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Se negli anni sessanta l'esperienza di Gorizia era quella che aveva per la prima volta sperimentato l'apertura dell'ospedale, negli anni settanta gli esperimenti come quelli che abbiamo visto nel capitolo precedente, in primis quella di Trieste, avevano dimostrato la fattibilità di un modello di assistenza privo dell'ospedale psichiatrico. Da un lato è certamente l'evidenza delle pratiche che si erano sviluppate a raccogliere l'interesse dei legislatori italiani, d'altro canto, come abbiamo visto, all'interno del parlamento e dei partiti politici, si è affermata la convinzione di includere l'assistenza psichiatrica all'interno della riforma sanitaria, come verrà realizzato nel corso della VII legislatura (1976-1979). Sono questi anni di importanti trasformazioni del sistema politico e istituzionale del paese, attraversato dalla stagione più dura terrorismo, dai governi di solidarietà nazionale e da un riesplodere dei movimenti sociali nel 1977. Negli anni immediatamente precedenti si erano realizzate alcune riforme che potevano rappresentare un'innovazione del paese. Se la legalizzazione dell'obiezione di coscienza, la riforma della RAI, quella del diritto di famiglia e del sistema carcerario rappresentavano certamente un segno di questo tentativo di rinnovamento (Crainz, 2005), Alessandro Pizzornoha identificato cinque mutamenti istituzionali della prima metà degli anni settanta emblematici di questa stagione: l'istituzione delle regioni, lo Statuto dei lavoratori, l'introduzione del divorzio nel 1970, il mutamento dei regolamenti parlamentari nel 1971 e la legge sul finanziamento dei partiti nel 1974. Di questi però solo lo statuto dei lavoratori e il divorzio sembrano andare nella direzione delle aspirazioni che si stavano manifestando all'interno della società civile, mentre le altre a sembrano dettate da un istinto di difesa della classe politica rispetto alle istanze innovatrici dei movimenti (Pizzorno, 1997). L‟istituzione delle regioni nel 1970, ad esempio, pone rimedio alla mancata applicazione della Carta Costituzionale, ma i nuovi spazi di autonomia regionale vengono subito invasi dai partiti. In questo modo si accentuano alcuni aspetti delle stesse organizzazioni partitiche come la dipendenza dalle segreterie, il rafforzamento delle clientele locali e quello la crescita delle pratiche consociative (ID). Allo stesso modo il consociativismo fra partiti di governo e opposizione viene

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

Università degli Studi di Sassari

129 accentuato anche dai nuovi regolamenti parlamentari, che introducono la regola dell'unanimità nella formazione dell'agenda.

Di questo periodo si è spesso parlato spesso in termini di “crisi italiana” (Tarrow, 1979), che attraversa in modo trasversale i campi economico, politico e sociale125. Da un punto di vista politico, almeno in parte, si tratta di una parziale perdita di legittimità di cui i partiti politici italiani avevano goduto fino a pochi anni prima. Le lotte dei movimenti operai si erano accentuate in particolare a partire dai primi anni sessanta. Erano stati però il sessantotto studentesco prima e “l'autunno caldo” del 1969 ad aver scosso profondamente il sistema politico. Lo scenario che si presenta allora è quello di un paese attraversato da un vasto sommovimento di rinnovamento, che i partiti hanno difficoltà a incanalare nei canali tradizionali della partecipazione. In primo luogo, se si guarda ai movimenti, pur essendo questi in gran parte di matrice marxista sono caratterizzati, almeno in alcune loro componenti, da un libertarismo e anti-autoritarismo che li porta a criticare il Pci (Pizzorno, 1997). Questo mette in discussione una funzione che il Pci aveva svolto fin dal dopoguerra: quella di convogliare il dissenso politico all'interno dei canali istituzionali. Guardando invece dal lato della Dc, che governa ininterrottamente dal dopoguerra, possiamo indicare almeno due gli elementi che mostrano uno scollamento dei democristiani dall'elettorato. Da un lato il Concilio Vaticano II aveva dato poco sostegno all'idea di un'unità politica dai cattolici. Negli anni settanta poi la vicenda legata all'istituzione del referendum, al fine di abrogare la legge sul divorzio, dimostra come la società civile del paese sia ormai più avanzata del partito che l'aveva proposto.

In questo clima avvengono le elezioni del giugno 1976, che danno vita alla VII legislatura. Queste sono caratterizzate da un avanzamento importante del Pci che migliora il risultato ottenuto l'anno precedente nelle consultazioni amministrative, che avevano consegnato ad amministrazioni di sinistra (Pci-Psi) molte delle grandi

125 Questo concetto di “crisi” è stato anche ripreso in tre convegni di studio tenuti tra il novembre e il

dicembre 2001 a Roma presso l‟Istituto dell‟Enciclopedia italiana. Vedi AA.VV. 2003, L’Italia repub-

blicana nella crisi degli anni Settanta, 4 volumi, Ministero per i beni e le attivita culturali, Direzione

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

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130 città italiane. Parte del successo elettorale dei comunisti era dovuto alla presenza di un numero maggiore di elettori giovani, dovuto alla legge n. 39 del 1975 che aveva previsto l'abbassamento della maggiore età da 21 a 18 anni. Tuttavia il fattore probabilmente più importante nel determinare questo risultato era stato il processo di mobilitazione nella società civile, che dal 1968 non si era interrotto (Ginsborg, 1989: p.506). In quelle stesse elezioni il cartello politico Democrazia Proletaria-PDUP (Pdup), espressione dei movimenti della sinistra, riusciva ad ottenere circa mezzo milione di voti e a eleggere sei deputati, collocandosi in parlamento alla sinistra del Pci. Infine bisogna considerare che la Dc, con il 38,7% dei voti, veniva fuori dalle urne ancora una volta come il partito di maggioranza relativa. Si trattava di un risultato costruito però a spese dei tradizionali alleati di governo: liberali, repubblicani, socialdemocratici, ridotti ai loro minimi storici (Pasquino, 1996).

Dall'inizio degli anni settanta, inoltre c'era stato l'avvicinamento tra la Dc e il Pci. Questo era stato teorizzato prima dal presidente democristiano Aldo Moro, nella formula della “strategia dell'attenzione” e, dopo dal segretario comunista Enrico Berlinguer con quella del “compromesso storico” avevano aperto la strada alla collaborazione tra i due partiti. Si producono in questo modo le condizioni per l'appoggio esterno del Pci a governi monocolore democristiani e alla stagione che verrà chiamata della “solidarietà nazionale”126.