• Non ci sono risultati.

Politica e psichiatria negli anni successivi alla riforma sanitaria

L'approvazione della riforma sanitaria è uno degli ultimi atti del periodo della cosiddetta “solidarietà nazionale”. Alla fine di gennaio 1979, vista l'impossibilità di entrare nel governo, il Pci ritornava all'opposizione. Questo porta ancora una volta al voto anticipato. Le elezioni che si tengono nel giugno del 1979 segnano un forte calo dei comunisti che passano dal 34,4 % al 30,4%, mentre il Psi aumenta leggermente la propria percentuale di voto e la Dc rimane pressappoco stabile intorno al 38,8%. Il

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

Università degli Studi di Sassari

139 successo maggiore è ottenuto dal partito radicale, che recupera parte del voto di sinistra e di quello giovanile che non privilegia più il Pci (Lepre, 1999) passando dal 1,1% al 3,5%. Nel settembre del 1979 il Pci decide per un cambiamento di strategia politica sancendo in questo modo la rottura con la Dc. Questa strategia che fu poi chiamata di “alternativa democratica” ricercava l‟alleanza con il Psi il quale, invece, comincia a distanziarsi sempre più dai comunisti. Lì a poco, nel febbraio 1980, al congresso della Dc la sinistra di Zaccagnini fu sconfitta dalle correnti che si riconoscevano nel cosiddetto “preambolo” di Donat-Catain, che rifiutava la collaborazione con i comunisti (Lotti, 1997). L'esperienza dei governi di solidarietà nazionale giunge dunque al termine immediatamente dopo l'approvazione della legge di riforma sanitaria, che era stata uno dei frutti più importanti di quella stagione politica.

Dopo l'uscita del Pci dalla maggioranza e le nuove elezioni, il nuovo esecutivo, guidato da Cossiga, si insedia nell'agosto del 1979. Il ministero della Sanità viene affidato a Renato Altissimo, esponente di rilievo del Pli, formazione politica che ha votato contro la riforma sanitaria. Negli anni seguenti il ministero della Sanità verrà affidato al Pli più volte. Come ha ben sottolineato Saverio Luzzi, “conferire al Pli l'egemonia sul ministero della Sanità negli anni ottanta e nei primi anni novanta significò incaricare dell'attuazione della riforma gli stessi uomini che contro di essa si erano battuti con maggior forza” (Luzzi, 2004: p. 344). La riforma sanitaria la cui idea di fondo era quella di creare un sistema universalistico, è soggetta fin da subito ad una lottizzazione da parte dei partiti. Le Unità sanitarie locali (USL), che furono istituite nel 1980 e alle quali sarà affidata una grande quantità di denaro, pagheranno il peso della mancanza di una politica di programmazione sanitaria.

La nuova legge sull'assistenza psichiatrica è tra le prime a essere messa in discussione dal nuovo assetto politico: la VIII legislatura (1979-1983) vedrà la presentazione alla camera di sette progetti di legge che mirano ad rileggere la normativa della psichiatria, fin da subito tacciata di essere impraticabile e di aver creato un vuoto assistenziale e di aver scaricato il peso dell'assistenza sulle famiglie.

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

Università degli Studi di Sassari

140 Se tutte le relazioni introduttive sottolineavano la validità dei principi generali sostenuti dalla riforma psichiatrica del 1978138, le proposte di legge propongono un cambiamento di rotta rispetto alla riforma del 1978 mirando ad intervenire per aumentare il numero di posti letto, a riutilizzare reparti dismessi degli ospedali psichiatrici per i ricoveri, e a semplificare la procedura del trattamento sanitario obbligatorio. Si differenzia da queste il disegno di legge dei radicali che mira invece a sostituire i servizi di diagnosi e cura negli ospedali generali con comunità socio terapeutiche.139 A questi disegni di legge si aggiungono le mozioni presentate una dal Psi e l'altra dal Pci, che vogliono impegnare il governo ad emanare un atto di indirizzo che definisca un concreto avvio della riforma (Calvaruso, Frisano, Izzo, 1983).

Dopo l'approvazione della legge, l'obiettivo della sua applicazione è diventato prioritario per tutto il movimento di Psichiatria Democratica. Il convengo Psichiatria

e buon governo che si tiene ad Arezzo dal 28 ottobre al 4 novembre 1979, è il primo

appuntamento in cui il movimento può valutare lo stato di applicazione della legge 180 (Saraceno, 1982). Il convegno, che vede la partecipazione di diversi amministratori e tecnici e cerca di individuare alcuni nodi critici della riforma tra i quali la situazione nel meridione, che vede i maggiori ritardi e allo stesso tempo sottolinea come la riforma vada “concretamente agita”. Questo convengo è l'ultimo a cui partecipa Basaglia come segretario dell'associazione. Dopo una malattia breve malattia, morirà nell'agosto del 1980. Prima di morire, come abbiamo detto, si era trasferito a Roma per svolgere le funzioni di consulente per la Regione Lazio per i servizi di salute mentale. Qui Basaglia aveva iniziato anche a intervistare alcuni dei maggiori esponenti partiti politici sul significato della legge di riforma. Riuscirà a intervistare il vicesegretario del Psi Claudio Signorile, due dirigenti della Dc Paolo

138 A distanza di trent'anni anche nell'attuale legislatura sono in discussione disegni di legge di

modifica degli articoli 33, 34, 35 della L. 833/1978 che, nelle relazioni introduttive sottolineano l'importanza dei principi generali stabiliti dal parlamento nel 1978 ma, che vanno a modificare l'impianto del dispositivo de Trattamento Sanitario Obbligatorio, allungandone i tempi e prevedendo che questi possano essere effettuati in cliniche private.

139 La prima proposta di legge della legislatura verrà presentata dal repubblicano Olcese il 19 febbraio

1982 alla quale seguirono le proposte di Cirino Pomicino (DC), Zanone (PLI), Fusaro (DC), il disegno di legge presentato dal Ministro della Sanità e la proposta di legge Corleone (PR).

Daniele Pulino “Costruire una riforma. Amministratori, operatori, istituzione psichiatrica prima della legge 180 (1968-1978). ” Tesi di dottorato in Scienze sociali indirizzo Scienze della Governance e dei Sistemi Complessi-XXVI Ciclo.

Università degli Studi di Sassari

141 Cabras e Bruno Orsini e il segretario del partito socialdemocratico Pietro Longo. Aveva avviato una trattativa per intervistare Enrico Berlinguer ma non fece in tempo a realizzare l'intervista. Basaglia aveva avviato questo progetto colpito dalla presa di distanza dei politici all'indomani dell'approvazione della legge (Giannichedda, 2005a). Di queste interviste fu realizzato un documentario di mezz'ora dal titolo La

marginalità sociale e lo stato, che venne presentato in Parlamento in un convengo

organizzato dalla sinistra indipendente il 4-5 giugno 1985. Nella discussione che seguì la proiezione del filmato tra i vari interventi quello di Stefano Rodotà, allora senatore della sinistra indipendente, segnala come anche dalle interviste si coglieva un'ambiguità della classe politica.

“Su quelle interviste io voglio tornare perché una delle cose che mi ha colpito era il modo sbrigativo in cui si rispondeva alla domanda che, non a caso, Basaglia riproponeva a tutti o a quasi tutti gli intervistati: “questa legge è il frutto di un puro compromesso parlamentare, una reazione di opportunità, determinata dalla volontà di evitare il referendum o è qualche cosa di più?” e la risposta era: “No, è qualche cosa di più”. La sostanza della domanda di Basaglia mi pare però non l'abbia colta nessuno. Io non credo che Basaglia la ponesse per togliersi una curiosità. Poneva una questione centrale: la riforma psichiatrica è frutto di una cultura entrata nel mondo politico dalla cui capacità di gestione doveva dipendere il successo dell'innovazione implicita nella 180, o non era che un riflesso meccanico di difesa istintiva del ceto politico che non voleva misurarsi con questa innovazione?”