di diallaggio.
Più
sotto souvi ancora degli scisti talcosi, volgenti a sud, sino all’accennato affioramento serpentinoso che sta di fronte al paese di Cairo.Il giorno seguente salii a Montenotte.
Noterò
per incidenza che lemarne
langhiane, appoggiate al serpentinoultimamente
ricordato,
hanno
delle tinte variegateed
a sprazzicome
le ar-gille scagliose; la quale apparenza devesiprobabilmente
a qualche vena di acqua mineralizzata entro ladecomponentesi massa
dello serpentine; e quindi taleapparenza può
essercomune
a tutte le formazioni che accidentalmenteponno
ricoprire ròcce ofiolitiche.Tali
marne
variegatemioceniche
si avvertonoappena
oltrepassatoil serpentino di Cairo.
Non
tardano a comparire i taleoscistiplum-bei, e le quarziti assai talcose;
ma non
trovai alcunmasso
di conglomerato analogoalNemicano. Dopo due
chilometri, dinuovo
si presenta il serpentino con bella eufotide; indi scisti talcosi,
—
123—
ealeiscisti passanti al calcare, poi il calcare che
ho
detto prove-nire dallamassa
delle fornaci di Cairo. AllaChiappa
ripiglia ilserpentino con bella eufotide, che più
non
siabbandona
sino aMontenotte
inferiore, con speciale frequenza della seconda roccia ivi sviluppata,come
nelgruppo
del Viso; la frazioneGarbassa
è il centro dell’affioramento di questa eufotide. Notisi però che
giammai
le rocce ofiolitiche sono quiviscompagnate
dai talco-scisti e quindinon
costituisconopunto una massa omogenea, come
farebbe credere la CartaSismonda. Anche
la irregolarità orografica dei dintorni diMontenotte
inferiorepotrebbe
con qualche studio dettagliato ridursi adun
allineamento stratigrafico dei serpentini e delle eufotidi; aprima
vista però vi èun grande
disordine e le creste sisuccedono non
parallele, interrotte senza alcuna legge,come
a cagion d’esempio neimonti
dell’alta Valle Tiberina e negli spronimontuosi
pressoChiavenna
e Chiesa di V. Maidico.11 tratto da
Montenotte
inferiore aMontenotte
soprano ò di oltre un’ora; attraverso scisti talcosi di color vinato, alternaticon
eufotide aminuti
elementi.Più
sopra,quando
la vallettadcH’Erro
si allarga inun
bellissimo circo di prati, s’incontrano calciscisti talcosi e quarziferi, inclinati a nord-nord-ovest; e con questa roccia si arriva aMontenotte
soprano (830®). Tali rocceformano
gran parte del dosso su cui fu la battaglia contro Napo-leone; coirintermezzo di altri scisti si passa dinuovo
all’eufo-tide, la quale costituisce laculmina
per cui si scende al San-tuario.È
importante osservarecome
fino a questopunto
s’in-nalzino i conglomerati miocenici, evidentemente continuantisi con quelli di Cadibona. Sotto ai conglomerati si spiega poi lamas-sima
espansione delle rocco ofiolitiche, coir intermezzo costante degli scisti talcosi e con assolutaprevalenza
della eufotide. In-teressantepuò
tornare il fatto elio anche in questa rocciaabbonda
o per lomeno
èsempre
presente il talco; costituendo cosi va-rietà di roccenon
ancora osservàte nell’Apennino
settentrionale.Anche
qui la CartaSismonda
ò erronea; poichénon
vi hanè
protoginonò
gneiss,ma una
continuazione della zona serpentinosa, qualeimmensi
intorno aMontenotte
e quale la rividi il giorno appressoandando
da Veltri ad Ovada. Converrà del restoassumere
informazioni precise sulle rocce attraversate dellenumerose
gal-lorie della ferroviaSavona-Ceva
e poco sipuò
scorgere ora che—
124—
le gallerie sono rivestite (')• Nellascesa, più volte si trovano ser-pentini ed eufotidi negli scisti talcosi e specialmente si avverte
una massa
di eufotide die attraversa quello sprone delM.
S. Gior-gio in direzione est verso la Valle di Stella, ed è forse questamassa
la quale, per contenere talco, fu giudicata protogiuo dal sig. Sismonda. Raccolsi campioni di queste rocce e li spedii alsig. Cossa, in Torino.
Sarebbe
interessante di constatare se queste eufotidi talcosesi estendano ancheaponentedellevallepercorsadalla ferrovia; la qual cosami sembra
probabilecome
e certo che i con-glomerati miocenici quivi, lungo la valle, omancano
del tutto o sonomeno
sviluppati diquanto
ò indicato dalla detta Carta, incui
non
sono notati quelli di Montenotte. Inuna
Carta più det-tagliata, i serpentini dellagrande massa
delM. Emette
verreb-bero a diffondersicon
tante frangio nel seno delle formazioni scistose quarzo-talcosc o talco-calcari, le quali quicomprendono
Peufotide e presso Arenzano, Voltri,Varazze
e Sestri compren-dono invece le ofioliti.Del
resto,non mancano nemmeno
quivii serpentini, presentandosi questi a tratti nella
massa
stessa delle eufotidi talcose, avene od
a nuclei.Da Voltri ad Oyada. —
Volli attraversare lamassa
serpen-tinosa indicata dalla CartaSismonda
performarmi
un' idea della sua struttura e delle rocce che questo geologo aveva inteso di in-dicare colla tinta delPeocene, nella quale fossero compresianche
i calcari probabilmente mesozoici di
Vado
ed Arenzano. Vidi cheovunque
le serpentine sonocomprese
ed alternate nei taleoscisti venati di quarzo, in quantità più omeno abbondante
; che nelle aree segnatecome
eocenichenon
vi è altroche
scisto talcoso, più omeno
fissile, senza alcuna analogia collo note ardesie diGenova
(’) Unadelle più deplorabiliconseguenzedella scarsaimportanza, che ebbero in Italia permolti anni gli stndi geologici,fu certamente quella che si trascu-rassero molte preziose occasioni di rilevare esattamente lastruttura delle mon-tagne attraversate da gallerie ferroviarie. Cosi non ?i è pensato di associare al rilevamento topografico anche lo studio geologico di una buona parte delle
mono conosciute regioni delregno e certamente gli ingegnericivilio quelli del genio militare sarebbero stati pei geologinonmeno attivi alleati che gli inge-gneri delle miniere. Ora le gallerie sono rivestite, le mappe sono rilevate e per la grande pluralità delleprovincie conviene incominciare da capo il rilievo geologico.
—
125—
e senza
lembi
di calcari; clic sino allacima
della salita e nel dosso attraversato dalla galleria(530")
siha
quasi esclusivamente lo seisto,come
indica a suomodo
la Carta delSismonda;
cheap-pena
passata la galleria, sopraMusone,
incomincia la formazioneoliolitica, con prevalente sviluppo della eufotide.
A
Rossiglione soprano èmassimo
lo sviluppo di queste rocce, le qualiformano
dei dossi, simili a quelli dei dintorni di St.Peyre
alle laide del Viso e chehanno
la loromassa
perfettamente stratificata, con leg-gera inclinazione a nord-ovest. Osservaianche
che. pressoOvada
le
molasse
ed i conglomerati delmiocene
si adagiano direttamente sul serpentino, senza l’intermezzo di rocce riferibilialinocene;
rimanendo, secondo ogni analogia, escluso che a questo periodo appartengano i talcoscisti,
ovunque
alternati, ricoprenti queste formazioni ofiolitiche a tipo alpino.Mancano
rocce analoghe algabbro
rosso ed alle argille scagliose ;mancano
arenarie e scistiriferibili al
Flyseh
eocenicood
oligocenico.Non
è questa, amio
avviso, altro che la
formazione
serpentinosa delle Alpimarittime completamente denudata
dalle quarziti lalcose, dalconqlomcuito
delVcrrucano
e dai calcari mesozoici. .Sinoad
oranon mi de-termino
adabbandonare
1’ opinione che questi serpentiniappar-tengano
a periodi precarboniferi. Accettando le idee dell egregio signor Bruni, cheebbe
il merito della scoperta dei tossiliimpoi
-tantissimi di Villanova e di Torre,non
potrei spiegarmi la con-servazione dei fossili nelle formazioni calcari più profonde, pro-prio a contatto o quasi delle serpentine;mentre manca
ogni traccia organica nei calcari di Fraliosa, lungo il Corsaglia,lungo
1 Elicio
ed il Pesio. Il signor Issel
mi
disse che furono rinvenuti fossili anche pressoArenzauo,
nel calcare, ed egli potrà direttamentefor-nire particolari in proposito.
Passo
della.Bocchetta. — Voltaggio. — Poco ho
potutofer-marmi
lungo questo importantissimo confine orientale dellafoi-maziono
ofiolitica qui considerata.È
però regione do\e stannofacendo, rilievi altri geologi, e potrà il R.
Comitato colmare
lo lacune, che la poca pratica dei siti e la frettami
Iranno costrettoa lasciare.
Da Pontedecimo
a P.Moroue
sonori argilloscisti talcosi con larghe rocce di calcite e di quarzo ; somigliano, a vero dire, agli scisti talcosi di Voltri e di Arenzauo, di S.Michele
e diMonte-120
notte;
ma
d’altra parte ricordano ancoramaggiormente
gli scistidel piano Liguriano, quali si presentano nei dintorni di Toriglia
e nell’alta Valle della Trebbia. Polche
non
possiamo giovarci per-ora che di analogie litologiche, non ometterò di ricordarecome
presso P.
Morene
si alternino con questi scisti dei calcarimar-nosi, potenti da
uno
a due decimetri, di cui la presenzapanni
assolutamentemancante
nella zona scistosa connessa più aponente
colle ofioliti. Altro carattere differenziale,, che
mi
parve avvertire a questo limite orientale della zona serpentinosa, si è la presenza ed il grandissimo sviluppo delle oficalci identiche al notissimomarmo
di Levanto. Tali oficalci si trovano inun primo
affioramento sopra Gersehi, poiformano una
larghissima zona,non
indicata nella Carta Sismonda, che dal paese di PietraLavezzara
si dirige a levante della postale verso nord-est.È
forse in relazione coi ser-pentino che è indicata su questa Carta a sud-ovest diRonco.
Quivi la oficalce passa, o per meglio dire ue costituisceuna
accidentalità dellaserpentinacon bastite; e questaroccia èdipiù colori, dal rosso al verdescuro.D'onde
grande varietà di macchie, colle belle ri-legature di calcite e di crisotilo. Ricopronooppure
si arrovesciano sulle oficalci taluni serpentinoscisti taleosi, di culor rosso vinato, che ricordano le rocce di Montenotto; poi si scorgeuna
grossa zona di argilloscisti taleosi, che piega a sud-ovest e separa quindi queste oficalci dai serpentini dellamassa
principale, della Ri-viera di Ponente. Tali scisti, superiormente alle oficalci, affiorano sino al passo , connettendosi ai serpentinoscisti cosistretta-mente
da non potersi sicuramente affermare che sianouna
cosa diversa dai talcoscisti di Voltri ed Arenzano,come
daprima mi
pareva suggerito dalle analogie cogli scisti della Valledella Trebbia. Vi è qualche cosa di rimestato, di confuso, di indecifra-bile, specialmente a chi vi faccia soltanto
una
corsa.Qui
si in-tende assai benecome
il compianto Gastaldi avesse le suebuone
ragioni per avanzareuna
teoria, la quale, senon può
spiegare le serpentine eoceniche, potrà però trovareconferma
in alcuni punti della penisola, presso al Tirreno.Scesi dal crinale verso
Moline
di Voltaggio, si è nel cuore delle serpentine o meglio delle eufotidi,con e senza talco,con degli scisti serpentinosi identici a quelli di V.Malenco,
persino con banchi di quarziti e diconglomerati del Verrucauo.
È
laconti-—
127—
nuazione esatta della
massa
serpcntinosa di Rossiglione;sempre
però distinta dal fatto che la ricoprono e vi si frappongono degli scisti pili calcari,meno
compatti,meno
quarziferi e di tipome-glio somigliante allo rocce eoceniche. Giunti alla Chiusa, a
sud
del paese di Voltaggio, vi trovaiuna
grossa zona di calcare mar-noso,leggermente
talcoso, il quale forse rappresenta Peocene,seb-bene
non vi abbia trovato traccia di fossili.Questa
zona di cal-caremi sembra
indipendente da altramassa
calcare , cheforma
lo sprone di
monte
sopra il paese, colle rovine del Castello e conai piedi lo stabilimento di bagni.
Le acque
solfuree originano dalladecomposizione
dellenumerose
piriti sparse entro lamassa
delcalcare, clic è tutto brecciato, senza apparente stratificazione, ora subsaccaroide, ora cereo, ora farinoso, venato in ogni senso;