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Amministratori, operatori psichiatrici e processo legislativo

In conclusione di questo capitolo è possibile trarre alcune considerazioni e porre nuovi quesiti. Gli esperimenti di trasformazione dell'istituzione psichiatrica che abbiamo descritto nel quarto capitolo raffigurano il modo in cui la riforma della psichiatria è stata “costruita” attraverso una trasformazione degli assetti preesistenti. Nel periodo in cui la riforma italiana viene costruita si realizza una situazione paragonabile a quella che aveva portato alla legge francese del 1838. Come ha scritto Robert Castel (1979), questa rappresentava un compromesso tra le posizioni dei

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

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politici e quelle degli psichiatri. Questi ultimi, infatti, avevano elaborato, per un periodo di una trentina d'anni pratiche terapeutiche che si presentano, all'inizio degli anni trenta del XIX secolo come risposte improvvisate a problemi particolari, spesso negoziate con autorità locali, commissioni amministrative e Consigli generali in provincia, con il Consiglio generale degli ospizi di Parigi (IVI: p.138). Il potere politico riconosce allora le strategie degli psichiatri come un mezzo adeguato per mettere in atto le proprie opzioni e, come sostiene Castel, possiamo dire che se le elaborazioni degli psichiatri sono riprese dalla politica è perché sono amministrabili (IVI: p. 143).

È possibile sostenere che anche gli esperimenti di trasformazione che si realizzano in Italia vengono riconosciuti al momento dell‟elaborazione della riforma, almeno in un certo senso, “perché amministrabili”. In alcune delle Province dove questi esperimenti vengono portati avanti, si intravede l'eco della discussione politica sull'istituzione del SSN: in questi casi i nuovi servizi psichiatrici nascono immaginando di inserirsi all'interno delle USL e iniziano a lavorare in collaborazione con le strutture sanitarie e con quelle assistenziali. Tuttavia sono le trasformazioni che si producono a livello locale, per quanto diverse tra loro, a influenzare “dal basso” i contenuti della riforma, dimostrando la fattibilità di un sistema di servizi psichiatrici privo del manicomio. Ma non solo. I processi di cambiamento che avvengono in queste realtà, mostrano anche la possibilità di un‟assistenza psichiatrica ricondotta all‟interno del quadro dei diritti costituzionali. Che si guardi al servizio psichiatrico istituito nell‟ospedale di Terni, o a servizio aretino di reperibilità presso l‟ospedale generale, o ancora ai servizi territoriali aperti sulle 24 ore a Trieste, nella loro profonda diversità rappresentano tutti tentativi di rispondere a una domanda di ricovero, senza che questa comporti una compressione dei diritti della persona malata140. Occorre anche considerare come queste trasformazioni siano avvenute nel quadro normativo della legislazione manicomiale del 1904, che prevede “la cura e la custodia” della persona con malattia mentale, ma che affida le competenze di gestione dei manicomi alle Amministrazioni Provinciali e agli

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operatori psichiatrici. Attraverso queste competenze psichiatri e amministratori diventano attori del processo di cambiamento. I primi, accettando la contraddizione esistente tra il loro ruolo di “cura e custodia”, agiscono per trasformare le istituzioni in cui lavorano prima ancora di costituirsi come movimento che propone la chiusura dei manicomi. È possibile anche ipotizzare che è attraverso quello che viene messo in piedi in quegli anni, in termini di nuovi servizi, che il movimento dei tecnici legittimazione come interlocutori del sistema politico. Si tratta di che occorrerà ancora esplorare.

Gli amministratori, d‟altro canto, si fanno carico del processo di cambiamento sia da un punto di vista politico che amministrativo. Svolgono funzione mediazione con la società civile a livello locale ma, soprattutto, usano le proprie “competenze legali” per sostenere il cambiamento e per produrlo attraverso lo strumento amministrativo della delibera, che istituisce nuovi servizi, ridistribuisce risorse economiche e utilizza le regole e la normativa esistente per modificare gli assetti precedenti. E sempre gli amministratori utilizzano le “risorse politiche” date dalla propria posizione all‟interno delle strutture partitiche di appartenenza influenzandone le posizioni. In particolare Trieste, l‟unico degli esperimenti ad avvenire in una Provincia amministrata dalla Dc, partito che, dagli anni cinquanta si identifica con la struttura amministrativa dello stato (Ginsborg, 1989), contribuirà a far avvicinare esponenti di governo all‟idea della chiusura degli ospedali psichiatrici e rappresenterà il canale attraverso il quale si realizzerà un dialogo con gli operatori impegnati nel cambiamento. Nelle realtà dove il governo della Provincia è guidato dal Pci da un lato l‟organizzazione di eventi di carattere nazionale, come ad esempio Ferrara e Arezzo, contribuirà all‟avvicinamento tra rappresentati delle strutture nazionali del Pci e gli operatori psichiatrici; dall‟altro le esperienze che si realizzano in queste Province faranno in modo che questo partito possa rivendicare l‟impegno per la trasformazione delle istituzioni psichiatriche.

È possibile anche ipotizzare che il livello del governo locale sia quello a cui occorre guardare per osservare la battuta d‟arresto del processo di cambiamento e la sua mancata diffusione dopo l‟approvazione della riforma. Con l‟approdo della

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“legge 180”, che comporta il trasferimento delle competenze ad altri enti locali, la questione della psichiatria, sembra “sciogliersi” all‟interno della più generale questione della riforma sanitaria. Ma se nel sistema politico il governo della sanità viene affidato al Pli, che aveva votato contro la riforma, e si assiste quasi immediatamente a una richiesta di contro-riforme, cosa succede a livello locale? Si assiste, come sembrerebbe da un primo sguardo al disimpegno degli Enti locali rispetto alla creazione dei nuovi servizi?

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APPENDICE

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