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Adriano, Princeps Civilis: i viaggi e l'attività edilizia. Le dinamiche dell'evergetismo nella provincia del Ponto-Bitinia.

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DIPARTIMENTO DI CIVILTÀ E FORME DEL SAPERE CORSO DI LAUREA MAGISTRALE IN ARCHEOLOGIA

(LM-02)

TESI DI LAUREA:

Adriano, Princeps Civilis: i viaggi e l’attività edilizia. Le dinamiche dell’evergetismo nella provincia del Ponto-Bitinia.

RELATORE Prof. Fabio Fabiani CORRELATORE Prof. Giovanni Salmeri

CANDIDATO Paolo Coniglione

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II

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“A great challenge of life: Knowing enough to think you are right, but not knowing enough to know you are wrong”

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(7)

I INDICE

Indice p. I

Introduzione p. V

Capitolo 1

I viaggi e l’attività edilizia di Adriano

nelle fonti antiche e negli studi moderni p. 1

1.1 Le fonti letterarie p. 1

1.2 Altre fonti documentarie p. 13

1.3 Storia degli studi p. 20

Capitolo 2

I viaggi provinciali dell’imperatore Adriano

(8)

II 2.1 Il viaggio di ritorno a Roma

(117-118 d.C.) p. 36

2.2 Il primo viaggio (121-125 d.C.) p. 43

2.3 Il secondo viaggio (129-130 d.C.) p. 60

2.4 Il terzo viaggio (131-134 d.C.) p. 65

Capitolo 3

L’evergetismo: storia, evoluzione e dinamismo nei rapporti tra le élites e

l’imperatore p. 69

3.1 La città p. 70

3.2 L’imperatore e le tendenze

dell’evergetismo microasiatico p. 88

Capitolo 4 Il Ponto-Bitinia p. 107

4.1 Le fasi della creazione di una

provincia: la doppia identità e la

definizione dei confini p. 109

4.2 Apamea p. 115

(9)

III

4.4 Nicea p. 122

4.5 Bithynion-Claudiopolis p. 132

Conclusioni p. 143

(10)
(11)

V

INTRODUZIONE

“Varius, multiplex, multiformis” (Epitome de Caes., 14, 6)

“Mi contraddico? Certo che mi contraddico! Sono vasto, contengo moltitudini” W. Whitman, Foglie d’erba.

La figura di Adriano, l’uomo e l’imperatore, non può certamente lasciare indifferenti qualunque sia il giudizio di valore, o nel nostro caso “storico”, che gli si attribuisca: a circa 1800 anni dalla sua morte ancora ne subiamo il fascino prepotente del mistero irrisolto. L’affermazione trova riscontro non solo nella riscoperta moderna di cui è stato oggetto e che ha prodotto una serie copiosa di monografie su singoli aspetti del suo principato, ma traspare anche negli autori antichi da cui emerge il ritratto di una personalità complessa, poliedrica, instancabile1 e quindi difficile da inquadrare che scatena, di conseguenza, giudizi troppo spesso polarizzanti o frettolosi2. Il tentativo di

creare una narrativa coerente del suo regno, durato 21 anni (117-138 d.C.) e che viene

1

BIRLEY 1997 intitolerà proprio “Hadrian. The restless Emperor” il suo imponente lavoro biografico dedicato ad Adriano, fornendo inconsciamente, e forse viziosamente, sia la chiave di lettura dell’interesse suscitato da tale figura sia il leitmotiv del suo studio. Vedi anche BIRLEY 1997, p. 1: What has mainly impressed ancient writers as well as modern students is the man’s restless energy”, sino a definirlo “hyperactive” nella nota 1, p. 312. Valga a titolo d’esempio il ritratto dal forte contrasto in HA, Hadr., 14, 11 “Idem severus comis, gravis, lascivus, cunctator festinans, tenax liberalis, simulator simplex, saevus clemens, et semper in omnibus varius.”

2

BIRLEY 1997, pag. XIV “Hadrian is a real challenge. He was already a strange and baffling figure to his contemporaries. Can we hope to get beneath his skin? […] There were several competing personalities inside Hadrian. He played a series of roles. […] The picture of the man that emerges […] is dominated by his philhellenism”. Già GIBBON 1776, p. 77 dopo aver riconosciuto i meriti di Adriano e il periodo di pace e prosperità di cui godette l’Impero Romano sotto il suo regno, coincidente con l’acme “biologico” dell’impero nella sua totalità, riservava alla personalità dell’imperatore questo epitaffio “Hadrina was, by turn, an excellent prince, a ridicoulus sophist, and a jealous tyrant”.

(12)

VI

fatto coincidere generalmente con l’apice dell’impero romano, e di restituire nella sua interezza, seppur contraddittoria, un ritratto dell’uomo Adriano si scontra, in primis, con la bilancia delle fonti, infatti, a dispetto dell’importanza che attribuiamo al suo regno, le fonti letterarie sono esigue e spesso con problemi non indifferenti di esegesi3; d’altro

canto la ricerca archeologica, gli studi epigrafici e numismatici continuano ad arricchire la base materiale in nostro possesso, diminuendo le zone grigie e concedendoci appigli più sicuri per le nostre ipotesi di lavoro. La mole di dati, però, si è fatta imponente, la complessità della realtà storica ha come riscontro la crescente specializzazione degli studi e dei modelli interpretativi, un’intricata matassa di cui è spesso difficile trovare il bandolo. Siamo lontani, quindi, dall’appagare la nostra curiosità e la ricerca, di questo, ne è grata. Si potrebbe quasi dire che seguendo da vicino l’imperatore anche il nostro studio si sia fatto varius, multiplex e multiformis4. Quindi bisognerebbe esercitare la stessa onestà intellettuale con cui Anthony Richard Birley, autore di una delle più recenti biografie dedicate all’imperatore Adriano5, ci mette in guardia “For us, at least, Hadrian has to be

what Hadrian did”6. Un approccio strettamente fattuale, più cauto, ma che necessita

comunque dello sforzo interpretativo per tentare di colmare le inevitabili lacune; ma anche questo esercizio, confesserà poco più avanti lo stesso autore, non è sempre facile in quanto “even the ‘fact’, the chronology, and the course of the event are not always easy to establish, let alone to know why[…]”7.

3

Mi riferisco in primis alle due fonti principali per il principato di Adriano ovverosia la biografia presentata nell’Historia Augusta e quella il resoconto presente nel libro LXIX dell’Historia Romana di Cassio Dione, giuntaci attraverso la compilazione del X secolo d.C. del monaco bizantino Xiphilus. All’analisi, seppur concisa, della loro accuratezza e utilità per il presente lavoro verrà dedicato il primo capitolo.

4

Aurelio Vittore, Epitome de Caesaribus, 14, 6.

5 BIRLEY 1997. 6 BIRLEY 1997, p. XIV. 7 BIRLEY 1997, p. XIV.

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VII

In secondo luogo, la figura Adriano-imperatore risulta spesso ingombrante e totalizzante: la sua eccezionalità porta con sé il rischio di farne, acriticamente, una figura fuori dal tempo, unico attore dei profondi cambiamenti che proprio durante il suo regno hanno avuto origine. Un termometro di questa situazione può essere rappresentato dal commento di Samuel Dill che lo definisce “the most interesting of the emperor”8, seguito da Otto

Hirschfeld che lo descrive come il “diese(r) merkwürdigste unter allen römischen Kaisern”9. Probabilmente entrambi attribuivano troppe riforme all’imperatore, ma

notarono quella differenza che Millar10 con un’analisi più serrata, nel suo studio sull’ideologia imperiale, riuscì a contestualizzare meglio: Adriano agisce, in contrasto con il modello dell’imperatore romano che si limitava a reagire. Il giudizio della storiografia recente comunque sottolinea come invece “In a real sense Hadrian- very much a product of his time- was reliving the past11.”

Per quanto riguarda la figura di Adriano-uomo, l’immaginario collettivo è dominato dal ritratto presentato da Margerite Yourcenar nel suo ‘Memorie di Adriano’12, apparso per la prima volta nel 1951. Nella quarta di copertina dell’edizione italiana super ET Einaudi del 2014 campeggia la frase attribuita all’imperatore “mi sentivo responsabile della bellezza del mondo” come sintesi della tensione “di un personaggio così raffinatamente calato nella sua epoca, eppure così vicino al tormento di ogni uomo, di ogni tempo, nell'accanita ricerca di un accordo tra felicità e logica, tra intelligenza e fato”. Quest’opera ha scatenato svariate reazioni da parte degli studiosi che ne hanno contestato la validità storica del “ritratto ufficiale”, pur non negandone i pregi letterari “duly acclaimed and

8

DILL 1904, pag. 503

9

HIRSHFELD 1905 p. 477

10

Vedi MILLAR 1977. Vedi anche ANDO 2000.

11

BIRLEY 1997, pag. XIV.

12

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VIII

admired, not least for grace and power of style, fluent and vivid, yet severe and classic-and archaic” 13.Può, però, essere considerato a ragion veduta una sintesi, se non altro, del

fascino esercitato da questo personaggio sulla sensibilità contemporanea quindi “The book would stand by its own quality as an imaginative evocation” 14.

Non suona quindi vano il richiamo di Mary Taliaferro-Boatwright a un giudizio bilanciato delle forze in campo che collaborano o vennero stimolate dall’imperatore con esiti non sempre positivi o lungimiranti; infatti, benché “Hadrian is writ large in my text, just as he is in the ancient sources that tend to accord to him sole agency in the events of his reign. His shadow should not obscure the innumerable other essential for both the municipal achievements of his period and the ultimate success of his principate”15. Il quadro dei rapporti intessuti con le realtà municipali si complica non appena contestualizziamo la sua azione di governo, il suo ruolo e la sua persona all’interno del suo tempo storico16.

Sembrava dunque opportuno qui nell’Introduzione richiamare questi inviti alla prudenza e utilizzarli come riferimenti metodologici prima di presentare l’argomento o meglio il taglio che si è deciso di dare al nostro lavoro.

La questione alla base dell’ipotesi di lavoro è semplice e non scontata: in che modo e con quali esiti si è concretizzato il rapporto di Adriano con le città della Bitinia-Ponto e il

13

SYME 1991, pag. 164.

14

SYME 1991. Una reazione autorevole all’opera della Yourcenar è quella di R. Syme che dedica una parte importante del suo intervento intitolato “Fictional History Old and New: Hadrian” proprio al romanzo della Yourcenar. Proprio nell’articolo (ibid, p. 164 ss.) lo studioso che parte dalla semplice domanda: “what is the proportion of fact and fiction ?”, contesta “her claim for the exact erudition” e dopo aver analizzato lo stato e l’accuratezza delle fonti per la ricostruzione della figura di Adriano prosegue nella sua analisi di “a number of items or episodes where the death of reliable evidence encourage constructive fiction-or […] ‘rational conjecture’ “ concludendo che “Equity demands that the opinions of certain historians in the recent time be adduce. On comparison, the Mémoires d’Hadrien may not fare too badly”.

15

BOATWRIGHT 2000, p. 204

16

Seguendo BLOCH 1950, p. 10: “tutte le azioni dell’uomo, provocate da bisogni collettivi e rese possibili solo da una precisa struttura sociale.” E continua a p. 11 definendo la storia come “scienza degli uomini nel tempo”.

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IX

ruolo che in esso hanno svolto le élite locali. L’attenzione è rivolta soprattutto agli esiti monumentali ed inserita nella cornice sia dell’evergetismo imperiale e locale sia in quella dei viaggi imperiali. Il problema posto è complesso in quanto la sua risoluzione richiede un’analisi “stratigrafica” e soprattutto diacronica di tutti i fattori primari e secondari che intervengono e sostanziano questo rapporto. Ovviamente il compito di dare il giusto spazio o anche solo di elencare tutte le componenti che contribuirono al dinamismo urbano nel II d.C. esula dallo spazio di questo lavoro, dunque si procederà prima a una sintesi di quelli che vengono reputati i fattori principali sul lungo periodo; in secondo luogo, si tenterà di fornire, partendo dal dato materiale, un quadro organico della situazione in Ponto-Bitinia sotto il principato di Adriano.

Tra i ruoli ricoperti da Adriano abbiamo scelto dunque di analizzare la sua capacità di plasmare con la sua azione il panorama urbano mantenendo sempre attivo il rapporto con le élites urbane. Per fare ciò andremo ad analizzare due aspetti che già nelle fonti antiche erano percepite come peculiari del suo regno: i viaggi e il suo evergetismo ‘ecumenico’17, tenendo sempre presenti come fili conduttori il suo filellenismo e l’uso sapiente che seppe fare della religione e del passato. Si è, quindi, deciso di articolare il presente lavoro in quattro capitoli

Nel primo capitolo verranno analizzate le fonti antiche e gli studi moderni indispensabili per la ricostruzione dei viaggi e dell’attività edilizia di Adriano. Nonostante l’attenzione che noi moderni abbiamo riservato al regno di Adriano, ci dobbiamo scontrare con la sua scarsa presenza nelle fonti letterarie che non ci consentono di ricostruire una narrazione

17

HA, Hadr., 19.2 “in omnibus paene urbibus et aliquid aedificavit et ludos edidit” cfr. 20.4; Il resoconto dell’Historia Augusta è costellato di riferimenti ai viaggi dell’imperatore. Anche qui però poche sono le citazioni puntuali delle città visitate, mentre la menzione della costruzioni realizzate nelle città è molto generica; vedi anche Cassio Dione, LXIX, 5, 2-3 e 10.1 dove si dà contezza non solo della sua munificenza verso le città ma anche dei suoi viaggi anche se, come vedremo, in termini generali .

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X

completa. Si è proceduto, dunque, dapprima a dare spazio alle fonti letterarie che ci permettono di delineare un quadro di riferimento cronologico. Abbiamo focalizzando l’attenzione sulla biografia dell’imperatore nell’Historia Augusta e sul libro LXIX

dell’Historia Romana di Cassio Dione, giuntoci attraverso una tarda compilazione,

cercando di sottolineare i problemi di esegesi e le nuove linee interpretative ritenute pertinenti al nostro lavoro. Successivamente abbiamo elencato le altre fonti letterarie che ci consentono di avere contezza dell’attenzione imperiale nei confronti delle città. È anche vero, però, che le fonti a nostra disposizione erano poco interessate all’attività municipale, e ai suoi recipienti, e le menzioni sono spesso generiche e di difficile scioglimento. D’altra parte, come fonti documentarie, possediamo principalmente evidenze epigrafiche di origine provinciale ma anche qui spesso sono stati sollevati problemi di rappresentatività del dato e soprattutto ci lasciano all’oscuro dei motivi dietro la mole delle liberalitas dell’imperatore. Inoltre, entrambe ci forniscono informazioni, in maniera esclusiva, solo sui beneficia promossi da Adriano, mancando completamente l’attenzione sulla controparte locale. Infine, verranno citati in una breve storia degli studi tutte quelle opere reputate indispensabili per il presente lavoro di tesi.

Nel secondo capitolo verranno, invece, presi in esame i viaggi imperiali con particolare attenzione alle “visite imperiali” del 117 d.C., del 123 d.C. e del 131 d.C. in Bitinia-Ponto. La ricostruzione degli itinerari sebbene si scontri con dei vuoti ancora consistenti sulla mappa, permette di analizzare la visita imperiale come contesto perfetto all’interno della quale si poteva sostanziare l’intervento imperiale nella sua componente edilizia. I tour provinciali dell’imperatore rappresentavano un evento altamente formalizzato e uno strumento ideologico attraverso il quale si perpetuava l’Impero Romano: una storia fatta di relazioni intessute tra centro e provincia, imperatore e élites locali. Abbiamo cercato di

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XI

restituire anche la componente dinamica di questo rapporto cercando di comprendere come le città e i loro notabili potessero lavorare in anticipazione o in seguito alla visita imperiale.

Il terzo capitolo è, invece, dedicato all’analisi del fenomeno dell’evergetismo, ossia quella liberalità dei privati a favore del pubblico, responsabile dell’enorme boom edilizio registrato a partire dal I secolo d.C. in Asia Minore, complice anche la nuova Pax

Augusta, e che troverà proprio in epoca adrianea il suo apice. Verrà delineata la genesi

del fenomeno, fatta coincidere con il cambio dell’orizzonte politico nella polis greca e con la presa del potere di una classe di notabili plutocrati sui quali ricadeva l’onere e l’onore della governance. È in questo contesto che prende forma il rapporto dell’imperatore con le città del suo impero. Recuperando uno strumento proprio dei sovrani ellenistici, l’imperatore, nella sua qualità di Pater Patriae, fa proprio il dovere della munificenza. Il canale privilegiato di comunicazione sono le élites locali, elementi funzionali alla collezione delle tasse e al controllo del territorio, il cui premio ambito era la promozione sociale, sino a raggiungere la concessione della cittadinanza romana. Tracceremo brevemente le tappe evolutive e le tendenze dell’evergetismo microasiatico in epoca imperiale: non solo, infatti, cambiano nel corso del tempo gli attori sociali responsabili delle opere monumentali ma assistiamo anche a una progressiva regolamentazione dell’intero sistema a fronte di una maggiore ingerenza romana negli affari interni alle singole città.

Nel quarto capitolo. a fronte di una breve introduzione sulla provincializzazione della Bitinia-Ponto, seguirà un’analisi più approfondita delle città di Apamea, Nicomedia,

Nicea e Bithynion/Claudiopolis. L’intento è quello di fornire un resoconto aggiornato

(18)

XII

di creare una narrazione, per quanto possibile coerente, che possa tenere conto di tutte le fonti a nostra

disposizione. La provincia è stata scelta in quanto fornisce un buon campione delle diverse maniere in cui si sostanzia il rapporto dell’imperatore con le città e le sue élites.

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- 1 - CAPITOLO 1

I VIAGGI E L’ATTIVITÀ EDILIZIA DI ADRIANO NELLE FONTI ANTICHE E NEGLI STUDI MODERNI

Nonostante l’importanza che noi moderni attribuiamo al principato di Adriano, ci dobbiamo scontrare con la sua scarsa rappresentatività nelle fonti letterarie antiche, meno numerose ed estensive di quelle che coprono il regno dei suoi predecessori: siamo dunque privati di quella che possiamo definire una “continous historical narrative”18.

L’opera evergetica dell’imperatore è generalmente ritenuta associata ai tour provinciali, sia nelle fonti antiche sia negli studi moderni che indagano, da una parte gli aspetti della politica edilizia delle città e dell’imperatore e dall’altra considerano gli aspetti dell’ideologia imperiale sottesi. All’interno del presente lavoro, dunque, le fonti verranno utilizzate principalmente per tentare di contestualizzare storicamente e geograficamente i viaggi attraverso le province dell’impero, soprattutto nella sua Pars Orientis, dal momento che il nostro scopo è quello di procedere ad un’analisi dettagliata, città per città, delle interazioni dell’imperatore con l’ambiente urbano nella provincia del Ponto-Bitinia.

1.1 Le fonti letterarie

Una delle nostre fonti letterarie principali per ricostruire il regno di Adriano è la biografia con cui si apre l’Historia Augusta, dedicata per l’appunto a questo imperatore. Quest’opera, probabilmente composta nel IV secolo d.C., comprende una serie di biografie degli imperatori, dei Cesari e anche degli usurpatori (tyranni) da Adriano sino al 285 d.C., variamente indirizzata agli imperatori dell’età dioclezianea-costantiniana, con un salto nella narrazione che copre l’arco cronologico che va dal 244 al 260 d.C. Il

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- 2 -

vivace dibattito della critica moderna sulla paternità dell’opera, che la tradizione manoscritta attribuiva alla mano di sei autori diversi19, ha subito una svolta nel 1889 con

la comparsa del saggio di Herman Dessau20 che propose la tesi dell’autore singolo, spostandone, però, la composizione all’epoca teodosiana. Nonostante questa ipotesi abbia incontrato all’inizio fieri oppositori, oggi è unanimemente accettata. Sebbene sia stata da tempo notata una “differenza qualitativa” tra le prime nove vite e le altre composte in maniera più libera, l’ipotesi fa affidamento a una generale unità tematica di tutto il testo. Quello che qui ci interessa al di là delle questioni strettamente filologiche21 è capire quanto il contenuto sia “fede degno”. La vita di Adriano viene considerata “to be one of the most veracious in the Historia Augusta”22: soprattutto ci permette di ricostruire con

un buon margine di esattezza i suoi viaggi, spesso associati ai beneficia concessi alle città, quindi di primario interesse per il nostro lavoro. L’autore armonizza il proprio stile su quello di Svetonio23 delle Vite dei Cesari, procedendo a una descrizione che mette in primo piano vizi e virtù del singolo personaggio, rubricando il regno in categorie generali in cui vengono inquadrati aspetti, fatti, situazioni inerenti al personaggio trattato,

19 Elio Sparziano, Giulio Capitolino, Volcacio Gallicano, Elio Lampridio, Trebellio Pollione, Flavio

Vopisco.

20 DESSAU 1889, pp. 337-392. 21

Come opera di riferimento sugli studi dell’Historia Augusta si sono presi in esame i volumi della Bonner Historia Augusta Colloquium, Habelt, Bonn, 1966-1990.

22

BOATWRIGHT 2000, pag. 21 con biobliografia in nota n°18.

23

Gaio Svetonio Tranquillo (circa 70 d.C.-post 122 d.C.), protegé di Plinio il Giovane che diede impulso alla sua carriera, dopo la morte di quest’ultimo, nel 113 d.C., venne affidato alla protezione di Setticio Claro, prefetto del pretorio sotto Adriano. Proprio grazie all’intercessione di quest’ultimo Svetonio ricoprirà il ruolo di segretario a studiis e ab epistulis dell’imperatore avendo accesso ai documenti più importanti degli archivi imperiali. Nel 122 d.C. venne allontanato insieme al suo mentore da Adriano, e di questo episodio abbiamo menzione nell’HA Hadr.11,3, con il pretesto di essersi abbandonato a comportamenti troppo intimi con l’Augusta Sabina rispetto a quelli concessi dalla rigida etichetta di corte. Questo allontanamento segnò anche la fine della sua carriera. Di lui ci rimangono il De Viris Illustribus, di cui ci è pervenuta per intero solo la sezione riguardante i grammatici mentre del resto dell’opera sono sopravvissute solamente poche vitae sulle quali, però, non c’è accordo tra gli studiosi. Scrisse anche il De vita Caesarum una raccolta di biografie da Giulio Cesare a Domiziano di cui gli autori dell’Historia Augusta si sentono naturali prosecutori; a questo proposito vedi HA, Prob., 2, 7: alla fine di una lunga premise vengono menzionate le fonti utilizzate per la composizione delle Vitae e figurano principalmente Mario Massimo (così come per altre 18 volte all’interno dell’intera opera) e Svetonio.

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- 3 -

svincolate però dall’obbligo di una rigida successione cronologica dei fatti. Alla base delle biografie si può riconoscere uno schema fondamentale -anche se non sempre applicato in maniera pedissequa- nel quale si susseguono sezioni inerenti: gli antenati e la famiglia del principe; la nascita; nomi ed eventuali soprannomi; i presagi dell’impero; il suo carattere; il periodo precedente l’ascesa al trono; gli eventi svoltisi nel corso del suo regno, con un’attenzione particolare ai fatti d’arme; i provvedimenti amministrativi e le opere pubbliche che lo caratterizzano; la data, le circostanze della morte e gli omina

mortis; gli eventuali onori tributati postumi. L’opera vive di un rapporto complesso tra

verità e finzione e per questo viene ascritta al genere della “mytho-historia” 24 l’autore in

virtù di un “contract of fictional complicity” gioca con il linguaggio, le convenzioni del genere storico. I pattern narrativi sono simili, anche se la caratterizzazione risulta privilegiare un’organizzazione più tematica che cronologica, più personale che politica: “manca del tutto l’analisi della sua personalità politica, il consapevole aggancio allo sfondo storico in cui si muove […] (invece) un’attenzione tutta particolare verso la sfera privata della vita del principe” indugiando particolarmente su quelli aspetti dal tono “ghiottamente scandalistico” 25. Questo atteggiamento secondo alcuni autori26, riflette una

definitiva dissoluzione dei valori della tradizione e una frattura sempre più evidente tra popolo e sovrano, che ne fanno una delle opere più significative nel panorama della crisi dell’Impero Romano. Di certo per il nostro lavoro risulta più interessante un’altra chiave di lettura proposta di recente che riconosce all’autore della biografia di Adriano una comprensione raffinata dei meccanismi di legittimazione imperiale, di cui i viaggi sono uno strumento. Questo punto risulterà di particolare interesse per il capitolo dedicato ai

24

SYME 1971, pag. 279-281

25 SOVERINI 1983, Vol. I, Introduzione pag. 16 ss. 26

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- 4 -

viaggi di Adriano originati, come vedremo, da una combinazione di necessità amministrative-militari e dalle inclinazioni personali dell’imperatore. I viaggi vengono introdotti molto presto all’interno del resoconto e svolgono non solo un ruolo narrativo e tematico ma soprattutto servono “(to) demonstrate the intimate links between travel and power under the Roman empire. They reveal the intensely personal nature of the imperial power and highlight the many opportunity for the expression of that power that an emperor's presence and movement through his empire might provide.”27

Alla luce di questa ipotesi possiamo leggere i viaggi come parte di un dialogo che passa in rassegna le varie strategie di legittimazione ed espressione del potere imperiale e la loro preponderanza può forse essere spia del comportamento ritenuto appropriato per un imperatore. I viaggi, dunque, comunicano qualcosa di più, come ad esempio il primo viaggio di Adriano in direzione della salma di Traiano, che ha la funzione di rinsaldare la legittimazione del princeps. Il tema della “legittimità” è caro agli ‘autori’ dell’Historia

Augusta che non mancano di includere nella loro silloge non solo gli imperatori legittimi

ma anche i Cesari, gli usurpatori e i pretendenti: l’esercito, il Senato e il popolo sono, a vari gradi, riconosciuti come fonte di legittimazione. La composizione dell’opera in seno agli ambienti senatori contribuì a determinare gli atteggiamenti acrimoniosi rivolti principalmente a quelle figure imperiali dalle tendenze marcatamente accentratrici e personalistiche.

Il ritratto di Adriano che abbiamo non può dunque che essere ambivalente e contraddittorio, il risultato di un’integrazione poco attenta delle fonti con differenti attitudini nei confronti dell’imperatore. Secondo l’ipotesi originariamente postulata da August Enman alla fine del XIX secolo la fonte principale sarebbe una

27

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“Kaisergeschichte”, per Ronald Syme, seguito da Timothy Barnes, l’autore sarebbe un anonimo biografo (Ignotus)28 con uno stile sobrio e fattuale rispetto all’approccio

‘scandalistico’ di Marius Maximus; questo biografo di età severiana29 sarebbe stata la

fonte delle prime nove “vitae” che, come ricordiamo, vanno a comporre le “good or major Lives30”. Interessante constatare come tra le fonti menzionate faccia capolino anche una, non meglio identificata, Autobiografia di Adriano31. Secondo la linea interpretativa

proposta da Cam Grey, possiamo inserire la riscoperta del viaggio nella cornice della Seconda Sofistica, che fiorisce proprio sotto il regno di Adriano, all’interno di un mondo caratterizzato da una accresciuta mobilità: “a world of travelers”32.

Infatti, a partire dal II secolo d.C., il viaggio è presente sotto varie forme: il “philapodemos” diventa “a familiar character” che si può trovare spesso nei romanzi d’amore33; il viaggio compare anche nelle opere come la Periegesi di Pausania o nella

Storia Vera di Luciano; nella Vita di Apollonio di Tyana ad opera di Filostrato lo troviamo

utilizzato come espediente letterario per “establish the credential of this holy man in a world of sophist34. Di queste tendenze troviamo un’eco nel resoconto dell’Historia

Augusta legato a doppio filo con il filellenismo di Adriano, incluso tra le figure della

seconda Sofistica35. La narrazione dei viaggi di Adriano fornisce una cornice per

28

SYME 1968; SYME 1971; SYME 1983; BARNES 1978.

29 PIR 2, M 308 30 BIRLEY 2000, p. 132 nota 1. 31 HA, Hadr., 16, 1. 32 GREY 2016, p. 9. 33 MONTIGLIO 2005. 34 ELSNER 1997, p. 26 35

Per il rapporto di Adriano con gli intellettuali del suo tempo vedi BIRLEY 1997, p. 4-5. Adriano così come ce lo presentano le fonti era un intellettuale eclettico, con una passione per le Graecis litteris, con un gusto letterario arcaizzante in linea con le temperie culturali del suo tempo, e con un’ambizione personale smisurata. Questi suoi variegati interessi che andavano dall’astrologia all’architettura erano però affiancati a un carattere estremamente competitivo prono spesso alla gelosia ‘professionale’, all’altezzosa affermazione di sé quando non aveva esiti peggiori. Nonostante durante il suo regno si sia adoperato per favorire lo sviluppo delle arti, soprattutto quelle di matrice greca, molti componenti della cerchia degli intellettuale, a lui vicina ebbero a soffrire un repentino sfavore imperiale, spesso da attribuire ai motivi più

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analizzare i vari stili di conduzione dell’impero quello “Militare” e quello “Senatorio”36.

Le azioni spesso ad essi legate, come i beneficia concessi alle città37, sono in linea con le

aspettative dell’autore e del suo pubblico: “(the) proper care for the Roman Res Publica is a key component in the establishing the legitimacy of any claimant to the imperial throne38”, un leitmotiv di tutta l’Historia Augusta. Adriano però non è solo un imperatore “Senatoriale”, alla sua ascesa fa seguito l’uccisione dei potenziali oppositori, nel nostro caso quattro consolari, si assicura l’appoggio dei soldati con un doppio donativo alle truppe e agisce rapidamente nei confronti delle province problematiche39. Si delineano due pattern in contrasto: il comportamento da autocrate e quello di un princeps senatus; in bilico tra legittimità e illegittimità, il suo atteggiamento oscilla da quello proprio di un

optimus princeps al crudele pragmatismo40. L’esplicità e la prominenza di questi contrasti

non possono che essere una decisione autorale.

Dunque, nella caratterizzazione del ritratto di Adriano, ricopre importanza primaria la sua localizzazione fisica: si può infatti riscontrare una differenza tra le azioni dell’imperatore a Roma e in provincia. Da una parte agisce nel solco degli imperatori filo-senatoriali del II secolo d.C. come primus inter pares, cercando di ricostruire un rapporto armonioso con la classe senatoria dopo i tumultuosi inizi. Manca però della completezza necessaria e in

triviali. A questo proposito possiamo richiamare l’atteggiamento cauto di Favorino, impegnato in una chermesse letteraria con l’imperatore vedi HA, Hadr, 15, 13. Vedi Cassio Dione, LXIX 3, 2-3; e.g. § 4: scontro con Apollodoro e la caduta in disgrazia dell’architetto responsabile dei grandiosi progetti traianei, sia in tempo di guerra vedi il ponte sul Danubio, sia in tempo di pace vedi il Foro di Traiano con gli adiacenti Mercati.

36

MOLINIER-ARBÒ 2008, p. 100.

37

HA, Hadr., 12, 2-3; 13, 6; 19, 2; 20, 4; Cassio Dione, LXIX, 5, 3; 9,1; 10,1; ci si limita a dare un breve resoconto, piuttosto generalizzato, sulle evergesie imperiali, nel quale raramente fanno capolino le città eccetto Roma, Atene, Aelia Capitolina, Hadrianoutherae; le ultime due sono vere e proprie colonie fondate ad opera dell’imperatore.

38 GREY 2006, p. 10.

39 HA, Hadr., 5, 6: doppio donativo alle truppe; HA, Hadr., 6,6: incursioni tra i Saramti e Roxolani, Adriano

invia l’esercito a precederlo; HA, Hadr., 7, 1-2: uccisione dei consolari Palma, Celso, Nigrino e Quieto.

40

(25)

- 7 -

rotta con il Senato per l’uccisione dei quattro senatori, aggrava la situazione rinnegando anche gli atti del predecessore, un esempio eclatante è rappresentato dall’abbandono delle recenti conquiste di Traiano in Mesopotamia. Le caratteristiche personali e l’essere in viaggio enfatizzano le azioni che compie, mettono in evidenza gli elementi di governance fondamentali per la legittimazione imperiale: amministrazione, giustizia e solide relazioni diplomatiche. In provincia agisce come un autocrate, regio more41, soprattutto nella sua veste di comandante militare (vedi l’istaurarsi della Disciplina Augusta), preannunciando i caratteri che saranno propri degli imperatori-soldati del III secolo d.C. I due stili di conduzione dell’impero sono contrastanti ma non opposti, esistono in un rapporto complementare: “a legitimate emperor is indeed what a legitimate emperor does, and it is the what rather the how[…] that is most important in establish his legitimacy”42. Il motivo

del viaggio può però essere utile nel presentare una descrizione pragmatica del governo imperiale “If Hadrian is in Rome is Hadrian the senator, and Hadrian in the provinces is Hadrian the autocrat, Hadrian the traveler is Hadrian the emperor, administering his empire in his own particular way”: viaggio ed efficienza governativa risultano essere intimamente e inestricabilmente connessi43. Nonostante l’Historia Augusta sia “the most

enigmatic work that Antiquity has transmitted” 44, il giudizio dato dagli studiosi è quello di un’opera che sebbene “written hastily and carelessly […] is manly factual” 45 e ad essa

ricorreremo più volte nel nostro lavoro come fonte privilegiata per tentare, pur con le dovute cautele, di ricostruire un quadro il più completo possibile della figura e dell’impero di Adriano. 41 HA, Hadr., 11, 2. 42 GREY 2016, p. 14. 43 GREY 2016, p. 15. 44 SYME 1971 p. I. 45 BIRLEY 2000, p. 132, nota 1.

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L’altra fonte a nostra disposizione per illuminare questo periodo è l’opera di Cassio Dione, l’Historia Romana. L’opera venne composta probabilmente a Roma circa nel 220 d.C. e l’intento dell’autore era quello di coprire gli eventi dalla fondazione di Roma sino ai suoi giorni. Tuttavia, il libro dedicato al principato di Adriano, il LXIX, ci è giunto solo nella compilazione del monaco bizantino del X secolo Xiphilus. Il carattere discontinuo e selettivo dell’epitome riflette gli interessi del compilatore, così ad esempio i motivi religiosi sono alla base dell’estensivo resoconto sulla Guerra Giudaica. La maggior parte di ciò che ci è rimasto del libro LXIX si concentra ancora una volta sulle qualità morali di Adriano così come ci vengono svelate dalle sue azioni e dalle sue interazioni con le figure principali del suo tempo. Dione, in quanto senatore, è ostile ad Adriano e probabilmente prende spunto per il suo resoconto da storie che circolavano tra le élites senatorie del suo tempo46. Nonostante ciò Adriano47 viene menzionato tra le fonti dell’autore in almeno due occasioni48, in un altro caso menziona una lettera scritta di suo

pugno dall’imperatore49 e infine riporta il resoconto di cosa ‘realmente’ successe alla

morte di Traiano, fornitogli di prima mano dal padre all’epoca dei fatti governatore della Cilicia50. Fergus Millar51 sottolinea come Cassio Dione spesso riporti, in contesti triviali,

elementi dal valore storico considerevole.

L’opera verrà utilizzata soprattutto nella descrizione dei viaggi di Adriano e nel cercare di caratterizzare la sua opera evergetica, anche se, come chiosa Mary Taliaferro-Boatwright il cui focus primario sono per l’appunto i rapporti intessuti da Adriano con le

46

MILLAR 1964, pp. 61-72; vedi BOATWRIGTH 2000, pag. 21 nota 13-15.

47

MILLAR, 1964, p. 34: Adriano e Augusto sono gli unici due autori antichi menzionati da Cassio Dione in maniera non ambigua.

48 Cassio Dione, LXVII, 17, 1; LXIX 11. 49 Cassio Dione, LXIX, 17, 3.

50 Cassio Dione, LXIX, 1, 3. 51 MILLAR 1964.

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città, “Cassius Dio’s focus on Hadrian’s personality and its effect on Rome’s elite apparently led him to overlook much we would now like to know. It seems dubious that he detailed Hadrian’s dealing with the city.52” A questo commento, inserito in una più

ampia riflessione sulla miopia delle fonti per le interazioni urbane, ritenute non degne di nota, segue l’esemplificazione. In Cassio Dione, infatti, l’unico passaggio in cui si fa menzione dei rapporti con le città è molto generico53. Sebbene vengano elencati sei tipi

differenti di beneficia, sempre legati alla presenza dell’imperatore, non vengono però menzionate le città su cui ricadono. Quelli che vengono elencati sono molto diversi tra di loro e in un caso vengono rubricati semplicemente come “onori”, termine generico al quale non possiamo legare nessun tipo particolare di evergesia. Tuttavia, è importante ricordare come le informazioni più dettagliate sull’attività municipale di Adriano nelle province venga corroborata dalle iscrizioni e soprattutto come l’utilizzo di terminologie generiche e in alcuni casi intercambiabili possa riflettere “the unusual extent of Hadrian’s liberality to cities”54.

Per la menzione delle altre fonti utilizzate nel nostro lavoro si è preferito seguire un criterio cronologico. Più vicini all’epoca di Adriano troviamo Arriano, Aulo Gellio e Frontone.

Lucio Flavio Arriano di Nicomedia, oltre ad essere una delle figure di spicco tra gli intellettuali vicini all’imperatore, servì anche come legato della Cappadocia dal 131 al 137/8 d.C. Tra le sue opere la più significativa ai nostri scopi è sicuramente il Periplus

Pontus Euxinus, opera dedicata all’imperatore nel 132 d.C., nella quale viene fatta

52 BOATWRIGHT 2000, p. 21. 53 Cassio Dione, LXIX, 5, 2, 3. 54

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menzione delle evergesie di Adriano a Trapezo55 e consente anche, come vedremo, di contestualizzare una parte dell’itinerario dell’imperatore in Oriente. Questo testo ci permette di osservare un altro modo attraverso il quale poteva esercitarsi il favore imperiale, ovvero attraverso la mediazione del governatore della provincia. Ciò consente di istituire un confronto diretto con un'altra opera di vitale importanza per il nostro studio, ovverosia il libro IX delle Epistolae di Plinio il Giovane, governatore della Bitinia-Ponto tra il 108-111 d.C. Opera di cui analizzeremo meglio le implicazioni nel capitolo dedicato alla provincia presa in presa in esame.

Abbiamo la menzione di otto città come recipienti delle evergesie imperiali nella

Periegesi della Grecia di Pausania. Quest’ultimo compose la sua opera tra il 155 e il

175-80 d.C., descrivendo principalmente i monumenti della Grecia continentale, visibili ancora ai suoi tempi, con un focus primario sui culti, doni votivi e tutte le opere artistiche ad esse correlate. Esprime un giudizio positivo sulla figura dell’imperatore Adriano che viene menzionato come benefattore di tutte le città Greche o Barbare56.

Nelle Noctes Atticae, opera composta da Aulo Gellio all’incirca nel 177 d.C., l’imperatore compare quattro volte: una come riferimento cronologico57; un suo rescritto58; due volte

in riferimento ai suoi interessi letterari59. Proprio a quest’ultima categoria appartiene il resoconto del responso di Adriano alla richiesta da parte degli abitanti di Italica, Utica e altri municipia di passare allo status coloniale. Questo passo dell’opera, noto con il nome di de Italicensibus, viene inserito nella narrazione per esemplificare il fatto che i moderni grammatici siano più ignoranti sull’uso corretto e sul significato originale dei termini, in

55 Arriano, Perip. Pont. Eux., XVI, 6, 1-4. 56

Pausania, Periegesi, I, 5, 5; I, 36, 3.

57 Gellio, Noctes Atticae, XI, 15, 3. 58 Ibidem, III, 16, 12;

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questo caso municipies/municipia. Incidentalmente però ci permette di avere informazioni preziose sugli status giuridici delle città e su quali erano le procedure da seguire per l’eventuale promozione. È curioso quanto una menzione incidentale possa aver dato il via a una serie di ipotesi inserite nel contesto più ampio del discorso municipale soprattutto in connessione con l’imperatore Adriano.

Frontone, la cui carriera si pone sotto gli Antonini, nonostante la poca simpatia che traspare nel testo nei confronti dell’imperatore Adriano, da contezza della sua opera municipale e chiosa con un “Si possono vedere svariati monumenti dei suoi viaggi in molte città dell’Asia e dell’Europa, molti e di tutti i tipi comprese le tombe costruite in pietra”60 nello stesso passaggio in cui recrimina ad Adriano la rinuncia alle conquiste

territoriali di Traiano; il viaggio in questo contesto viene dipinto alla stregua di un passatempo che esula dai reali compiti di un imperatore61. Altre informazioni le possiamo ricavare dall’opera di Lucio Flavio Filostrato, le Vitae Sophistarum, scritta tra il 231 e il 237 d.C., in cui la menzione di Adriano è subordinata e funzionale a denotare il potere della retorica e l’abilità dei sofisti. Ci fornisce molti dettagli sui beneficia concessi a Smirne, in cui un ruolo centrale ebbe ad avere il retore Antonio Polemone62. Similarmente

il caso di Alexandria Troas serve ad evidenziare il ruolo da intermediari nell’intercedere in favore della città svolto da Erode Attico e dal padre, Attico. Tutti questi personaggi partecipano di un rapporto diretto con l’imperatore e sebbene questi esempi possano

60

Frontone, Principia Hist. XI, p. 209.

61

Nonostante si sia provato a dare un’altra interpretazione dell’utilizzo dei viaggi all’interno del ritratto di Adriano nell’Historia Augusta non ci si può sottrarre dall’evidenziare il paragone con la biografia di Antonino Pio, un imperatore dal carattere sicuramente più “Senatorio”. Il suo regno, sostanzialmente pacifico e in continuità con quello del predecessore, genera giudizi meno controversi trovando il pieno sostegno della classe aristocratica romana. Un elemento da sottolineare è la profonda “staticità” di questo imperatore che non si mosse mai da Roma, e in questo forse si rispecchia il giudizio negativo sulla caratteristica dei viaggi di Adriano appena mostrato in Frontone, la cui carriera politica e intellettuale troverà pieno fiorire nell’età Antonina.

62

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condurre alla conclusione che i sofisti “were vital mediators for the imperial benefaction, this was not the case even during the reign of Hadrian” 63. Filostrato compone la sua opera

a un paio di generazioni di distanza da Adriano, quindi la memoria di questi avvenimenti era ancora fresca ed è probabile che sia servito, come fonte, di qualche monumento attribuito ad Adriano a Smirne.

Tra le fonti letterarie è doveroso menzionare anche l’Epitome de Caesaribus, un’opera ascritta al IV secolo d.C., legata al nome di Aurelio Vittore, contenente dei brevi ritratti degli imperatori romani secondo il paradigma narrativo dell’esposizione dei vizi e delle virtù di ciascuno. Troviamo menzione qui di un dato curioso legato ai viaggi di Adriano, ovverosia del fatto che l’imperatore viaggiasse sempre accompagnato da un gruppo di architetti e costruttori organizzati a mo’ di coorte64. L’epitomatore si focalizza sull’attività

di ricostruzione dell’imperatore, riflettendo probabilmente necessità e sentimenti del periodo in cui è stata composta. La fonte, tuttavia, non va oltre una menzione generica.

Altre informazioni si possono ricavare dal cronista del VI secolo d.C. Giovanni Malalas65, soprattutto quelle in riferimento alla città di Antiochia sembrano avere un buon grado di affidabilità. Il testo però, presenta notevoli problemi di esegesi: le fonti epigrafiche risultano spesso inconsistenti e le informazioni per i luoghi al di fuori di Antiochia richiedono di essere vagliate attentamente. Particolarmente interessante è la descrizione del restauro del tempio di Zeus a Cizico che seppur esagerata contiene degli elementi

63

BOATWRIGHT 2000, p. 23.

64

Aurelio Vittore, Epitom. De Caes. 14, 4, 5.

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veritieri.

1.2 Altre fonti documentarie

Bisogna ammettere che le fonti letterarie in nostro possesso non sempre restituiscono un’immagine positiva di Adriano, spesso viziate da una visione di parte aderente a una tradizione senatoria non troppo favorevole. Inoltre, raramente menzionano l’attività municipale, quindi per lo scopo del nostro lavoro è importante fare ricorso ad altre fonti documentarie, quali conii imperiali e provinciali, epigrafi e papiri soprattutto di origine provinciale infatti “The bulk of our data on Hadrian’s municipal activities originates in these cities and not in Rome66.”

Nessuna di queste fonti però ci offre un’analisi sulle motivazioni o gli effetti e anche la loro rappresentatività è incerta: non possediamo, infatti, casi in negativo e ciò contribuisce a creare un’immagine distorta poiché “the evidence is skewed toward successfull appeals to Hadrian”67, infatti non ci rimane altro che la risposta delle città ai benefici concessi.

Anche la ricerca archeologica, del resto, alle volte può produrre un’immagine falsata: il desiderio di attribuire a un personaggio famoso un edificio può aver portato a legare alla figura di Adriano opere, non meglio identificate, che possono essere state benissimo il prodotto di uno sforzo locale. Cercheremo di tenere ben presenti queste problematiche intrinseche alle fonti e di eliminare dove possibile il vizio attribuzionistico privo di ogni critica. Per una migliore organizzazione del materiale in nostro possesso seguiremo la divisione operata dalla Boatwright68 che identifica sei macro-gruppi:

66

BOATWRIGHT 2000, p. 26.

67

BOATWRIGHT 2000, p. 26.

68

BOATWRIGHT 2000, nel capitolo 2 analizza la situazione delle fonti utili per la ricostruzione dell’attività municipale di Adriano.

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1. Documenti ufficiali, nella forma principalmente epigrafica, che trovano concordanze- e motivo d’essere- in una decisione imperiale o un decreto municipale. Il primo gruppo comprende iscrizioni fatte innalzare da Adriano o dalla comunità ricevente il beneficum per commemorare la decisione imperiale. Al suo interno troviamo editti (diatagma), lettere e responsi (epistolai, epistula,

rescripta) e meno frequentemente le risposte imperiali a persone o gruppi

appartenenti agli strati inferiori della popolazione (subscriptiones), gli ordini per i governatori o i legati (mandata) e le decisioni in materia giuridica prese a seguito di udienze nelle quali era presente l’imperatore (decreta). Questo tipo di evidenze tendono a restituire un’immagine “positivistica”: solo quelle andate a buon fine vengono commemorate e anche i termini utilizzati sono decisamente lusinghieri, ponendo dunque un problema di rappresentatività del dato69. Comunque sia i pronunciamenti di Adriano “reveal his overwhelming dominance in the Roman world and its cities”70.

2. Iscrizioni erette dalle autorità locali in ringraziamento per il beneficium concesso. In molti casi non si può effettuare una sicura attribuzione dell’attività di Adriano dal momento che la terminologia utilizzata indulgentia, liberalitas (in latino) ed

euergesia e ktistein (in greco) è polivalente71 e “reflect on emperors benevolence,

69 I testi di riferimento, dedicati soprattutto al materiale proveniente dalla parte orientale dell’impero sono

due: MARTÌN 1982; OLIVER 1989. Non possiamo non citare anche il lavoro di collezione generale di tutte le fonti inerenti ai principati di Nerva, Traiano e Adriano presente in SMALLWOOD 1966 poiché, anche se datato, il suo impianto continua ad essere valido metodologicamente.

70

BOATWRIGHT 2000, p. 28. Vedi anche nota 51 dove si sottolinea come durante il regno di Adriano si poté assistere a un ulteriore passo verso una maggiore standardizzazione delle costituzioni imperiali, rescritti etc. nell’ottica di una maggiore efficienza.

71

BOATWRIGHT 2000, p. 30: “The specialized meanings these words could intermittently assume should not mask the fact that such vocabulary was used precisely because it was polyvalent. It simultaneously connoted the emperor’s moral virtues, his absolute control of politics and law, and the act he undertook with his power”.

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‘the expression of his majesty’72, rather than designating a specific gift. […] Yet

the multivaence of the words employed […]: what mattered to these cities and authors was the fact that Hadrian attended positively to a city, not a particular configuration his attention took”73.

Bisogna anche considerare che la grande quantità di iscrizioni in onore di Adriano, provenienti dalla parte orientale dell’impero, in parte da addebitarsi alla fondazione del Panhellenion ad opera dell’imperatore, ci mette in guardia sulla loro natura: costituiscono infatti, spesso una testimonianza di una generica gratitudine da parte delle città o del tentativo di attirare l’attenzione imperiale e quindi il favore.

3. Menzione, di proposito o accidentale, della delega da parte di Adriano nei confronti di un individuo con compiti di sovrintendere uno o più aspetti della vita municipale: sono i logisthes, curatores e correctores che, a vario titolo e con ambiti di competenza diversi, legati a una o più città o con estensione che arriva a coprire l’intera provincia, iniziarono a comparire in Asia Minore a partire dal regno di Nerone. In Ponto-Bitinia ricorderemo il caso di Patrokles, notabile locale che aveva ricoperto anche incarichi nell’esercito, a cui fu affidato il compito di sovrintendere come curator - ed eventualmente risponderne finanziariamente- alla ricostruzione delle mura di Nicea74 voluta dall’imperatore all’indomani del terremoto del 120 o del 123 d.C.

4. Iscrizioni da edifici con la menzione della costruzione o ricostruzione da parte di un evergete locale, di un governatore o per diretto interessamento dell’imperatore.

72

VEYNE 1976, pp. 347-380.

73

BOATWRIGHT 2000, p. 29.

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L’attribuzione certa al diretto interessamento o coinvolgimento imperiale è spesso difficile in termini assoluti, bisogna accettare che queste iscrizioni possono essere nelle loro formulazioni fuorvianti. Nel caso specifico affronteremo in maggior dettaglio la questione nel capitolo dedicato alle città della Bitinia e del Ponto (Capitoli 3 e 4).

5. Dati occasionali nei trattati degli agrimensores, papiri o testi legali. Vedremo in varie occasioni come i papiri possano fornire spunti di riflessione interessanti, come a titolo esemplificativo, il Papiro da Ossirinco75 che ci permette di avere contezza dei preparativi necessari per la visita dell’imperatore e del suo seguito, avviati addirittura con un anno di anticipo. L’adventus imperiale era un evento attentamente programmato, di cui si conosceva in anticipo l’itinerario, in cui sia la comunità sia l’imperatore erano chiamati ad avere un ruolo attivo.

Per quanto riguarda i testi legali possediamo i rescritti, le leggi e i pareri giuridici di Adriano confluiti nel Digesto, compilazione che risale all’epoca giustinianea. La menzione di Adriano nel Liber Coloniarum, con sei occorrenze principalmente riferite alla centuriazione e all’assegnazione di lotti di terra da parte dell’imperatore, è una testimonianza che viene riportata ma di cui viene contestata la validità76. In questo gruppo trova posto anche un’opera spesso trascurata dagli studiosi moderni, per gli intrinsechi problemi che pone non solo dal punto di vista dell’esegesi del testo ma anche dal punto di vista contenutistico: si tratta delle

Sententiae Hadriani 77 compilazione probabilmente attribuibile all’opera di un “maestro” ignoto di metà o fine terzo secolo d.C. che raccoglieva, a titolo

75

Vedi VAN GRONINGEN 1950, p. 253 ss. In generale vedi anche J. KRÜGER 1990.

76

BOATWRIGHT 2000, p. 34; BOATWRIGHT 1989, pp. 242-244.

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esemplificativo e con scopi didattici, le sentenze pronunciate dall’imperatore. Probabilmente l’autore si rifaceva ai documenti ufficiali degli appelli alla presenza dell’imperatore o di alti ufficiali dell’impero. Il testo bilingue, con una colonna in latino e una in greco, consiste di 13 sententiae ed è stato tramandato in due versioni: una parte è presente nel Corpus Glossarium Latinorum78, mentre frammenti di altre 14 sententiae sono stati trovati in papiri e pergamene; l’opera viene ascritta al genere degli hermeneumata/interpretamenta. Si deve principalmente allo studio, purtroppo sconosciuto ai più per molto tempo, di Arthur Schiller79 il rinnovato interesse per questa opera: lo studioso contestava

fermamente il giudizio, di valore negativo, che ne voleva solo un testo dal carattere aneddotico e poco significativo, una compilazione a cui si negava il valore contenutistico sulla base della communis opinio che un imperatore non avesse contezza o non si interessasse di queste dispute giuridiche così comuni.

6. Monete e iscrizioni provinciali che ci testimoniano principalmente il cambio di status di una città o la sanzione di un festival, locale o provinciale, da parte di Adriano. Per i conii imperiali si farà riferimento, principalmente, ai due lavori di catalogazione ad opera di Harold Mattingly80.Per quanto riguarda la monetazione provinciale citeremo qui come fonte principale il catalogo “Roman Provincial Coinage”: questo lavoro, di importanza fondamentale, rappresenta il primo tentativo di riorganizzazione sistematica delle emissioni monetarie provinciali81.

78

Corpus Glossarium Latinorum III, ed. G. Goetz, 1892-1983, 30-38, 387-390.

79

SCHILLER 1971, pp. 717-727.

80 In particolare, il secondo volume della serie Roman Imperial Coinage (abbreviato in RIC2) vedi

MATTINGLY 1926; e il volume terzo della raccolta Coins of the Roman Empire in the British Museum (abbreviato in BMC III) vedi anche MATTINGLY 1936.

81

Il progetto ambisce a registrare, nei dieci volumi previsti, tutte le emissioni provinciali romane nel periodo che va dal 44 a.C. sino al 296/7 d.C. Recentemente è stato pubblicato il volume che copre i regni

(36)

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Impossibile non citare in questo contesto i vari contributi, apparsi sulle riviste di numismatica del mondo antico, dello studioso William Metcalf, che hanno come oggetto di studio il conio dei cistophori durante l’impero82. L’alto punto raggiunto dai conii municipali durante il periodo imperiale romano e la loro diffusione “capillare” ci offrono una miriade di informazioni: i tipi monetarii e le leggende ci permettono di ricostruire aspetti della vita civica altrimenti sconosciuti. Offrono una moltitudine di informazioni: le divinità e gli eroi locali, i fondatori della città, miti e festival locali, le strutture edilizie più importanti, i nomi delle comunità, le ere calendariali, insieme con accenni alla geografia e la topografia del luogo, i titoli onorifici e gli ideali condivisi dalla comunità cittadina. I programmi iconografici sono rappresentativi dell’orgoglio civico e religioso, strumento della propaganda della polis e inoltre forniscono uno spaccato della connoisseurship e dei processi di rielaborazione del proprio passato ad opera delle élite locali. Questi programmi comunicano con le città vicine e ci danno contezza dei rapporti che intercorrevano all’interno di una determinata provincia; questi si potevano declinare su una scala che andava dai rapporti più amichevoli alle rivalità più aspre.

Per quanto riguarda le iscrizioni relative alla Bitinia e Ponto abbiamo fatto principalmente ricorso alla collezione, comprendente più di cinquanta volumi, dell’Inscriften griechischer Städte aus Kleinasien che ad oggi risulta essere la più completa silloge sulle iscrizioni delle singole città d’Asia Minore. Per la Bitinia e il Ponto le città interessate sono: Apamea e Pylai (IK 32)83, Iznik-Nicea (IK

9-da Nerva ad Adriano che verrà 9-da qui in avanti citato come RPC3, disponibile per la consultazione online

al sito https://rpc.ashmus.ox.ac.uk/search/browse?volume_id=3.

82

Vedi METCALF 1974, pp. 59- 66; METCALF 1980.

(37)

- 19 -

10.3)84, Bithynion-Claudiopolis (IK 31)85, Prusa ad Olympum (IK 39)86, Prusias

ad Hypium (IK 27)87 Ovviamente questo corpus non è l’unico in cui trovano spazio

le innumerevoli testimonianze epigrafiche di questa regione, ricordiamo qui brevemente anche i volumi del Tituli Asiae Minoris88 e quelli che compongono i

Monumenta Asiae Minoris Antiqua89.Le iscrizioni presenti in altre sillogi verranno dovutamente segnalate nelle note a pié di pagina90.

Si è fatto ricorso anche all’utilizzo di risorse online, queste hanno il vantaggio di consentire di interrogare database costantemente aggiornati che comprendono al loro interno la maggior parte dei corpora epigrafici principali e anche alcuni di quelli regionali, rilevanti per il nostro studio. Se da una parte hanno il pregio di rendere disponibile agli studiosi una massa di dati altrimenti difficilmente reperibile, dall’altra non si può non sottolineare spesso la mancanza di un qualsivoglia apparato critico anche il più scarno che non vada oltre la data e la collocazione del pezzo91 e la difficoltà per i non addetti ai lavori nel loro utilizzo

84 SAHIN 1979.

85 BECKER-BERTAU 1986. 86 CORSTEN 1991.

87 AMELING 1986. 88

Tituli Asiae Minoris (TAM) ed. Kleinasiatische Kommission der Österreichischen Akademie der Wissenschaften, 5 voll., Vienna 1901-2007. Vedi soprattutto vol. IV, Bithynische Halbinsel und Nikomedia.

89

Monumenta Asiae Minoris Antiqua (MAMA), 11 voll., Manchester-London, 1928-2013. Vedi in particolare il volume IV dedicato alla parte orientale della provincia d’Asia e alla Galazia occidentale.

90

Ogni anno iscrizioni dall’Asia Minore, specialmente di lingua greca, vengono pubblicate nei supplementi: Supplementum Epigraphicum Graecum (SEG) ed. Leiden- Amsterdam, pubblicato a partire dal 1923, si sottolinea però un ritardo nelle pubblicazioni, l’ultima risale al 2010; Bulletin épigraphique, pubblicato ogni anno sulla rivista Revue des Études Greques, generalmente non vengono pubblicati i testi ma solamente annotazioni critiche.

91

Epigraphic Database Heildelberg (EDH), Heildeberg Academy of Sciences and Humanities raggiungibile al sito https://edh-www.adw.uni-heidelberg.de/home è un progetto che con circa 80 mila entries, in costante aumento e aggiornamento, che si propone di raccogliere i testi epigrafici latini e bilingui dell’Impero Romano. È composto dall’interazione di quattro database: Epigrafico, Fotografico, Bibliografico e Geografico. La funzione ricerca permette di sottoporre diverse queries e i risultati sono spesso correlati da foto e disegni nonché datazione e collocazione. Purtroppo, le province del Ponto e Bitinia sono ancora coperte in maniera provvisoria. L’altro strumento utilizzato è l’EDR, progetto tutto italiano, sotto la direzione scientifica dell’Università La Sapienza di Roma, nato nell’ambito del programma di collaborazione internazionale delle banche dati epigrafiche denominato “Electronic Archive of Greek and Latin Epigraphy” (o EAGLE) di cui fa parte anche EDH. È raggiungibile al sito

(38)

http://www.edr-- 20 http://www.edr--

non sempre immediato, soprattutto dovuto a una disomogeneità dei criteri di catalogazione e quindi di ricerca.

1.3.Storia degli studi

La figura di Adriano è stata oggetto di una riscoperta a partire dagli ultimi anni del XIX secolo, complici le prime opere di sistematizzazione del materiale epigrafico e l’apertura dei primi scavi soprattutto in Grecia continentale e in Asia Minore che hanno reso disponibili una quantità di materiali da allora in costante aumento: “Evidence from the reign of Hadrian is sparse in term of texts, but rich in terms of architecture, statues and inscription”92. La ricerca, da allora, ha prodotto fiumi di inchiostro di letteratura

secondaria sugli argomenti più disparati nel tentativo di fornire quadri interpretativi il più completi possibili. Esula purtroppo dallo spazio di questo capitolo dare contezza della mole degli studi che hanno toccato il periodo adrianeo o la figura di Adriano sia in lavori di ampio respiro sia in studi monografici con analisi puntuali di particolari problematiche. Il nostro scopo, cioè il fornire un quadro della situazione all’epoca dell’imperatore adriano delle città della Bitinia-Ponto, in cui trovano posto le complesse interazioni tra l’imperatore e le polis, ci ha aiutato nell’opera di selezione del materiale. Come opera storica di riferimento si è utilizzata principalmente la biografia dell’imperatore ad opera di Anthony Richard Birley93. Lo studioso inglese si inserisce nella tradizione delle

edr.it/default/index.php. Ultimo ma non meno importante è lo strumento di ricerca messo a disposizione dal Packard Humanities Institute, frutto della collaborazione tra la Cornell University e l’Ohio State University, che permette anche attraverso un intelligente organizzazione in cataloghi regionali, in cui sono rubricati i maggiori corpora di riferimento, di effettuare ricerche mirate. Manca un apparato critico e nonostante il materiale sia abbastanza completo l’utilizzo degli strumenti, per i non addetti ai lavori, può risultare leggermente macchinoso vedi https://epigraphy.packhum.org/.

92

SPELLER 2002, p. XIV.

93

(39)

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biografie “moderne”94 colmando un vuoto nella ricerca, difatti per sua stessa ammissione

“Hadrian has long needed a new biography”95 e, sebbene l’intento non sia quello di

tracciare una storia di Adriano e il suo tempo, fornisce una narrazione a tutto tondo. Il metodo è quello di un’analisi puntigliosa delle fonti antiche accompagnata da una conoscenza approfondita della letteratura secondaria che viene utilizzata per tracciare il profilo di questo “restless emperor”: l’attenzione è dunque principalmente rivolta ai viaggi che condizionano anche l’architettura interna del lavoro. Nella sua narrazione fanno la loro comparsa un mondo di relazioni intessute dall’imperatore vuoi con le comunità locali e le loro élites, vuoi con le più alte sfere amministrative e militari del suo impero, di cui si tenta di scandagliare i motivi e ricostruirne gli effetti. L’opera è di fondamentale importanza nonostante alle volte la curiosità prosopografica dell’autore prenda il sopravvento rendendo di fatto molto complicato la ricostruzione di una narrativa continua. Come materiale aggiuntivo non possiamo mancare di citare anche il contributo dello stesso autore presentato nel volume della Cambridge Ancient History dedicato all’alto impero: viene qui delineato il profilo storico della dinastia Antonina, partendo dalla figura di Adriano96. Il tema dei viaggi imperiali, che occuperà il secondo capitolo e

che ricopre sin dall’inizio un posto ruolo centrale nella narrazione del principato di Adriano, si è spesso accompagnato nella ricerca al tentativo di interpretare edifici dell’epoca di Adriano come monumenti o fondazioni in occasione di una visita imperiale. I dati in nostro possesso, anche a seguito della costante attività di scavo e di pubblicazione

94

Vedi GREGOROVIUS 1851. Compare molto presto nella ricerca scientifica l’attenzione per i viaggi di Adriano a questo proposito vedi DÜRR 1881. Sicuramente l’opera più completa è quella di WEBER 1907 il cui impianto generale risulta ancora valido nonostante sia comparsa più di un secolo fa e per questo “largely unreadable” (BIRLEY 1999, p. XII). Il lavoro di HENDERSON 1923 dalla valenza storica limitata. In sostanza secondo BIRLEY 1999, ibid.: “Henderson was out of date even when the book first appeared” e in più ignora completamente il lungimirante e preciso lavoro di WEBER 1907.

95

BIRLEY 1999, p. XII.

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delle testimonianze epigrafiche, è in crescente aumento. Il tema della ricostruzione dei viaggi fornisce dunque un base necessaria per una discussione sulle varie occasioni di fondazione.

Come tema di analisi storica indipendente i viaggi sono stati affrontati già verso la fine del XIX secolo da Dürr97 che però conclude la sua analisi mettendoci in guardia “la maggior parte dei fatti che abbiamo raccolto dalle fonti monumentali possono solo indirettamente, e non con certezza, indicare la visita personale di Adriano ai siti in questione”. Nel frattempo, gli studi sull’Historia Augusta, inaugurati da Herman Dessau nel 188998, conducono al lavoro di Wilhelm Weber99 che presenta modifiche sostanziali per quanto riguarda il percorso e la datazione dell’itinerario. L’itinerario presentato è seguito senza sostanziali mutamenti anche nella voluminosa opera di David Magie, Roman Rule in Asia Minor100, il cui capitolo XXVI, con copiose annotazioni, è dedicato all’imperatore Adriano. Per il nostro lavoro si è fatto ricorso principalmente all’opera di Helmut Halfmann, Itinera Principum. Lo studioso tedesco ha presentato nel suo lavoro un resoconto puntuale dei viaggi imperiali, ricostruendo la genesi e le occasioni di un’istituzione dall’alto valore ideologico che “bring in most aspect of imperial history”101.

Il pregio del suo studio sta nel miglioramento della metodologia, infatti Halfamann ha presentato una revisione dell’itinerario di Adriano limitandosi a includere le testimonianze e a stilare una classifica di quelle più probabili. Ha inoltre registrato le

97

DÜRR 1881 vedi supra nota 52.

98 Vedi supra nota 20. 99

WEBER 1907 vedi supra nota 52 vedi anche SCHORNDORFER 1999, p. 24: il problema di metodo sollevato da Dürr indebolisce, a detta dell’autrice, tutto l’impianto dell’opera a causa della mancanza di prove tangibili e chiaramente identificabili. L’itinerario risulterà quindi composto da una serie plausibile di stazioni ma su questa base ipotetica non è possibile fornire una valutazione dei monumenti corretta all’interno del loro ambiente storico-culturale.

100

MAGIE 1950.

101

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