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SOCIETÀ GEOLOGICA
ITALIANA
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BOLLETTINO
DELLA
SOCIETÀ GEOLOGICA
ITALIANA
2108
1Voi.
I.— 1882
.ROMA
COI Tiri DEL SALV1UCCI
1882
ELENCO DEI SOCII
DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA,
Anno 18S2
Comm.
prof.Giuseppe
Meneghini. Presidente.Comm.
prof.Giovanni
Capellini. Vice-Presidente.Ing. Luigi Baldacci.
Cav. prof. Igino Cocchi.
Cav. prof. Alfonso Cosso.
Comm.
bar. AchilleDe Ugno.
Dott. Carlo Forsyth Major.
Comm.
Felice Giordano.Cav. prof.
Guglielmo Guiscardi
.Cav. prof.
Arturo
Issel.Cav. prof. Giulio
Andrea Pirona
.
Comm. Giuseppe
ScarabelliGommi Flamini.
ICav. prof.
Giuseppe Segucnza.
Cav. prof. Torquato Taramelli.
Avv. Tommaso
Titloni. Tesoriere.Ing.
Romolo
Meli. Archivista.Prof.
Dante
Pantanelli. Segretario.Ing.
Bernardino
Lotti. Vice-Segretario.Soci
(')Amici Bey
ing. Federico. Cairo (Egitto).Alessandri ing. Angelo. Via Broseta n. 14.
Bergamo.
Aragona
dott. Luciano.Kob
ecco d’Oglio (Cremona).Baldacci ing. Luigi. Piazza Cattolica n. 40.
Palermo.
Balestra cav. prof. Serafino. Istituto sordo-muti.
Como.
Bargellini prof.
Mariano,
li.Liceo
Siena.Barelli prof. Martino. R.
Museo
Geologico Università.Torino.Baslerot (conte di).
Via
Rasella n. 148.Koma.
Bollanti prof. Luigi.
Museo
di Mineralogia. Torino.Bollinger ing. //. Via principe
Umberto
n. 3. Milano.Bombicci
cav. prof. Luigi. R. Università. Bologna.(') I Soci perpetui sono indicati con un asterisco.
/ Consiglieri
Bornemann
dott. J. G. Eisenach.Borsari
Ferdinando. Via
Gratella n. f>. Bologna.Botti cav. avv. Ulderico.Consigliere delegato.
Roggio
Calabria.*Bumiller ing.
Ermanno
.
Firenze.
Cantoni ing. Angelo. Direttore delle miniere di
Rosas
Sili-qua
(Sardegna).Capacci cav. ing. Celso.
Via Valfonda
n. 7. Firenze.Capellini
comm.
prof.Giovanni
. R. .Università.Bologna.
Castracanc conte Francesco. Piazza delle Coppelle.
Roma
Cattaneo ing. li. Direttore delle miniere di
Montepoai.
Torino.Chasilus ing. Alberto. Ing. di miniere. Bagnaseo.
Chancourtois
comm.
prof. G. B.Rue
università n. 10. Paris.Chigi-
Zondad
arimarch. Bonaventura
,Deputato
al Parla- mento. Siena.Chiminelli cav. dott. Luigi.
Bussano
(Veneto).Ciòfalo Saverio.
Termini Imerese
(Sicilia).Cocchi cav. prof. Igino. Firenze.
Conti ing. C. Reai
Corpo
delle miniere. Caltanisetta.Coppi dott. Francesco.
Modena.
Carini avv. Mariano. Via arcivescovado n. 1:1.
Genova.
Cornalia
comm.
prof. Emilio.Museo
civico. Milano.Cortese ing. Emilio. R.
Comitato
geologico.Roma.
Cosso cav. prof. Alfonso.
Museo
Industriale. Torino.Ualgas cav. Gustavo. Via Balestro n. 3. Firenze.
Dal Pozzo cav. prof. Enrico. R. Università. Perugia.
De Bosniaski dott.
Sigismondo.
S. Giuliano (Pisa).Delaire ing. Alex.
135 Boulevard S
l.Gennaio.
Paris.Delgudo Neri/ Philippe
Joaquim.
Lisbona.Del Pì'ato dott. Alberto. R. Università.
Parma.
Dcnza
cav. prof. Francesco. Moncalieri.De Bossi cav. prof. Michele Stefano. Araeoeli il. 17.
Roma.
De Stefani avv. Carle. Siena.
De Zigno bar.
comm.
Achille.Padova.
Di lucci ing. Pacifico. Velletri.
Dewalque
prof. G.Rue
de la pai* n. 17. Liège.Dwrval ing. Carlo Enrico.
Monterotondo (Massa
Marittima).Hottes Léon
.
Rue
de Courcelles n. 52. Paris.lontannes
doct. F.Rue
de laRépublique
u. I.Lyon.
Fornasini
dott.Caro. Via Lame
n. 24. Bologna.Foresti dott. Lodovico.
Museo
Geologico. Bologna.Fovsylh-Major
dott. Carlo.Museo
Geologico. Firenze.Fossori ing. Pietro. Pisa.
Gamba
ing. Cesare.Genova.
Gemmcllaro
prof.comm.
Giorgio.R.
Università.Palermo.
Giordano comm.
Felice.Casa Braschi
piazza dellaPilotta.Roma.Guiscardi cav. prof. Guglielmo.
R.
Università. Napoli.Ifaupt ing. Costantino.
Borgo
degli Albizzi. Firenze.Issel cav. prof. Arturo. R. Università.
Genova.
Issel Leojie.
Via
Palestro n. 3.Genova.
Jervis cav. prof. Guglielmo.
Museo
industriale. Torino.Lotti ing.
Bernardino.
Pisa.#
lUayer prof. Carlo. Zurigo.
Marinoni
prof. Camillo. Istituto tecnico. Udine.Maturalo
ing. Ettore. PiazzaLagrange
n. 1. Torino.Mauro
dott. Francesco. Istituto chimico.Roma
Mazzetti ab. dott. Giuseppe.
Modena.
Mazzuoli
ing. Lucio.Via
Palestro n. 13.Genova.
Meli ing.
Romolo
. R. Università.Roma.
Meneghini comm.
prof. Giuseppe. R. Università. Pisa.Missaghi cav. prof. Giuseppe. R. Università. Cagliari.
Molon
prof. Francesco. Vicenza.Negri dott. Arturo. R. Università.
Padova.
Niccolis Enrico.
Verona.
Omhoni
eav, prof, Giovanni. 1?. Università. Padova.Pania
nelli prof. Punte. R. Università.Modena.
Parodi
ing. Lorenzo. Via Palestro.Genova.
Pavana
prof. Carlo Fabrizio. Pavia.'Paulucci
march. Marianna.
Villa Novoli. Firenze.Pelagaud
doct. Elisée.S
l. Paul. (Ilede Bourbon).
Pellati cav. ing. Niccolò.
Comitato
geologico.Roma.
Piatti prof. Angelo.
Desenzano
sul Lago.Picaglia dott. Luigi. Segretario società naturalisti.
Modena.
Pili ing.
Tommaso.
DirettoreMiniera
Libiola. Sestri Le- vante (Genova).Pira
ui cav. prof. GiulioAndrea. Udine.
Pompucci
ing.Bernardino.
Pesaro.Ponzi
comm
.prof.
Giuseppe
, Sonatore delRegno. Roma.
Porlis dott. Alessandro.
Via
Pescatori n. 7. Torino.Begazzoni cav. prof. Giuseppe. Brescia.
Ilibeiro Carlos. Lisbona.
Rossi dott. Arturo.
Possagno
(Veneto).Salmojraghi ing. Francesco.
Via Monte
di Pietàn. 9. Milano.Scender
Levi bar. Adolfo. Piazza d’Azeglio n. 7. Firenze.Scarabelli
Gommi Flamini comm. Giuseppe
, Senatore delKegno.
Imola.Secco
Andrea
ex deputato.Solagno (Baccano
Veneto).Segrè ing. Claudio. Direzione ferrovie meridionali. Napoli.
Sequenza
cav. prof.Giuseppe
. II. Università.Messina.
'Sella
comm.
Quintino,Deputato
alParlamento.
Biella.4
Silvagni dott. Enrico. Piazza Garibaldi. Bologna.
Silvestri cav. prof. Orazio. R. Università. Catania.
Simoni
dott. Luigi. Via Cavaliera n. 9.Bologna
Spezia cav. prof. Giorgio. K. Università. Torino.Statuti cav. ing. Augusto.
Via dell’Anima
n. 17.Roma.
Stopparti
comm.
prof. Antonio. R. Istituto superiore. Firenze.Strobel cav. prof. Pellegrino. R. Università.
Parma.
Strdver prof.
comm.
Giovanni. R. Università.Roma.
Szabó prof. J. Prof, de Min. et Geologie.
Buda
Pest.Taramela
cav. prof. Torquato. R. Università. Pavia.Tawney
Edoardo.Woodwardian Museum. Cambridge.
Tkeraizol
comm.
Salvadore. Allées deMeilhan
18. Marseille.Tittoni avv.
Tommaso.
Via Pascila.Roma.
Torninosi dott. Annibaie.
Mantova.
Travaglia ing. Riccardo. Caltanisetta.
Tuccimei prof. Giuseppe. Via
dell’Anima
n. Gl.Roma.
Turche, ing. John. Ufficio degli acquedotti. Bologna.
U
zietti prof. Gustavo. Scuola sup. di applicazione. Torino.Varisco prof. /Intorno.
Bergamo.
Verri cav. Antonio. Capitano nel genio. Terni.
Viltà cav. /Intorno.
Via
Sala n. G. Milano.Virgilio dott. Francesco. B.
Museo
Geologico. Torino.Zezi prof. Pietro. R. Comitato Geologico.
Roma.
'ZienhoiL'icz A. Victor. Via Goito n. 1. Torino.
ORIGINE DELLA SOCIETÀ
In occasione del 2°
Congresso
internazionale di Geologia inBologna
essendosi riuniti lamassima
parte dei cultori delle disci- pline geologiche,nacque
a molti spontanea l'idea di fondareuna
Società Geologica Italianaonde
« contribuire ai progressi della Geologia con pubblicazioni, con incoraggiamenti ecoiragevolamento
dei rapporti tra i Soci ».
La
sera del28 settembre
riuniti ipromotori
di questa Società inuna
sala dell1Archiginnasio, sotto la presidenza delcomm.
Ca- pellini,funominata una Commissione composta
dai sigg.Meneghini,
Capellini, Sella, De-Stefani e Taramelli coll1 incarico di studiare e proporre nel più brevetempo
possibile lo statuto organico dellanuova
Società. Presero parte alla votazione i sigg. Acconci, Ales- sandri,Amici, Andino,
Baldacci, Balestra, Bassani, Bombicci, Bor-nemann, Bumiller
, Borsari, Capellini, Capacci, Cossa, Cortese, Gavazzi, Cavalletto, Canevazzi, Cardinali, Canavari, Cocchi, Castra- cane, Conti,De
Stefani,De
Bosniaski,De
Bossi,De
Zigno,De
Ferrari, Donzelli, Foresti, Forsyth-Major, Giordano, Jervis, Jona, Lotti,
Mauro,
Macchia, Meli, Mattirolo, Mazzetti,Meneghini, Maz-
zuoli, Marinoni,
Molon,
Missaghi, Niccoli, Nicolis,Omboni, Pan-
tanelli,
Pompucci,
Pirona, Parona, Peruzzi, Pellati, Posa, Rossi, Ragazzoni, Seguenza, Silvestri, Sella, Segrè, Speciale, Travaglia, Taramelli, Tenore,Tommasi,
Varisco, Venturi, Uzielli, Zaccagna.In
una adunanza
successiva del29
settembre fu discusso ed approvato lo Statuto della Società più lungi riportato.Diffusa quindi
una
circolare ai cultori dellaGeologia, risposero ascrivendosi alla Società molti fra loro,come
risulta dall elenco generale pubblicato nelle pagine precedenti.H
STATUTO DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA.
1.
È
costituitauna
Società Geologica Italiana, avente lo scopodi contribuire ai progressi della Geologia con pubblicazioni, con incoraggiamenti e coll’
agevolamento
dei rapporti ira i Soci.2.
Per
far parti» della Società occorri' essere presentati dadue
Soci inuna
delleadunanze
ordinarie e pagare unatassaannua
anticipata di L.
15
eduna
tassa di entrata di L. 5.La
tassaannua può
essere sostituita dalpagamento
di L.200 per una
sola volta.3. L’amministrazione della Società è attillata ad
un
Consi- gliocomposto
diun
Presidente— un
Vice-Presidente—
dodici Consiglieri—
un Segretario. Il Consiglionomina due
Vice-Segre-tari,
un
Archivista edun
Tesoriere.4. I
membri
del Consiglio sono eletti amaggioranza
assoluta dei votanti; ove ne sia il caso si procederàad
una votazione di ballottaggio fra quelli che ebberoun maggior numero
di voti.Tutti i Soci votano o direttamente nell’assembleao per lettera.
5. Il Presidente dura in carica
un
anno, gli subentra il Vice- Presidente eletto nell’anno innanzi. 11 Segretario dura in carica tre anni; i Consiglieri parimente, e ciascunanno vengono
cambiati perun
terzo.6. Gli ufficiali uscenti di carica
non possono
essere rieletti nellemedesime
funzioniprima
che sia decorsoun
anno.7.
La
Società tiene ciascunanno due adunanze
generali,Luna
estiva,
P
altra invernale.La
Società stabilisceanno
peranno
il luogo ove deve tenersi,l’adunanza estiva.8. Solo nella
adunanza
ordinaria estiva sinominano
gli uffi-ciali, si approvano i bilanci e si adottano le deliberazioni concer- nenti l’amministrazione della Società.
!>. L’adunanza invernale sarà tenuta, la seconda
metà
di gen-naio, nel luogo ove
dimora
il Presidenteannuale
della Società, odin altro luogo designato dalla Presidenza.
10.
Quando almeno
dodici Soci si accordino nel tenereadu-
nanze scientifiche periodiche o straordinarie,devonn
darne avviso—
9—
alla Presidenza sei settimane prima, acciocché siano diramali gli inviti a tutti i
componenti
la Società.Le adunanze
saranno tenute sotto la presidenza della persona scelta dai Soci presenti, la qualemanderà
al Presidente della So- cietà il processo verbale dell’adunanza.11.
La
sede dell’ archivio e della biblioteca della Società è inRoma,
ove risiederàpure
l’Archivista.12.
La
Società pubblicaun
Bollettino periodico che viene distribuito gratuitamente ai Soci. In proporzione ai fondi dispo- nibili sipubblicheranno anche
delleMemorie.
13.
Le
modificazioni allo statutodovranno
essere anzitutto approvate nell’adunanza generale estiva.Esse
saranno poscia sot- toposte al voto per lettera di tutti i Soci, i quali risponderanno per Si o per A'o.Le
modificazioninon
s’intendono definitivamente adottate senon quando
sieno approvate daidue
terzi dei votanti.Disposizioni transitorie.
14. Quelli che entreranno a far parte della Società nei d..e primi anni
non pagheranno
tassa d’entrata.15.
Nei due
primi anni verranno estratti a sorte inomi
dei quattro Consiglieri diprima nomina
chedovranno
uscire di carica.Hi. Il prof.
Giuseppe Meneghini
ènominato
Presidente della Società per l’anno1881-82,
ed è incaricato dellaprima nomina
degli altri ufficiali di cui all’ art.
3
e diquanto
occorre all’im-
pianto della Società.Bologna,
29 settembre
1881.—
10—
ADUNANZE DEL CONSIGLIO DIRETTIVO
Bologna, 80 settembre 1881 (estratto)
In quest’adunanza si
determina
che la carta e iltimbro
della Società recheranno la leggenda « Società Geologica Italiana,mente
et malico»; il timbro recherà quindi nella parte centraledue
martelli incrociati uguali a quelli del sigillo dei Congressi inter- nazionali di geologia, onde ricordare l’origine della Società in seno al II0 Congresso internazionale geologico.Si determina di
computare
per ilprimo anno
l’annualità di L.15
ai Soci che intendessero passareda
ordinari a perpetui.Si stabilisce di proporre per la
prima adunanza
generaleun
regolamento interno.Si
nomina
a Tesoriere della Società il sig.Tommaso
Tittoni, e a Vice-Segretario il sig.Bernardino
Lotti.Pisa. 29 gennaio 1882 (estratto)
Il Consiglio
formula
ilRegolamento,
che deve essere discusso ed approvato dalla Società,nomina ad
Archivista il Socio inge- gnereRomolo Meli
; delibera d’interpellarenuovamente
quei signori che presero parte ai primi atti di fondazione della Società e che tuttoranon
si sono definitivamente ascritti allamedesima.
—
Il—
ADUNANZA GENERALE
DELLA SOCIETÀ GEOLOGICA ITALIANA
Pisa, 29 gennaio 1882.
Presidenza
Meneghini;
presenti i Soci: Capellini,Scarabelli
,Giordano, Coccm, Forsyth-Major,
Tittonj,Lotti,De-Stefant, D’Achiardi,
Fossen,Zaccagna
e il sottoscritto Segretario.Il Presidente
aprendo radunanza propone
d’inviareun
tele-gramma
all’on. Sellaesprimendo
l’omaggio dei convenuti (').Il Segretario partecipa alla Società
P omaggio
del SocioBa-
retti di
due
lavori intitolati: Relazione sulle condizioni geologiche del versante destro dellaDora
Riparia eApercu
qéologique. surla oliarne
du
Monfblanc, eFomaggio
del SocioForsyth-Major
diun
suo lavoro intitolato : Beitrìlgesur
Geschichte der Fossilen Pferde; partecipa che i'Socì Cossa, Baldacci,Omboni,
Theraizol, Tuccimei, Zienkowicz, Denza,Molon,
Bombicci, Foresti, Fornasini,Simoni
e Bargellini, giustificano la loro assenza dalla presenteadunanza
;dando
conto dei risultati ottenuti perV
iscrizione dei Soci, presenta l’elenco deimedesimi
; annunzia che sono stati pre- sentati alla presidenza i seguenti lavori per essere pubblicati nel Bollettino:Chancourtois. Notes sur les serpentines.
Nicotra.
Piatomene
inquibusdam
schistisMessanensibus
de- tectae.Taramelli. Osservazioni sulle serpentine
.
Bargellini. Saggio
d'un
dizionario geologico.Questo
lavoro è stato ritirato dall’autore per completarlo.Molon.
I colli Berrei del Vicentino.Sunto
geologico.Forsyth-Major. Studi sui
mammiferi
pliocenici.De-Stefani. Sulle pieghe delle Alpi
Apuane.
(' 1/on. Sella rispondevacolseguente telegramma: Ringraziovivamente
colleglli Società Geologica sua preziosa benevolenza: auguroSocietà luminoso avvenire.
—
12—
Il Presidente annunzia che il Consiglio
ha nominato
adAr-
chivista il Socio prof.Romolo
Meli.Si procede all’ estrazione dei quattro Consiglieri uscenti di carica e risultano sorteggiati i sigg. Giordano, Cocchi, Scartabelli e Scguenza.
Si passa quindi alladiscussione del
regolamento
interno, che viene approvato nei seguenti termini.REGOLAMENTO DELLA
SOCIETÀGEOLOGICA
ITALIANA1.
Consiglio direttivo.
—
Presenta all’approvazione della So- cietà i bilanci preventivi e consuntivi; coadiuva il Presidente nella direzione della Società.2. Presidente.
— Ha
la rappresentanza officiale della Società;convoca e presiede le
adunanze;
firma la corrispondenzapotendo
a taluopo
delegare il Segretario; firma imandati
d’uscita; no-mina
laCommissione
per le pubblicazioni della Società.3. Vice-Presidente.
— Subentra
al Presidente nel caso dimancanza
'di questo econvoca
la Società per l’elezione del Pre- sidente nel caso chenon
sieno trascorsi seimesi
dalle elezioni.4. Segretario.
— Conserva
la corrispondenzatenendone
pro- tocollo; dietro ordine del Presidentedirama
gl’inviti per le adu- nanze; tiene il registro dei Soci; è responsabile dei verbali del Consiglio direttivo e delleadunanze
generali;è-coadiuvato dai vice- segretari elettiannualmente
dal Consiglio.5. Archivista.
— Ha
inconsegna
i libri della Società, le pubblicazioni invendute, la corrispondenza anteriore all’anno
in corso, e idocumenti
affidatigli dalla Presidenza, tenendone rego- lare inventario; cura lastampa
delle pubblicazioni della Società ameno
chenon
ne sia dispensato , e veglia alla distribuzione dellemedesime
ai Soci; versa altesoriere il prezzo delle pubbli- cazioni vendute.6. Tesoriere.
—
Risiede inRoma;
tiene l’amministrazione della Società; cura la riscossione dello quote annuali rimetten- done la nota al Segretario e all’Archivista;pagai mandati
firmati dal Presidente e riscuotequalunque
entrata della Società.7. Pubblicazioni della Società.
— La
Società pubblica leMe- morie
presentate ed accettate nelleadunanze
o dalla Presidenza in fascicoli in 8.n ad intervalli possibilmente periodici,unitamente
«
—
13—
all’elenco (lei Soci, ai bilanci e ai verbali delle
adunanze
ordinariee straordinarie.
Nel
caso di tavole unite alleMemorie
e che la spesa sia consentita dal bilancio, gli autoridovranno
accordarsi per la loro pubblicazione con laCommissione
a ciò delegata. I Soci potranno presentare le loroMemorie
alleadunanze
generaliordinarie e straordinarie o inviarle direttamente alla Presidenza.
8.
Timbro
della Società.—
Porterà scritto in giro«Società
Geologica Italianamente
etmalico
» e nella parte centraledue
martelli incrociati.Si delibera che la
prossima adunanza
generale estivadebba
aver luogo inVerona
verso la line di agosto e i primi di seltembie.I Soci
Forsyth-Major
e De-Stefani leggono leMemorie
pre- sentate al principio della seduta. Quest’ultimo presenta inoltre la carta geologica delle AlpiApuane
nella scala di 125000
olierta dall’autore al Ministero dellaPubblica
Istruzione.Dopo
di che ò levata dal Presidente l’adunanza.Il Segr. D.
Pantànelli
—
14—
ESTRATTO DELLA CONFERENZA SULLE SERPENTINE
TENUTA IN BOLOGNA
INOCCASIONE DEL ILCONGRESSO INTERNAZIONALE PI GEOLOGIA (')
Il prof.
Taramele!
avverte che delle formazioni serpentiiiosé cosialpine che appenniniche, si è occupato incidentalmente,quando ebbe
a rilevareuna
porzione dell’Appennino
settentrionale nella valle dellaTrebbia
e per aver raccolto in Valtellina, nell1Appennino
bolognese e nell’Umbria i materiali esaminati dal sig. Cossa.Le
sue osservazioni furono pubblicate indue Memorie
(9)stampate prima
che si conoscessero i risultati di altri rilievi stratigrafici sulle regioni otìolitiche equando non
era ancora possibile far tesoro delle istruttive ricerche del sig. Cossa. Egli pertanto si limita ad accennare le condizioni stratigrafiche delle serpentine alpine ed appenniniche, astenendosi da ogniapprezzamento
teorico sulla origine di queste rocce.Le
serpentine della Valtellina sonoindubbiamente
inferiori aduna
potente formazione gueissica e granitica, e da questa se- parate peruna
zona di rocce aufiboliche, granatifere e di calcari sacearoidi.Nel gruppo
delM.
Disgrazia e dellaBernina
a nord del corso dell1Adda,
in Valtellina, le rocce più profonde sono dei talcoscisti assai quarziferi; sopra stanno le serpentine in po- tenti banchi, assai continui e con tutta l'apparenza di rocce stra- tificate.Contengono
le pietre ollariamianto
i
le
prime
didue
tipi; cioè le steatitose e le doritiche.
Vengono
quindi delle rocce antìboliche ed epidotiche, associate a calcari sacearoidi, spesso talciferi; poi delle antìboliti scistose, dei gneiss talcosi, dei tal- coscisti, delle eclogiti e finalmente i gneiss a grossi cristalli di(’) Il verbale diquesta conferenza dovrà formare parte integrante degli AttidelCongresso; sono state intanto qui raccolte leprincipali osservazioni fatte inqueiroccasioue, per aderire al voto dei convenuti, che a preposta del Socio Sella, chiesero di cominciare le pubblicazionidella Società con il resoconto di quella conferenza.
( s
) T. Taramelli, Sulla formazione serpentinota deliAppennino pavese.
Alt.R.Àcc. deiLincei 1878.
—
Parallelo tra le formazioni precarbonifere, nella Valtellina c nellaCalabria.Rendiconti del R.Istituto lombardo. Dicembre 1879.«
ortose, noti in
Lombardia
colnome
di serizzoghiandonc. Sopra
queste rocce si stendo la formazione granitica del Disgrazia e dellaBernina,
con rocce anfibolichesempre
associate al granito.Questa
serie è assai più profonda di tutte le rocce cheponno
con qualche probabilità riferirsi al carbonifero.A Manno,
pressoLugano,
si vede lapuddinga
carbonifera a Calamites riposare discordante sugli scisti granatieri, che entrano nellasunnominata
zona anfibolia.La puddinga
èformata
inoltre di quellemede- sime
rocce, che ora si trovano nella Valtellina associate e supe-riori alle serpentine; fatto questo che dimostra l'antichità di queste, in appoggio a
quanto
ilcompianto
Gastaldiha
sostenuto per le analoghe pietre verdi delPiemonte.
Quanto
alle serpentine terziarie della Liguria orientale (che nella Liguria ad ovest di Sestri-Ponente sonvi rocce serpentinose e scistose precarbonifere) e dell’Appennino
Bobbiese, il prof.Ta-
ramelli leavrebbe
rinvenutesempre
inamigdale
di limitata esten- sione, talora avvicinate ed addensate, taPaltra isolate nella forma- zione scistosa del Liguriano. Ilgabbro
rosso e le argille scagliosesi osservano in generale
superiormente
alle serpentine; sotto e tra queste si osservano spesso dei calcarimarnosi
di grana finis- sima, usaticome
pietre litografiche.Le
serpentine terziarienon
presentanomai
la continuità e la potenza delle protozoiche alpine della Liguria occidentale. Differisconoanche da
queste per laman-
canza del talco nelle rocce ad esso direttamente associate.Man-
candoP
orizzontenummulitico
dell’eocenemedio
nell’areada
lui esplorata,non può
affermare alcun rapporto di questa zona ser- pentinosa con piani di.cui sia sicuro l'orizzonte.Però
la presenza delle fucoidi labirintiche, proprie del Flysch, nei dintorni diGe-
nova, nella valle del Bisano, nei dintorni di
Bobbio
e di Ottone fanno credere che quivi le serpentine cadano nella zona arenaceo- soislosanormalmente
superiore ai piani più fossiliferi delPeocene.11 prof. Uzielli riferisce sopra i risultati delle osservazioni da lui fatte sulle rocce serpentinose del
Modenese
e della Liguria.Egli trova che nell'Appennino
predominano
le roccediba-
siche piuttostoehò le dioritiche.
Queste
rocce diabasiche si pre- sentano soventemolto
alterate e queste alterazioni differiscono fra loro anche a breve distanza inuna medesima
località.Le
alterazioni essenziali sono le seguenti;1° Il plagioelasio diviene semi-trasparente o si trasforma in saussnrite eon eliminazione lenta dell’elemento pirossenico o tra- sformazione di questo in silicato
magnesiaco
idrato.Tale è lo stato di
molto
Eufotidi.A Matterona
presso Sestri-Levante
in Liguria, già aveva notato simili passaggi ilFnchs
tino dal 1843. 1due
limiti di questa trasformazione sono rocce verdi (serpentine) e rocce basiche (saussnrite?)—
Nell’Hufotide si notano passaggi auna
serpentina ove la Bastite corrisponde al diallaggio.Tale roccia è sviluppatissima nell’
Appennino
settentrionale.2
° Il plagioelasio perde Temitropia e diviene trimetrico cioè si trasforma in altra sostanza trimetrica (enstatite?); il pirosseno viene sostituito poco alla volta da sesquiossido di ferro e si ar- ricchisce in carbonato di calce (serpentini e conglomerati serpen- tinosi diReuno
aModena
ecc.)— Sovente
la diabase si dividein
masse
sferoidali di tutte le grandezze, che si trasformano talora inmasse
ferruginose.Ma
se inuno
di tali giacimenti siesamina
la roccia nel sottosuolo si vede che a
misura
che essa è più lon- tana dall’azione degli agenti esterni perde la disposizione globu- lare e passa auna
vera diabase a elementi distinti,benché
inomerale alterati.
In
quanto
aiGabbri
rossi ritiene che questonome non
siasempre
applicato dai geologi allemedesime
rocce.Ma
ciò dipendo da che queste rocce,provenendo
dall’alterazione di altre rocce per lasopraossidazione del ferro
accompagnata da
altre alterazioni chi- miche,non
possono presentare caratteriben
definiti.In ogni
modo
ritiene che, tanto molti conglomerati di rocce diabasiche e dioritiche, quanto queste stesse rocce possano alte- rarsi e trasformarsi inGabbro
rosso.Ciò
ammesso,
ed osservando che tutte le rocce alterate del-T Appennino
sono più povere in silice delle rocce tipiche e ingenerale contengono acqua; deve
ammettersi
che le rocce otioliti-che
deH’Appennino tendono
a diventare più basiche di quelle chenon
fossero originariamente, e ad idratarsi.Vi
sono poi dei serpentini che possono dirsi i serpentini tipiciche
contengono
Olivina in condizioni talida
far supporre che siano alterazioni delle Lerzoliti.Ma
crede inopportuno entrare nella questione oscura dei rap- porti fra le dioriti, le diabasi e le lerzoliti tanto pili che per gliAppennini mancano
ancora innumero
sufficiente le notizie esatte sulle rocce serpentinose che vi si trovano.Infine dice che le sue osservazioni sugli
Appennini concordano
conquanto
era stato già detto dallo Zirkel, daRosenbusch
e altri insigni petrografi, risultati confermatipure
dalle analisi fatte dal prof. Cossa.In
quanto
alla stratigrafia riconosce che le rocce ofioliticlie si trovano in Liguria interstratificate nelFlysch, ma
ciònon
èargomento
piu favorevole alla teoria nettunica che alla plutonicae airidroplutonicadelle serpentine, e
può
spiegarsi siaammettendo
che il terrenoapparentemente
sottostante e soprastantedebba
ri-ferirsi a
una
stessa età o ad età diverse.In
quanto
alla stratigrafia dellamassa
ofiolitica stessa, essanon
è semplice,come sembrerebbe
dauno
studio superficiale.L'esame
della stratigrafia interna, che egliha
fatto nellemi-
niere dirame
di Sestri-Levante, loha
convinto che lamassa
elio- liticaha
subitouna
serie grandissima di modificazionimeccaniche
o
chimiche
e di sconvolgimenti tali da rendere pericolose le gene- ralizzazionipremature.
L'ing.
Mazzuoli
comincia colPaffermare che iterreni di sedi- mento, entro cui stanno racchiuse le grandimasse
serpentinose della Riviera di Levante,hanno
la stessaforma
litologica di tutti gli altri terreni della Liguria Orientale riconosciuti per eocenici, e che in quelli si rinvennero in diverse località le fucoidi carat- teristiche dell’eocene.Un
altro fatto importante da lui osservato è che le serpen-tine. sono cosi disposte tra le rocce sedimentarie da apparire chia-
ramente
interstratificate. Il contatto tra le rocce disedimento
e la serpentina avviene il più delle volte senza transizioni e la loro linea didemarcazione
è cosi netta che spesso sipuò
riconoscere anche agrande
distanza.Su
questo proposito eglisoggiunge
chela serpentina, sia essa sovrapposta o sottoposta alle rocce di sedi- mento,
non
lux indotto in queste alcunmetamorfismo
di contatto.Talora accade di trovare delle rocce
metamorfiche
vicinissime alle serpentine;ma
in condizioni tali da dimostrare che il lorometa- morfismo non
deve considerarsicome metamorfismo
di contatto.In
conferma
di quest’asserzione egli cita i fatti osservati a s.An-
tonio, presso Casarza, e al Monte. Pelato, presso Tavarone, località
in cui si
vedono
gli scisti argillosi, adagiati sulleserpentine, tra- sformarsi gradatamente, perun
tratto di poche decine di metri, in banchi di ftaniti e di diaspri; però tra queste rocce e la ser- pentina sihanno
alcuni metri di scisto argilloso inalterato.Altro fatto sul quale egli insiste f* la
grande omogeneità
chesi riscontra nelle
masse
serpentinose;mentre
nelle rocce da lui o dal prof. Issel distinte colnome
di anfimorfiche (dioriti, afaniti, varioliti) sihanno
passaggi infiniti. Questi passaggi si verificano conmolta
frequenzaanche
tra le rocce anfimorfiche e quelle di sedimento.Egli passa quindi a parlare degli strati calcari, i quali in vicinanza delle serpentine sono spesso erosi e sostituiti in parte
da un
argilla sinottica, il più delle volte ferruginosa emangane-
sifera,
avendo
i piani di sfaldatura normali ai piani di stratifica- zione. Inmezzo
a quest’argilla sivedono
di frequente deiframmenti
di calcare logorati, a superficie ricurve, i quali col loro
modo
di essere testimoniano che lo strato di cui facevano parte tu assog- gettato a potenti erosionidovute molto probabilmente
all’azionedi sorgenti di
acque
acide.Infine egli afferma di aver trovato presso
Velva un
grosso blocco di calcare intercluso nella serpentina, e di avere osservato che al piano di contatto fra ledue
rocce queste aderivano forte-mente
tra loro.Issel
— La
questione delle serpentine è assaicomplessa
epuò
essere considerata sotto aspetti assai diversi.Per
soddisfare al desiderio espresso dal Presidente, toccherò solo di pochi punti circa i rapporti della serpentina colle rocco dalle quali suol es- sereaccompagnata
emi
limiterò ali1 esposizione dei fatti, senza accennare ad alcuna teoria od ipotesi.Come
già disse ilmio
collega ing. Mazzuoli, le serpentine costituiscono nella Liguria orientale dei letti irregolari interstra- tificati fra formazioniindubbiamente
eoceniche. Talora sono in contatto con scisti e calcari inalterati, talora con vere rocceme-
tamorfiche,
come
diaspri e ftaniti, talora con rocce cristalline (eu- fotidi, diabasi, varioliti)da
noidenominate
anfimorfiche. Fra questo, l’eufotide presentauno
sviluppo grandissimo emerita
particolare attenzione. Disgraziatamente questa roccia fu quasisempre
confusa dai geologi colla serpentina propriamente detta, fu cioè associataalla
medesima
nelle carte geologiche sottouna
tinta convenzio- nalecomune
e nelle indagini relative alla genesi e alla strati- grafia ledue
rocce furono consideratecome una
cosa sola.Credo
che tale confusione sia stata esiziale allo studio che cioccupa
e valga a spiegare,
almeno
in parte, le gravissime divergenze dei geologi.Mentre
la serpentinasi trovabene
spesso in contatto eoll'eufo- tide, e però quasisempre
separatada
essamediante
piani di con- tattiben
netti e sene
distingue facilmente.È ben
vero che alcune volte l'eufotide presentauna
alterazione particolare per la quale isuoi elementi si convertono in serpentina o in steatite;
ma
si tratta diun fenomeno
locale, diun
accidente che si manifesta incam-
pioni di piccole dimensioni e
non
interessa lamassa
rocciosa.In
un
tratto della regione esplorata, presso la Baracca, vi hacome un
miscuglio caotico di massi delledue
rocce che a tuttaprima può
destar l’idea di confusione; tuttavolta anche in questo punto la serpentina e reufotide sononettamente
distinte e con- servano la propria individualità.All’incontro
V
eufotide passa per graduate transizioni alle rocce diabasiche e agli scisti argillosi e ciònon
in via d’ ecce- zione,ma
in molti punti e inmodo
evidentissimo. Io ebbi occa- sione di verificarepiù
volte questo fattolungo
il Bargonasco,anche
neiriuterno delle gallerie di miniere. In altre parole reufotide sipuò
diregeneticamente
e stratigratìeamente connessa alle rocce stratificate enon
alla serpentinapropriamente
detta.Consimili osservazioni sarebbero a farsi riguardo alle rocce diabasiche e in partieolar
modo
in ordine al cosidettogabbro
rosso.Queste
rocco inoltre presentano frequenti passaggi alle euiotidi, colle qualisembrano intimamente
collegato.Apparisce
dalle se- zioni che lo stesso strato o complesso di strati inun punto
risulta dì scisti,poco
innanzi passa algabbro
rosso, quindi all’eufotide.A
ninno poi sfuggirà l'importanza della coincidenza già se- gnalata daH’ing. Mazzuoli, cioè del fatto clic in prossimità di tali rocce cristalline, cosi strettamente connessea quelle di sedimento,si trovano nei calcari profonde erosioni dovute evidentemente ad
acque
minerali.Nella Liguria orientale i giacimenti ramiferi, sia in masse, sia in filoni, sia in compenetrazioni, si trovano il pili delle volte
—
20—
nel
gabbro
rosso e rocce affini e nell’eufotide, presso i contatti fra queste rocceda una
parte e la serpentina dall altra; nella serpentina s'incontrauo assai raramente.T filoni corrispondono
non
di rado agli stessi contatti.La ganga
dei filoni ramiferi risulta di quarzo, di calcare e piùcomunemente
diuna
materia serpentinosa detritrica che sideno-mina impropriamente
serpentina,ma
non è tale nel senso geolo- gico. Si tratta diuna
roccia rigenerata che sta alla serpentinacome
l’areose sta al granito.
Allorché il
mio
collega ing.Mazzuoli
dichiarava eoceniche le serpentine della Liguria alludeva soltanto a quelle della Riviera di Levante.A
ponente diGenova
vi sono serpentine più antiche,generalmente
interstratificate nei talcoscisti.La prima emersione
serpentinosa che s’incontra aponente
diGenova sembra
però eo- cenica.La
linea di separazione deve esistere fra ilVarenna
e ilChiaravagna.
Nella serpentina antica
non
esistono miniere ramifere,ma
inalcuni punti, per
esempio
ad Arenzauo,non mancano
tracce dirame.
Dirò ancora, poiché ho la parola, che la regione più oppor-
tuna
per lostudio delleserpentineé ilterritorio di Sestri Levante. In alcuna altra località questaroccia si presenta conmaggiore
sviluppoo in
modo
più istruttivo. Colàuna
solamassa misura
12 chilo- metri e V di lunghezza e di larghezzamassima,
conuna
spessezzaminima
diun
centinaio di metri.E
si noti che le stratificazioni e i letti interclusi essendo raddrizzati, appariscono soltanto nelle testate.Il dott. L)e
Stefani
dice che, limitandosiairAppennino,
v’hanno rocce serpentinosealmeno
di tre epoche, paleozoiche, triassiche, ed eoceniche;non
siaccordaperciò conun
recente lavoro dell' ufficio geologico che ne distinguedue
sole.Serpentine paleozoiche si trovano soltanto nelle Calabrie: d'ac- cordo con TchihatchetT e
Lo
vi.salo c diversamente dal Tararne!li«dice cheessefanno parte dellazonadegli svilisti cristallini costi tinta da svariatissime roccee sovrastanti al gneiss antico, che è la roccia piu profonda di quelle regioni. Quella zona sottosta a rocce cer-
tamente
carboniferema probabilmente
in parteanche
piìi antiche, e di essa fan parte eziandio le dioriti delle Calabrie meridionali e settentrionali.—
21—
Il
De
Stefani indicaun
taglioche
sipuò
osservare presso Zimigliano (Catanzaro), nel quale sivedono
serpentine ed eufolidinon
in dighe plutonichema
inmasse
e banchi regolari inmezzo
agli schisti cristallini.
Le
serpentine di Voltri e Sestri—
ponente, nella regione più settentrionaledeirApennino,
indicateda
alcunocome
prepaleozoicheappartengono
invece all’Eocene. Inmezzo
agli schisti cristallini si trovano invece le serpentine della Corsica che la carta d’Italiarecentemente
pubblicatamette
inmezzo
a terreni cretacei contror
opinione dei più recenti geologi francesi, coi quali si accordapure
ilDe
Stefani.Delle serpentinedella Basilicata, che il
De
Giorgi ritiene cre- tacee,non
potrà parlare,non
conoscendole.Nell’Italia centrale, al
M. Argentavo
(Calagrande eCalamo-
rosea), al Giglio e nella regione orientale delPIsola Elba, sono ser- pentine
ed
altre rocce concomitanti racchiuse entrò filladi appar- tenenti al trias superiore. Citauno
spaccato di Calagrande nel quale si vede la roccia serpentinosa in piccolissimi strati regolar-mente
edevidentemente
alternanticogli schisti sedimentarii;accenna alle ragioni per cuiha
attribuito questi al trias superiore e ri-corda che pure il Lotti
ha
giudicato triassiche le serpentine del AI. Argentare.Quanto
alle serpentine eocenichedeirApennino
settentrionale ripeterà quel che ha detto ne’suoi passati lavori, rimettendosi a questianche
per la designazionesommaria
del territorio da esse occupato. IlDe
Stefani dice che dall’Umbria
e dal Lazio alla Liguria,come pure
nelle isole dell’Elba e diGorgona
le rocce serpentinoseoccupano un
orizzonte costante; espone le ragioni per cui egli attribuì quest’orizzonteall’Eocene superiore(escluso ilTon-
griano di molti geologi) e dice che quelle rocce stanno sopra lazona dei calcari
marnosi
adHeminlhoulea
labyrinthica //., e di pre- ferenza inmezzo
alle rocce argillose. Delle roccedeirApennino
indicatecome
serpentine,un
quarto solamentepuò
conservare questonome,
essendo le altre rocce, diabasi, eufotidi, graniti tipici, graniti cloritici. eco. Nelle varie regioni poi vi e la prevalenza dell’ima o dell’altra delle rocce indicate. Sovente però si trovano insieme ed alternanoanche
l’una
con l’altra,ma
con regolarità—
22—
ed in banchi distinti, specialmente se si prescinda dai
movimenti
piU omeno
recenti che nehanno
alterati i rapporti; il qual tatto, secondo ilDe
Stefani,mostra
la reciprocaindipendenza
di quelle rocce ed accenna alla loro successiva emersione in periodi diffe- renti.Come uno
dei tanti esempii in cui si verificano queste cir-costanze, cital’alternanza delle diabasi, dei graniti, dello serpentine, delle eufotidi, delle ranocchiaie nel
Desco
di Villa (Massa).A
schia-rimento delle rocce appellate
Gabbro
rosso, ilDe
Stetani dice che esse sono formate per alterazione dovuta adacque
superficiali o interne delle diabasi tipiche.Quelle rocce formano nelle varieregioni delle
masse
centrali, grandiose ed alte, nelle quali si verificanoifenomeni
sopra accen- nati; alla periferia questemasse vanno diminuendo
di potenza esi vanno sperdendo; nei limiti piu esterni
terminano
conlembi
pic- colissimi ed isolati e con conglomeratisempre
più sottili; questifatti accennano alla esistenza di varii centri di emersione, quali si verificano per le rocce basaltiche e tracilitiche odierne o pei porfidi permiani delle Alpi.
In osmi regione si verificano
numerose
ed evidenti alternanzedi queste rocce con le rocce eoceniche sedimentarie; le quali alter- nanze hanno luogo molte volte, specialmente alla periferia delle
masse
maggiori, fra strati sottilissimi. In ogni luogo poi, entro lemasse e negli strati sedimentarli coetanei,si trovano tufi o conglo- merati, grossolani o sottili, piu o
meno
regolari, dei quali fan parte tutte le rocce indicate (diabasi portìrielie ed afanitielie, eufotidi, serpentine, ecc. ecc.) che perconseguenza
erano allora già formate, tanto piu che i cristalli delle diabasi porlìriche, delle eufotidi, dei graniti sono interrotti e spezzati alla superficie deiconglome-
rati.
A
simili conglomerati sidebbono
attribuire le spiliti eduna
gran parte delle olìcalci.De
Stefanisoggiunge
che innessun
luogo sinora ha potuto osservare dighe plutoniche di quelle rocce inmezzo
alle rocce sedimentarie. Se in qualche luogo esse sono chiuse dentro strati anche arenacei che potrebbero accennare a marinon
molto profondi, merita però d’essere ricordato il fatto chemoltissimevolte esse alternano anche in strati sottilicon diaspri più omeno
manganesiferi, che secondo gli stuclii del Pautanelli e secondo le osservazioni delDe
Stefani,non
sonoroccemetamorfiche
ma
sono costituiteda
resti di radiolarie e dovettero essere for- mati a grandissime profondità.Anche
i calcari compatti o marnosi, cheaccompagnano
le rocce serpentinose e le altre concomitanti, sono interamente costituitida
foraminifere eda
altri corpi orga-nici che
accennano pur
essi a profonditànon
piccole.Molte
volte dei piccoli strati calcarei alternano inmezzo
a grandimasse
di diabasi e serpentine, e vi sono spezzati ed in frantumi isolati che però conservano rallineamento primitivo eprovano
che Tinterru- zione nella stratificazione sideve
amovimenti
interni successivi.Non
si trovano tracce di alterazioni ignee nelle rocce stratificate contigue alle diabasi, serpentine, eco.: le sole alterazioni reci-proche sembrano dovute
al passaggio diacque
ricche di materietolte alle rocce
prossime
intempi
più omeno
recenti e poste- riori alla loro formazione.[1 Ile Stefani,
aggiungendo
alcune conclusioninuove
a quelle già pubblicate nei suoi studii passati dal 187<> in poi e confer-mate
dai recenti lavori, dice che:I.
NeirApennino
sono rocce serpentinosealmeno
di tre epoche, cioè: 1 dell1Eocene
superiore,2
del Trias superiore, 3 del Paleo- zoico.Ninna
di tali rocce si trova nella zona cristallina più antica.IL Tutte
queste rocceformano
zone e banchi regolari inmezzo
a rocce sedimentarie. Innessun
luogo sono state trovate fin qui sottoforma
di dighe plutoniche.ITI.
Le
varie specie delle rocce serpentinose e delle roccenon
sedimentarie che leaccompagnano
sono distribuite in zone regionalied
alternano reciprocamente in banchi regolari.IV. Nelle
medesime
possono distinguersi varii centri diemer-
sione, la cui periferia ò limitata
da
conglomerati.V.
Almeno
i tipi principali delle diverse rocce indicate (ser- pentine, diabasi, eufotidi, graniti, ecc.) apparvero tali quali fin dalla loro emersione.VI. In
gran
parte dei casi, le rocce sedimentarie cheaccompa- gnano
le roccesuddettevennero
formate entromari molto
profondi.VII.
Non
si conosce finoraverun
caso dimetamorfismo
igneonelle rocce sedimentarie a contatto delle rocce anzidetto.
1/ing.
Capacci
si restringe a parlare esclusivamente dei latti geologici e litologici chiaramente constatati al Monteferrato, pie>M>—
24—
Prato in
Toscana
e che furono per parte sua l’oggetto diuno
studiodi dettaglio (').
Al
Monteferrato lamassa
oliolitica si presenta sottoforma
di un’amiddala intercalata fra gli strati eocenici, in perfetta con- cordanza con questi.
Gli strati eocenici sono quivi formati
da
banchi alternanti di schisti galestrini e di calcare alberese e talvoltacon
associazione di qualchebanco
di arenaria.La massa
ofiolitieamostra
evidentemente di appartenere al- inocene.Le
varie rocce che costituiscono la formazione ofiolitiea, cioè la serpentina, l’eufotide, ilgabbro
rosso, la diabase e tutte le altre rocce affini, si presentano sottoforma
dimasse
leuticolari o di con- centrazioni amiddaloidi.Cosi ad
esempio
Peufotide è costituita da una lente, la quale trovasi intercalata fradue masse, pure
leuticolari di serpentina.La
Diabase è formata inmasse
isolate, situate piìi special-mente
presso al contatto dell’eufotide colla serpentina.Il
gabbro
rosso ci si olire inamiddale
assai stiacciate, sul contatto delle ftaniti colla serpentina, tanto al disopra quanto aldisotto di questa.
Le
ofiealcioccupano
zonenon
molto estese e di piccolo spes- sore, situalesempre
però sul contatto della serpentinacolle ftaniti.I grès ed i conglomerati serpentinosi trovànsi spesso a con- tatto della
massa
serpentinosa.Le
ftaniti sono distribuite secondo zone saltuarie sopra e sottola
massa
serpentinosa, sul contatto di questa, ed in perfetta con- cordanza cogli strati eocenici adiacenti.Nei
tratti ovemancano
le ftaniti sul contatto, l’amiddala ofio- litiea trovasi al disopra ed al disottoin intimo edimmediato
contattocolle rocce eoceniche, alberesi e galestri, i quali
hanno
tutti i loro caratteri distintivi spiccatissimi enon
presentano nessuna tracciadi alterazione o
metamorfismo.
Passando
ora all’esame litologico, e fasciando da parte le rocce(') La formazione ofiolitiea del Monteferrato presso Prato (Toscana). Bol- lettino del r. Comitato geologico, anno 1881, n. "7-8.
tipiche
come
laserpentina, Peufotide,ladiabase, ilgabbro
rossoeco.le quali si presentano con tutti i loro caratteri distintivi
non
solo,ma
anche con ricchezza di varietà, è interessante citare iprinci- paliesempi
di passaggi diuna
roccia all’altra, che possono vedersi chiarissimamente nel Monteferrato.L
1eufotide passa insensibilmente alla diabase per la trasfor-mazione
del diallaggio in augite.Analogamente
vedasi reufotide passare alla diorite per la tras- formazione del diallaggio in orneblenda.L’enfotideinoltre fapassaggioad
una
vera epropria serpentina, allorché il feldspatocomincia
ad arricchirsi inmagnesia
per divenir poi serpentina,mentre
il diallaggiorimane
inalterato.Un’ ultima trasformazione delPeufotide si osserva allorché il
feldspato si trasforma in saussurrite; il diallaggio diviene una vera e propria steatite, e la roccia è poi
compenetrata
inogni sensoda
realizzo di talco, inmodo da assumere
i caratteri «li un’euri- talcite.È
evidente inoltre il passaggio che ilgabbro
rosso là alla diabase ed alla diorite, nelle quali rocce poi alcune parti assu-mono
il carattere variolitico,mentre
altre passano alla borzolite.La
serpentina passa insensibilmente alPoficalce perParricchi-mento
dellasuamassa
in calcite, la quale poco apoco
lacompenetra.Chiaro infine è il passaggio degli schisti galestrini alle ftaniti e delle argille ai diaspri.
Tali sono i principali caratteri geologici e litologici i quali
si presentano con
somma
chiarezza e precisione nel Monteferratodi Prato.
Daubrée. —
I fatti precisi su i giacimenti dei serpentiniche furono esposti dai nostri colleglli italiani sono
estremamente
istruttivi e
mi
dispensano dal ritornare su questo argomento.Ma
credo dover toccare la questione delicata della origine di questa roccia, e sono dispiacente di trovarmi in disaccordo conle idee state