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Capacitare l’innovazione sociale correlata al principio di sussidiarietà

CAPITOLO 4: CAPACITARE LE COMPETENZE NEI CONTESTI D ’ INNOVAZIONE

3.3. Capacitare l’innovazione sociale correlata al principio di sussidiarietà

L’agency capabilited conduce all’innovazione sociale che rappresenta «un modo di ripensare e riorganizzare l’attività umana, nel lavoro come nell’impegno sociale e politico, dove le potenzialità della vita e delle persone vengono messe all’opera con finalità di natura etica»386

nonché «una nuova idea di azione sociale che faccia leva sulla interdipendenza, sulla sussidiarietà e sulla partecipazione consapevole»387.

Dispositivo entro cui ridefinire il rapporto tra la libertà del cittadino e il ruolo dello Stato -impegnato nell’opera di rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono la compiuta realizzazione dell’essere umano attraverso una politica educativa volta all’attivazione di processi di crescita di autonomia, autorganizzazione, autopromozione e solidarietà sociale-, l’innovazione sociale si materializza a partire dalle trame del tessuto relazionale sociale all’interno del quale il cittadino non è più considerato utente o cliente ma soggetto agente388

. Questo perché «è cambiato il paradigma di riferimento e si è affermata una visione […] della società tale che le istituzioni politiche non ricoprono più la funzione di centro o vertice ma arrivano a costituire uno dei tanti sottoinsiemi ad interazione reciproca, interni ad un insieme comprensivo dato dal bene comune emergente come processo e prodotto dell’attività di partecipazione sociale»389

.

La realtà universale all’interno della quale il soggetto esercita la propria cittadinanza, proprio in quanto si configura come spazio dove «vengono sviluppate le soggettività individuali che dovranno essere responsabili delle varie espressioni sociali»390, assegna un ruolo fondamentale all’educazione. Scrive Costa:

Promuovere innovazione sociale si traduce in una responsabilità pedagogica, in quanto l’azione politica deve poter stimolare, valorizzare e assicurare quelle capabilities funzionali a promuovere il bene dell’uomo […], incentivare attività e situazioni che permettano la piena fioritura (flourishing) delle potenzialità umane, pur nel rispetto della libera scelta individuale.391

Libertà, questa, che, riqualificata in senso capacitativo dall’innovazione sociale e posta a fondamento della qualità della vita, non è solo questione di possesso di astratti diritti formali

386

M. COSTA, Capacitare l’innovazione sociale in G. ALESSANDRINI (a cura di), La «pedagogia» di Martha

Nussbaum. Approccio alle capacità e sfide educative, op. cit., p. 214.

387

Ibid.

388

Cfr. U. MARGIOTTA, Dal welfare al learnfare: verso un nuovo contratto sociale in G. ALESSANDRINI,

La formazione al centro dello sviluppo umano, Milano, Giuffrè editore, 2012.

389

M. COSTA, Capacitare l’innovazione sociale in G. ALESSANDRINI (a cura di), La «pedagogia» di Martha

Nussbaum. Approccio alle capacità e sfide educative, op. cit., p. 217.

390

Ivi, p. 218.

391

128

quanto piuttosto esito di un processo di deciso perseguimento di condizioni favorevoli per il dispiegamento di essa stessa e l’esercizio di tali diritti.

E poiché, si è proiettati a salvaguardare «il valore dell’individuo in quanto essere libero, ma, nello stesso tempo, inserito in un contesto sociale»392, ne consegue che:

[…] predisporre le condizioni affinché una persona sia in grado di “funzionare” ai fini di promuovere l’innovazione sociale significa, dunque e anche, creare degli spazi di interazione con gli altri membri in cui sia possibile condividere, discutere, negoziare, nel senso di creare degli spazi deliberativi in cui far maturare il movimento di agency.393

Infatti:

La partecipazione consente di ampliare le potenzialità dell’agency individuale in quanto i soggetti vengono messi in contatto con quei fattori esterni di conversione che risultano fondamentali per combinare le capacità innate dell’individuo e realizzare un funzionamento.394

In conclusione, ancora una volta, le parole di Costa aiutano a cogliere il senso e la potenza della proposta del capability approach unito al principio della sussidiarietà:

Il paradigma educativo della Nussbaum dà […] forza ed evidenza alla dimensione educativa come attenzione alla globalità della persona, al suo aspetto tanto razionale quanto riflessivo ed emotivo, come base per la promozione di una partecipazione attiva alla società, capace di vivere intensamente il rapporto con l’altro e di abitare autenticamente ed eticamente il proprio contesto sociale.395

C

ONCLUSIONI

:

OLTRE IL WELFARE TRADIZIONALE

Il passaggio -esplorato all’interno del presente capitolo- dal concetto di competenza performativa alla dimensione della capacitazione quale atto deliberato di realizzazione e funzionamento personale capace di integrare le risorse interne dell’individuo con i fattori contestuali e generare innovazione sociale, può essere considerato la trama entro cui ripensare e qualificare il rapporto tra nuove forme del lavoro e giustizia sociale.

Il paradigma delle capacitazioni, come si è visto, si presta ampiamente ad allargare il proprio raggio d’azione non solo perché l’attivazione di queste ultime avviene quanto più si verificano processi di coinvolgimento della singolarità nella molteplicità, ma anche perché è ottimale per essere applicato all’interno di un contesto sociale più vasto rispetto al contesto lavorativo da cui prende le mosse.

392 Ivi, p. 223. 393 Ivi, p. 224. 394 Ibid. 395 Ivi, p. 225.

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L’agency capabilited coltivato all’interno dell’ambiente di lavoro, infatti, è condizione di sviluppo -oltre che di benessere all’interno dell’organizzazione- di una socialità matura, solidale, responsabile, al di fuori di essa, a sua volta base per l’edificazione di un’opera di civiltà capace di dar vita a un nuovo umanesimo.

Quest’ultimo si sorregge su un modello di welfare nettamente diverso dal welfare tradizionale dove lo Stato, al quale venivano delegati i poteri, si faceva interprete dei bisogni degli individui e forniva a essi risposte sul piano assistenziale.

Il nuovo modello di welfare delle capacitazioni, promuovendo un autentico sviluppo umano fondato sulla libertà di ciascuno di realizzarsi, presuppone, accanto a politiche di

social inclusion, politiche di capacitazione in modo tale da garantire a ciascuno, non solo

l’accesso ai servizi erogati, quanto la possibilità di scegliere liberamente chi diventare.

In tale contesto, lo Stato è chiamato a sostenere un’idea di sviluppo umano basato non solo su un ascolto attivo dei bisogni dei cittadini ma anche su una nuova qualificazione della relazione all’interno della quale gli individui non si presentano più come passivi beneficiari di politiche pianificate ad hoc ma come soggetti attivi nella scelta e definizione dei propri principi di vita.

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