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Scelte metodologiche

Il “sistema Arborea”: un caso a sé

4.1 Scelte metodologiche

In una società caratterizzata dalla complessità, come quella attuale, l‟esperienza di vita delle persone è caratterizzata dalla molteplicità delle visioni del mondo, delle possibilità che da tali visioni scaturiscono e dalle situazioni d‟incertezza che inevitabilmente emergono da tale complessità. La razionalità intrinseca all‟agire umano propria di una cultura moderna e positiva, secondo cui il percorso di vita e le tappe di essa erano considerate stabili ,uniche e irreversibili, ha lasciato il posto alla molteplicità dei percorsi disponibili e all‟apparente libertà di scelta delle persone che però si ritrovano a doversi barcamenare tra combinazioni contrastanti tra loro e soggette a contestazione, che sottolinea il loro carattere di opinioni e di instabilità.

«La moltiplicazione delle alternative, come argomentato sopra, consente un allargamento delle possibilità di scelta sia nei concreti percorsi di vita, che assumono dunque forme mutevoli e discontinue, sia nella costruzione delle rappresentazioni del mondo» (Bichi, 2000, p.16). Secondo Bichi le persone che nel corso della loro vita provano e sperimentano molteplici possibilità di stili di vita che interagiscono tra loro e che costituiscono una unità circolare in continuo adattamento, queste persone «sperimentano la “complessità della vita”».

Secondo Edgar Morin l‟incertezza fa parte del concetto stesso di complessità, da cui deriva soprattutto un‟incertezza gnoseologica, dovuta alla molteplicità dei saperi e alla loro frammentazione, al contrario sostiene l‟autore «il principio di complessità consiste nel mantenere intatto l‟intreccio degli oggetti: distinguendoli, ma tenendoli insieme» (Benkirane, 2007).

In che modo allora potrebbe aiutarci il racconto di vita di una singola persona nell‟indagine sociale ? Il campo biografico (Bichi, 1999a) di cui Bertaux (1976) rivendica l‟autonomia rispetto a un modello di ricerca standard il cui valore primario è la quantificazione e la misurazione di concetti predefiniti, non è di per sé un metodo, ma «un‟insieme di modi di intendere “il fare ricerca”, […] nel quale confluiscono posizioni teorico-epistemologiche diverse che sembrano avere in comune soltanto il fatto di non utilizzare come strumento empirico di rilevazione

Stefania Frongia – Ambiente, agricoltura e sviluppo: il sistema Arborea – Tesi di dottorato in Scienze sociali - Indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi ComplessiUniversità degli Studi di Sassari

122 (unicamente) il questionario strutturato, con la sua rigidità, la sua potente capacità riduttiva e standardizzatrice, l‟impiego della matrice dati e della statistica» (Bichi, 2000, p.39).

Il dibattito sempre aperto tra chi predilige strumenti di ricerca quantitativa e chi utilizza invece tecniche qualitative, viene spesso superato dall‟utilizzo incrociato che di essi viene fatto da molti ricercatori, vedi le indagini di Shaw (1930), quelle della Bovone in Italia (1984, 1991), da cui si evince la non necessaria incompatibilità.

In ogni caso il campo biografico si presta ad una varietà di impieghi, sottraendosi ad una unità definibile e definitiva. Vi è una biografia ermeneutica, secondo cui raccontare il passato è come rappresentare il sé al presente; una biografia etnosociologica (scuola francese di Bertaux) che sostiene che parlare della propria vita fornisca al ricercatore indicazioni oggettive della struttura sociale; una biografia clinica che considera la storia di vita come un recupero riflessivo e terapeutico del senso della propria esistenza. Vi è inoltre un approccio fenomenologico per il quale la biografia si costruisce attraverso l‟interazione dialogica tra narratore e ascoltatore. L‟utilizzo della ricerca biografica non è solo appannaggio della sociologia, ma di numerose altre discipline quali la psicologia, l‟antropologia, la demografia, la storia e questo porta alla impossibilità di una costruzione unitaria di tale approccio, ma che allo stesso tempo rappresenta una fonte di ricchezza e la possibilità di dare il via ad una interdisciplinarietà all‟approccio biografico.

Da un punto di vista sociologico parlare della vita di una persona ha una doppia valenza: da una parte ci si riferisce ad una persona concreta, dall‟altra si rimanda all‟”individuo tipo”.

«L‟individuo tipo disegna un sistema di aspettative relativamente a ciò che si può presumere da parte di un attore tipico in una situazione tipica» (Olagnero, 2004, p.31). La storia di vita di una persona è intesa come una sorta di campione rappresentativo dell‟ambiente a cui appartiene e delle relazioni che in esso si costruiscono (Dollard,1935; Wilson, 1989) .

Per quanto riguarda il rapporto e l‟interazione tra la persona e la società in cui esso vive vi sono due visioni contrapposte. La prima che si rifà alle posizioni di Bourdieu, considera la storia di vita come l‟effetto micro della capacità del sistema sociale di riprodursi attraverso le generazioni:

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123 «il grado in cui gli individui o i gruppi sono rivolti verso il futuro o verso il passato […] dipende […] dalla loro traiettoria collettiva, passata o potenziale, cioè dalla misura in cui sono riusciti a riprodurre le proprietà delle generazioni che li hanno preceduti ed in cui sono (o si sentono) in grado di riprodurre la proprietà nei loro discendenti […]. La storia strutturale di un campo genera la biografia dei soggetti sociali che si trovano impegnati in esso (sicchè la storia individuale racchiude in sé la storia del gruppo a cui esso appartiene)» (Bourdieu, 1983, p. 453). Secondo questo approccio la storia di un individuo è condizionata dalla struttura sociale a cui appartiene e sottratta alla sua capacità di controllo.

Da un altro versante invece la tradizione azionista, sia la versione normativa alla Giddens, sia quella che si rifà alla teoria dell‟azione razionale (Hechter, 1983) sostiene la capacità d‟iniziativa individuale, capace di controllare le proprie azioni sia nell‟ambito sociale che all‟interno della propria vita. Secondo Giddens l‟attività riflessiva a livello individuale e i meccanismi di retroazione a livello sistemico, concepiscono la struttura come campo d‟iniziativa individuale e non solo dal punto di vista normativo e costrittivo.

Secondo il sociologo Randall Collins (1992) le due dimensioni quella micro e quella macro non sono due categorie assolute, ma come poli di un continuum e i diversi livelli di analisi possono essere più o meno macro o micro a seconda della loro posizione rispetto ad essi. Esistono comunque due criteri generali per distinguere i due livelli e questi sono lo spazio e il tempo. Le entità macro hanno un‟estensione territoriale maggiore e una maggiore durata nel tempo rispetto a quelle micro. Secondo questa definizione gli studi sociologici fino ad ora fatti hanno in linea di massima la stessa grandezza in entrambe le dimensioni, presentando un certo equilibrio tra loro. Vi sono comunque delle eccezioni, per esempio nell‟interazionismo simbolico viene messa in luce l‟asimmetria tra spazio e tempo, secondo cui episodi di brevissima durata hanno avuto effetti molto diffusi.

La ricerca biografica stessa rappresenta un‟eccezione rispetto alle due dimensioni sopra elencate, «Lo studio della biografia inserisce la piccola dimensione spaziale (del corpo individuale) nella grande estensione temporale che occorre considerare per potere contenere una storia di vita» (Olagnero, 2004, p.34). Da cui si può inferire che la vita di una persona presenta un potenziale macro per la sua

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124 estensione nel tempo e per gli effetti che può avere attraverso il suo dominio di interazioni sulle altre realtà micro che fanno parte a loro volta di un sistema più ampio che è il sistema sociale, che a sua volta non è la semplice somma di esse. Ciò significa che le due dimensioni macro e micro sono realtà empiriche, ma devono essere considerate dimensioni analitiche che esprimono la complessità interna ad esse evitando così inutili riduzionismi che porterebbero all‟utilizzo di scorciatoie fuorvianti e inutili. La sociologia analitica ha dato un grosso aiuto affinchè la dimensione macro e micro vengano considerati in modo dinamico secondo cui nel corso della storia alcuni eventi micro divengono successivamente macro in cui l‟attore dovrà fare i conti con gli effetti di una decisione presa in precedenza da lui e da molti altri in situazioni simili.