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Dal 1961, anno in cui Basaglia ha assunto la direzione dell'ospedale psichiatrico, sono molti i cambiamenti che è stato possibile realizzare all'interno dell'istituzione. Basaglia ha 37 anni e proviene dall'Università di Padova dove, dopo essersi specializzato nella clinica delle malattie nervose e mentali, ha lavorato come assistente del professor Giovanni Battista Belloni per circa tredici anni interessandosi agli intrecci tra psichiatria e fenomenologia. La realtà del manicomio lo colpisce fortemente riportandogli alla mente il ricordo di quando, giovane studente universitario, era entrato in carcere per attività antifasciste. In una conferenza del 1979 in Brasile Franco Basaglia ricorderà così il suo ingresso nel manicomio:

“Quando sono entrato per la prima volta in un carcere ero studente di medicina. Lottavo contro il fascismo e sono stato incarcerato. Mi ricordo della situazione allucinante che mi sono trovato a vivere. Era l'ora in cui venivano portati fuori i buglioli dalle varie celle. C'era un odore terribile, un odore di morte. Mi ricordo di aver avuto la sensazione di essere in una sala di anatomia mentre si dissezionano i cadaveri. Tredici anni dopo la laurea sono diventato direttore di un manicomio e quando vi sono entrato per la prima volta ho avuto quella stessa situazione” (Basaglia 2000: p 49)19.

La scelta di Basaglia è quella di intervenire all'interno dell'istituzione sul modello della comunità terapeutica di Maxwell-Jones e di estenderla alla gestione di tutto l'ospedale. Con la comunicazione presentata al convegno di Londra del 1964 Basaglia mette in evidenza i punti fino a quel momento fondamentali del lavoro che si cerca di fare a Gorizia: introduzione dei farmaci e eliminazione della contenzione; tentativo di rieducazione del personale; riannodamento del legame con l'esterno; abbattimento delle barriere fisiche e apertura dei reparti secondo un sistema open

19 Le parole della conferenza tenuta riprendono quasi letteralmente l'inizio della relazione La giustizia

che punisce (1971) presentata da Basaglia al VIII Convegno nazionale dei Comitati d'azione per la

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

Università degli Studi di Sassari

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door; tentativo di organizzare la vita di tutto l'ospedale secondo i concetti della

comunità terapeutica. Si tratta di interventi messi in campo verso la trasformazione dell'ospedale in un luogo di cura che, sottolinea l'intervento, portano in sé i problemi della coscienza dei diritti che comincia a nascere nel malato (Basaglia 1964).

Nel suo lavoro Basaglia è aiutato da alcuni medici. Il primo ad arrivare a Gorizia è Antonio Slavich dal 1962. Seguiranno negli anni successivi Agostino Pirella nel 1965 e Domenico Casagrande, Lucio Schittar, Giovanni Jervis e Letizia Jervis Comba nel 1966. Al lavoro collabora anche la moglie di Basaglia, Franca Ongaro, che nei primi anni sessanta si è recata per studiare la comunità terapeutica di Dingelton in Scozia dove, dalla fine degli anni cinquanta, Maxwell Jones si è trasferito dopo aver lasciato il Belmont Hospital. Si tratta del nucleo dei medici “goriziani” che negli anni settanta si sposteranno da Gorizia per lavorare in altre province contribuendo allo sviluppo dei presupposti della riforma.

Mentre il lavoro di apertura del manicomio prosegue, Basaglia stringe un rapporto di amicizia con l'assessore alla psichiatria della Provincia di Parma Mario Tommasini che, affascinato dal lavoro di Basaglia, inizia da un lato un rapporto di collaborazione con lui e dall'altro un intervento sull'ospedale che incontra non pochi ostacoli sia all'interno del suo partito, il Pci, sia nello stesso personale dell‟ospedale20.

Frutto della collaborazione tra Basaglia e Tommasini sarà l'uscita di Che cos'è la

psichiatria? il primo libro a raccontare l'esperienza del gruppo di Gorizia. Il volume

esce nel 1967 con il patrocinio dell'amministrazione provinciale di Parma e ha in copertina un autoritratto di Hugo Pratt in divisa da internato con una scritta a forma di timbro che riporta testualmente il testo della legge psichiatrica del 1904: “pericoloso a sé e agli altri e di pubblico scandalo”. I proventi delle vendite vengono devoluti all'Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali costituitasi a Firenze nel 1966 intorno al gruppo della rivista “Assistenza psichiatrica e vita sociale”, della quale Basaglia è socio fondatore21. Alla presentazione del libro, che si tiene proprio a

20 Vedi infra 3.6

21 L'Associazione Lotta alle Malattie Mentali aveva tra i suoi soci medici, infermieri ma anche malati

e loro familiari. Per una ricostruzione della vita dell'associazione, della rivista “Assistenza psichiatrica e vita sociale” nonché delle persone che vi ruotavano introno in quegli anni a Firenze vedi Babini

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

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38 Firenze nel 1967, partecipa anche il Ministro della Sanità Luigi Mariotti che ha scritto la prefazione e si sta impegnando per proporre una riforma dell'assistenza psichiatrica.

Che cos'è la psichiatria? racconta dunque l'esperienza di Gorizia e “fotografa una

realtà in movimento: un manicomio tradizionale che sta aprendo le porte, sbarre cancelli; che ha eliminato contenzioni e violenza; che sta ragionando sulla propria storia, sulla qualità della terapia che offre, sul significato dell'istituzione chiusa e della psichiatria che l'avalla; sulla necessità della propria esistenza” (O. Basaglia, 1997: p.5). In particolare Franco Basaglia sottolinea come la comunità terapeutica di Gorizia sia un qualcosa in continuo movimento ed evoluzione. Si tratta cioè di “una situazione che non si può definire ma solo attuare e concretizzare” (Basaglia, 1967).

L'anno successivo i limiti della comunità terapeutica, che già nel 1967 iniziano a evidenziarsi, sono per Basaglia e la sua equipe ormai chiari. In particolare il timore è quello che la comunità terapeutica diventi una sorta di risposta preformata, di “perfezionamento tecnico sia all'interno del sistema psichiatrico tradizionale, che di quello socio-politico generale” (Basaglia, 1968).

Negli stessi anni iniziano a svilupparsi altre esperienze di trasformazione in alcune province (Parma, Perugia, Salerno, Varese), mentre a livello politico era iniziato un iter che porterà alla modifica di alcuni articoli della legge del 1904.