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I VERBI LESSICALI ITALIAN

2.1. La Grammatica Lessico Funzionale

2.1.2. Espressione delle funzioni grammaticali in italiano

Le funzioni grammaticali, come SOGG, OGG, OBL, sono degli universali, mentre il modo con cui sono espresse è specifico di ciascuna lingua.

Nel presente lavoro si esaminano alcune delle funzioni che fanno parte del quadro argomentale di un verbo (argument function) e che per l’italiano sono SOGG, OGG,

OBLӨ (cfr. Tab. 2).

Nelle diverse fasi di acquisizione dell’italiano L2 gli apprendenti devono imparare ad attribuire correttamente le funzioni grammaticali ai diversi argomenti del verbo; ciò significa che devono conoscere i mezzi con cui in italiano si possono esprimere tali funzioni e quei mezzi potranno essere più o meno complessi da apprendere.

Osserviamo in che modo le funzioni grammaticali vengono realizzate nella struttura-f in italiano. La funzione SOGG viene identificata sotto il profilo morfologico, in quanto si tratta dell'argomento che si accorda con il verbo nei tratti di NUM e PERS (Graffi 2012; Vanelli 2010). Inoltre, «l’argomento che si è designato come soggetto e che determina la concordanza della forma verbale finita p. es. non è introdotto da

preposizione, come può succedere di esserlo ad altri argomenti» (La Fauci 2009: 54). Dunque tale funzione può essere espressa: a) da un nome, per esempio nella frase «Luigi mangia la mela»; b) da un pronome personale SOGG, per esempio nella frase «egli

mangia la mela»17; c) può anche non essere espressa in quanto l'italiano è una lingua a

soggetto nullo, per esempio nella frase «mangia la mela». La posizione canonica del SOGG nella frase è preverbale; tuttavia il SOGG può avere anche posizione postverbale, come per esempio nella frase «arriva Gianni» o nella frase «prende Luigi la sorella a

scuola»18.

La funzione OGG può essere espressa: a) da un nome che, secondo l’ordine non marcato, si trova subito dopo il verbo. Sotto il profilo morfologico in italiano l'OGG nominale non ha marca morfologica (Simone 1990) e non si accorda con il verbo; b) da un pronome personale, che, oltre ad avere i tratti di GEN, NUM e PERS, ha anche il

tratto di CASO ACC19, come per esempio nella frase «Giovanni vede lei»; c) da un

prosintagma (Vanelli 2010) come per esempio il clitico nella frase «Maria lo vede» che

è caratterizzato dal tratto CASO (es. 3, 4)20. Il clitico si trova in posizione preverbale

nelle forme finite del verbo; inoltre nelle forme analitiche del verbo richiede l’accordo con il participio passato («l’-3.SG.F ha vista-SG.F »;

3) Il ragazzo lo legge SOGG 3.SG.M.ACC 4) lo ($PRED)='PRO' (PERS)=3 (NUM)=SG (GEN)=M ($CASO)=ACC

La funzione OBL – contrariamente alle funzioni SOGG e OGG – può ricorrere più di una volta in una frase, senza contraddire il Principio di Unicità (Falk 2001), ma con il

17 Nell’italiano parlato non c’è opposizone tra il pronome NOM «egli» e ACC «lui» (Graffi 1994: 62), analogamente

all’italiano parlato da stranieri.

18 Esempio tratto da Simone (1990: 356)

19 In italiano ci sono «numerosi casi di sovrapposizione» (Simone 1990: 356) per esempio con il pronome «lui» che

può fungere sia da SOGG che da OGG.

20 Così come indicato dalla GLF, «if a verb is transitive, an OBJ must appear, and one of these [preverbal and

postverbal phrase] positions must be filled, so that either a clitic or a full noun phrase must appear» (Dalrymple 2001: 80). (Sottolineato nostro).

vincolo che ogni OBL sia di tipo diverso. Le relazioni di OBL infatti (p. es. Strumentale, Locativo) sono semanticamente ristrette (Kroeger 2005: 79) e in italiano questa restrizione è segnalata in sintassi dalla preposizione che accompagna il SPrep.

Nella presente ricerca per poter effettuare un’analisi più precisa dell’interlingua degli

apprendenti si distinguerà la funzione OBLLOCATIVO/STRUMENTALE dalla funzione

OBLDATIVO21 corrispondente al ruolo argomentale Destinatario/Beneficiario; infatti i

due tipi di OBL hanno natura diversa, nello specifico OBLDATIVO ha come testa del

SPrep una preposizione che esprime un CASO.

Per quanto riguarda l’espressione dei due tipi di OBL Locativo e OBL Strumentale possono essere espressi da: a) un SPrep, come per esempio «sul tavolo»; b) un SAvv, come per esempio «lì», «su», «giù»; c) un clitico «locativo», come per esempio «ci»,

«ne» (Schwarze 2012: 130).

Mentre OBLDATIVO può essere espresso da: a) un SPrep, come per esempio «a

Giovanni»; b) un SPrep, come per esempio «a lui»; c) un clitico al CASO DAT come per esempio «gli», «le».

Tutte e tre le funzioni grammaticali esaminate possono assumere diversi tipi di ruoli tematici: per esempio il SOGG potrà essere Agente (es. 5) o Paziente (es. 6); l'OGG potrà essere Tema (es. 5) o Esperiente (es. 8); e l'OBL potrà essere Destinatario (es. 5) o Esperiente (es. 7).

5) Il bambino dà un panino al compagno

SOGGAGENTE OGGTEMA OBLDESTINATARIO

6) Il bus si ferma

SOGGPAZIENTE

7) Al bambino piacciono i cioccolatini

OBLESPERIENTE SOGGTEMA

8) I brutti voti preoccupano Gianni

SOGGTEMA OGGESPERIENTE

21 La funzione qui denominata OBLdativo è anche chiamata OGG2 (conversazione personale con Schwarze, giugno

2.1.3. Conclusione

Nei paragrafi che seguono verranno illustrati i verbi e le costruzioni verbali combinando insieme alcune proprietà sintattiche: da una parte la dimensione transitiva o intransitiva (compresenza o non compresenza delle funzioni SOGG e OGG) e, dall'altra, il numero e il tipo di argomenti presenti in ciascun tipo di predicato verbale.

In particolare, per quanto riguarda la dimensione transitiva e intransitiva dei verbi, nell’Ipotesi del Mapping Lessicale (cfr. Cap. 1) si parla in generale di «verbi inaccusativi» e vengono indicati come verbi che richiedono mappature non canoniche. Tuttavia sotto tale denominazione si raccolgono diversi tipi di verbi e di costruzioni che, per l’italiano, necessitano di essere ulteriormente esaminati e classificati al fine di poter interrogare i dati di interlingua. Nella presente ricerca i «verbi inaccusativi» verranno ulteriormente specificati come segue, facendo riferimento in particolare agli studi di Jezek (2003, 2010, 2012) e di Schwarze (1988, 1996, 2009), e tenendo conto anche della valenza variabile e della natura degli argomenti del predicato verbale: a) verbi inaccusativi semplici monoargomentali e biargomentali tematici e agentivi; b) verbi intrinsecamente riflessivi monoargomentali e biargomentali; c) costruzioni decausative; d) costruzioni inaccusative pronominali.

Infine, poiché la presente ricerca focalizza l’attenzione in particolare sullo stadio NDF dell’Ipotesi del Mapping Lessicale e nello specifico sulle costruzioni con il si, seguirà un raggruppamento di verbi e di costruzioni verbali diversi tra loro, ma accomunati dalla presenza del clitico si.

Per la descrizione dei verbi e delle costruzioni verbali nella presente ricerca si seguirà l’ordine indicato di seguito. Dapprima verranno descritti i verbi transitivi (biargomentali e triargomentali) e i verbi intransitivi monoargomentali e biargomentali (inergativi, inaccusativi semplici e con doppio ausiliare). Successivamente seguirà la descrizione dei verbi e delle costruzioni con il si suddivisi ulteriormente in: a) verbi intrinsecamente riflessivi (monoargomentali e biargomentali); b) costruzioni riflessive con riduzione di OGG; c) costruzioni riflessive con riduzione di OBL; d) costruzioni riflessive con incremento; e) costruzioni reciproche con riduzione di OGG e di OBL; f) costruzioni decausative; g) costruzioni inaccusative pronominali.

Per ciascun verbo, o costruzione verbale, verrà fornita l’analisi delle tre strutture (argomentale, funzionale e dei costituenti) e verranno esaminati i tratti caratteristici di ciascuno di essi con l’obiettivo di fornire un ulteriore contributo e approfondimento all’Ipotesi del Mapping Lessicale della TP nella individuazione dei verbi e delle costruzioni verbali italiani che richiedono mappature canoniche e quelli che richiedono mappature non canoniche in relazione anche al numero e al tipo di argomenti.

Il capitolo si concluderà presentando una classificazione dei verbi e delle costruzioni verbali in base al tipo di mappatura (canonica vs non canonica) e al numero di argomenti richiesti (monoargomentali, biargomentali e triargomentali). Tale classificazione verrà utilizzata per l’analisi dei dati (cfr. Cap. 4) e verrà anche ulteriormente verificata.