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Una vita dedicata a difendere la dignità e i diritti delle donne al di là dei confini e delle etnie

2.7. Alcune soluzioni di Rathbone

Secondo Eleanor Rathbone il Sarda Act altro non era stato che

«

un fallimento calcolato, messo a punto dai nazionalisti indù semplicemente per placare l’opinione pubblica occidentale

»

. Accusò apertamente i mass media indiani, finanziati dal Governo, di 82

essersi completamente disinteressati alla questione. Nel Minotauro, Rathbone sottolinea spesso l’importanza dei media e dell’informazione in generale e, in particolare, porta un esempio di comunicazione ben riuscita contro i matrimoni precoci che essa stessa vide in prima persona a Bombay nel 1932. In breve, un gruppo di donne denunciarono l’imminenza di un a serie di ennesimi casi di matrimoni precoci e i celebranti, presi dal timore di essere perseguiti, si rifiutarono di celebrare i riti. Il ritardo causato dalla denuncia avrebbe portato così le celebrazioni in un periodo dell’anno non propizio secondo la tradizione, così per quell’anno diverse bambine furono risparmiate dal matrimonio. Prendendo a 83

modello questo gesto da parte delle donne e, in conformità al piano d’azione di

Rathbone, le informazioni si sarebbero poi dovute divulgare di villaggio in villaggio,

portando con loro la nuova consapevolezza pubblica che i matrimoni precoci erano sbagliati. Tra gli altri metodi di comunicazione, Rathbone consigliò che i comitati locali usassero anche i normali metodi di propaganda quali discorsi, volantini, trasmissioni ove possibile e film cinematografici che potessero essere proiettati anche all’esterno e nel buio dei villaggi. 84

Va ricordato che, come si è già visto, il lavoro dell’informazione e dei media dovevano, secondo Rathbone, essere sempre attivamente affiancati all’istruzione ad ampio raggio di bambine e ragazze.

Per porre un vero rimedio alla situazione, Rathbone suggerì l’unione delle donne contro l’oppressione maschilista, le quali avrebbero dovuto rivoltarsi alla schiavitù. Esse avrebbero dovuto unirsi in proteste facendo sentire finalmente la loro voce e le femministe avrebbero dovuto divulgare una propaganda a scopo educativo, incluse le

Bianchi, Eleanor Rathbone, Il Minotauro indiano. in

«

DEP Deportate, Esuli, Profughe. Rivista telematica di studi

82

sulla memoria femminile

»

. (2011), n.16, p. 130. Rathbone, op. cit., p. 97.

83

Ivi, p. 98.

campagne pubbliche. L’opinione della stessa femminista risuona chiara dalle 85

pagine del Minotauro indiano:

A volte si dice che l'ignoranza, la superstizione e l'influenza dell’ambito religioso facciano delle donne indiane stesse una forza reazionaria. In una certa misura, e specialmente tra le donne più anziane, questo potrebbe essere vero. Ma è contrario alla natura umana e al buon

senso supporre che qualora le donne, che giorno dopo giorno soffrono in prima persona e vedono i loro figli soffrire per i mali crudeli discussi in questo libro, ne avessero l’opportunità

trascurerebbero ancora per molto tempo l’uso di mezzi costituzionali per porvi rimedio. 86 Per Rathbone l’azione delle donne contro i mali della loro società doveva necessariamente muoversi all’unisono per essere efficace: «Non puoi rimuovere una montagna con dei cucchiaini. O meglio, forse puoi, ma solo se i cucchiaini sono tanti ed utilizzati da mani operose, come delle formiche tra mille altre formiche». 87

Le femministe avrebbero dovuto, inoltre, creare un’associazione efficientemente organizzata. Una sede sarebbe dovuta essere stabilita in ogni capoluogo di 88

provincia, con a capo una commissione o un rappresentante locale. Sempre secondo

Rathbone, la suddetta organizzazione avrebbe dovuto agire secondo tre principali

obiettivi: educare l’opinione pubblica sui matrimoni precoci; far rispettare il Sarda

Act; e infine rendere il Sarda Act più efficace attraverso degli emendamenti mirati.

La commissione centrale sarebbe stata allocata a Delhi e le varie sezioni avrebbero dovuto essere composte principalmente, ma non esclusivamente, da indiani. 89

Nel suo quarto capitolo, Rathbone rifletté sull’inefficienza del Sarda Act ed affermò che, dopo aver valutato le possibili cause di fallimento di quest’ultimo, la causa di fondo fosse stata la mancanza di un numero sufficiente di persone che si fossero prese cura della questione. Il loro fine avrebbe dovuto essere quello di insistere attraverso la pressione parlamentare e al governo, affinché questa pratica venisse assolutamente fermata. Ivi, p. 52. 85 Ivi, p. 83. 86 Ivi, p. 101. 87

Il nome che la stessa Rathbone suggerì fu:

«

All-India Society for the Abolition of Child Marriage

»

.

88

Bianchi, Eleanor Rathbone, Il Minotauro indiano, op. cit. p.132

Secondo Rathbone il metodo per compensare tale mancanza era quello di portare un gran numero di donne nell'arena politica. Per ottenere tale risultato, era necessario 90

riformare anche le disposizioni circa le doti, i beni che una donna poteva possedere e l’accesso alle eredità delle vedove, così già come era stato precedentemente sottolineato dalla Simon Commission. 91

A differenza di quanto avvenuto in passato, la Corte avrebbe dovuto essere autorizzata ad avviare in modo autonomo un’inchiesta ed un'azione giudiziaria in base alle informazioni giunte dalla popolazione. Chi denunciava avrebbe dovuto essere autorizzato a chiedere al tribunale l’emissione di un'ingiunzione che vietasse subito il matrimonio illegale in programma. La Corte avrebbe dovuto, inoltre, essere autorizzata a chiedere al marito, o al suo tutore se minorenne, di provvedere alla custodia separata della bambina con mantenimento a suo carico fino al raggiungimento dell'età legale per il matrimonio, o almeno fino al periodo ritenuto più consono e sicuro per la coabitazione coniugale. 92

La comunicazione delle nascite doveva essere obbligatoria e registrata. Si sarebbe poi dovuto tenere un accurato registro matrimoniale presso un dipartimento amministrativo del governo, il quale avrebbe contenuto le età e le generalità degli sposi. Per rendere questa procedura possibile, si sarebbe dovuta rendere obbligatoria la notifica dell’avvenuto matrimonio presso un’autorità locale, ad opera dei tutori. In entrambi gli ultimi casi sarebbero dovuti essere rilasciati sia certificati di nascita che di matrimonio alle parti, a titolo gratuito. Inoltre, sarebbero dovute essere impiegate donne poliziotto, donne giurato, ispettrici e donne medico, per tutto ciò che concernesse le indagini sui reati sessuali. Ove non fosse stato possibile impiegare delle donne poliziotto, sarebbe stato previsto l'ausilio di donne rispettabili del luogo in cui si svolgeva l’inchiesta, le quali avrebbero scortato le ragazze per permettere loro di presenziare alle indagini in sicurezza. Infine, riguardo a questo argomento, sarebbero dovute essere predisposte delle sale d'aspetto separate per le donne nei tribunali. 93

Rathbone, op. cit., p. 94.

90

Ivi, pp. 78 e 90.

91

Ivi, pp. 51-52.

92

Rathbone, op. cit., pp. 52-53.

In ultima istanza, secondo la Rathbone l’idea della dote in India era completamente errata. Con il forte divario tra uomini e donne, l’avere una bambina sarebbe dovuto essere un vantaggio, non una disgrazia. Infatti, per una semplice considerazione di mercato, affermò, vista la poca offerta di donne, avrebbero dovuto essere i futuri mariti a pagare una dote e non le famiglie delle spose.