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5. Confronto dimensionale

5.2 Assistenza distrettuale

5.2.2 Ambulatori e laboratori

Con il termine “ambulatori e laboratori” si intendono le strutture eroganti attività specialistiche composte dall’adesione a una o più delle seguenti attività: clinica, diagnostica e di laboratorio. La composizione percentuale distinta per settore di appartenenza (Figura 38) mostra varietà da Regione a Regione. La Toscana risulta essere il territorio a destinare al privato accreditato la quota inferiore, pari al 35% nel 2018, percentuale uguale a quella registrata nel 1997, ma che nel tempo ha visto un andamento variabile, con una tendenza di crescita fino al 2008, anno in cui questa grandezza ha raggiunto il 39%, per poi subire un calo. Nonostante la percentuale del settore privato sia rimasta pressoché costante, in Toscana si è registrata una decrescita del numero di strutture appartenenti a questo settore (Figura 39), passate da 9,50 (nel 1997) a 5,22 strutture (nel 2018) ogni 100.000 abitanti, pari a un calo di circa il 45%; possiamo però interpretare questa riduzione come la volontà regionale di ridimensionare in toto quest’area di assistenza, registrando nel 2018 un numero di strutture più vicino a quello delle altre Regioni sotto analisi, pari a 15,05 strutture ogni 100.000 abitanti, intervenendo allo stesso modo sulle strutture sia private accreditate, con un calo stimato del 45% come sopra descritto, che pubbliche, con un calo nel numero di strutture ogni 100.000 abitanti stimato al 44,5%, come è possibile evincere dai dati pubblicati nell’ Allegato 8. L’Emilia – Romagna ha avuto nel tempo valori similari alla Toscana relativamente alla percentuale di strutture ambulatoriali e laboratori appartenenti al privato

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accreditato, strutture che sono passate da un numero di 5,17 ogni 100.000 abitanti di cui 1,46 (il 28%) appartenenti al settore privato nel 1997 a 17,63 strutture ogni 100.000 abitanti, di cui 7,59 (il 43%) private accreditate nel 2003; negli anni seguenti l’assistenza specialistica distrettuale è stata ridimensionata, giungendo nel 2018 ad avere 10,64 strutture ogni 100.000 abitanti, di cui 4,06 (il 38%) private accreditate. Lombardia e Veneto hanno registrato nel ventennio considerato un andamento similare all’Emilia – Romagna relativamente al numero di strutture presenti sul territorio rispetto alla popolazione; in particolare, osservando il settore privato accreditato, entrambe queste Regioni hanno visto incrementare tra il 1997 e il 2003 il numero di strutture presenti sul territorio (passate da 6,11 a 7,35 ogni 100.000 abitanti in Veneto e da 4,31 a 7,92 strutture ogni 100.000 abitanti in Lombardia), dato che successivamente al 2003 ha visto una decrescita fino al 2018, anno in cui si sono registrate in Veneto 4,48 strutture accreditate ogni 100.000 ab. e in Lombardia 3,99 ogni 100.000 ab. Il calo del numero di strutture private accreditate eroganti assistenza specialistica distrettuale registrato dal 2003 al 2018 in queste due Regioni è stato affiancato al contemporaneo

20% 30% 40% 50% 60% 70% 80% Emilia - Romagna Lazio Lombardia Toscana Veneto 0,00 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00 14,00 16,00 18,00 N °/1 0 0 .0 0 0 a b . Emilia - Romagna Lazio Lombardia Toscana Veneto

Figura 38: Andamento dal 1997 al 2018 del numero ogni 100.000 abitanti di ambulatori e laboratori appartenenti al settore privato accreditato in Emilia - Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto.

Figura 39: Andamento dal 1997 al 2018 della percentuale di ambulatori e laboratori appartenenti al settore privato accreditato in Emilia - Romagna, Lazio, Lombardia, Toscana e Veneto.

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ridimensionamento del numero di strutture pubbliche eroganti questa tipologia di assistenza. La decrescita descritta non è però stata egualmente ridistribuita tra i due settori: il privato accreditato ha infatti subito una decrescita del 39% in Veneto e del 49,6% in Lombardia, mentre il settore pubblico ha registrato un calo del 54,9% in Veneto e del 66,6% in Lombardia. Questa situazione di scompenso ha portato le strutture private accreditate a raggiungere la superiorità percentuale sul territorio veneto dal 2004 (passando dal 44% nel 2003 al 55% nel 2004 e attestandosi al 51% dal 2016), mentre in Lombardia questa percentuale ha subito un rafforzamento (essendo il privato accreditato già in superiorità dal 2003), passando dal 41% nel 1998 al 60% nel 2004, valore poi attestatosi al 61% dal 2011. La volontà programmatoria di diminuire dal 2003 al 2018 il numero di laboratori ed ambulatori sul territorio a carico principalmente del settore pubblico è ancora più evidente in Lazio dove si è registrato un calo del 67,6% delle strutture pubbliche e del 40% delle strutture private accreditate, situazione che ha comportato un presenza sempre più incisiva del privato accreditato, attestatosi al 70% di presenza dal 2017; è inoltre da osservare che in Lazio le strutture private accreditate sono sempre state sin dal 1997 in maggioranza (in termini percentuali) rispetto a quelle pubbliche, situazione unica riscontrata nell’analisi. Anche in questo ambito di assistenza distrettuale, analogamente alle altre tipologie di assistenza territoriale, i dati dimostrano che nonostante ci sia la volontà regionale di ridimensionare una certa area di assistenza, questa non si traduce sempre nel calo delle strutture accreditate a favore delle già esistenti pubbliche, anzi, spesso è il settore pubblico a subire le riduzioni maggiori, con il conseguente aumento della presenza del settore privato accreditato, così come descritto per le Regioni Lazio, Veneto e Lombardia. Relativamente all’attività svolta dagli ambulatori e laboratori privati accreditati presenti sui territori regionali, osservando i dati presenti nell’Allegato 8 si nota una generale tendenza a preferire l’attività clinica, attività svolta nel 2018 dal 71,8% delle strutture in Veneto, dal 74,9% in Toscana, dall’80,8% in Lombardia e dall’84,5% in Emilia-Romagna (Figura 40); dato in controtendenza si rileva in Lazio dove la percentuale di strutture private accreditate eroganti attività clinica si ferma al 43,2%, dato però in crescita negli anni. Questa Regione, viceversa, è quella in cui si riscontra una percentuale maggiore di strutture eroganti attività di laboratorio, pari nel 2018 al 62,5%, dato superiore di quasi trenta punti percentuali rispetto alla Lombardia (che si ferma al 32,9%), di 35,7 punti percentuali rispetto al Veneto (26,8%), differenza che aumenta se confrontiamo il Lazio con Emilia – Romagna e Toscana, Regioni

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in cui rispettivamente il 21% e il 13,8% delle strutture hanno erogato attività di laboratorio. L’attività di diagnostica è invece prevalente in Emilia – Romagna, dove nel 2018 si è raggiunto il 61,3%, attività meno presente in Lombardia (53,9%), Toscana (49,7%), Lazio (40,1%) e Veneto (35%); deve però esser posta sotto attenzione la crescente percentuale delle strutture eroganti attività di diagnostica, situazione registrata in tutte le Regioni sotto analisi, segno di un interesse crescente del privato accreditato verso questo ambito.

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