• Non ci sono risultati.

CAPITOLO 2 – IL CONSUMO IDRICO IN AGRICOLTURA

2.3. e Allocazione della risorsa acqua

Al fine di allocare la risorsa acqua si rivela essenziale formulare strategie efficienti per ottenere una maggiore produttività dell’acqua utilizzata, mantenendo e migliorando al contempo la qualità ambientale (Keller, 1996). Sprechi ed usi improduttivi devono essere individuati con cura per identificare potenziali risparmi. Devono essere implementati procedure allocative che aiutino a risolvere i problemi di equità e minimizzino i conflitti intersettoriali, in maniera da ottenere la maggior efficienza possibile nell’uso delle risorse e strutture disponibili.

Quando aumenta la competitività per l’accesso alle fonti di approvvigionamento, cresce l’esigenza definire con chiarezza come viene utilizzata la risorsa e come gli interventi di gestione influiranno sulla comunità di utenti. La metodologia di contabilità idrica può essere utilizzata per l’analisi degli usi irrigui, municipali, industriali ed ambientali ed evidenziare le relazioni intersettoriali.

Spesso la gestione idrica avviene in una ottica settoriale oppure ristretto ad un territorio in maniera incoerente con le dinamiche del flussi del bacino. Incrementi dell’efficienza d’irrigazione non sempre coincidono in un incremento della produttività a livello del bacino idrico complessivo. L’acqua persa dalle inefficienze non è persa se si considera un sistema di riferimento più ampio.(Keller,1995)

Come evidenziato prima, nell’ambito dell’analisi dell’allocazione dell’acqua viene fatta spesso la distinzione tra il consumo e prelievo dal ciclo idrico. Ad esempio Bos (1979) ha identificato chiaramente i percorsi di flusso in entrata e uscita da un sistema irriguo, dimostrando che l’acqua che ritorna ad un bacino idrico si rende disponibile per l’utilizzo nelle aree a valle. Sarà, quindi, soprattutto il livello di riutilizzo a determinare un incremento nell’efficienza dell’uso dell’acqua.

Le interazioni tra le diverse dimensioni delle analisi devono essere chiarite al fine di valutare gli obbiettivi di risparmio idrico complessivo.

La contabilità idrica funzionale ad una gestione sostenibile della risorsa richiede la redazione di bilanci idrici specifici, per la formulazione dei quali sarebbero richiesti nuovi metodi di misurazione delle acque ad uso agricolo. Infatti, spesso la misurazione avviene sui prelievi, ma per completare i bilanci si dovrebbero avere dati sui deflussi di drenaggio (Bos 1989). Le stime degli usi non consuntivi vengono raramente effettuate a livello dei sistemi irrigui e di bacino, portando a trascurare anche l’esatto consumo imputabile all’attività agricola. In questo ambito un punto critico del processo contabile sono le stime delle quantità evaporate e traspirate dalle colture, che aumentano con l’ingrandirsi della dimensione di riferimento.

2.3.f Colture e bilancio idrico

Una riduzione del contenuto idrico nel suolo provoca una riduzione della quantità di acqua assorbita dalla pianta che non sarà più sufficiente a bilanciare le perdite per traspirazione determinando, pertanto, una riduzione del contenuto idrico dei tessuti (deficit idrico). In termini agronomici la carenza di acqua nella pianta determina complessivamente una riduzione dell’attività vegetativa, della produttività e della qualità dei prodotti.

Mentre la maggior parte di un principio nutritivo qualsiasi viene trattenuto dalla pianta che l'ha assorbito, la caratteristica saliente dell'acqua è il suo continuo fluire, a senso unico, dal terreno attraverso le radici, lungo il fusto e fino alle superfici fogliari, diffondendosi, poi, come vapore nell'aria attraverso gli stomi.

I fabbisogni idrici dell’irrigazione dipendono fondamentalmente dal clima, dalle caratteristiche proprie delle colture, del tipo di suolo e dell’efficienza del sistema irriguo utilizzato (Cob, 1998). La formulazione delle tecniche e metodologie di determinazione di queste componenti sono fondamentali non solo per l’analisi di efficienza irrigua ma anche per la distinzione tra usi consuntivi e non.

Negli anni ’70 la FAO ha sviluppato una metodologia per la determinazione delle necessità idriche dell’irrigazione che prevede :

- Il calcolo dell’evapotraspirazione delle colture (ETc); costituisce il

fabbisogno idrico lordo delle colture per il loro sviluppo ottimale e rappresenta la quantità d’acqua che deve essere presente nella zona radicale necessaria a soddisfare le esigenze nutrizionali del vegetale ed a compensare le perdite dovute all’evaporazione ed alla traspirazione; tale misura si determina in funzione del clima, il cui effetto si ingloba nel concetto dell’evapotraspirazione di referenza (ET0), ed in funzione delle caratteristiche proprie della coltura, effetto

che si ingloba nel concetto di coefficiente della coltura (Kc)

- Il calcolo del fabbisogno idrico netto delle colture (NHn): costituisce la

quantità d’acqua che si deve apportare attraverso l’irrigazione; per calcolare NHn, si sottrae dal ETc la quantità d’acqua apportata

attraverso la precipitazione effettiva (PE) rappresentato dalla frazione di precipitazione che contribuisce a soddisfare la ETc della coltura.

- Il calcolo del fabbisogno lordo d’acqua per l’irrigazione delle colture (NRb): rappresenta la quantità d’acqua che il sistema irriguo deve

provvedere nel campo perché, scontato le perdite d’acqua dovute ad inefficienze del sistema d’irrigazione, la quantità d’acqua che effettivamente si immagazzina nella zona radicale sia uguale alle NHn

della coltura.

Per la determinazione dell’ ETc si può operare con il cosiddetto approccio a

“due fasi” secondo le indicazioni del Quaderno 56 della FAO (Allen 1998). All’evapotraspirazione di riferimento ET0, una volta calcolata, si applica un coefficiente colturale (Kc) che ingloba e sintetizza tutti gli effetti sull’evapotraspirazione legate alle caratteristiche morfo-fisiologiche delle

diverse specie, alla fase fenologica, al grado di copertura del suolo, che le rendono differenti dalla coltura di riferimento.

Il risultato del calcolo è rappresentato perciò dal semplice prodotto dei due termini, vale a dire:

I valori calcolati con tale metodo devono intendersi come consumi massimi possibili per piante coltivate su superfici ampie, indenni da parassiti ed in condizioni ottimali di fertilità e disponibilità idrica.

Attraverso questi dati si possono individuare i fabbisogni idrici relativi a ciascuna fase fenonologica della pianta al fine di intervenite con interventi irrigui mirati.

Figura 2.4 Andamento del Kc di una coltura erbacea tipo nelle varie fasi fenologiche.

Fonte FAO (1998)

La relazione tra fabbisogni d’acqua per una produzione ottimale e la valutazione dell’acqua necessaria per l’irrigazione pone le basi per gli studi di efficienza dei consumi idrici in agricoltura.

Le funzioni di produzione acqua/colture (crop water production functions) descrivono, spiegano, e predicono i livelli di prodotto a partire da un determinato livello di apporto d’acqua. In base a queste funzioni sono stati sviluppati modelli di simulazione (es CROPWAT) in grado di combinare i diversi parametri coinvolti (umidità suolo, clima, caratteristiche colture, ...) e di indicare la quantità ed il momento per l’apporto dell’acqua irrigua al fine di

ottimizzare il consumo idrico per una determinata produzione. Questi strumenti mirano anche ad integrare le informazioni necessarie alla previsione delle risposte degli agricoltori a diverse politiche di gestione dell’acqua (elasticità della domanda irrigua), ed informare i decisori privati o pubblici riguardo l’irrigazione delle colture (livello consumi).

Ciononostante a tutti livelli di analisi vi è una mancanza di dati rilevati e di strumenti d’implementazione delle metodologie preposte.

Mentre nel campo della contabilità finanziaria esistono procedure standard e di ampio consenso, ciò non si verifica in materia di acqua. Questa materia è in rapida evoluzione e mira alla identificazione degli strumenti per migliorare i criteri di allocazione, ottenere un risparmio della risorsa ed incrementi di produttività.

Una riallocazione delle destinazioni d’uso così individuate è fondamentale per contrastare il prelievo eccessivo o illegale di acque irrigue e la salinizzazione dei terreni irrigati (van Schilfaarde 1990,Kijne 1988).

Come menzionato in precedenza, tali analisi non possono prescindere dall’adozione di una prospettiva che considera il ciclo idrico come un sistema ecologico funzionale. Infatti, anche la qualità dell’acqua gioca un ruolo fondamentale nel consumo e nella produttività. Nel sistema di contabilità idrica, quindi, si devono includere i consumi per l’inquinamento, in particolar modo in bacini dove le acque siano state già tutte assegnate e quindi per aumentare le disponibilità spesso non sono sufficienti incrementi del riutilizzo e la diluizione è impossibile (Kijne, 2003; Molden, 1997).