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Bisogna ammettere che le fonti letterarie in nostro possesso non sempre restituiscono un’immagine positiva di Adriano, spesso viziate da una visione di parte aderente a una tradizione senatoria non troppo favorevole. Inoltre, raramente menzionano l’attività municipale, quindi per lo scopo del nostro lavoro è importante fare ricorso ad altre fonti documentarie, quali conii imperiali e provinciali, epigrafi e papiri soprattutto di origine provinciale infatti “The bulk of our data on Hadrian’s municipal activities originates in these cities and not in Rome66.”

Nessuna di queste fonti però ci offre un’analisi sulle motivazioni o gli effetti e anche la loro rappresentatività è incerta: non possediamo, infatti, casi in negativo e ciò contribuisce a creare un’immagine distorta poiché “the evidence is skewed toward successfull appeals to Hadrian”67, infatti non ci rimane altro che la risposta delle città ai benefici concessi.

Anche la ricerca archeologica, del resto, alle volte può produrre un’immagine falsata: il desiderio di attribuire a un personaggio famoso un edificio può aver portato a legare alla figura di Adriano opere, non meglio identificate, che possono essere state benissimo il prodotto di uno sforzo locale. Cercheremo di tenere ben presenti queste problematiche intrinseche alle fonti e di eliminare dove possibile il vizio attribuzionistico privo di ogni critica. Per una migliore organizzazione del materiale in nostro possesso seguiremo la divisione operata dalla Boatwright68 che identifica sei macro-gruppi:

66

BOATWRIGHT 2000, p. 26.

67

BOATWRIGHT 2000, p. 26.

68

BOATWRIGHT 2000, nel capitolo 2 analizza la situazione delle fonti utili per la ricostruzione dell’attività municipale di Adriano.

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1. Documenti ufficiali, nella forma principalmente epigrafica, che trovano concordanze- e motivo d’essere- in una decisione imperiale o un decreto municipale. Il primo gruppo comprende iscrizioni fatte innalzare da Adriano o dalla comunità ricevente il beneficum per commemorare la decisione imperiale. Al suo interno troviamo editti (diatagma), lettere e responsi (epistolai, epistula,

rescripta) e meno frequentemente le risposte imperiali a persone o gruppi

appartenenti agli strati inferiori della popolazione (subscriptiones), gli ordini per i governatori o i legati (mandata) e le decisioni in materia giuridica prese a seguito di udienze nelle quali era presente l’imperatore (decreta). Questo tipo di evidenze tendono a restituire un’immagine “positivistica”: solo quelle andate a buon fine vengono commemorate e anche i termini utilizzati sono decisamente lusinghieri, ponendo dunque un problema di rappresentatività del dato69. Comunque sia i pronunciamenti di Adriano “reveal his overwhelming dominance in the Roman world and its cities”70.

2. Iscrizioni erette dalle autorità locali in ringraziamento per il beneficium concesso. In molti casi non si può effettuare una sicura attribuzione dell’attività di Adriano dal momento che la terminologia utilizzata indulgentia, liberalitas (in latino) ed

euergesia e ktistein (in greco) è polivalente71 e “reflect on emperors benevolence,

69 I testi di riferimento, dedicati soprattutto al materiale proveniente dalla parte orientale dell’impero sono

due: MARTÌN 1982; OLIVER 1989. Non possiamo non citare anche il lavoro di collezione generale di tutte le fonti inerenti ai principati di Nerva, Traiano e Adriano presente in SMALLWOOD 1966 poiché, anche se datato, il suo impianto continua ad essere valido metodologicamente.

70

BOATWRIGHT 2000, p. 28. Vedi anche nota 51 dove si sottolinea come durante il regno di Adriano si poté assistere a un ulteriore passo verso una maggiore standardizzazione delle costituzioni imperiali, rescritti etc. nell’ottica di una maggiore efficienza.

71

BOATWRIGHT 2000, p. 30: “The specialized meanings these words could intermittently assume should not mask the fact that such vocabulary was used precisely because it was polyvalent. It simultaneously connoted the emperor’s moral virtues, his absolute control of politics and law, and the act he undertook with his power”.

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‘the expression of his majesty’72, rather than designating a specific gift. […] Yet

the multivaence of the words employed […]: what mattered to these cities and authors was the fact that Hadrian attended positively to a city, not a particular configuration his attention took”73.

Bisogna anche considerare che la grande quantità di iscrizioni in onore di Adriano, provenienti dalla parte orientale dell’impero, in parte da addebitarsi alla fondazione del Panhellenion ad opera dell’imperatore, ci mette in guardia sulla loro natura: costituiscono infatti, spesso una testimonianza di una generica gratitudine da parte delle città o del tentativo di attirare l’attenzione imperiale e quindi il favore.

3. Menzione, di proposito o accidentale, della delega da parte di Adriano nei confronti di un individuo con compiti di sovrintendere uno o più aspetti della vita municipale: sono i logisthes, curatores e correctores che, a vario titolo e con ambiti di competenza diversi, legati a una o più città o con estensione che arriva a coprire l’intera provincia, iniziarono a comparire in Asia Minore a partire dal regno di Nerone. In Ponto-Bitinia ricorderemo il caso di Patrokles, notabile locale che aveva ricoperto anche incarichi nell’esercito, a cui fu affidato il compito di sovrintendere come curator - ed eventualmente risponderne finanziariamente- alla ricostruzione delle mura di Nicea74 voluta dall’imperatore all’indomani del terremoto del 120 o del 123 d.C.

4. Iscrizioni da edifici con la menzione della costruzione o ricostruzione da parte di un evergete locale, di un governatore o per diretto interessamento dell’imperatore.

72

VEYNE 1976, pp. 347-380.

73

BOATWRIGHT 2000, p. 29.

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L’attribuzione certa al diretto interessamento o coinvolgimento imperiale è spesso difficile in termini assoluti, bisogna accettare che queste iscrizioni possono essere nelle loro formulazioni fuorvianti. Nel caso specifico affronteremo in maggior dettaglio la questione nel capitolo dedicato alle città della Bitinia e del Ponto (Capitoli 3 e 4).

5. Dati occasionali nei trattati degli agrimensores, papiri o testi legali. Vedremo in varie occasioni come i papiri possano fornire spunti di riflessione interessanti, come a titolo esemplificativo, il Papiro da Ossirinco75 che ci permette di avere contezza dei preparativi necessari per la visita dell’imperatore e del suo seguito, avviati addirittura con un anno di anticipo. L’adventus imperiale era un evento attentamente programmato, di cui si conosceva in anticipo l’itinerario, in cui sia la comunità sia l’imperatore erano chiamati ad avere un ruolo attivo.

Per quanto riguarda i testi legali possediamo i rescritti, le leggi e i pareri giuridici di Adriano confluiti nel Digesto, compilazione che risale all’epoca giustinianea. La menzione di Adriano nel Liber Coloniarum, con sei occorrenze principalmente riferite alla centuriazione e all’assegnazione di lotti di terra da parte dell’imperatore, è una testimonianza che viene riportata ma di cui viene contestata la validità76. In questo gruppo trova posto anche un’opera spesso trascurata dagli studiosi moderni, per gli intrinsechi problemi che pone non solo dal punto di vista dell’esegesi del testo ma anche dal punto di vista contenutistico: si tratta delle

Sententiae Hadriani 77 compilazione probabilmente attribuibile all’opera di un “maestro” ignoto di metà o fine terzo secolo d.C. che raccoglieva, a titolo

75

Vedi VAN GRONINGEN 1950, p. 253 ss. In generale vedi anche J. KRÜGER 1990.

76

BOATWRIGHT 2000, p. 34; BOATWRIGHT 1989, pp. 242-244.

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esemplificativo e con scopi didattici, le sentenze pronunciate dall’imperatore. Probabilmente l’autore si rifaceva ai documenti ufficiali degli appelli alla presenza dell’imperatore o di alti ufficiali dell’impero. Il testo bilingue, con una colonna in latino e una in greco, consiste di 13 sententiae ed è stato tramandato in due versioni: una parte è presente nel Corpus Glossarium Latinorum78, mentre frammenti di altre 14 sententiae sono stati trovati in papiri e pergamene; l’opera viene ascritta al genere degli hermeneumata/interpretamenta. Si deve principalmente allo studio, purtroppo sconosciuto ai più per molto tempo, di Arthur Schiller79 il rinnovato interesse per questa opera: lo studioso contestava

fermamente il giudizio, di valore negativo, che ne voleva solo un testo dal carattere aneddotico e poco significativo, una compilazione a cui si negava il valore contenutistico sulla base della communis opinio che un imperatore non avesse contezza o non si interessasse di queste dispute giuridiche così comuni.

6. Monete e iscrizioni provinciali che ci testimoniano principalmente il cambio di status di una città o la sanzione di un festival, locale o provinciale, da parte di Adriano. Per i conii imperiali si farà riferimento, principalmente, ai due lavori di catalogazione ad opera di Harold Mattingly80.Per quanto riguarda la monetazione provinciale citeremo qui come fonte principale il catalogo “Roman Provincial Coinage”: questo lavoro, di importanza fondamentale, rappresenta il primo tentativo di riorganizzazione sistematica delle emissioni monetarie provinciali81.

78

Corpus Glossarium Latinorum III, ed. G. Goetz, 1892-1983, 30-38, 387-390.

79

SCHILLER 1971, pp. 717-727.

80 In particolare, il secondo volume della serie Roman Imperial Coinage (abbreviato in RIC2) vedi

MATTINGLY 1926; e il volume terzo della raccolta Coins of the Roman Empire in the British Museum (abbreviato in BMC III) vedi anche MATTINGLY 1936.

81

Il progetto ambisce a registrare, nei dieci volumi previsti, tutte le emissioni provinciali romane nel periodo che va dal 44 a.C. sino al 296/7 d.C. Recentemente è stato pubblicato il volume che copre i regni

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Impossibile non citare in questo contesto i vari contributi, apparsi sulle riviste di numismatica del mondo antico, dello studioso William Metcalf, che hanno come oggetto di studio il conio dei cistophori durante l’impero82. L’alto punto raggiunto dai conii municipali durante il periodo imperiale romano e la loro diffusione “capillare” ci offrono una miriade di informazioni: i tipi monetarii e le leggende ci permettono di ricostruire aspetti della vita civica altrimenti sconosciuti. Offrono una moltitudine di informazioni: le divinità e gli eroi locali, i fondatori della città, miti e festival locali, le strutture edilizie più importanti, i nomi delle comunità, le ere calendariali, insieme con accenni alla geografia e la topografia del luogo, i titoli onorifici e gli ideali condivisi dalla comunità cittadina. I programmi iconografici sono rappresentativi dell’orgoglio civico e religioso, strumento della propaganda della polis e inoltre forniscono uno spaccato della connoisseurship e dei processi di rielaborazione del proprio passato ad opera delle élite locali. Questi programmi comunicano con le città vicine e ci danno contezza dei rapporti che intercorrevano all’interno di una determinata provincia; questi si potevano declinare su una scala che andava dai rapporti più amichevoli alle rivalità più aspre.

Per quanto riguarda le iscrizioni relative alla Bitinia e Ponto abbiamo fatto principalmente ricorso alla collezione, comprendente più di cinquanta volumi, dell’Inscriften griechischer Städte aus Kleinasien che ad oggi risulta essere la più completa silloge sulle iscrizioni delle singole città d’Asia Minore. Per la Bitinia e il Ponto le città interessate sono: Apamea e Pylai (IK 32)83, Iznik-Nicea (IK 9-

da Nerva ad Adriano che verrà da qui in avanti citato come RPC3, disponibile per la consultazione online

al sito https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/search/browse?volume_id=3.

82

Vedi METCALF 1974, pp. 59- 66; METCALF 1980.

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10.3)84, Bithynion-Claudiopolis (IK 31)85, Prusa ad Olympum (IK 39)86, Prusias

ad Hypium (IK 27)87 Ovviamente questo corpus non è l’unico in cui trovano spazio

le innumerevoli testimonianze epigrafiche di questa regione, ricordiamo qui brevemente anche i volumi del Tituli Asiae Minoris88 e quelli che compongono i

Monumenta Asiae Minoris Antiqua89.Le iscrizioni presenti in altre sillogi verranno dovutamente segnalate nelle note a pié di pagina90.

Si è fatto ricorso anche all’utilizzo di risorse online, queste hanno il vantaggio di consentire di interrogare database costantemente aggiornati che comprendono al loro interno la maggior parte dei corpora epigrafici principali e anche alcuni di quelli regionali, rilevanti per il nostro studio. Se da una parte hanno il pregio di rendere disponibile agli studiosi una massa di dati altrimenti difficilmente reperibile, dall’altra non si può non sottolineare spesso la mancanza di un qualsivoglia apparato critico anche il più scarno che non vada oltre la data e la collocazione del pezzo91 e la difficoltà per i non addetti ai lavori nel loro utilizzo

84 SAHIN 1979.

85 BECKER-BERTAU 1986.