardine di un welfare delle capacitazioni fondato sul

Un agire lavorativo capacitativo e generativo svincolato da intenzionalità esclusivamente di tipo performativo/produttivo, leva per lo sviluppo di un apprendimento qualificato e la creazione di una cultura organizzativa educativa capace di coltivare opportunità, strategie di trasformazione, prospettive progettuali umanizzanti, si qualifica come molla d’innesco di un’agency sociale altamente proattiva, realizzando, in questo modo, in una logica di rete, l’interazione tra tutti gli attori coinvolti nel processo di trattamento delle competenze: il mondo del lavoro, l’education, il sistema di welfare.

Negli attuali scenari, il lavoro “ripersonalizzato” si configura infatti come «significativa esperienza educativa e formativa che ha centralità nella persona, nelle sue aspettative, nella soggettività che la rende responsabile della qualità delle proprie competenze e consapevole dei propri talenti»358. Così inteso, esso risponde al «bisogno di capacità di governare la propria vita, prima di garantire un fare conforme alle richieste della produzione»359 configurandosi come veicolo di sviluppo di un’agency capabilited. Essa è possibile nella misura in cui, sdoganandosi dalla limitante visione produttivista e tecnicista della competenza, quest’ultima viene interpretata come «sapienza esistenziale derivante dalla consapevolezza della propria responsabilità e dalla percezione di sé come persona»360.

A questo punto, l’agency capabilited si può effettivamente qualificare come cardine del sistema di learnfare alla base di un welfare delle capacitazioni, in quanto promotrice di un individuo che, in virtù della sua libertà realizzativa sviluppata proprio grazie al suo agire capacitativo, diventa il fattore competitivo alla base di uno sviluppo economico e sociale realmente inclusivo, sostenibile, intelligente.

357

M. COSTA, Il valore generativo del lavoro nei contesti di Open Innovation, op. cit., pp. 253-254.

358

M. COSTA, Agency formativa per il nuovo learnfare in Formazione & Insegnamento, vol. 2, 2012, p. 105.

359

Ibid.

360

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Il nuovo patto sociale fondato sul diritto all’apprendimento (learnfare) consente al cittadino attivo di espandere e valorizzare ulteriormente quell’agentività sviluppata e acquisita nel corso dei processi lavorativi generativi i quali «si qualificano come sistemi di progettualità […] dove il valore dell’agire competente, ancor prima che dalla vettorialità produttiva, è dettato dalla capacità di ampliare le possibilità di azione, creando connessioni creative […], ma anche occasioni di riflessività critico-emancipativa»361. Il lavoro capabilited -inteso come «azione individuale nella multi appartenenza sociale in cui la capacità di inserirsi in reti/network rappresenta la strategia più efficace per ampliare le possibilità di azione»362 come pure spazio all’interno del quale la facoltà di scelta «non è più solo vincolata alla ragione dell’azione performativa ma anche […] a quella dell’interconnessione significativa, creativa, generativa»363- educa alla consapevolezza che la persona, attraverso il proprio agire, può «farsi autrice di riscatto e liberazione, può guadagnare livelli più elevati di umanità […], può sapere di più e meglio»364 contribuendo, da protagonista, all’edificazione di un’opera comune. Se nel nuovo patto sociale, formazione, istruzione, apprendimento si configurano come inalienabile diritto di cittadinanza attiva, strumento di partecipazione e inclusione sociale, «prioritario per l’azione politica è, quindi, il favorire nei cittadini la capacità di apprendimento lungo l’intero corso della vita […] come possibilità di poter accedere alle opportunità rappresentate sia dai percorsi formativi, ma anche dalle occasioni di apprendimento non formale e informale emergenti nell’azione, scegliendo liberamente tra le diverse opzioni quella ritenuta valida per sé coerentemente con il proprio progetto di vita»365. Confermano ciò le seguenti parole di Costa:

l’apprendimento permanente diventa la leva per favorire quei funzionamenti che promuovono il cambiamento individuale e collettivo inteso come espansione […] delle possibilità e delle libertà, a partire dal valore della capacitazione come condizione effettiva di esercizio della cittadinanza in cui coniugare lo sviluppo personale, sociale e la crescita economica.366

D’altra parte, se si ritiene che «il soggetto possa effettivamente individuare (scegliere) e raggiungere gli obiettivi migliori per sé, convertendo le risorse a disposizione in possibilità concrete di scelta»367, è importante ribadire quanto le politiche formative -a tutti i livelli e in ogni fase della vita- siano rilevanti nell’ottica di «garantire l’acquisizione di capacità e

361 Ivi, p. 91. 362 Ivi, p. 90. 363 Ibid. 364

B. ROSSI, L’organizzazione educativa, op. cit., p. 67.

365

M. COSTA, Agency formativa per il nuovo learnfare, op. cit., pp. 100-101.

366

Ivi, p. 88.

367

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competenze necessarie per leggere le trasformazioni in atto, comprendere il contesto in cui si vive, saperne cogliere le opportunità»368.

Esse -in termini sia di linee guida adottate nelle singole realtà lavorative sia di politiche attive per il lavoro adottate dal sistema Paese- puntano non tanto e non solo all’adeguamento di skills professionali alle richieste provenienti dal mercato del lavoro quanto soprattutto allo sviluppo delle capacità dell’individuo in vista dell’inclusione e della partecipazione attiva nella società oltre che nell’ambiente di lavoro: sono infatti orientate a sostenere l’empowerment degli individui, ovvero lo sviluppo di competenze e capabilities per l’esercizio di una cittadinanza attiva frutto della capacità di utilizzare le risorse disposizione a proprio vantaggio.

Il connubio tra formatività, lifelong learning e politiche sociali -tutte dimensioni accomunate da sistemi di governance delle competenze attivate come capabitilies- favorisce un welfare delle competenze «promozionale e abilitante, capace di sviluppare nei cittadini le capabilities alla base del raggiungimento di un benessere personale e collettivo»369 e dunque fondamentale «affinché essi siano in grado di vivere una vita degna e coerente con i valori umani»370.

La formazione quindi come «diritto sociale universale declinato in modo selettivo rispetto ai propri bisogni e partecipativo e trasformativo rispetto ai diversi legami sociali di multi appartenenza»371, è il cardine dell’emergente modello di welfare372 plurale e societario in cui «il soggetto pubblico non si sostituisce agli attori ma garantisce loro la possibilità di agire in base a regole eque e solidali, fondate sul riconoscimento della libertà di partecipazione ed espressione»373.

Tenendo conto che la libertà di condurre diversi tipi di esistenza e la correlata qualità di vita delle persone sono il risultato delle scelte e delle azioni capabilited effettivamente compiute attivando differenti aspetti del funzionamento umano a partire dal potenziale insito nella situazione, si può facilmente intuire come lo scopo del welfare delle capacitazioni sia quello di facilitare il conseguimento del benessere individuale e sociale tramite l’allargamento della capacità individuali e sociali. In altre parole: la traduzione delle risorse a disposizione in risorse per l’azione e in funzionamenti effettivi.

368 Ibid. 369 Ivi, p. 90. 370 Ivi, p. 85. 371 Ivi, p. 101. 372

Cfr. U. MARGIOTTA, Formazione e innovazione: un binomio generativo in M. COSTA, Capacitare

l'innovazione, Milano, Franco Angeli, 2016.

373

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3.2. Il nesso tra capability approach ed educazione permanente a fondamento

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