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I VERBI LESSICALI ITALIAN

2.1. La Grammatica Lessico Funzionale

2.1.1. Alternanza argomentale e classe di verb

La struttura argomentale di un verbo è universale, mentre il modo con cui i ruoli tematici si realizzano sintatticamente nelle funzioni comuncative è specifico di ogni lingua. Come si legge in Dalrymple «grammatical functions are realized at the level of constituent structure in a variety of ways, as required by particular languages: in some languages, grammatical functions are associated with particular phrase structure positions, while in other languages, grammatical functions may be signaled by particular kinds of morphological marking on the head or on the argument» (2001: 28). L’analisi dei ruoli argomentali del verbo ha come riferimento il concetto di valenza che «viene definita in relazione non solo ai concetti di costituenti e di ruoli tematici, ma anche, e innanzitutto, alle funzioni grammaticali» (Schwarze 2009: 105). Il concetto di valenza pertanto coinvolge tutte e tre le strutture della frase.

Uno stesso verbo, dal punto di vista della struttura-a, può avere diverse valenze in base al significato e al contesto comunicativo in cui compare. Significato e contesto comunicativo dunque concorrono a determinare il numero e il ruolo degli argomenti di ciascun predicato verbale.

Partendo da una classificazione basata sul numero di argomenti richiesti dai verbi, si distinguono:

– verbi ad argomento zero9 (verbo < >) come piovere, nevicare;

verbi monoargomentali (verbo <x>), come parlare, cadere;

verbi biargomentali (verbo <x, y>), come prendere, andare;

verbi triargomentali (verbo <x, y, z>), come dare, ricevere;

– verbi tetraargomentali (verbo <x, y, z, j>10 come saltare, passare.

Alcuni verbi hanno argomenti variabili (Prandi 2006: 107) che dipendono dal significato assunto; per esempio il verbo cedere con il significato di «crollare» ha un solo argomento («il ponte ha ceduto»), oppure con il significato di «dare, concedere» ha tre argomenti («ho ceduto il posto a Marco»). Se uno stesso verbo ha più significati e consente l’alternanza argomentale, può appartenere allo stesso tempo a più classi (Jezek 2003; Schwarze 1988, 2009; Vanelli 2010). In generale dunque per determinare la struttura argomentale di un predicato verbale è necessaria un’analisi basata sul contesto situazionale specifico, «una metodologia di analisi integrata tra sintassi, semantica, pragmatica e fonologia piuttosto che una priorità sintattica per identificare gli argomenti

e i circostanziali11 nei contesti in cui occorrono» (Mereu 2011: 775). Esistono diversi

test in grado di distinguere un argomento da un AGG12, tuttavia i casi di ambiguità sono

numerosi e i risultati dipendono anche dalla prospettiva con cui vengono osservati. Tuttavia, determinare la configurazione corretta del quadro argomentale di un verbo non è sempre facile in quanto è necessario distinguere tra ciò che è argomento e ciò che è un AGG. L’AGG, a livello sintattico, è definito come «an ‘optional element’, while a

complement13 is an ‘obligatory’ element» mentre, a livello semantico, «an adjunct

‘modifies’ the meaning of its head, while a ‘complement’ completes the meaning of its head» (Dowty 2000: 1). Secondo il quadro teorico di riferimento della GLF, la distinzione tra argomento e AGG è riscontrabile nelle tre strutture (argomentale, funzionale e dei costituenti) come segue:

in the lexicon and at a(rgument)-structure, the lexical entry contains information about arguments only. At f(unctional)-structure, the classification of functions is partly based on whether they are arguments or adjuncts. At c-structure, arguments are typically attached closer to the verb than adjuncts» (Needham, Toivonen 2011: 5).

10 Sono verbi che richiedono oltre al SOGG anche un OGG e due argomenti retti da preposizione, per esempio il verbo

spostare nella frase «Pietro ha spostato il libro dalla libreria alla mensola. Nel presente lavoro non verranno presi in

esame i quadri tetraargomentali.

11 I circostanziali sono chiamati AGG nel quadro teorico della GLF.

12 Per una rassegna sui principali test per la disamina tra argomenti e AGG, si veda, in ambito GLF, Needham,

Toivonen (2011).

La puntuale individuazione del quadro argomentale di un predicato verbale risulta essere cruciale per la presente ricerca, prima di tutto nella fase di classificazione dei diversi tipi di verbi e, in seguito, per osservare come gli apprendenti stessi attribuiscono le funzioni agli argomenti dei verbi.

I verbi possono realizzarsi sintatticamente nelle dimensioni transitiva e intransitiva e, come più volte affermato, possono avere un certo numero di argomenti obbligatori; tuttavia il numero di argomenti può anche variare a seconda del contesto comunicativo in cui i verbi compaiono. Per esempio i verbi transitivi possono essere biargomentali o triargomentali (chiamare <x, y>, dare <x, y, z>) e i verbi intransitivi possono essere monoargomentali (arrivare <x>), ma anche biargomentali (andare, abitare <x, y>). Pertanto l'analisi del quadro argomentale dei verbi sarà strettamente collegata al contesto semantico in cui compaiono. Infatti prendendo come esempio il verbo leggere, esso potrà essere usato come verbo intransitivo monoargomentale (cfr. Tab. 3, es. 1), ma anche come verbo transitivo biargomentale (cfr. Tab. 3, es. 2). «Il fatto che un dato lessema possa entrare in diversi quadri funzionali – con identica forma e identico significato lessicale – può essere spiegato in gran parte con regole lessicali che alterano la valenza, denominate dalla GLF «operazioni morfolessicali» (Bresnan 2001: 315). Tali regole riguardano per esempio il mutamento semplice della valenza, la passivizzazione e la riflessivizzazione» (Schwarze 2009: 136). Si possono avere, dunque, fenomeni di

riduzione, come nel caso dei «riflessivi» (cfr. Tab. 3, es. 5)14, o di soppressione di

argomenti, come nel caso della costruzione passiva (Schwarze 1988, 2009).

Nel presente lavoro – conformemente ad alcuni studi (Jezek 2003; La Fauci 2009) – si distingue tra verbi e costruzioni verbali. Si usa il termine «verbo» quando il lemma di base è listato nel dizionario, si usa il termine «costruzione verbale» quando il lemma compare con un quadro argomentale diverso dal lemma base e con modifiche che riguardano i ruoli tematici, le funzioni grammaticali e la semantica. Per esempio il verbo

leggere come entrata lessicale è listato nei dizionari sia come verbo intransitivo con

l’ausiliare avere (Tab. 3, es. 1) sia come un verbo transitivo (Tab. 3, es. 2) con la compresenza dunque delle funzioni SOGG e OGG. Inoltre il verbo leggere può comparire in diverse costruzioni verbali variando la propria struttura argomentale

14 In questo contesto usiamo il termine «riflessivi» come iperonimo delle costruzioni e dei verbi che richiedono il

primaria (Jezek 2003: 32) sia in termini di numero di argomenti sia di ruoli tematici, a seconda del tipo di operazioni morfolessicali cui è sottoposto (cfr. Tab. 3), e anche in relazione all’aspetto lessicale del verbo (p. es. risultativo, stativo, di attività).

ESEMPIO STRUTTURA ARGOMENTALE VERBO O COSTRUZIONE VERBALE

1. Il bambino legge leggere <Agente> Verbo inergativo monoargomentale 2. Il bambino legge un

racconto leggere <Agente, Tema> Verbo transitivo biargomentale 3. Il bambino legge un

racconto alla maestra leggere <Agente, Tema, Beneficiario> Verbo transitivo triargomentale 4. Il bambino si legge un

racconto leggere <Agentei, Tema> Beneficiarioi Costruzione riflessiva senza riduzione 5. I bambini si leggono un

racconto15 leggere

<Agente&Destinatarioi, Tema,

Destinatario&Agentei> Costruzione reciproca con rid. di OBL 6. Il racconto viene letto

dal bambino leggere <Tema, Agente> Costruzione passiva

Tabella 3. Alcuni tipi di verbi e costruzioni in cui può comparire il verbo leggere.

Relativamente al modo di formalizzazione del verbo nella sua struttura argomentale si può notare (cfr. Tab. 3, seconda colonna), che i ruoli argomentali che accompagnano un verbo o una costruzione verbale possono essere collocati sia all’interno che all’esterno delle parentesi uncinate, a seconda che si tratti di ruoli argomentali

obbligatori o di argomenti non-tematici16, ossia di Aggiunti; così come indicato da

Kibort (2007: 5), «the athematic arguments are represented outside the angled brackets, which indicates that they do not belong to the set of semantic participants of the event denoted by the predicate».

15 Questa costruzione può essere anche interpretata come costruzione riflessiva senza riduzione con il significato di

«ciascun bambino legge a se stesso il racconto».

L’osservazione della struttura argomentale di un verbo tuttavia non fornisce una rappresentazione completa del predicato verbale se essa non viene messa in correlazione anche con le altre due strutture di analisi della frase: la struttura-f e la struttura-c.

Predicates require a set of arguments bearing particular semantic roles. These roles are associated with grammatical functions according to a theory of argument mapping [...]. In turn, these grammatical functions are realized at the level of constituent structure in a variety of ways, as required by particular languages: in some languages, grammatical functions are associated with particular phrase structure positions, while in other languages, grammatical functions may be signaled by particular kinds of morphological marking on the head or on the argument (Dalrymple 2001: 28).

Dunque la definizione della valenza si situa, come afferma Schwarze (2009: 105), «su tre piani interrelati che corrispondono: al piano della struttura predicato-argomenti, al piano delle funzioni grammaticali e al piano della costituenza».