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4. Revisione della letteratura

4.5 I concetti fondamentali del colloquio educativo

Il seguente capitolo ha lo scopo di fornire un quadro teorico riguardo al colloquio educativo in riferimento ai colloqui che si svolgono nel contesto del consultorio per le sostanze ad Ingrado. Questa panoramica verrà fatta dapprima attraverso le finalità che ogni operatore sociale dovrebbe possedere nella sua professione andando poi a toccare l’argomento generale del colloquio educativo illustrando inoltre le varie tipologie di colloquio messe in atto dall’operatore sociale.

4.5.1 Le finalità educative nel colloquio educativo

All’interno dei colloqui educativi, gli operatori sociali devono perseguire delle finalità educative che riguardano sia il proprio ruolo professionale sia la metodologia del colloquio stesso. All’interno del colloquio, l’atteggiamento dell’operatore sociale è flessibile ma di continua riflessione, promuovendo la partecipazione, l’ascolto attivo e gestendo i processi comunicativi e relazionali che ne derivano.

Una degli aspetti fondamentali da perseguire e da tener conto durante il colloquio, è la dimensione pedagogica, maturando le proprie competenze professionali per gestire il colloquio educativo, mantenendo e costruendo una visione progettuale di quest’ultimo, creando e gestendo gli obiettivi generali e specifici del progetto in questione. Questa visione progettuale deve mirare ad un cambiamento in modo positivo della persona prefiggendosi appunto degli obiettivi raggiungibili e possibili. La seconda dimensione è riferita alla metodologia del colloquio, quindi tutto ciò che riguarda e comprende le finalità, la struttura stessa del colloquio ed infine le strategie per condurre l’incontro. Ed infine, la terza ed ultima dimensione riguarda gli aspetti relazionali messi in atto durante questo momento. È compito dell’operatore far emergere e governare gli aspetti relazionali e comunicativi del colloquio;

per fare ciò deve mantenere un atteggiamento auto-riflessivo e auto-osservativo in modo da poter modificare gli aspetti relazionali e delle caratteristiche personali. In questo senso è importante che l’operatore durante il colloquio riesca a far emergere i racconti e le visioni personali di ogni interlocutore, valorizzando le risorse personali attraverso la capacità di riconoscerle e saperle utilizzare in maniera costruttiva per affrontare le realtà che si presentano (Maida et al., 2006).

4.5.2 Il colloquio educativo

Il colloquio è inteso, nella maggior parte dei casi, un dialogo finalizzato, all’interno di uno spazio formale, in cui avviene una relazione, limitato sia nel tempo sia nello spazio dove la caratteristica principale in questo caso è la significatività. Quest’ultimo diventa professionale

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dal momento in cui almeno uno dei due individui in relazione è un impiegato. La finalità del colloquio perlappunto è quella di produrre un cambiamento nelle persone coinvolte all’interno di esso; andando ad aprire un dialogo reciproco di comprensione mirando al cambiamento.

Nonostante il colloquio avvenga fisicamente tra due (o più) persone, vi è un altro fattore fondamentale che entra in gioco, quello del contesto istituzionale, ovvero il servizio a cui la persona/utente si rivolge, diventando così un ulteriore attore di questo colloquio. All’interno di questi colloqui, vi è una linea guida da seguire per scandire il momento in cui avverrà l’incontro attraverso delle fasi prestabilite e organizzate dall’operatore. È necessario però che, prima di pensare ai contenuti di queste fasi, si rifletta all’obiettivo concernente il colloquio, perseguendolo nella durata di quest’ultimo. Inoltre, è importante tenere conto che durante questi momenti non si sta intervenendo solo sulla persona in questione, ma anche sul suo contesto relazionale (amici, famiglia, parenti, …), di conseguenza è fondamentale che l’operatore sia professionale ed empatico, governando al meglio la situazione e i processi comunicativi che ne conseguono perseguendo l’obiettivo prestabilito. Tenendo in considerazione questi aspetti fondamentali di un colloquio educativo, i contenuti importanti da far comparire durante questi momenti riguardano soprattutto l’emergere di argomenti che rispecchiano la realtà e i vissuti, andando a creare delle strategie funzionali tra attori coinvolti per raggiungere obiettivi emancipativi. Il filo logico che accompagna l’operatore in questi colloqui, è di seguire gli obiettivi della presa a carico educativa attraverso le proprie competenze acquisite.

Avendo in chiaro i contenuti che si vogliono esporre durante l’incontro con gli attori coinvolti si procede andando ad organizzare le fasi principali del colloquio: la preparazione dell’incontro, l’accoglienza, la focalizzazione, l’approfondimento e la conclusione. La preparazione dell’incontro consiste, come dice già la terminologia, alla preparazione di tutto ciò che avviene prima del colloquio, quindi è il momento in cui si riflette circa l’obbiettivo da perseguire e le modalità di convocazione e conduzione del colloquio. In questo momento inoltre avvengono gli scambi di informazioni tra i professionisti e si prepara il setting in maniera funzionale (luogo adeguato, pochi rumori, disposizione degli arredi, …). Per quanto riguarda invece il momento dell’accoglienza, è il primo contatto tra i professionisti e le persone coinvolte, quindi l’obbiettivo principale di questa fase è quello di mettere e costruire delle basi per una relazione e un rapporto di fiducia. È soprattutto all’interno di questa fase che è importante cogliere i segnali reciproci, tenendo in considerazione particolarmente gli aspetti non verbali della comunicazione. È inoltre in questo momento che l’operatore sociale presenta sé stesso, il suo ruolo, la durata del colloquio e fondamentale l’obiettivo prefissato.

Durante il momento di focalizzazione invece si approfondisce maggiormente il bisogno che sta dietro alla convocazione del colloquio, andando anche ad esplorare le aspettative sottointese alla richiesta. In questo momento è importante anche far emergere la rete che ruota attorno alla persona e che sono coinvolte nella situazione. Nell’approfondimento invece l’obiettivo principale è quello di far emergere da tutti i partecipanti la propria visione della situazione problema, sia nel passato, presente e futuro. Infine, nella conclusione si espone una sintesi di ciò che è stato discusso e delle scelte condivise proponendo e discutendo la modalità di prosecuzione del rapporto tra interlocutore ed operatore e/o servizio (Maida et al., 2006).

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4.5.3 Tipologie di colloquio

L’intenzione di questo sotto capitolo, è quella di voler fare una panoramica generale nonché una differenziazione delle varie tipologie di colloquio presenti.

Colloquio di consulenza

Il colloquio di consulenza solitamente è il primo punto d’incontro che viene svolto all’interno di un contesto con una determinata rete di persone, per questo motivo, è importante che avvenga una conoscenza reciproca in cui creare una relazione. Come accennato nella spiegazione del colloquio educativo, quindi è un dialogo formale, in cui il professionista, in questo caso l’educatore, dona la possibilità alla rete coinvolta (persona, familiari, …) di far emergere le rappresentazioni soggettive della situazione problema, per poi successivamente riflettere sulle possibili strategie per affrontare e superare questa condizione problematica.

Il ruolo dell’educatore in questo caso è quello di confrontare le aspettative circa il ruolo dell’educatore stesso e del servizio, nonché valutare la pertinenza e la congruenza di quest’ultime con le offerte e le peculiarità del contesto educativo. Posteriormente ad aver chiarito queste aspettative, è compito dell’operatore fornire le informazioni necessarie alla descrizione e alle offerte del servizio o, se necessario, indicare altri servizi maggiormente adatti alle richieste degli interlocutori. Come detto precedentemente, è importante anche che avvenga uno scambio reciproco di informazioni, ma soprattutto che l’operatore possa comprendere il significato che dà la rete ad un determinato evento e/o situazione problematica, così da poter utilizzare queste informazioni come punto di avvio nella ricerca di nuove strategie funzionali al superamento della situazione (Maida et al., 2006).

Colloquio di progettazione

Il colloquio di progettazione consente alle persone coinvolte, dette quindi significative, di partecipare e successivamente di identificarsi nella costruzione e realizzazione del processo progettuale, mantenendo un ruolo attivo e motivante. Questo colloquio permette di sostenere un’elaborazione di ciò che emerge durante il colloquio riguardo al progetto educativo, nonché di ricostruire quella che è un’anamnesi evolutiva che permette di cogliere elementi significativi, utili per l'appunto all’elaborazione. Oltre a ciò, è necessario fissare e definire ipotesi, obbiettivi specifici5 e interventi che siano il più possibile condivisi dagli attori coinvolti, con il fine di raggiungere poi l’obbiettivo generale che ci si prefissa. In aggiunta alla creazione degli obbiettivi, è importante indagare circa i percorsi e le strategie funzionali per raggiungere quest’ultimi, creando, se necessario, alternative possibili.

In questo caso, il ruolo dell’operatore è molto complesso nonostante rimanga maggiormente flessibile ed intercambiabile a dipendenza della direzione del colloquio stesso (guida, mediazione, coordinatore, …) ed è responsabile di attivare e gestire la relazione che avviene tra gli attori presenti.(Maida et al., 2006)

5Gli obbiettivi specifici sono la declinazione degli obbiettivi generali, e stabiliscono azioni semplici, osservabili e monitorabili. Sono obbiettivi da raggiungere in un tempo medio-breve. Questi obbiettivi vengono formulati sotto forma di attività da svolgere per poter raggiungere l’obbiettivo generale.(Traverso, 2016)

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Colloquio di sostegno al progetto

Una volta definito e avviato il progetto, è necessario che avvengano costantemente dei monitoraggi con lo scopo di valutare effetti (negativi e positivi), analizzare gli aspetti meno funzionali e quindi più critici per poter apportare delle trasformazioni. Inoltre, in questo colloquio è importante osservare e cogliere in quale misura le aspettative iniziali degli attori coinvolti siano state soddisfatte. Dunque, è in questo momento che l’operatore sociale svolge con la persona e/o con gli attori coinvolti dei colloqui di sostegno, ciò per seguire e sostenere tutti nel processo di raggiungimento degli obbiettivi che erano stati precedentemente concordati. La finalità di questi colloqui dunque, è riconducibile ad un monitoraggio da parte dell’operatore circa l’andamento del progetto educativo rinforzando la motivazione degli attori coinvolti attivando inoltre dei processi di sostegno bidirezionali.

In questo caso invece, il ruolo dell’operatore sociale è volto ad una maggiore apertura verso la riflessione critica riguardo all’andamento del percorso progettuale e in relazione alle modifiche e scelte eseguite nella fase precedente di progettazione, tenendo conto anche delle modalità messe in atto per il raggiungimento degli obbiettivi. Un’altra funzione del professionista in questo colloquio è quello di riuscire a far emergere le aspettative di ognuno che si sono costruiti fino ad ora, andando poi a modificare, se necessario, quelle disfunzionali rispetto ai cambiamenti che ci si aspetta. Oltre a queste funzioni, è necessario che questo colloquio possa far emergere lo stato attuale del percorso per costruire con gli funzioni, l’operatore in questi tipi di colloquio deve assumersi la responsabilità di garante nel rispettare le regole precedentemente concordate nella fase di progettazione. Quest’ultimo aspetto fondamentale richiede all’operatore un impegno, un’abilita e una grande attenzione al gestire contemporaneamente atteggiamenti di ascolto attivo, comprensione, sostegno, contenimento e critica (Maida et al., 2006).

Colloquio motivazionale

Il colloquio motivazionale segue la linea dei precedenti colloqui descritti, mirando ad un percorso di acquisizione di consapevolezza, responsabilità e con un incentivo verso il cambiamento. Dunque, il tema principale di questi colloqui è la spinta al cambiamento, il quale, molto spesso, è una delle problematiche principali quando si entra in una relazione d’aiuto. In questo senso l’obbiettivo principale, oltre al cambiamento, è quello di tracciare un percorso che possa essere evolutivo per la persona (Mori et al., s.d.). Nel dialogo che si crea tra i due (o più) attori coinvolti, vi è il rischio che, nell’affrontare le resistenze dell’utente, si vengano a creare dei blocchi comunicativi. Soprattutto nell’ambito delle dipendenze, il problema risale al fatto che la persona ha spesso un atteggiamento altalenante tra la piena adesione e il rifiuto stesso della presa a carico (Lugoboni et al., 2004).

In questo caso, questo colloquio ha riportato gli operatori sociali, a lavorare nuovamente su una visione centrale della persona, attraverso il non giudizio. Ciò riconducibile inoltre ad una delle caratteristiche fondamentali di questi colloqui, cioè la tolleranza, dove per l'appunto l’approccio è incentrato sulla persona in una maniera empatica, infatti la diversità di

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quest’ultime va vista come un valore. Un’altra caratteristica del colloquio motivazionale è la direzione attiva, che, come detto precedentemente è quell’aspetto che mira ad un cambiamento nella direzione auspicata dalla persona, dove l’operatore sociale ha come obbiettivo quello di facilitare la riuscita di questo cambiamento. L’ultimo spirito guida del colloquio motivazionale è la maieutica6, inteso proprio come metodologia e tecnica mirata a promuovere l’espressione di ciò che la persona porta all’interno di sé, rispetto alla problematica ma soprattutto a lui come persona. Infine, queste tre caratteristiche si può dire che rispecchiano tutt’oggi quella che è la tendenza della prevenzione terziaria, dunque della riduzione del danno (Guelfi et al., s.d.)

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