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Il I I I Salone del veicolo in-dustriale ha occupato i grandi padiglioni di Torino Esposi-zione dal 3 all'I 1 novembre ed è stato inaugurato dall'Onore-vole Matteo Matteotti, Mini-stro per il Commercio Estero.

Dopo circa mezzo secolo, è venuta meno la tradizionale ca-denza annuale del Salone della automobile, ora sostituito ad anni alterni da questa impo-nente rassegna che presenta la produzione internazionale dei veicoli industriali. Ma non sol-t a n sol-t o di quessol-ti poiché la di-zione è limitativa: in realtà sono comparsi anche veicoli adibiti al trasporto di persone, gli autobus e i pullman, alla distribuzione capillare delle merci, con macchine utili alle grandi medie e piccole imprese commerciali (furgoni di ogni tipo e dimensione) nonché i servizi più svariati che vanno dai mezzi del Vigile del fuoco alle grandi autocisterne per il trasporto della benzina, del vino o dell'acqua, ai contenitori della nettezza urbana, ai tra-sportatori di terra e cosi via.

II presidente del salone Ro-dolfo Biscaretti salutando il Ministro ha detto tra l'altro:

« L'industria automobilistica na-zionale concluderà nel prossimo dicembre un altro anno piuttosto deludente. I consuntivi saranno largamente inferiori alle capa-cità, ancora ulteriormente poten-ziate a seguito dei massici inve-stimenti e dei miglioramenti tec-nici organizzativi. A confronto degli altri Paesi europei, noi per la quarta volta segneremo il

passo, stabilizzati probabilmente sulla quota di 1.800.000 o poco più. Il tanto atteso traguardo dei 2.000.000 appare ancora come una meta irraggiungibile.

Proseguendo il conte Bisca-retti ha anche f a t t o cenno allo

« assillo dei costi crescenti e al-l'impossibilità di adeguarvi i prezzi di listino ». Malgrado

t u t t o ciò per il veicolo indu-striale si è registrato un

incorag-giante recupero costruttivo. E un promettente indizio.

Nella sua risposta il Ministro Matteotti ha detto anche che

stiamo per uscire da un lungo periodo di ristagno che ha inde-bolito il nostro sistema produttivo ed ha acuito la situazione sociale, già precaria, di particolari zone del paese. Il 1973, è in buona

parte alle nostre spalle; è stato un anno insolito, a doppia, faccia.

Il Ministro ha poi esaminato i dati della produzione ed ha concluso con parole di speranza dicendo che il buon momento è

arrivato sia pure in ritardo sulla esplosiva domanda destatasi con-temporaneamente sui più im-portanti mercati industriali del

mondo. Essendo l'Italia un paese assai sensibile alla congiuntura internazionale sta traendo van-taggio dalla situazione determi-natasi. Finché dura la buona stagione fuori confine sarà anche per noi tempo di messi. Le

pa-role del Ministro sono state apprezzate proprio per lo spi-rito di ottimismo che le ha sug-gerite e che — seppur non con-diviso da tutti — costituisce

La p r o f e s s i o n e di c a m i o n i s t a è q u a s i e s c l u s i v a m e n t e r i s e r v a t a agli u o m i n i , m a n o n m a n c a n o g i o v a n i r a g a z z e in g r a d o di g u i d a r e p i c c o l i a u t o c a r r i p e r t r a s p o r t o m e r c i e s s e n z i a l m e n t e n e i g r a n d i c e n t r i .

pur sempre un auspicio di pro-gresso avvenire.

Il Salone ha richiamato un p r i m a t o di espositori che sono, stati 260 in rappresentanza di 10 Paesi e cioè oltre all'Italia, la Francia, la Germania, la Gran Bretagna, l'Olanda, la Svizzera, la Svezia, gli Stati Uniti. Tra i Paesi dell'Est era presente la Romania. I m m a n -cabile il Giapjjone la cui indu-stria automobilistica cerca co-s t a n t e m e n t e nuovi co-sbocchi al suo intenso r i t m o di lavoro. Questi dati sono sufficienti ad indicare la accresciuta im-portanza del salone torinese sul piano internazionale. A t t o r n o a quest'industria si sviluppano molti altri settori p r o d u t t i v i che confermano la c o n s t a t a t a verità che ogni salone merceo-logico è sempre lo specchio fe-dele e sensibile del settore che r a p p r e s e n t a .

E s a m i n i a m o ora alcuni dati relativi all'espansione commer-ciale di questa i m p o r t a n t e branca dell'industria. Dopo le considerevoli difficoltà affron-t a affron-t e negli ulaffron-timi affron-tre anni il mer-cato dell'autocarro nel nostro Paese è in buona ripresa e

con-sente a m p i recuperi su q u a n t o era s t a t o in precedenza per-duto. Nei primi nove mesi del-l'anno in corso, rispetto a quelli del 1972, corrispondente pe-riodo, la produzione di auto-carri è cresciuta, anche se pur-t r o p p o si deve fare un discorso assai diverso per q u a n t o ri-g u a r d a la produzione che non sta seguendo l ' a n d a m e n t o evo-lutivo della produzione e lascia ancora larghi margini di incer-tezza sul giudizio finale circa la svolta del nostro sistema economico.

Ecco alcune cifre: per q u a n t o riguarda gli autocarri fino a 3,5 t o n n . il miglioramento da gennaio a settembre di questo anno rispetto al '72 è s t a t o del 17,43% (da 54.602 a 64.119 unità) e per quelli oltre le tre tonnellate e mezza è s t a t o del 26,36% (da 20.645 a 26.088 unità). In totale il numero degli autocarri è s t a t o quindi di 90.107 unità, che la produzione degli a u t o b u s è a u m e n t a t a : sempre nello stesso periodo dei-r a n n o ne sono stati pdei-rodotti 3.278 contro 2.755 dell'anno precedente con un a u m e n t o percentuale del 18,98. Le

espor-tazioni alla loro volta sono au-m e n t a t e passando da 28.956 a 35.978 (aumento del 24,25%). Anche questa è una conferma della competitività del nostro prodotto pure sul piano dei prezzi.

Nel mondo sono stati prodot-ti, nel 1972, 35.000.000 di auto-veicoli dei quali 7 milioni e mezzo erano i mezzi industriali. Alla testa della produzione sono gli Stati Uniti, seguiti dal Giap-pone. Vengono poi con grande distacco l'Unione Sovietica e l'Inghilterra, la Francia, la Re-pubblica Federale Tedesca e infine l'Italia.

Per q u a n t o riguarda il nostro Paese, in seguito alla situazione che si è determinata da parec-chi mesi e della quale cercare di fare u n a analisi richiede-rebbe t r o p p o spazio, nel 1972 si sono toccati i livelli produt-tivi più bassi ed oggi ci sono sintomi di ripresa che fanno sperare in un avvenire di più intense realizzazioni, se non v e r r à meno la buona volontà di lavoro e lo spirito di intra-prendenza di t u t t e le mae-stranze.

Le cifre sono q u a n t o mai indi-cative della dimensione e della importanza dell'autotrasporto nella economia moderna. In E u r o p a si muove su strada in media l ' S 0 % di t u t t e le merci. I n un anno nella sola Italia sono state t r a s p o r t a t e dai vei-coli industriali merci per 58,986 milioni di tonnellate/km. È im-possibile invece compilare la statistica dell'entità del lavo-ro svolto dai veicoli della di-stribuzione cosiddetta minore, quelli che riforniscono ogni giorno di merci e di derrate alimentari migliaia di comuni, centinaia di migliaia di negozi e che raggiungono t u t t i quei p u n t i del paese non toccati dalla rete ferroviaria.

Si sa che q u a n d o l'economia è « in tiro » la produzione e la richiesta di veicoli d a lavoro è sempre in a u m e n t o , m e n t r e c'è

stasi o regresso quando l'eco-nomia è « in fase di rilasso ». E quindi particolarmente impor-t a n impor-t e per avere u n a chiara idea della situazione economica del momento esaminare l'industria nazionale di questo settore che è quasi t u t t a accentrata nel gruppo F i a t con i veicoli Fiat, OM, Lancia e Autobianchi. Per la fine dell'anno, il gruppo vei-coli industriali F i a t — al quale è preposto l'Ing. Bruno Bec-caria — prevede la costruzione di 85.000 u n i t à cioè 20.000 di più del 1972. Viene cosi realiz-zato un p r o g r a m m a di razio-nale utilizzazione delle capa-cità tecniche e costruttive del g r u p p o che estende sempre più la g a m m a dei suoi modelli. Si aggiunga che della produzione F i a t il 4 0 % viene esportato in oltre 100 Paesi con una pre-senza particolarmente significa-tiva nel Continente Africano, in numerosi Paesi del Medio Oriente e dell'America L a t i n a e già si sa che prossimamente si a v r a n n o grandi sviluppi in Australia e N u o v a Zelanda. L'intera produzione nei set-tori del trasporto leggero e medio è s t a t a r i n n o v a t a dal g r u p p o veicoli industriali F i a t secondo un p r o g r a m m a che in seguito interesserà anche i vei-coli da t r a s p o r t o pesante.

Il gruppo offre nel settore leg-gero una g a m m a di 12 versioni f o n d a m e n t a l i ; in quello medio la scelta si estende su 29 mo-delli e versioni (con larga par-tecipazione della OM).

Sono da ricordare, per il tra-sporto pesante, i tipi che arri-v a n o alle 26,5 tonnellate di peso totale (Fiat 697) e alle 28 ' o n n e l l a t e della OM 260 d o t a t o di motore a 8 cilindri a V; da citare ancora l'autocarro Unic da cantiere a 3 assi 2764 e il fuori s t r a d a 2766 a 3 assi t u t t i motori.

Per il t r a s p o r t o u r b a n o non si possono dimenticare i mo-delli 418 e 421 F i a t e t r a gli i n t e r u r b a n i i vari modelli 314/3,

308, 306/3 e 343 con lunghezze dai 7 agli 11 metri. La produ-zione di veicoli commerciali della Fiat offre una g a m m a q u a n t o mai variata con 5 li-velli di p o r t a t a ; li ricordiamo senza scendere nei particolari, anche se molte loro caratteri-stiche tecniche sarebbero ben degne di ampie ed esplicative citazioni.

La presenza del gruppo vei-coli industriali Fiat al salone di, Torino ha offerto un arco completo di t u t t i i modelli pie-n a m e pie-n t e e p e r f e t t a m e pie-n t e alli-neati alla concorrenza interna-zionale, arco che per caratte-ristiche, fondamentali e varietà di impieghi è all'avanguardia delle più moderne tecniche di trasporto e di distribuzione.

Il Salone Internazionale di Torino ha permesso di fare un confronto q u a n t o mai interes-sante fra i grandi costruttori internazionali che sono stimo-lati nella loro partecipazione alla mostra italiana proprio dalla preminenza del gruppo F i a t e dalla sua solida posi-zione. Le grandi case europee h a n n o allineato le loro novità e tra esse la General Motors, la

Ford, la Renault-Savie m, la Mercedes per ricordare le mag-giori del campo. Un gruppo francese di emanazione Renault ha presentato il classico esem-plare di un sistema denominato « Bi-Modo », che contempla la soluzione modulare di un tra-sporto pubblico basato sulla utilizzazione dei veicoli circo-lanti sulla rete u r b a n a nelle zone di circolazione fluida e inseriti invece in una sede pro-pria nelle zone di circolazione densa. Cosi il parco dei veicoli « Bi-Modo » può essere formato sia con autobus di tipo tradi-zionale sia con veicoli a d a t t a t i ad u n a sede propria e cioè « guidati », o elettrici, o auto-matici. I n tal modo sarebbero in p a r t e alleviati i mali di cui soffrono i trasporti pubblici di superficie a causa della sempre più sensibile congestione del traffico.

Del gruppo F i a t fanno p a r t e 31.000 dipendenti operanti in Italia negli stabilimenti SPA di Torino, OM di Brescia, Milano, Suzara e Bari, nello stabili-mento di Cameri a N o v a r a ; in Francia negli stabilimenti Unic di B o u r b o n - L a n c y e

Trap-I n t e r c s s a n o a n c h e le r a g a z z e i m i s t e r i o s i e p o s s e n t i c o n g e g n i c h e c o n s e n t o n o di e l e v a r e l ' a b i t a c o l o d e l l a c a b i n a g u i d a p a r r a g g i u n g e r e le p a r t i più r i p o s t e o s e g r e t o n e l l ' a u t o m e z z o .

pes. Quest'ultimo recentemente inaugurato è uno dei più moder-namente attrezzati e meglio or-ganizzati di t u t t a Europa; si estende su un'area di 518.000 metri quadrati e può produrre 100 autovetture al giorno. Tra questi stabilimenti è in corso una ridistribuzione della pro-duzione concentrando l'attività di ciascuno su particolari set-tori: veicoli leggeri, medi, pe-santi, furgoni, autobus, veicoli

speciali, carrelli elevatori, ecc. Nel corso delle giornate in cui il salone ha richiamato a Torino ingenti masse di tecniciL--si è molto parlato del problema prezzi. Nel corso di u n a con-ferenza s t a m p a l'Ing. Bruno Beccaria, responsabile del grup-po veicoli industriali Fiat, ha f a t t o presente q u a n t o è dif-ficile mantenere i livelli dei li-stini attuali mentre sta salendo il costo della m a n o d'opera e

quello delle materie prime. T u t t o ciò lascia credere che si arriverà ad un aumento, anche perché se si esaminano i listini delle case estere i prezzi italiani sono ancora sensibilmente infe-riori. C'è da credere però che gli aumenti saranno contenuti al massimo, d a t a la razionaliz-zazione che la Fiat ha intro-dotto nei suoi stabilimenti, cosa che consente una contrazione delle spese.