• Non ci sono risultati.

Alcune conseguenze del modo di vedere le organizzazioni come sistemi apert

Rivolgiamo l'attenzione su alcuni concetti che si incontrano sia in sede teorica che pratica quando si considerano le organizzazioni sociali come sistemi chiusi anziché aperti, che possono aiutare gli scienziati sociali a comprendere vari aspetti di un sistema sociale (Kats e Kahn, 1966).

Il punto principale è rappresentato dal non voler riconoscere fino in fondo che l'organizzazione dipende in maniera continua dagli input provenienti dall'ambiente e che l'afflusso dei materiali e delle energie umane non è costante. Il fatto che le organizzazioni abbiano incorporati in sé dispositivi atti a mantenere la stabilità nel tempo e che sia notoriamente arduo modificarli nella direzione auspicata dal riformatore non dovrebbe oscurare la realtà delle interrelazioni dinamiche che intercorrono tra qualsiasi struttura sociale e il suo ambiente socio-naturale. Gli sforzi che compie l'organizzazione, per mantenere costante il proprio ambiente esterno ne modificano la struttura stessa. Anche la reazione nei confronti degli input trasformati allo scopo di attenuarne le possibili implicazioni rivoluzionarie dà luogo a cambiamenti.

I modelli tipici della teorizzazione organizzativa si concentrano sui principi del funzionamento interno come se questi problemi fossero scissi dai mutamenti che si verificano nell'ambiente e come se essi non influissero sugli input che servono a mantenere in vita la motivazione e il morale dell'organizzazione. L'avvicinamento verso una più stretta integrazione e un maggiore coordinamento avviene al fine di garantire la stabilità, quando invece il requisito più importante può forse essere la flessibilità. Inoltre, il coordinamento e il controllo divengono fini in se stessi, cessano di essere mezzi in funzione di uno scopo e non sono più visti nella giusta prospettiva come dispositivi per adattare il sistema al suo ambiente, ma come

Stefania Frongia – Ambiente, agricoltura e sviluppo: il sistema Arborea – Tesi di dottorato in Scienze sociali - Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi ComplessiUniversità degli Studi di Sassari

44 traguardi auspicabili all'interno di un sistema chiuso. In realtà, qualsiasi tentativo, non funzionalmente giustificato, nel settore del coordinamento può far sorgere tutta una schiera di nuovi problemi organizzativi.

Una conseguenza nel piano teorico che trae origine da questo tipo di concetto consiste nel non riconoscere 1'equifinalità del sistema aperto, ossia il fatto che ci siano più modi per produrre un dato risultato. In un sistema fisico chiuso a parità di condizioni iniziali si deve giungere per forza a uno stesso risultato finale, al contrario di quanto accade nei sistemi aperti , nè a livello biologico e ancora meno a livello sociale. Eppure, nella pratica, insistiamo nel sostenere che esiste un solo modo migliore di montare una pistola, un solo modo migliore in cui un calciatore può rimettere in campo il pallone e perciò standardizziamo e insegniamo questi modi migliori. Ora è pur vero che in certe condizioni c'è un solo modo migliore, ma prima bisogna stabilire quali siano queste condizioni. Il principio generale che caratterizza tutti i sistemi aperti è quello che non vi debba essere un unico metodo per raggiungere un obiettivo.

Un altro elemento è implicito nella nozione che le irregolarità del funzionamento di un sistema attribuibili a influenze ambientali siano varianze di errore e che pertanto debbano essere trattate come tali. Secondo questo concetto, esse dovrebbero venir controllate al di fuori degli studi sulle organizzazioni e di conseguenza venire escluse dall'attività propria dell'organizzazione come irrilevanti. Le decisioni di certi funzionari di non considerare i fattori esterni o di difendersi da tali influenze, come se esse scomparissero per il solo fatto di essere ignorate, è un esempio di questo tipo di pensiero (Kats e Kahn, 1966).

La teoria dei sistemi aperti, invece, sostiene che le influenze provenienti dall'ambiente non sono fonte di varianze di errore ma sono correlate in modo integrale al funzionamento di un sistema sociale e che quindi non possiamo comprendere un sistema senza uno studio costante delle forze che interferiscono con esso. Pensando all'organizzazione come ad un sistema chiuso ci si pone nell'incapacità di sviluppare l'intelligenza o la funzione di feedback necessaria a farci acquisire informazioni adeguate circa i cambiamenti che intervengono nelle forze ambientali.

Stefania Frongia – Ambiente, agricoltura e sviluppo: il sistema Arborea – Tesi di dottorato in Scienze sociali - Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi ComplessiUniversità degli Studi di Sassari

45 società cercheranno di migliorare sempre più i loro strumenti di ricerca per valutare le forze ambientali e il motivo di ciò è che finalmente stiamo cercando di affrancarci dal concetto di organizzazione intesa come un sistema chiuso (Kats e Khan, 1966).

Emery e Trist (1960) hanno segnalato come la corrente teorizzazione sulle organizzazioni rifletta ancora oggi molto da vicino i concetti propri dei sistemi chiusi. Essi scrivono infatti:

«Nel campo della teoria sociale si è però manifestata una specie di tendenza a continuare a pensare all'impresa in termini di sistema "chiuso" ossia a guardare ad essa come ad un'entità sufficientemente indipendente così da poterne analizzare i problemi riferendosi soltanto alla sua struttura interna e tralasciando qualsiasi riferimento al suo ambiente esterno [...] In pratica i teorici dei sistemi nelle scienze sociali [...] hanno mostrato la tendenza a concentrarsi sulla statica della struttura sociale, trascurando lo studio delle modificazioni che essa subisce» (ivi).

Le teorie tradizionali sull'organizzazione hanno sempre mostrato la tendenza a vedere le organizzazioni umane come sistemi chiusi. Questa prospettiva ha portato a trascurare le diversità esistenti tra i vari ambienti organizzativi e la natura del rapporto di dipendenza che lega l'organizzazione all'ambiente, concentrando l'attenzione principalmente sui principi del funzionamento interno dell'organizzazione con la conseguente incapacità di sviluppare e di comprendere i processi di feedback essenziali alla sopravvivenza dell'organizzazione.

Stefania Frongia – Ambiente, agricoltura e sviluppo: il sistema Arborea – Tesi di dottorato in Scienze sociali - Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi ComplessiUniversità degli Studi di Sassari

Stefania Frongia – Ambiente, agricoltura e sviluppo: il sistema Arborea – Tesi di dottorato in Scienze sociali - Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi ComplessiUniversità degli Studi di Sassari

47

CAPITOLO II