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Allegato 1: Organigramma Ingrado

Allegato 2: Codice Deontologico degli operatori sociali

Allegato 3: Consenso Informato

Allegato 4: Intervista agli operatori della bassa soglia

Allegato 5: Intervista agli operatori del consultorio

Allegato 6: Trascrizione delle interviste degli operatori di bassa soglia

Allegato 7: Trascrizione delle interviste degli operatori del consultorio

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Allegato 1

Organigramma fondazione servizio ticinese di cura dell’alcolismo e delle altre dipendenze (Ingrado)

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Allegato 2: Codice Deontologico degli operatori sociali

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Allegato 3: Consenso informato

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Allegato 4: Intervista agli operatori della Bassa Soglia

Introduzione

Ho deciso di svolgere questa intervista al fine di rispondere alle mie domande di tesi “Quali sono le caratteristiche del lavoro educativo e le competenze dell’operatore sociale all’interno della bassa soglia?” e “Quali sono le caratteristiche del lavoro educativo e le competenze dell’operatore sociale come figura di consulente nelle dipendenze?”. Di seguito dunque, le esporrò alcune domande che mi permetteranno di raccogliere del materiale informativo da utilizzare per la mia ricerca.

Le domande sono indirizzate alla comprensione delle differenze del lavoro educativo e delle competenze degli educatori che lavorano all’interno dei due servizi, CAD e consultorio.

L’intervista sarà anonima, verrà registrata e poi trascritta personalmente da me, è libero di non rispondere alle domande.

È d’accordo ad iniziare l’intervista?

Intervista

1. Quale titolo di studio possiede?

2. Da quanti anni lavora presso il servizio di Ingrado?

3. Quali sono per lei le finalità del lavoro educativo all’interno del suo contesto?

4. Come figura educativa, ci sono delle finalità educative chiave all’interno del suo contesto lavorativo?

5. Secondo lei, come gli elementi riguardo all’informalità si integrano all’interno del suo contesto lavorativo?

6. Quali sono per lei le competenze fondamentali che deve possedere un educatore all’interno del suo contesto?

7. Secondo la sua opinione, le competenze dell’educatore possono essere differenti tra operatori di bassa soglia e consultorio?

8. In caso affermativo, quali sono le differenze che lei vede?

9. Secondo lei, il lavoro educativo con le dipendenze è diverso tra operatori di bassa soglia e consultorio? Se sì, in che modo?

10. Secondo lei, che valenza assume l’approccio della riduzione del danno nella relazione con l’utenza?

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Allegato 5: Intervista agli operatori del consultorio

Introduzione

Ho deciso di svolgere questa intervista al fine di rispondere alle mie domande di tesi “Quali sono le caratteristiche del lavoro educativo e le competenze dell’operatore sociale all’interno della bassa soglia?” e “Quali sono le caratteristiche del lavoro educativo e le competenze dell’operatore sociale come figura di consulente nelle dipendenze?”. Di seguito dunque, le esporrò alcune domande che mi permetteranno di raccogliere del materiale informativo da utilizzare per la mia ricerca.

Le domande sono indirizzate alla comprensione delle differenze del lavoro educativo e delle competenze degli educatori che lavorano all’interno dei due servizi, CAD e consultorio.

L’intervista sarà anonima, verrà registrata e poi trascritta personalmente da me, è libero di non rispondere alle domande.

È d’accordo ad iniziare l’intervista?

Intervista

1. Quale titolo di studio possiede?

2. Da quanti anni lavora presso il servizio di Ingrado?

3. Quali sono per lei le finalità del lavoro educativo all’interno del suo contesto?

4. Come figura educativa, ci sono delle finalità educative chiave all’interno del suo contesto lavorativo?

5. Secondo lei, come gli elementi riguardo alla maggior formalità si integrano all’interno del suo contesto lavorativo?

6. Quali sono per lei le competenze fondamentali che deve possedere un educatore all’interno del suo contesto?

7. Secondo la sua opinione, le competenze dell’educatore possono essere differenti tra operatori di bassa soglia e consultorio?

8. In caso affermativo, quali sono le differenze che lei vede?

9. Secondo lei, il lavoro educativo con le dipendenze è diverso tra operatori di bassa soglia e consultorio? Se sì, in che modo?

10. Secondo lei, che valenza assume il colloquio educativo nella relazione con l’utenza?

Lavoro di tesi – Teresa Esposito

Allegato 6: Trascrizione integrale delle interviste agli operatori di bassa soglia

Introduzione

Ho deciso di svolgere questa intervista al fine di rispondere alle mie domande di tesi “Quali sono le caratteristiche del lavoro educativo e le competenze dell’educatore all’interno della bassa soglia?” e “Quali sono le caratteristiche del lavoro educativo e le competenze dell’educatore come figura di consulente nelle dipendenze?”. Di seguito dunque, le esporrò alcune domande che mi permetteranno di raccogliere del materiale informativo da utilizzare per la mia ricerca.

Le domande sono indirizzate alla comprensione delle differenze del lavoro educativo e delle competenze degli educatori che lavorano all’interno dei due servizi, CAD e consultorio.

L’intervista sarà anonima, verrà registrata e poi trascritta personalmente da me, è libero di non rispondere alle domande.

È d’accordo ad iniziare l’intervista?

Intervista OP1

1. Quale titolo di studio possiede?

(…)

2. Da quanti anni lavora presso il servizio di Ingrado?

(…) Operatrice di Prossimità

3. Quali sono per lei le finalità del lavoro educativo all’interno del suo contesto?

Allora, la prossimità lavora soprattutto nei luoghi di aggregazione, dove le persone il nostro target, sono persone che hanno problematiche con sostanze psicoattive, parliamo di alcool anche ma soprattutto cocaina eroina e il nostro diciamo lavoro che si svolge direttamente dove queste persone si incontrano è presente anche nei suoi diversi fenomeni come per esempio il consumo e l'acquisto della sostanza. In questo lavoro noi intercettiamo le persone appunto direttamente sul territorio e inizialmente noi cominciamo a lavorare su un aggancio su una relazione sulla creazione di una certa, un clima di fiducia che permetta poi creare un minimo di rapporto di aggancio per un secondo momento fare un altro tipo di lavoro. Allora il lavoro può essere suddiviso in diverse aree: la prima è la riduzione del danno quindi noi puntiamo soprattutto sull'utilizzo di materiale sterile evitare le malattie trasmissibile frequentemente nelle questa popolazione come AIDS, epatite, eccetera, e lavoriamo su tanto su questo punto, questo aspetto, e parliamo con le persone per fare dei controlli, per recarsi dai dottori, dagli specialisti quindi la base del lavoro parte un po’ della riduzione del danno salute, quindi la preoccupazione di capire qualcuno come si sta se c'è qualcosa che si può fare a livello sociale anche c'è una valutazione oppure una richiesta da parte della persona che racconta di avere dei bisogni e delle necessità di doverti attivare un aiuto a domicilio piuttosto che dovere consegnare della documentazione ma ora non è in grado di farlo quindi

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ha bisogno una mano quindi anche la parte sociale è una parte importante del nostro lavoro.

C’è anche tutto quello che è il lavoro con la rete, perché evidentemente queste persone non si recano ai servizi da sole in modo spontaneo e convinte quindi tante volte bisogna un accompagnamento ma anche un aiuto diciamo di supporto più che altro di sapere che c'è qualcuno che comunque può tradurre se c'è un momento di difficoltà quindi noi essendo evidentemente specialista nel tema delle sostanze possiamo capire quando la persona è come e più facile che possa per garantire il poter usufruire di questi servizi sociali. Il lavoro con la rete anche a livello territoriale di comunità occupazione del tempo anche a domicilio lavoriamo per un supporto nell’abitazione e quindi la prossimità è un po’ un multi interdisciplinare e anche collabora con tanti servizi. Il nostro ruolo principale dopo aver creato questa prima fase di aggancio è fare ponte tra la utenza il territorio e il i servizi di enti che possono dare risposta ai loro bisogni, siano medici, siano sanitari, siano sociali, eccetera, quindi noi fungiamo da ponte una volta che abbiamo fatto l'aggancio e si fa il depistaggio verso quello che abbiamo valutato insieme alla persona evidentemente con tutti i principi di confidenzialità rispetto di dati personali e concordo perché la persona deve essere d'accordo e allora si procede a fare questo accompagnamento verso. Qua il nostro lavoro non finisce, nel senso che noi tante volte dobbiamo continuare ad essere i garanti perché a volte le persone hanno difficoltà con le istituzioni quindi non si trovano sempre in modo confortevole, cioè a volte hanno bisogno anche che noi ogni tanto rafforziamo questo rapporto che hanno piuttosto che col consulente col medico ecco quindi mediamo perché la cura o il seguito o la consulenza sia il meglio possibile, però diciamo che qua un po’ finirebbe la terza parte del nostro lavoro che sarebbe più un accompagnamento un garantire un'ideale. C'è sempre il monitoraggio anche del territorio di quello che sono i fenomeni che avvengono perché noi traduciamo alla politica, agli enti, ai servizi del comune cosa succede quali sono le risposte che possono dare per risolvere le problematiche se ci sono delle siringhe vicino al parco giochi le mamme si lamentano è una situazione di pericolo grave allora bisogna attuare in modo veloce tempestivo e noi essendo sulla strada capiamo ecco che c'è questa problematica i servizi di pulizia verde, spazi eccetera vengono attivati ed immediato e quindi la situazione per la popolazione è diciamo non visibile o non vissuta come una situazione problematica eccetera quindi il fenomeno di tossicodipendenza territorialmente è diciamo più controllato più monitorato che controllato diciamo una parola è più adatta. E la collaborazione evidentemente con la polizia e con quelli che possono essere dicasteri eventi, organizzazione eccetera ma soprattutto quella socialità è frequente perché noi comunque siamo personale comunale alla fine in prestito ad Ingrado perché questo mandato è assegnato al servizio Ingrado ma comunque il nostro lavoro è rivolto alla popolazione, al territorio. Inoltre, può essere che dopo prendi un appuntamento per l’utente e poi il consulente ancora che crea tutta la parte medico e sanitaria, cioè non è sempre così a volte mi ferma qualcuno mi dice ho bisogno del metadone quindi io cosa faccio vado direttamente dal dottore, capito come faccio? Quindi io lavoro in funzione del bisogno multi disciplinarmente e con tanti professionisti però la logica sarebbe dalla strada al centro di accoglienza, del centro di accoglienza ai piani superiori, questo un po’ la logica che dipende il caso, di tener bisogno di e questo è importante saperlo fare perché se tu porti una persona direttamente da e non funziona magari non torna più. Quindi deve farlo bene la prima perché c'è il primo cartuccio se lo bruci lo bruci poi non c'è più, quindi io devo fare bene l'aggancio qua perché poi dopo loro possono lavorare, ci sono non ci sono per garantire ecco così funziona per quello il ponte.

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4. Come figura educativa, ci sono delle finalità educative chiave all’interno del suo contesto lavorativo?

La presenza sul territorio, il fatto che noi conosciamo tante persone che sono parte della vita di queste persone dal signore che tutti i giorni li al chiosco piuttosto che al poliziotto di quartiere che sa quelle sono le problematiche a domicilio alla signora della cassa del supermercato che magari mi racconta che c'è qualcuno che sta girando con alcol e quindi essere sul territorio ti permette di fare una lettura veloce tempestiva reale e capire quale come tecnico quale sono diciamo le problematiche che possono anche avvenire in futuro e questo è un intervento che permette fare un intervento precoce su sulle problematiche questa lettura è molto importante trovo, è un po’ caratteristico dell'operatore questo non lo può fare qualcuno che lavora in ufficio, questo evidentemente lo fa qualcuno che lavora a contatto diretto con le problematiche di meno che al fronte in prima linea l'operatore di prossimità, operatrice in questo caso. Non sempre è possibile perseguire il benessere psico-fisico sociale perché non è detto che la persona voglia vuole o sia disposta a volte semplicemente vuole un supporto, un ascolto dare un'informazione quello che la persona chiede quindi non è detto che devi orientare qualcuno verso, cioè deve nascere, deve essere una cosa co-costruita, deve essere passata su un bisogno vero percepito a volte le persone non sentono il bisogno di essere aiutati piuttosto che rivolgersi a uno specialista quindi anche qua devi lavorare per far nascere, per fare anche essere consapevoli di una serie di problematiche che sono difficili da accettare comunque per tutti.

5. Secondo lei, come gli elementi riguardo all’informalità si integrano all’interno del suo contesto lavorativo?

Allora, l’informalità un aspetto che deve essere inteso, adesso spiego. Perché noi aderiamo ad una metodologia, una modalità di lavoro, una filosofia di lavoro, un mandato con dei principi con degli obiettivi chiari ben definiti, condivisi con la città, con il servizio quindi informale cioè non è proprio un lavoro informale anzi è molto molto… diciamo dopo vent'anni costruito, modificato e adattato quindi questo deve essere chiaro. Intesa informalità come un adattamento al territorio, qua possiamo discuterne, nel senso che l’operatore si deve presentare in un modo anche adeguato alla situazione: chi va in banca si mette la cravatta, chi magari va al parco Ciani no, questo sì, devi adattare, può essere visto come informale ma in verità è anche una divisa, cioè io non mi posso permettere una minigonna al lavoro quindi ci sono delle cose che devo rispettare ma anche l'orario quando qualcuno mi racconta un problema non è che io un appuntamento che devo… ci sono certi protocolli sociali che sul territorio sono diversi non vuol dire che la strada non ha un codice di comportamento non ha un’etica, non ha dei valori, ce l'ha eccome, ma devi conoscerla ed è diversa, non vuol dire che è informale cioè questa parola è un po' stretta ecco al mio modo di vedere. E poi evidentemente questo tipo di lavoro ha tante particolarità, quindi devi essere adeguata alla situazione, al contesto, ma anche in modo di comportarti il modo di porti come parlare devi… il linguaggio deve essere anche adeguato perché se qualcuno mi dice “hai la roba?”

piuttosto cioè comunque deve essere un po’ anche colloquiale a volte a volte più slang a volte più formale se vai soprattutto parlare con un servizio quindi devi adattarti ed essere molto flessibile ma informale non penso che sia così adeguato deve essere spiegato bene.

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T: Ecco appunto per informale io intendevo più lavorando appunto sulla strada quindi non è più come strutturato in un servizio che loro devono entrare magari venir fin su qua che c'è una struttura.

Anche nella strada c'è una struttura ti devi presentare devi spiegare cosa fai e la persona a volte ti riconosce come figure a volte no, ci sono dei tempi e ti deve accettare poi pian piano si costruisce appunto un setting anche non istituzionale sicuramente come qui però c'è anche un dare e un ricevere attiene a determinate norme che per voi non stabilite assieme.

6. Quali sono per lei le competenze fondamentali che deve possedere un operatore sociale all’interno del suo contesto?

La prima è una capacità molto sviluppata di lettura delle situazioni delle dinamiche dei fenomeni che avvengono, lettura sociale, parliamo, e deve anche essere una persona molto flessibile a livello di pensiero ma anche a livello di comportamento ma anche capire come ti devi comportare in che modo quindi una lettura ti aiuta ma anche deve essere flessibile e capace di mettere in atto tutta una serie di strumenti diversi in base alla situazione. Deve essere una persona con grande competenze sociali, si dice in italiano giusto?, quindi empatica capacità di parlare ma dire le cose adeguate al momento quindi assertiva, capace di comunicare e di cogliere anche la comunicazione non verbale quindi questa capacità sociale deve essere molto molto forte molto sviluppata devi avere delle competenze evidentemente accademiche sulle sostanze perché lavoriamo in questo ambito, sulle dipendenze e poi dopo sono anche delle particolarità personali perché ognuno è un po’ fatto a sé, il lavoro di prossimità te lo devi anche cucire un po’ quindi devi sentirlo devi piacerti se la contatto con le persone e penso che sono un po’ le tre o quattro caratteristiche più importanti. Ecco sì poi non giudicare e parte del lavoro sociale in generale non giudicare, bisogna conoscere capire anche un po’ le storie e poi vedere cosa si può fare in un caso che la persona voglia mettersi in gioco.

7. Secondo la sua opinione, le competenze dell’operatore sociale possono essere differenti tra operatori di bassa soglia e consultorio? In caso affermativo, quali sono le differenze che lei vede?

Sì, certamente, perché in bassa soglia prima c’è l'accoglienza e invece con la consulenza l'accoglienza è parte del momento sicuro del colloquio della elaborazione, della creazione di un rapporto col consulente. Ma il consulente evidentemente avrà altre strategie da mettere in campo come per esempio la programmazione la valutazione di un collocamento di un percorso e valutare se il caso di agganciare anche alla persona un trattamento una farmacoterapia piuttosto che condividere col medico con lo psichiatra delle informazioni quindi un altro piano di lavoro e le competenze devono essere anche diverse.

8. Secondo lei, il lavoro educativo con le dipendenze è diverso tra operatori di bassa soglia e consultorio? Se sì, in che modo?

Allora la bassa soglia offre momenti di aggregazione, momenti conviviali, i pasti, che comunque sono degli spazi che danno alle persone la possibilità dove essere assieme ad altri questo sottostà anche a delle norme evidentemente quindi la parte educativa punta

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tanto sull'essere assieme ma il rispetto, il rispetto degli altri, il rispetto delle norme, il rispetto dello spazio, quindi questo è un importante lavoro educativo far modo che le persone possano usufruire delle offerte del posto con i principi adeguati. Il consulente questo diciamo che un aspetto che non va a lavorare perché è un setting diverso c'è un colloquio in quel momento… cioè ci sono altre cose da curare. Ci sono questi momenti offrono anche altre possibilità agli educatori che lavorano in bassa soglia, che poi non tutti sono educatori comunque hanno diverse formazioni possono essere assistenti sociali, psicologi, psicopedagogici, eh sì certo che è molto orientato verso la parte educativa, quello sicuramente ma anche la parte umana, ai valori, all’etica, al condividere, al rispetto per il tempo degli altri per l’abitazione anche un potere essere meno da solo cioè è molto molto diverso quello che si fa in bassa soglia che accogliamo soprattutto i bisogni primari quello che è l'inizio di una star male perché poi dopo poter costruire su altre cose, ma questo avviene in un secondo momento a volte non avviene mai, quindi la parte educativa nella bassa soglia e cioè alla base di poter accogliere le persone, quello evidentemente poter offrire lo spazio e poi interagire e fare in modo che le persone interagiscono e qua entra la figura dell'educatore, che deve mediare che deve mettersi in gioco che deve poter creare questi momenti garantire anche che tutti possano usufruire nel miglior modo possibile.

9. Secondo lei, che valenza assume l’approccio della riduzione del danno nella relazione con l’utenza?

Allora la riduzione del danno, diciamo che è una preoccupazione, una garanzia, una informazione qualcosa che l'operatore anche per il mestiere che fa deve garantire un certo modo, deve occuparsene e con questa utenza ci sono determinati rischi per la salute e, non

Allora la riduzione del danno, diciamo che è una preoccupazione, una garanzia, una informazione qualcosa che l'operatore anche per il mestiere che fa deve garantire un certo modo, deve occuparsene e con questa utenza ci sono determinati rischi per la salute e, non

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