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L E ALTE VALLI DEL S ELE E DELL ’O FANTO I CENTRI N ORD LUCAN

P ONTE DI F ERRO

II.5 L E ALTE VALLI DEL S ELE E DELL ’O FANTO I CENTRI N ORD LUCAN

Le popolazioni che abitano la alte valli del Sele e dell’Ofanto, sulle sponde opposte rispetto alle genti di Oliveto-Cairano, afferiscono alla c.d. cultura nord-lucana. I siti principali occupano un’ampia porzione di territorio all’interno della Penisola, divisa oggi tra le province di Salerno e Potenza1. Sui limiti da assegnare all’area nord-lucana non sempre si è concordi, cioè è

dovuto anche allo stato frammentario delle conoscenze archeologiche e delle pubblicazioni. Non ci sono dubbi sull’appartenenza dei siti più occidentali: Roscigno, alle pendici degli Alburni2; Atena Lucana al centro del c.d. vallo di Diano, la parte più alta della Valle del

Tanagro3; Buccino, sempre nella valle del Tanagro quasi alla confluenza col Sele4; Baragiano e

Satriano all’interno della regione5; Ruvo del Monte nell’alta valle dell’Ofanto6. A questi siti,

alcuni studiosi aggiungono anche S. Angelo a Fasanella dove non si sono tenuti scavi regolari ma da dove provengono materiali sporadici pertinenti alla cultura nord-lucana7.

Figura 1- Posizionamento dei siti OC (in rosso) lungo le valli del Sele e dell'Ofanto

1 Sul comprensorio in generale: BOTTINI 1986A, pp. 171-237; 1986B, pp. 157-166; 1989, pp. 161-179; 1999A;

D’AGOSTINO 1989, pp. 191-246; 1999, pp. 25-57; TAGLIENTE 1999A, pp. 391-418; 1999B, pp. 13-21; HORSNÆS 2002.

2 Da ultimo FERRARA 2014. 3 Da ultimo TARDUGNO 2014. 4 Da ultimo VITA C.D.S.B.

5 RUSSO,DI GIUSEPPE 2008; OSANNA,VULLO 2013 con bibliografia precedente. 6 BOTTINI 1981;SCALICI 2011.

156 M. Osanna aggiunge all’elenco i

centri di Ripacandida, Barrata, Vaglio, Cancellara e Oppido Lucano8. Secondo M. Di Lieto,

afferiscono a questa cultura anche i siti di Tolve e Tricarico9.

Nelle prime pubblicazioni veniva annoverato anche il sito di Banzi che oggi viene ritenuto unanimemente di cultura Daunia10. Il punto di vista di chi

scrive è leggermente differente

da quello degli altri studiosi ed è rappresentato nella figura 1. Sembra di poter distinguere due grandi aree: una occidentale (in rosso alla fig. 1), che occupa il settore a ridosso degli appennini, ed una orientale (in giallo alla fig. 1) affacciata sulle alte valli dei fiumi Bradano e Basento. La distinzione si basa soprattutto sul tipo di vasellame utilizzato e sul modo di decorarlo: i centri della zona occidentale producono una ceramica depurata dipinta con motivi geometrici al quale è stato dato il nome di “Ruvo-Satriano class”11; nell’area orientale

questa classe è poco attastata ed è invece più frequente una produzione nota come “Oppido

ware” (fig. 2)12. Benché le due classi abbiano molti punti in comune, vi sono dei caratteri di

forte differenziazione come il mancato utilizzo in area orientale della forma della nestorìs che, al contrario, appare centrale nel costume funerario della parte occidentale13. Infine, nei centri

di Ripacandida e Banzi appaiono dei caratteri misti, tra il patrimonio formale e decorativo nord-lucano e quello daunio. Nel centro di Ripacandida sembra più sensibile l’elemento nord- lucano, a Banzi quello daunio. In entrambi i siti non viene prodotta la forma della nestorìs, sostituita dall’olla daunia14.

Il gruppo che definiamo “nord-lucano” si differenzia dai gruppi stanziati nei territori circostanti per due caratteristiche fondamentali: il rito funerario, che prevede la deposizione degli inumati con le gambe flesse, supino-retratta o rannicchiata, e una locale produzione di

8 OSANNA 2014. 9 DI LIETO 2007A.

10 OSANNA,SERIO,BATTILORO 2007. 11 YNTEMA 1990; SCALICI C.D.S.D. 12 YNTEMA 1990.

13 SCALICI 2013B; C.D.S.D.

14 CIRIELLO 2007;SETARI 1998-1999;HEITZ 2015; C.D.S.

Figura 2- Cantaroidi delle diverse produzioni locali (da SCALICI

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Figura 3- Principali forme della produzione Ruvo-Satriano (da SCALICI C.D.S.D.)

vasi matt-painted (fig. 3). La prima caratteristica li accomuna alle società che abitano, durante gli stessi secoli, il SE della Penisola, Dauni, Peuceti e Messapi, e li differenzia dai gruppi che abitano più a N e più a S, Oliveto-Citra ed Enotri. La produzione di ceramica matt-painted con caratteri locali inizia, in area nord-lucana, nella seconda metà del VII sec. a.C.; prima di questa data si segnala una significativa presenta di tipi ceramici pertinenti alla tradizione della costa ionica15. Il periodo più antico è rappresentato per lo più da frammenti in giacitura secondaria,

da poche deposizioni funerarie e dai livelli più profondi dei rari contesti abitativi noti16. Due

tombe scoperte nel 1988 dall’Istituto Universitario “Orientale” di Napoli nel sito di Torre di Satriano non mostrano ancora nei corredi i segni caratteristici della successiva produzione vascolare: della T 1, completamente sconvolta, si è potuto recuperare solo un cantaroide d’impasto che trova confronti nei territori a N del Sele e dell’Ofanto fino in area etrusco- laziale; la T 2, meglio conservata, presentava l’inumato deposto in posizione rannicchiata, accompagnato da un’olla geometrica su alto piede fenestrato, con anse a maniglia e apofisi a

15 COSSALTER,OSANNA 2007; BRUSCELLA 2008; OSANNA 2015. 16 CAROLLO,OSANNA 2008.

158 bottone, una cuspide di lancia in ferro con immanicatura a cannone e punta foliata, una fibula in bronzo di tipo siciliano ed un cantaroide d’impasto simile a quello della T 1 (fig. 4). L’associazione dei materiali del corredo suggerirebbe una collocazione nella prima metà dell’VIII sec. a.C. ma l’olla geometrica potrebbe abbassare la datazione17.

In anni recenti, le indagini della Scuola di Specializzazione di Matera nel sito di Torre di Satriano, dirette da M. Osanna, hanno notevolmente incrementato le conoscenze sul popolo nord-lucano in particolare sui contesti abitativi. Due differenti residenze, pertinenti a gruppi di alto rango, sono state portate alla luce alle pendici dell’altura dove, dal IV sec. si svilupperà la città di Satrianum. La più antica è una capanna a pianta rettangolare absidata (fig. 5), che si estende

su una superficie di mq 200 ca. (m 22 x 12). Nell’edificio è stato possibile individuare due diverse fasi di vita: la più antica si riferisce all’avanzato VIII e alla fine del VII sec. a.C., mentre la seconda è databile entro il primo trentennio del VI sec. a.C.

Successivamente l’edificio, parzialmente obliterato da una sepoltura, non viene più rioccupato18. Durante la seconda

fase, la struttura con elevato, in

pisé, si imposta su uno zoccolo di

17 COSSALTER,OSANNA 2007, pp. 108-109.

18 OSANNA,CAROLLO,COLANGELO 2009; OSANNA ET AL. 2011.

Figura 4- Torre di Satriano, T 2/1988 (da COSSALTER,

OSANNA 2007)

Figura 5- Torre di Satriano, la Residenza ad abside (da OSANNA,