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CAPITOLO 3 CONTABILITÀ E TARIFFAZIONE DELL’ACQUA IRRIGUA In riferimento alle problematiche evidenziate ed al quadro normativo

3.3 Il calcolo del costo della fornitura

Per l’analisi della gestione e dei costi inerenti l’acqua irrigua è imprescindibile caratterizzare le procedure di fornitura della risorsa (Caballer, 1998).

Si deve distinguere tra le acque superficiali e sotterranee, oltre la possibilità di considerare anche le acque riciclate e desalinizzate. Come esposto prima, le acque superficiali sono state considerate per molto tempo come una risorsa libera e di gestione pubblica o semi pubblica, caratterizzata da prezzi di fornitura relativamente bassi, vincolati fondamentalmente ai costi di mantenimento di una opera pubblica.

Le acque sotterranee invece sono sempre state considerate come bene economico gestito da privati, ed i costi vincolati tanto all’investimento in

infrastrutture quanto ai costi di energia elettrica, mano d’opera e distribuzione sono stati contabilizzati dalle aziende irrigue stesse.

3.3.a Struttura di calcolo della fornitura delle acque superficiali.

Indipendentemente della ripercussione dei costi di fornitura dell’acqua sulle imprese agricole (tariffa reale quando coincide con il costo di fornitura) o la concessione a basso prezzo da parte della pubblica amministrazione agli agricoltori (tariffa sovvenzionata), il contributo per l’acqua superficiale per l’irrigazione si può realizzare attraverso il calcolo dei costi sostenuti:

• ammortamento della opera idraulica

• ammortamento dei canali irrigui per la distribuzione dell’acqua dagli invasi o fiumi alle parcelle

• mantenimento delle strutture • manodopera

• amministrativi • energia

questi costi operativi sono contabilizzati come :

costi fissi: (ammortamento e mantenimento) comprendono i costi indipendenti dal volume d’acqua utilizzata. Generalmente, nel caso di investimento pubblico, questi costi sono riconosciuti come “canone di concessione” dell’acqua

costi variabili: comprendono i costi del personale e mano d’opera (amministrazione, vigilanza e mantenimento), costi energetici (energia elettrica, comustibili e lubrificanti) necessario per la elevazione dell’acqua e spese generali ( telecontrollo o gestione emergenze..).

I costi fissi si distribuiscono come costo unitario per metro cubo.

Le quote di ammortamento si calcolano mediante la formula di ammortamento finanziario, il che implica accettare i seguenti presupposti:

• includere l’ammortamento tecnico, gli interessi della inversione viva • che la durata dell’investimento sia la stessa della durata di un prestito,

quando si tratta di finanziamento esterno

• che il costo di opportunità del capitale proprio equivalga questo tipo di interesse

• che il valore residuale sia zero

Il costo di mantenimento generalmente si calcola come percentuale del valore delle installazioni.

Tra i costi variabili ha la maggiore incidenza l’energia elettrica che dipende dal prezzo dell’energia.

Per i costi di manodopera, amministrazione, ed altri non esiste informazione sufficiente per stabilire criteri generali e sono differenti per ciascun caso.

3.3.b Effetti dell’energia elettrica sui costi dell’acqua

La domanda d’acqua irrigua non è uniforme nel corso dell’anno ma ha una struttura stagionale di consumo fortemente relazionata alle condizioni meterologiche, capacità di stockkaggio e tipologia di terreno, necessità idriche delle colture ed estensione della zona irrigua.

Questo aspetto viene studiato in dettaglio per L’Associazione Nazionale delle Bonifiche e dell’Irrigazione da Visentini e Linoli (1993). Questo studio evidenzia che i costi di fornitura irrigua variano sensibilmente e risulta più alto nel Centro-Sud e zone insulari, rispetto ad altre zone. Questo è dovuto a fattori come:

• maggior fabbisogno idrico

• maggiore estensione delle infrastrutture

• minore estensione delle zone irrigate attraverso i Consorzi di Bonifica • maggiore diffusione di sistemi di elevazione delle acque, sia per la

distribuzione in canali a pelo scoperto che per sistemi irrigui in pressione.

Ferrarese e Merlo (Caballer, 1998) riportano nel loro studio sui sistemi irrigui in Veneto, che l’incidenza dei costi possono variare molto, come ad esempio nel caso del Consorzio Medio Astico Bacchiglione, dove le spese di vigilanza incidono per il 70%, oppure nel caso del Consorzio Pedemontano Brenta- Citadella l’energia elettrica incide il per il 65% sui costi totali e per l’intera regione l’incidenza dei costi di manodopera, mediamente sul 50%, mostra valori estremi che variano da 8% al 90%.

La struttura della domanda irrigua influisce si costi operativi a causa della variabilità delle tariffe elettriche, distinte in ore di basso ed alto costo a seconda dell’andamento della domanda nella ore del giorno.

Non sempre è possibile attuare un comportamento di minimizzazione del costo energetico perchè le ore di funzionamento del sistema irriguo sono in stretta relazione alla giornata di lavoro agricolo, specialmente quando il sistema necessita di manodopera per l’azionamento del sistema irriguo o si adotta un sistema d’irrigazione localizzato non sufficientemente automatizzato.

Se gli agricoltori applicassero un criterio di minimizzazione dei costi mediante la scelta delle ore di funzionamento, questo produrrebbe due effetti opposti, da un lato il maggior utilizzo delle installazioni genererebbe economie di scala e pertanto diminuirebbe l’incidenza dei costi fissi; invece, la concentrazione della domanda comporterebbe un aumento del consumo elettrico nelle ore ‘basse” tale, da aumentare il costo medio dell’energia. Quindi, per “ottimizzazione dell’uso delle infrastrutture irrigue” si deve intendere la minimizzazione del costo totale ( fissi ed energetici).

Si può calcolare il valore dell’acqua irrigua superficiale a partire dai costi totali per l’investimento dell’opera pubblica.

Questa analisi si articola mediante la valutazione di:

• importo all’anno zero dei costi preventivati per l’implementazione della struttura,

• guadagni eventualmente ottenuti dalla generazione di energia elettrica (nel caso della creazione di un invaso)

• spese di mantenimento ed installazione della diga • consumo elettrico per la distribuzione alle parcelle

come variabili del calcolo del prezzo minimo al quale l’investimento risulti attuabile (generalmente si utilizza il VAN e R...).

3.3.c Calcolo del costo di fornitura dell’acqua sotterranea

Al contrario di quello che generalmente avviene per le acque superficiali, l’elevazione di acque dalle falde sotterranee avviene per iniziativa imprenditoriale degli agricoltori. Questa può essere individuale o quando si tratta di zone agricole più estese che raggruppano diverse aziende agricole di piccole dimensioni che si associano per fare un progetto irriguo mediante la costituzione di una società civile, una cooperativa, una società agraria di trasformazione o società senza scopo di lucro.

Il progetto consiste in una perforazione sotterranea, installazione di una struttura di pompaggio e rete di trasporto fino alle parcelle. Nel caso di una iniziativa individuale si può ipotizzare la vendita dell’acqua disponibile in “eccesso” ad un determinato prezzo; nel caso dell’iniziativa associativa sarà l’ente costituente a decidere i criteri di utilizzo tra i soci partecipanti. I costi coinvolti nel progetto si articolano in :

spese di implementazione

• studi idrogeologici preventivi • prospetto

• perforazione • tubature

• sviluppo e perforazione dell’impianto

• installazione delle strutture di elevazione e reti elettriche • spese generali spese operative: • ammortamenti • energia elettrica • manodopera • spese generali • riparazioni e mantenimento