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CAPITOLO – 6 OBBIETTIVI DELLA RICERCA

1. Analisi della domanda potenziale

Nel progetto sono state stimate le domande potenziali che potrebbero essere generate in futuro per il consumo d’acqua urbana, industriale, agricola, zootecnica e ludica nella zona. In questo come in molti altri casi, il termine “domanda” è stato utilizzato impropriamente. Nella scienza economica, infatti, il concetto di domanda prevede il confronto tra l’interesse a disporre della risorsa in questione ed il costo che tale disponibilità comporterebbe. Nel caso analizzato, la “domanda” indica solo il livello di richiesta idrica senza il confronto con la spesa corrispondente ai futuri beneficiari.

Secondo il progetto in questione, i Sindacati e Comuni della zona mirano ad uno sviluppo industriale medio, che necessita di una portata regolare e costante d’acqua. Attualmente tale portata non può essere garantita dalle acque superficiali e sotterranee esistenti ed i promotori del progetto sostengono che questo sia uno dei principali problemi che trattengono gli industriali dall’investire nella zona.

La prima versione del progetto, oltre alla priorità industriale, prevedeva una crescita delle aree urbane, agricole e zootecniche, tale da risultare in una aspettativa di domanda complessiva molto consistente, come mostrato in tabella 1.

Tabella 1. Prospettiva di domanda idrica complessiva del progetto del 2001

Domanda urbana 0,076 m3/s

Domanda industriale 0,385 m3/s Domanda allevamenti 0,0284 m3/s

Domanda agricola 0,476 m3/s

Domanda totale 0,965 m3/s (30,44 hm3/año)

Inoltre nel progetto si prospettava una riserva strategica per possibili usi ludici di 0,1 m3/s.

Il progetto del 2001, ipotizzava tre diverse strategie d’implementazione di una infrastruttura corrispondente a diversi livelli di prelievo e distribuzione delle acque: nel primo non si considera l’incremento d’uso irriguo (opzione 1), mentre negli altri due si include la crescita della domanda agraria (irrigazione ulivi), differenziandosi per le soluzioni tecniche di costruzione dell’infrastruttura (Opzione 2 e 3).

Nella successiva versione del 2005 si prevedeva uno scenario soltanto, che non considerava nè la domanda irrigua per ragioni economiche, nè la domanda ludica perchè ingiustificata, confermando le conclusioni tratte dallo studio della prima versione del progetto. Infatti, nella prima analisi, sebbene il progetto contenesse uno studio tecnico per la determinazione delle dotazioni idriche potenziali dell’agricoltura nella zona in previsione di una estensione delle superfici irrigue, mancava uno studio socioeconomico per la individuazione delle reali condizioni in cui il consumo si sarebbe articolato. Dalle indagini svolte si è potuto dimostrare che in nessun caso sarebbe stato possibile per i futuri beneficiari pagare una tariffa per l’acqua irrigua che rispecchiasse in maniera realistica i costi di fornitura dell’acqua risultante dal progetto per mancanza sia di dinamismo impresariale, che di razionalità economia (reddito).

Per quanto riguarda la domanda per scopi ludici, le quantità previste (stimata più di 3 milioni di m3/anno, 329 l/hab/gg) supera quella urbana totale, oltre al fatto che normalmente gli standard di uso urbano (250l/hab/gg) sono già leggermente sovradimensionati perchè includono utilizzi ludici urbani come piscine, fontane e simili.

Per ragioni di sintesi verranno esposti soltanto i commenti relativi alle parti più significative e presenti sia nella prima che nell’ultima versione del progetto. La domanda prevista, quindi, è stata modificata nel seguente modo:

corrispondenti del progetto del 2001

2001 2005

Domanda urbana 2,4 Hm3/anno 1,2 Hm3/anno

Domanda industriale 12,2 Hm3/anno 4 Hm3/anno

Domanda zootecnica 0,8 Hm3/anno 0,6 Hm3/anno

1.1 Domanda urbana

Nel primo progetto si suppone una crescita regolare della popolazione con un fattore di 1,675 per un periodo di 15 anni.

Nel secondo progetto si specifica che nel 2004 nella zona vivono 15 255 abitanti e la fornitura idrica viene dimensionata per un incremento del 40% in 10 anni.

Secondo la nostra opinione tale tendenza non è giustificata dall’evoluzione storica della zona, che nell’ultima decade ha registrato una diminuzione sistematica della popolazione (7-8 hab/km2) e non vi sono piani di sviluppo per infrastrutture e servizi che sosterrebbero una simile crescita. Raggiungere nuovamente la numerosità della la popolazione presente nel 1986 supporrebbe un aumento del 10%, e quest’ultima prospettiva ci sembra più realistica.

Per il dimensionamento dell’opera nel progetto si sono utilizzate le aspettative di domanda nel loro complesso invece di considerare gli incrementi di domanda previsti oltre ai fabbisogni già soddisfatti dall’attuale fornitura. Questo errore conferisce in partenza già un notevole sovradimensionamento dei fabbisogni da coprire mediante il trasferimento. Infatti, se la domanda attuale stimata è di 0,045 m3/s, l’incremento della domanda urbana sarebbe di 0,031 m3/s. Sarebbe corretto indicare questa entità per definire la portata da

fornire mediante le acque trasferite e non 0,076 m3/s come indicato dal progetto.

Le dotazioni urbane utilizzate in entrambi i progetti ( 250 l/hab/gg ) riflettono i dati medi proposti dal Piano Idrico Nazionale spagnolo per popolazioni inferiori a 10 000 abitanti. Ciononostante appare importante notare che queste entità includono gli usi industriali connessi alla rete urbana, gli usi commerciali, irrigazione di giardini e perdite della rete. Il solo consumo domestico della zona è calcolato intorno ai 150 l/hab/gg e nel progetto gli usi industriali sono riportati con una voce a se stante.

Se si considerano insieme gli usi urbani ed industriali la dotazione totale raggiunge 1500 l/hab/gg, mentre nelle zone dove gli usi industriali sono maggiori, le domande urbano/industriali non superano i 600 l/hab/gg. In questo progetto quindi le dotazioni sono più che duplicate.

Inoltre, specialmente nel caso di domande di tipo urbano, è essenziale indicare la qualità delle acque in oggetto di studio. Secondo i dati ufficiali dell’Autorità di Bacino dell’Ebro (Confederación Hydrografica del Ebro), l’acqua che si prospetta di utilizzare (Escatrón - Mesquinenza) è di bassa qualità (categoria A3 della classificazione EU) ed altamente salina. Ad

esempio, l’acqua che s’intende trasferire ha una salinità media di 1500 µS/cm, raggiungendo valori più alti in estate (2000 µS/cm), mentre il massimo livello raccomandato dall’EU per le acque potabili è di 1000 µS/cm.

Nel progetto sarebbe, quindi, stato necessario prevedere una depurazione per la potabilizzazione, con un costo del trattamento nell’ordine di 0,15 €/ m3 (nanofiltrazione), oltre agli investimenti necessari per la costruzione di un impianto di depurazione per ciascun comune. Un’altra opzione sarebbe stata quella di mescolare le acque provenienti dal fiume Ebro con quelle attualmente utilizzate, di qualità superiore. Questo, evidentemente, avrebbe portato un forte aumento delle tariffe per gli utenti oppure una minore qualità delle acque potabili nella zona.

È utile precisare che gli usi urbani richiedono portate basse ma di alta qualità che potrebbero essere garantiti, oggi e nel futuro, a partire da altre fonti disponibili nella zona come Cueva Foradada, Santolea, Calanda ed altre.

1.2 Domanda industriale

Nel progetto del 2001 si prevedeva un consumo per l’impianti industriali di tipo non pesante di 200 m3/hab/gg, distribuito su 166,35 Ha di suolo industriale. Non sono state riportate informazioni in merito alle tipologie d’impresa che si potrebbero realmente instaurare, ma dallo studio delle dotazioni previste si evince che corrispondono ai valori dei processi produttivi più idroesigenti. Infatti, nella versione del progetto del 2005 questa ipotesi viene confermata poichè si applica un criterio di consumo di 10,96 m3 /hab/gg per attività d’impresa non definite, ed una domanda aggiunta finalizzata specificamente ad una industria di produzione di carta di 0,090 m3/s (2,8 m3/anno), distribuito su 316,17 ha di suolo industriale. Questi dati dimostrano che il solo complesso di fabbricazione di carta costituisce il 70% della domanda industriale ed il 48% della domanda totale, confermando il sospetto che il progetto di trasferimento delle acque dal fiume Ebro fosse giustificato principalmente per l’instaurazione di tale attività industriale. Le industrie di produzione della carta possono essere di diverso tipo, ma basandosi sulle portate previste si può dedurre che si tratta di un impianto che non prevede il riciclo interno delle acque.

Anche per la domanda industriale non sono state riportati studi sugli effetti della qualità dell’acqua fornita sui possibili utilizzi. Ad esempio, il livello qualitativo basso delle acque non permetterebbe l’instaurarsi di industrie di trasformazione agro-alimentare.

Il progetto (sia 2001 che 2005) non tiene conto del fatto che le emissioni inquinanti che le industrie ad alto consumo idrico possono influire negativamente sulla qualità degli altri corpi idrici presenti nella zona, come il fiume Martín o Gadalope, che hanno una qualità delle acque di categoria superiore (A2). Come verrà specificato in seguito, questo potrebbe essere un altro fattore limitante poichè potrebbero essere trasgredite le normative della Direttiva Quadro sulle Acque, molto esigenti su questo aspetto.

1.3 Domanda zootecnica

Per la domanda zootecnica il progetto ipotizza un aumento delle attuali produzioni tale da triplicare il numero di animali in un orizzonte di 15 anni. Attualmente, gli allevamenti più diffusi sono di suini e di ovini. I prodotti di maggiore valore generati da queste zootecnie sono il Prosciutto di Teruel (500.000 unità /anno) e l’agnello di Aragón. Analizzando la situazione attuale, difficilmente il settore zootecnico potrà avere in un futuro così prossimo uno sviluppo tanto intenso; Infatti, per quanto riguarda gli ovini le produzioni stanno diminuendo, non solo per le limitazioni del mercato, ma anche per la mancanza di giovani che si occupano di tale attività.

Anche per quanto riguarda il settore suinicolo si è registrato un calo delle produzioni dovuto alle influenze sul mercato dei nuovi Stati Membri dell’UE (minori costi per la manodopera, minori preoccupazioni per la protezione dell’ambiente, modernizzazione delle strutture produttive con fondi strutturali, ...). La regione vicina di Valderrobes costituisce un esempio significativo delle difficoltà locali del settore in quanto caratterizzata da diversi allevamenti intensivi di suini che hanno subito un arresto delle espansioni produttive a causa della saturazione del mercato. Nella regione di Valderrobes oggi si punta all’incremento qualitativo dei prodotti e non all’aumento dei capi allevati. Non vi sono dati che giustifichino prospettive di sviluppo di altre tipologie di produzioni zootecniche tali da giustificare incrementi significativi della domanda idrica.