Premessa.
L'indagine effettuata si propone, attraverso lo studio dei bilanci di un gruppo di imprese industriali, di trarre indicazioni globali sul mo-mento congiunturale vissuto dal settore indu-striale piemontese nel 1972.
L'oggetto dello studio ha reso necessaria la raccolta di u n ' a m p i a documentazione relativa alle singole imprese industriali. Con questo ter-mine si sono indicate le imprese che svolgono u n ' a t t i v i t à m a n i f a t t u r i e r a o estrattiva. Si sono IDertanto escluse quelle operanti nel settore commerciale, dei trasporti e delle comunica-zioni, del credito, delle assicuracomunica-zioni, delle at-tività finanziarie e immobiliari, e dedite alla produzione di energia elettrica, gas e acqua. Si è p r o v v e d u t o a formare un « campione » di 40 unità, di cui 5 a p p a r t e n e n t i al c o m p a r t o alimentare, 6 al c o m p a r t o tessile, 13 al mecca-nico, 4 al settore della costruzione dei mezzi di trasporto, 6 al chimico e 6 a settori diversi (estrattivo, cartario editoriale, del cemento, della pelle e della lavorazione della plastica).
I criteri di scelta delle 40 imprese sono stati i seguenti:
1) grandezza del f a t t u r a t o : si è a v u t o cura di scegliere le aziende con più elevato giro d'affari (sono infatti 26 quelle con f a t t u r a t o superiore ai 15 miliardi) i n n a n z i t u t t o perché più r a p p r e s e n t a t i v e in termini q u a n t i t a t i v i del-l'universo industriale della regione, e poi perché più agevole sarebbe s t a t o per esse reperire i documenti contabili ed altre notizie statistiche;
2) territorialità: le imprese scelte operano esclusivamente o in n e t t a prevalenza nel terri-torio piemontese. Quasi t u t t e h a n n o la sede sociale nella regione;
3) distribuzione settoriale: considerati i settori più significativi di a t t i v i t à economica, si sono f o r m a t i « sotto-campioni » di imprese il più possibile r a p p r e s e n t a t i v i del r a m o di a p p a r -tenenza, al fine di verificare la situazione opera-tiva nell'ambito degli stessi d u r a n t e il 1972. L a ripartizione settoriale delle imprese effet-t u a effet-t a non rifleeffet-teffet-te però il reale peso in effet-termini
di reddito di ogni singolo comparto nell'econo-mia regionale.
Per q u a n t o concerne le fonti da cui si sono a t t i n t i i dati, ci si è basati principalmente sui bilanci ufficiali delle società, corredati dai ver-bali delle assemblee e dalle relazioni degli am-ministratori e dei sindaci. Si sono utilizzati in via sussidiaria dati statistici, laddove disponi-bili, relativi alle vendite, all'occupazione, agli a m m o r t a m e n t i , riportati ili pubblicazioni spe-cializzate.
E stato talvolta necessario rettificare alcune voci di bilancio poiché la documentazione uffi-ciale, fornita dalle società, presentava lacune e dati spesso confusi e non omogenei. In parti-colare si è posta l'attenzione su due f a t t i eco-nomici fondamentali nella vita delle imprese, e cioè l'utile d'esercizio e gli investimenti. Il primo è s t a t o d e p u r a t o di t u t t i quei movimenti contabili alteranti la realtà economica delle im-prese e di conseguenza i risultati d'esercizio. Ci riferiamo s o p r a t t u t t o alle rivalutazioni di cespiti patrimoniali non realizzati e alle impu-tazioni di riserve tra i ricavi. Negli investimenti sono stati conteggiati gli effettivi accrescimenti degli immobilizzi in seguito ad acquisti o a pro-duzioni interne. Non si è t e n u t o conto delle rivalutazioni contabili né della creazione di riserve tassate in seguito a concordati fiscali.
P a s s a n d o ad illustrare le principali conclu-sioni generali cui si è pervenuti, possiamo affer-mare i n n a n z i t u t t o che il 1972 segnala u n a ri-presa non certo vertiginosa ma neppure irrile-v a n t e della produzione, in termini percentuali un valore d ' a u m e n t o del 5 % all'incirca.
Dal p u n t o di vista della redditività il 1972 è s t a t o ancora un a n n o difficile, i risultati eco-nomici p r e s e n t a n o complessivamente un re-gresso in larga misura dipeso, come conferma la r e l a t i v a m e n t e scarsa evoluzione degli a m m o r t a -menti ordinari e anticipati, da un minore uti-lizzo rispetto all'anno precedente della capacità p r o d u t t i v a .
Un altro f a t t o negativo è la c a d u t a degli inve-stimenti n e t t i a livello ancora inferiore del 1971, p a r t i c o l a r m e n t e evidente per il settore
mecca-Tabella 1 BILANCI SOMMA 1971-1972 DELLE 40 IMPRESE INDUSTRIALI (milioni di lire) ATTIVO 1971 % 1972 VAR. % 71/72 PASSIVO 1971 /o 1972 0/ /o VAB. % 71/72
Immobilizzi 2.994.033 57,3 3.290.408 58,7 + 9,9 Debiti a breve termine . . 1.467.113 28,1 1.516.917 27,1 + 3,4,
Merci e scorte 794.352 15,2 700.692 12,5 - 11,8 Debiti a medio-lungo termine 435.745 8,3 502.951 9,0 + 15,4
Impieghi finanziari . . . 616.380 11,8 691.691 12,3 + 12,2 Accantonamenti 478.414 9,1 574.053 10,2 + 20,0'
Crediti 704.585 13,5 771.062 13,8 + 9,4 Ammortamenti 1.954.997 37,4 2.158.411 38,5 + 10,4
Disponibilità 89.474 1,7 137.260 2,4 + 53,4 Altre passività 55.863 1,1 56.987 1,0 + 2,0
26.122 0,5 15.202 0,3 - 41,9 Capitale netto 832.814 16,0 796.996 14,2 - 4 , 5
TOTALE 5.224.946 100,0 5.606.315 100,0 TOTALE 5 224 946 100,0 5.606.315 100,0
nico, cosi importante nella struttura produttiva del Piemonte.
Malgrado gli aspetti negativi accennati, dal-l'analisi dei bilanci risulta tuttavia che la situa-zione patrimoniale e finanziaria non ha subito un eccessivo deterioramento. Si è assistito bensì ad una flessione dell'autofinanziamento e di conseguenza del totale dei mezzi propri a dispo-sizione dell'azienda, ma nel contempo non vi è stato un aggravio sensibile delle posizioni debi-trici a breve, medio e lungo termine delle im-prese considerate. Se da un lato si è manifestato un ulteriore calo del volume degli investimenti, dall'altro l'esistenza di buone disponibilità li-quide e l'ancora elevata possibilità di ricorrere al finanziamento esterno dimostrano l'esistenza di una potenziale capacità di ripresa dell'indu-stria piemontese a breve termine.
Il bilancio somma.
Al fine di esaminare le variazioni interve-nute nelle principali voci di bilancio, si è pro-ceduto alla stesura di un bilancio somma per le 40 imprese campione e di 5 bilanci somma set-toriali, riclassificando ed addizionando le voci dei singoli stati patrimoniali relativi agli eser-cizi 1971 e 1972.
All'attivo del bilancio somma:
gli immobilizzi comprendono i terreni, i
fabbricati, gii impianti, i macchinari, gli at-trezzi, i mobili e tutti gli altri costi ad utilità pluriennale soggetti ad ammortamento;
le merci e le scorte sono costituite dalle
materie prime, semilavorati e prodotti finiti;
gli impieghi finanziari sono dati dalle
par-tecipazioni e dai crediti verso le consociate;
i crediti comprendono i crediti verso
clienti, gii anticipi a fornitori, i crediti verso lo Stato;
nelle disponibilità figurano la cassa, le liquidità bancarie ed i titoli a reddito fìsso;
tra le altre attività sono compresi i ratei e i risconti, i depositi cauzionali, le spese per aumento di capitale ed emissione di obbliga-zioni ed altre voci non altrove classificabili. Al passivo:
i debiti a breve termine sono dati dalla
somma dei finanziamenti bancari, dei debiti verso fornitori, degli anticipi ricevuti dai clienti e di altre forme di finanziamento non sicura-mente classificabili;
i debiti a medio-lungo termine
compren-dono le obbligazioni, i mutui, i finanziamenti ottenuti da istituti speciali di credito ed i debiti verso le consociate;
negli accantonamenti figurano i fondi di quiescenza del personale ed i vari fondi rischi;
le altre passività comprendono ratei e
ri-sconti, depositi cauzionali ed altre voci di qua-d r a t u r a qua-di bilancio;
il capitale netto è costituito dal capitale
sociale, la riserva legale, le altre riserve, i fondi di rivalutazione monetaria, i fondi sovrapprezzo azioni e l'utile d'esercizio (le perdite sono state portate in diminuzione).
Passiamo ora ad analizzare l'attivo e il pas-sivo del bilancio somma nelle diverse voci che lo compongono, premettendo alcune considera-zioni sul f a t t u r a t o e sull'occupazione delle 40 imprese considerate.
F A T T U R A T O
Nel 1971 il f a t t u r a t o a m m o n t a v a a 3.222.576 milioni di lire, nel 1972 è a u m e n t a t o del 12,7% raggiungendo i 3.631.927 milioni.
La variazione positiva può essere attribuita a varie cause, tra queste:
1) la lievitazione dei prezzi manifestatasi nell'intervallo 1971-72;
2) l'aumento reale del volume della pro-duzione;
Tabella 2 BILANCI SOMMA SETTORIALI 1971-1972 (milioni di lire) ATTIVO Immobilizzi . . . Merci e scorte . . Impieghi finanziari Crediti Disponibilità . . Altre attività . . TOTALE 1 VAR. 1 9 7 1 0/ / 0 1 9 7 2 /O /O 7 1 / 7 2 PASSIVO Immobilizzi . . . . Merci e scorte . . . Impieghi finanziari . Crediti Disponibilità . . . Altre attività . . . TOTALE 98.232 44,8 107.022 44,9 52.507 23,9 51.597 21,7 16.290 7,4 16.839 7,1 42.306 19,4 56.236 23,6 8.929 4,0 5.078 2,1 1.017 0,5 1.351 0,6 219.281 100,0 238.123 100,0 { 82.367 47,7 87.281 46,6 49.091 28,3 46.664 24,8 14.262 8,2 15.182 8,1 23.033 13,2 34.687 18,5 3.059 1,7 2.621 1,4 1.502 0,9 1.220 0,6 173.311 100,0 187.655 100,0 IMPRESE ALIMENTARI + 8,9 ' - 1,7 • 3,3 32,9 43,1 ì + 32,8
Debiti a breve termine . . 80.161 36,5 78.445
Debiti a medio-lungo termine 14.481 6,6 12.077
Accantonamenti . . . 24.619 11,2 32.423 Ammortamenti . . 56.308 25,7 63.784 Altre passività . 1.641 0,7 2.246 Capitale netto 42.068 19,3 49.148 TOTALE . . . 219.281 100,0 238.123 IMPRESE TESSILI 4- 5,9 - 4,9 f 6,4 f 50,5 - 14,4 - 18,7 32,9 5,1 13,6 26,9 0,9 20,6 100,0
Debiti a breve termine . . 77.807 44,9 85.328 45,7
Debiti a medio-lungo termine 12.769 7,3 14.463 7,7
Accantonamenti . . . 13.501 7,7 15.618 8,5 Ammortamenti . • 39.716 23,1 42.167 22,6 Altre passività . . . 1.835 1,1 931 Capitale netto . . 27.683 15,9 29.148 15,5 TOTALE 173.314 100,0 187.655 100,0 - 2,1 - 16,7 + 31,6 + 13,2 + 36,8 + 16,8 + 9,6 + 13,2 + io, e! + 6,1 - 49,2 + 5,2 Immobilizzi j 320.535 Merci e scorte 165.9.94 Impieghi finanziari . . . 126.343 Crediti | 180.504 Disponibilità I 7.(398 Altre attività ' 2 908 IMPRESE MECCANICHE TOTALE . 803.892 100,0 39,9 20,6 15,9 22,4 0,9 0,3 349.141 169.855 124.169 204.204 8.824 5.794 861.987 40,2 19,8 14,7 23,7 0,9 0,7 100,0
+
8,9 2,3 - 1,7 + 13,1 + 14,6 + 99,2Debiti a breve termine . . Debiti a medio-lungo termine Accantonamenti Ammortamenti Altre passività Capitale netto TOTALE Immobilizzi Il.870.292l Merci e scorte 413.635 Impieghi finanziari . . . 338.007; Crediti 1 292.056 Disponibilità 1 56.273 Altre attività ! 309
IMPRESE COSTRUTTRICI MEZZI DI TRASPORTO
203.399 25,4 197.953 22,9 - 2,6 135.369 16,9 162.933 18,9 + 20,3; 89.637 11,1 102.034 11,9 + 13,8 183.597 22,8 202.712 23,6 + 10,4 48.026 5,9 48.491 5,6 + 0,9 143.954 17,9 147.864 17,1 + 2,6 803.982 100,0 861.987 100,0 62,9 13,9 11,5 9.8 1.9 TOTALE J 2 . 9 7 0 . 5 7 2 ; 1 0 0 , 0 2.096.168 320.975 390.073 314.601 104.721 273 6 5 . 0 9,9 12.1 9,8 3,2 3 . 2 2 6 . 8 1 1 ) 1 0 0 , 0 + 12,0 - 22,4 + 15,4 + 7,7 + 86,0 - 11,6
Debiti a breve termine . . 800.776 27,0 810.647 25,1 Debiti a medio-lungo termine 146.019 4,9 178.166 5,5
Accantonamenti 279.120 9,4 317.628 9,8 Ammortamenti 1.346.163 45,3 1.505.279 46,7 Altre passività . . . . 362 404 Capitale netto . . . . 398.132 13,4 414.687 12,9 TOTALE 2.970.572 100,0 3.226.811 100,0 + l,2j + 22,0 + 1 3 , 7 + 11,8 + 1 1 , 6 + 4 , 1 Immobilizzi 492.388 Merci e scorte . . . . Impieghi finanziari . . Crediti Disponibilità . . . . Altre attività . . . . TOTALE IMPRESE CHIMICHE 41,4 508.703 37,3
+
3,3 98.070 11,1 96.326 10,9+
1,7 119.381 24,1 142.867 28,4+
19,6 134.468 20,5 125.661 18,9+
6,5 12.280 2,6 14.293 3,0+
16,3 19.528 0,3 6.438 1,5 67,0 876.115 100,0 894.288 100,0Debiti a breve termine . . . Debiti a medio-lungo termine Accantonamenti Ammortamenti Altre passività Capitale netto TOTALE 263.440 31,2 303.112 38,9 + 15,0 110.727 12,0 117.831 10,1 + 6,4 57.898 5,0 87.630 4,6 + 51,3 259.325 23,0 268.164 20,8 + 3,4 3.487 0,6 4.148 0,5 + 18,9 181.238 28,2 113.403 25,1 - 37,4 876.115 100,0 894.288 100,0
3) la maggiore utilizzazione di scorte preesistenti di p r o d o t t i finiti;
4) la diversa composizione del f a t t u r a t o . Al fine di d e p u r a r e l'incremento di cui sopra della c o m p o n e n t e a u m e n t o prezzi, si sono uti-lizzati i vari indici dei prezzi all'ingrosso. L a variazione del f a t t u r a t o globale in termini reali risulta cosi r i d o t t a al 7 , 7 % . Nei vari settori merceologici l ' a u m e n t o è del 10% per il tessile,
dell'8,2% per il settore della costruzione mezzi di trasporto, del 5 , 3 % per l'alimentare, del 3 , 6 % per il meccanico, m e n t r e per il settore chimico non si c verificata alcuna variazione di f a t t u r a t o . Al riguardo si osserva clic m e n t r e le aziende p r o d u t t r i c i di p r o d o t t i chimici di base e della g o m m a sono progredite, sempre in ter-mini reali, del 5,8%, quelle f a b b r i c a n t i fibre artificiali h a n n o d e n u n c i a t o u n calo del 5 , 7 % .
Come accennato, l'aumento del f a t t u r a t o può essere stato determinato, oltreché da una effettiva lievitazione del volume della produ-zione, anche dalla riduzione delle scorte dei prodotti finiti. I dati di bilancio relativi alle giacenze di prodotti finiti non consentono di misurare con precisione il ruolo svolto in rela-zione all'incremento di f a t t u r a t o , in q u a n t o essi distinguono le materie prime e i prodotti finiti soltanto per un limitato numero di imprese. Non è azzardato t u t t a v i a ritenere che la varia-zione in meno delle scorte abbia giocato per un ammontare di 60-80 miliardi. Di conseguenza l'incremento del ricavo del prodotto sarebbe, sempre in termini reali, del 5-5,50%, inferiore cioè del 2 % circa rispetto all'incremento regi-strato dal f a t t u r a t o .
Concludendo, possiamo ritenere che la pro-duzione abbia segnato nel 1972 un a u m e n t o del 5 % circa, determinato da variazioni oltre-ché quantitative anche qualitative; infatti una quota dei maggiori ricavi è da attribuirsi alla diversa composizione del f a t t u r a t o , rispetto all'anno precedente, in ordine alla qualità. La
domanda si sarebbe cioè orientata sempre più, e la produzione di conseguenza, verso beni di migliorata qualità, quindi più costosi.
O C C U P A Z I O N E
I dati relativi al numero dei dipendenti ed al costo del lavoro sono purtroppo disponibili soltanto per un ristretto numero di società. Le indicazioni che se ne possono trarre sono dun-que limitate; t u t t a v i a è possibile individuare accanto ad una variazione in meno degli ad-detti valutabile intorno all'1-2% (evidente in maggiore misura nei settori alimentari e mec-canico), un n e t t o a n d a m e n t o crescente del costo del lavoro ( + 9 % circa nel complesso) abba-stanza uniforme nei vari settori, ad eccezione dell'alimentare, dove la conclusione all'inizio del 1972 di nuovi contratti di lavoro ha deter-minato un a u m e n t o di gran lunga superiore alla media ( + 28%).
I M M O B I L I Z Z I E A M M O R T A M E N T I
Gli immobilizzi presentano, nell'intervallo considerato, un a u m e n t o di 296.375 milioni di
Tabella 3
A L C U N I D A T I R E L A T I V I A L L E 4 0 I M P R E S E C O N S I D E R A T E I N C O M P L E S S O E D I S T I N T E P E R S E T T O R E (milioni eli lire)
Voci 1 9 7 1 1 9 7 2 VARIAZIONE %
1. Fatturato 3 . 2 2 2 . 5 7 6 3 . 6 3 1 . 9 2 7 + 1 2 , 7
settore alimentare 2 5 6 . 5 2 3 2 8 4 . 3 3 1 + 1 0 , 8
n tessile 1 4 2 . 9 0 2 1 7 0 . 0 5 2 + 1 9 . 0
» meccanico 4 4 4 . 7 4 6 4 7 0 . 4 6 4 + 5 , 8
» costruzione mezzi di trasporto . . 1 . 9 4 6 . 1 2 1 2 . 2 6 4 . 1 5 3 + 1 6 , 3
» chimico 3 2 9 . 2 0 6 3 2 9 . 8 2 6 + 0 , 2
2. 3 2 8 . 3 1 4 3 2 0 . 1 2 6 - 2 , 5
settore alimentare . . . . 7 . 3 9 1 8 . 1 6 1 + 1 0 , 4
» tessile 7 . 9 7 1 7 . 3 4 7 - 7 , 8
» meccanico 5 7 . 2 8 0 3 3 . 5 7 5 - 4 1 , 4
» costruzione mezzi di trasporto . . 2 0 5 . 9 1 7 2 3 1 . 1 6 0 + 1 2 , 3
» chimico 4 1 . 2 6 8 2 8 . 2 7 5 - 3 1 , 5
3. Ammortamenti 2 2 4 . 2 6 8 2 3 8 . 1 9 4 + 6 , 2
1 0 . 1 1 6 8 . 4 5 8 - 1 6 , 4
» tessile 3 . 0 8 7 3 . 6 2 7 + 1 7 , 4
» meccanico . . . . 2 5 . 4 9 3 2 5 . 3 4 5 - 0 , 6
» costruzione mezzi di trasporto . 1 5 1 . 6 8 7 1 6 3 . 2 1 3 + 7 , 5
IL chimico . . . . 2 5 . 1 3 8 2 8 . 0 9 4 + 11,7
4. Costo del lavoro . . . 1 . 0 9 9 . 8 1 2 1 . 1 9 5 . 5 9 2 + 8 , 7
settore alimentare (1) . 5 0 . 7 3 5 6 4 . 8 5 7 + 2 7 , 8
» tessile . . . . 1 0 . 0 8 1 ' 1 1 . 0 8 0 + 1 0 , 0
» meccanico (2) . . 2 0 4 . 6 9 0 2 1 0 . 0 6 7 + 2 , 6
» costruzione mezzi di trasporto (1) . 7 0 5 . 3 3 0 7 7 5 . 6 7 2 + 9 , 9
» chimico . . . 1 1 2 . 2 4 5 1 1 6 . 1 1 7 + 3 , 4
(1) Esclusa un'impresa. (2) Escluse tre imprese.
lire quale saldo degli investimenti e dei disinve-stimenti dell'anno. Il loro peso complessivo sul totale attivo del bilancio somma è salito dal 57,3% nel 1971 al 58,7% nel 1972, malgrado gli investimenti n e t t i in terreni, fabbricati indu-striali, macchinari, attrezzature, autoveicoli, ecc. effettuati dalle imprese abbiano nel 1972 denunciato una riduzione. L ' a m m o n t a r e di questi ultimi è stato infatti di 320.126 milioni contro 328.314 milioni nell'anno precedente, u n calo del 2,5% in termini monetari e del 7,8% a lire costanti.
Un diverso comportamento si osserva nei singoli settori economici: le imprese costruttrici dei mezzi di trasporto hanno a u m e n t a t o i loro investimenti n e t t i del 12,3% (in termini mone-tari); le alimentari del 10,4%; le imprese tessili denunciano invece una flessione del 7,8%, assai modesta se p a r a g o n a t a al calo registrato dal settore meccanico (— 41,4%) e dal c o m p a r t o delle fibre tessili artificiali (— 46%) nell'ambito del settore chimico, che segnala u n a diminu-zione del 15% per le imprese fabbricanti pro-dotti di base e gomma.
Gli investimenti lordi (netti più a m m o r t a -menti) sono lievemente a u m e n t a t i rispetto all'anno precedente ( + 1 % ) passando da u n a m m o n t a r e di 552.582 milioni a 558.320 milioni. Il migliore a n d a m e n t o rispetto agli investimenti n e t t i è da attribuirsi quindi agli a m m o r t a m e n t i che da 224.268 milioni nel 1971 sono saliti a 238.194 milioni nel 1972 ( + 6,2%). A q u e s t o p u n t o occorre precisare che gli a m m o r t a m e n t i considerati sono quelli risultanti dai bilanci p u b -blicati dalle imprese, e possono p e r t a n t o dif-ferire anche notevolmente da quelli conteggiati sulla base di criteri tendenti esclusivamente a misurare l'effettivo logoramento degli impianti sia per motivi tecnici che economici. E n o t a la costante attenzione che le aziende dedicano ai continui m u t a m e n t i in a t t o sui mercati al fine di impostare u n a politica di produzione e di prezzi che consenta di effettuare il maggior vo-lume possibile di a m m o r t a m e n t i e di conse-guenza rapide sostituzioni delle a t t r e z z a t u r e via via inadeguate. Ciò è s t a t o spesso impedito d a norme di c a r a t t e r e fiscale con cui si sono fissati limiti massimi per i coefficienti d ' a m m o r t a -mento. La stessa legge t u t t a v i a ha consentito il ricorso ad a m m o r t a m e n t i anticipati a t t r a -verso i quali è possibile ridurre la d u r a t a del-l ' a m m o r t a m e n t o sino ad un massimo di due quinti. Le aziende possono cosi disporre di una certa elasticità nell'impostare la loro politica di a m m o r t a m e n t o : di f a t t o esse t e n d o n o ad ap-plicare quasi sempre le aliquote normali m a se il buon a n d a m e n t o gestionale lo consente usu-fruiscono della possibilità di accelerare gli
am-mortamenti, gravando i costi di esercizio delle quote anticipate. Infine molti amministratori considerano la quota di a m m o r t a m e n t o non solo in vista della copertura del costo d'utiliz-zazione degli impianti, ma come strumento per perseguire anche altri obiettivi, quali ad esem-pio il conseguimento di una certa stabilizzazione dei risultati aziendali e quindi un livellamento nel tempo dei dividendi da distribuire.
Malgrado q u a n t o detto sinora, il confronto tra gli a m m o r t a m e n t i effettuati nei due anni può ritenersi nel complesso valido per ottenere un quadro della situazione economica in cui si trovano le imprese considerate.
La quota d ' a m m o r t a m e n t o , che nel 1971 rappresentava il 7,5% degli immobilizzi, è di-scesa nel 1972 al 7,2%.
L'indice quota d ' a m m o r t a m e n t o sul fat-t u r a fat-t o è passafat-to dal 7 % al 6,6%.
Analogamente si è registrata u n a flessione nel r a p p o r t o immobilizzi sul f a t t u r a t o , da 92,9% a 90,6%.
Nel 1972 è d u n q u e calato il coefficiente di intensità del capitale (cioè il complesso degli in-vestimenti in fabbricati, terreni, impianti, at-trezzature, ecc. per unità di f a t t u r a t o ) come pure l'incidenza delle quote d ' a m m o r t a m e n t o sul f a t t u r a t o .
Dall'esame congiunto dei tre indici, si rileva che in quest'ultimo a n n o le nostre imprese hanno realizzato un incremento di f a t t u r a t o inferiore a quello che avrebbe consentito il m a n t e n i m e n t o delle quote d ' a m m o r t a m e n t o ai livelli 1971. Esse si sono t r o v a t e nella condi-zione di non poter s f r u t t a r e interamente la loro capacità p r o d u t t i v a sicché, come a p p a r e evi-dente dalla variazione del coefficiente di capi-tale, l'insufficiente grado di utilizzazione degli i m p i a n t i ha disincentivato la propensione delle imprese all'investimento. Questi f a t t i si sono inevitabilmente ripercossi sui risultati econo-mici, il cui a n d a m e n t o è stato, come si vedrà meglio in seguito, assai più negativo di quello registrato dagli a m m o r t a m e n t i poiché le società h a n n o cercato, anche nel 1972, di destinare a tale scopo u n a p a r t e assai rilevante dei margini lordi, e ciò a scapito dell'utile, e, ove compa-tibile con la politica generale aziendale, dei dividendi.
D a un'analisi settoriale risulta che i tre rap-porti considerati ( a m m o r t a m e n t i /immobilizzi, a m m o r t a m e n t i / f a t t u r a t o , impianti / f a t t u r a t o ) oscillano n o t e v o l m e n t e da settore a settore in relazione alle difformi condizioni di operatività. A titolo di esemplificazione si può osservare che le q u o t e d ' a m m o r t a m e n t o variano, nel 1972, da un minimo del 4 , 2 % degli immobilizzi per le i m p r e s e tessili a d un massimo dcvl 7 , 9 % per
Tabella 4 INDICI DI REDDITIVITÀ
AMMORTAMENTI/IMMOBILIZZI AMMORTAMENTI/FATTURATO
x 1 0 0 x 1 0 0
SOCIETÀ
1 9 7 1 1 9 7 2 1 9 7 1 1 9 7 2
Tutte le società esaminate 7 , 5 7 , 2 7 , 0 6 , 6
alimentari 8 , 0 7 , 3 5,7 5 , 4
tessili 8 , 1 7 , 8 7 , 8 7 , 2
meccaniche 1 0 , 3 7,9 3 , 9 3 , 0
costruttrici mezzi di trasporto 3,7 4 , 2 2 , 2 2 , 1
chimiche 5 , 1 5 , 5 7 , 6 8 , 5
quelle alimentari. La differenza è da ricondursi al diverso grado di impiego di capitale in im-mobilizzazioni nei due rami. Il settore alimen-tare che presenta un coefficiente di intensità di capitale assai minore di quello del comparto tessile (37,6% contro 51,3%) può applicare a parità di redditività, quote di a m m o r t a m e n t o assai più elevate poiché queste gravano, anche se calcolate ad aliquote maggiorate, in misura assai più modesta sulla s t r u t t u r a dei costi di produ-zione.
I M P I E G H I F I N A N Z I A R I
Gli impieghi finanziari nel 1971 a m m o n t a -vano a 616.380 milioni, nel 1972 sono saliti a 691.691 milioni con u n incremento del 12,2%. Il loro peso sul totale dell'attivo è passato dallo 11,8% al 12,3%.
Nel 1972 si è assistito in genere, ma con maggiore evidenza nei settori chimico e della costruzione dei mezzi di trasporto, ad un accen-tuarsi dei fenomeni di ristrutturazione delle società industriali, che si sono manifestati at-traverso u n a numerosa serie di operazioni di scorporo e di concentrazione aziendali. I n f a t t i un discreto numero di imprese ha proceduto a razionalizzare le proprie s t r u t t u r e organizzative ormai inadeguate a fronteggiare le contingenti difficoltà economiche. Tali processi sono stati stimolati anche dalla possibilità di usufruire delle vigenti agevolazioni fiscali che, come noto, dovrebbero cadere con l ' e n t r a t a in vigore della riforma tributaria delle imposte dirette. Alcune delle imprese considerate sono grosse imprese industriali e talvolta potenti « holdings » e ten-dono p e r t a n t o a controllare u n a sempre più larga f e t t a del mercato del settore in cui ope-rano e ad estendere la loro influenza anche in altri comparti merceologici.
M E R C I E S C O R T E
Nel 1971 le scorte di materie prime, semi-lavorati e prodotti finiti a m m o n t a v a n o a 794.352 milioni di lire; nel 1972 a 700.692
mi-Tabella 5
COEFFICIENTE D'INTENSITÀ DEL CAPITALE
SOCIETÀ
IMMOBILIZZI/FATTURATO x 1 0 0 1 9 7 1 1 9 7 2
Tutte le società esaminate . . . 9 2 , 9 9 0 , 6
alimentari 7 2 , 1 7 4 , 2
tessili 9 6 , 1 9 2 , 6
meccaniche 3 8 , 3 3 7 , 6
costruttrici mezzi trasporto . 5 7 , 6 5 1 , 3
chimiche 1 4 9 , 6 1 5 4 , 2
lioni (— 11,8%). Il loro peso sul totale dell'at-tivo è pure sceso dal 15,2% al 12,5%.
La flessione è da imputarsi quasi per intero al settore delle imprese costruttrici dei mezzi di trasporto che si sono trovate, causa gli scio-peri di fine anno, nell'impossibilità di evadere t u t t i gli ordinativi ed hanno p e r t a n t o utilizzato in larga misura le loro giacenze di prodotti finiti.
Il calo manifestatosi, oltreché all'andamento della d o m a n d a di prodotti finiti, può essere im-p u t a t o im-pure ad altre cause concomitanti quali le previsioni di oscillazioni f u t u r e nel prezzo d'acquisto delle materie prime, gli effetti della riforma delle imposte indirette, i m u t a t i criteri di valutazione delle giacenze.
Si fa presente infine che non si è in grado di effettuare la distinzione tra scorte di materie prime e scorte di prodotti finiti, poiché essa r a r a m e n t e a p p a r e nei bilanci pubblicati.
C R E D I T I
1 crediti delle 40 imprese, in gran maggio-ranza determinati da r a p p o r t i mercantili con la clientela, sono passati da 704.585 milioni nel 1971 a 771.062 milioni nel 1972: u n incremento in termini percentuali del 9,4%. All'incirca invariato nei due anni il loro peso sul totale dell'attivo (12,5% e 12,8%).
Poiché tale aumento è inferiore a quello registrato dal fatturato, si può ritenere che me-diamente vi sia stata una riduzione, seppur modesta, nei termini di pagamento concessi agli acquirenti. Il che appare suffragato dal f a t t o che le aziende considerate appartengono in maggior numero alla media-grande industria e godono pertanto, nei loro rapporti commer-ciali di una notevole forza contrattuale che tende poi ad acuirsi nei periodi di maggiori difficoltà economiche.
D I S P O N I B I L I T À
Da 89.474 milioni nel 1971, le disponibilità sono salite a 137.260 milioni nel 1972 ( + 53,4%). La loro incidenza sul totale dell'attivo è del 2,4% (1,7% nel 1971).
II permanere di una situazione economica generale alquanto incerta ha orientato molte imprese a differire nel t e m p o gli investimenti p r o g r a m m a t i determinando di conseguenza un accrescimento generale del livello di liquidità. Ciò è confermato dalle statistiche sul credito che indicano un accrescimento dei depositi ban-cari superiore a quello degli impieghi.
A livello settoriale la situazione non è uni-forme: una maggiore liquidità denunciano l'ali-mentare (— 43%) e il tessile (— 14,4%), un lieve a u m e n t o il meccanico e il chimico (in-torno al 15%) m e n t r e quasi r a d d o p p i a t e sono le disponibilità del settore della costruzione dei mezzi di trasporto ( + 86%).
Nel settore alimentare u n a p a r t e delle dispo-nibilità è s t a t a utilizzata per finanziare gli in-vestimenti mantenutisi ad un buon livello e per ridurre le posizioni debitrici a medio-lungo termine al fine di alleggerire il carico di oneri finanziari. Le diminuite disponibilità del tes-sile sono invece da collegarsi alla situazione di squilibrio economico in cui ancora si t r o v a il settore.
D E B I T I A B R E V E T E R M I N E
I debiti a breve termine sono passati da un i m p o r t o di 1.467.113 milioni nel 1971 a 1.516.917 milioni nel 1972 ( + 3,4%). La loro incidenza sul totale passivo del bilancio somma è diminuita dal 2 8 , 1 % al 27,1%.
Poiché l'incremento nei due anni è piutto-sto modepiutto-sto, si può ritenere, p u r non cono-scendo il volume degli acquisti delle 40 imprese, che non vi sia s t a t a pressoché variazione nei termini di p a g a m e n t o concessi dai fornitori. Il che è sintomo di una situazione generale di discreta liquidità in cui le imprese non t e n d o n o t a n t o ad ottenere dilazioni nei termini di pa-g a m e n t o , q u a n t o p i u t t o s t o contenimenti nei prezzi.
Ricordando poi che tra i debiti a breve ter-mine sono compresi sia quelli derivanti da rap-porti di fornitura di materie prime, sia i debiti contratti per l'acquisto di beni strumentali, la modesta variazione in aumento è da collegarsi alla situazione di ristagno degli investimenti.
Uno sguardo ai diversi settori segnala, ac-canto a situazioni di stazionarietà o di lieve diminuzione, aumenti più cospicui nel settore tessile ( + 9 , 6 % ) e nel chimico ( + 15%), limi-t a limi-t a m e n limi-t e al comparlimi-to della chimica di base e della gomma.
D E B I T I A M E D I O - L U N G O T E R M I N E
I debiti a medio-lungo termine hanno regi-strato una variazione in a u m e n t o del 15,4%, passando da 435.745 milioni nel 1971 a 502.951 milioni nel 1972.
Al di sopra del valore medio l'incremento manifestatosi nei settori della costruzione dei mezzi di trasporto ( + 22%) e meccanico ( + 20,3%).
II peso dei debiti medi-lunghi sul totale