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Il documento fondamentale per valutare il suo stato di salute è il bilancio di esercizio. Tuttavia, per conoscere la situazione economica, finanziaria e patrimoniale dell’Azienda, non è sufficiente utilizzare gli schemi di bilancio così riportati per adempiere alle esigenze normative. Il bilancio soggetto a pubblicazione e disciplinato dal codice civile infatti, costituisce uno strumento conoscitivo generalista, orientato alla fruizione di una vasta platea di utilizzatori. L’informazione che da questo si ricava investe sia la sfera reddituale dell’impresa, sia la struttura patrimoniale che affronterà gli esercizi futuri, sia l’aspetto finanziario, soprattutto con gli allegati imposti per alcune tipologie di imprese. Appare chiaro quindi che, per il soggetto gestore dell’impresa, proprietario o meno della struttura, alcune informazioni debbano essere tratte in modo differente.

Il punto di partenza è sempre il bilancio ufficiale, ma i dati in esso contenuti necessitano di una serie di elaborazioni propedeutiche all’analisi per indici. Gli indici costruiti in tal modo, forniscono delle indicazioni sintetiche sufficienti per determinare decisioni confermative di quanto svolto fino al tempo delle analisi, o “cambiamenti di rotta” che, assunti in tempo utile, consentano di evitare risultati negativi o irrecuperabili. Ancora una volta, se l’informazione è eccessiva, tardiva, inutile, non può sortire l’effetto per il quale il sistema informativo è creato: affinché possa essere adoperata per trarre le opportune azioni, l’informazione deve giungere al momento giusto, alla persona giusta, nelle modalità giuste.

Al fine di proseguire con l’analisi bisogna quindi procedere alla riclassificazione del bilancio e utilizzare opportuni strumenti che permettano di ottenere indicazioni più attinenti al nostro lavoro. In particolare lo Stato Patrimoniale è stato riclassificato secondo il criterio finanziario mentre il Conto Economico secondo la metodologia del valore della produzione e del valore aggiunto. Per fare si che la nostra analisi acquisti di significatività, esamineremo lo stato di salute della società Alfa degli ultimi tre anni. Riportiamo e commentiamo adesso gli schemi di Situazione Patrimoniale e Conto Economico dell’Azienda riclassificati secondo i criteri suddetti.

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Figura 5: Riclassificazione Stato Patrimoniale Attivo.

Dall’analisi della struttura patrimoniale e finanziaria si può notare come gli impieghi siano prevalentemente costituiti dalle attività a lungo termine (65,20% del totale degli impieghi nel 2014, 67,30% nel 2015 e 73,03% nel 2016). Nel corso del triennio esaminato si può notare anche come si sia registrato un incremento dell’attivo immobilizzato (+2,01% nel passaggio da 2014 a 2015 e un +5.83% nel passaggio da 2015 a 2016) e un decremento del capitale circolante. Tale diminuzione inizialmente è più lieve, si passa dal 34,8% del 2014 al 32,7% del 2015, per poi diventare più consistente l’anno successivo (nel 2016 le attività a breve termine costituiscono il 26.97% del totale dell’attivo).

I crediti netti della gestione caratteristica invece si assestano su valori bassi (2,89% del totale dell’attivo nel 2014, 2,55% nel 2015 e 2,14% nel 2016), nello specifico i crediti verso i clienti. Questo si spiega semplicemente con il fatto che essendo Alfa un discount, i clienti pagano immediatamente al momento dell’acquisto, salvo piccole eccezioni (forniture ad attività come per esempio i ristoranti). Facendo una semplice operazione possiamo dimostrare quanto appena detto.

Stato Patrimoniale Attivo (riclassificato secondo il criterio finanziario) 2014 2015 2016

5 ATTIVITÀ FINANZIARIE A BREVE 153.832 144.745 104.822

7 Crediti (clienti, già al netto) 9.116 9.118 6.989

9 Crediti verso altri (controllanti, controllate, collegate e tributari, già al netto) 15.094 13.554 10.680

10 CREDITI NETTI DELLA GESTIONE CARATTERISTICA 24.210 22.672 17.669

11 Rimanenze 111.574 120.877 97.752

12 Ratei e Risconti attivi 1.856 3.262 2.848

13 DISPONIBILITÀ 113.430 124.139 100.601

14 ATTIVITÀ A BREVE TERMINE 291.472 291.556 223.091

15 CREDITI COMMERCIALI A LUNGO TERMINE 2.332 2.775 3.249

16 Altri titoli 27.251 50.036 72.836

17 Crediti finanziari a L.T. 81.086 72.165 49.426

19 IMMOBILIZZAZIONI FINANZIARIE 108.337 122.201 122.262

21 Totale immobilizzazioni materiali 291.351 328.451 334.715

22 (Fondo ammortamento) 78.177 78.177 78.177

23 IMMOBILIZZAZIONI MATERIALI GEST. CARAT. 213.174 250.274 256.538

25 IMMOBILIZZAZIONI IMMATERIALI 222.175 222.175 222.175

26 ATTIVITÀ A LUNGO TERMINE 546.019 597.425 604.224

56 Infatti se eseguiamo il rapporto tra

𝑐𝑟𝑒𝑑𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑠 𝑐𝑙𝑖𝑒𝑛𝑡𝑖

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎/365

possiamo vedere come i giorni medi d’incasso risultino essere pari a 1 giorno, come si può notare nella tabella sottostante:

Figura 6: Giorni d'incasso.

In merito alla voce delle rimanenze evidenziamo come questa si attesti su valori del 13,32% nel 2014 e il 13,60% del 2015 per poi scendere leggermente all’11,82% nel 201613. Attraverso la formula

𝑟𝑖𝑚𝑎𝑛𝑒𝑛𝑧𝑒

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎/365

è stato inoltre possibile determinare i giorni medi di giacenza delle scorte. Questi, come possiamo vedere nella tabella seguente, mediamente si aggirano intorno ai 17 giorni.

13 Tali percentuali sono sempre calcolate rispetto al totale dell’attivo.

Calcolo giorni

2014

2015

2016

Giorni clienti

1

1

1

Media giorni '14-'15-'16

1

57 Figura 7: Giorni giacenza scorte.

Una menzione particolare va fatta sulla voce “Altri titoli” la quale ha fatto segnare un incremento che va dai 27.251 € del 2014 ai 50.036 € del 2015fino ad arrivare ai 72.836 € del 2016. Questo significa che l’azienda Alfa è stata in grado di accantonare risparmi destinati alla crescita delle immobilizzazioni finanziarie.

Importante è anche notare l’andamento dei crediti finanziari a lungo termine, che scendono progressivamente fino ad arrivare ai 49.426 € del 2016. La diminuzione di tale voce, che costituisce un credito verso soci, vuole significare che la Società nel corso del triennio è riuscita a recuperare patrimonio.

Passiamo adesso ad analizzare le fonti.

Figura 8: Riclassificazione Stato Patrimoniale Passivo.

Possiamo innanzitutto notare che il totale dell’indebitamento è costituito da valori di passività correnti e di passività consolidate non molto distanti tra di loro: non c’è una

Calcolo giorni 2014 2015 2016

Giorni magazzino 18 18 16

Media giorni '14-'15-'16 17

Stato Patromoniale Passivo (riclassificato secondo il criterio finanziario) 2014 2015 2016

31 DEBITI FINANZIARI A BREVE 0 15.000 11.222

32 Debiti verso fornitori merci e servizi 399.593 395.497 408.776

33 Debiti verso istituti di previdenza e sicurezza sociale 4.629 4.595 5.416

34 Debiti per oneri tributari 6.992 21.535 21.332

35 Altri debiti, ratei e risconti passivi, acconti da clienti 24.687 24.854 10.853

37 DEBITI OPERATIVI A B.T. 435.901 446.482 446.377

42 PASSIVITÀ CORRENTI 435.901 461.482 457.599

43 Trattamento di fine rapporto, di quiescenza e obblighi simili 60.003 48.301 55.608

46 PASSIVITÀ CONSOLIDATE OPERATIVE 60.003 48.301 55.608

49 Debiti verso banche a L.T. 320.608 368.107 297.799

51 PASSIVITÀ CONSOLIDATE FINANZIARIE 320.608 368.107 297.799

54 PASSIVITÀ CONSOLIDATE 380.611 416.408 353.407

55 TOTALE INDEBITAMENTO 816.513 877.889 811.005

56 Capitale sociale (crediti verso soci per versamenti ancora dovuti) 10.000 10.000 10.000

56b Risultato d'esercizio 10.979 1.091 6.310

62 CAPITALE NETTO 20.979 11.091 16.310

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predominanza netta della forma di indebitamento a breve periodo su quella dell’indebitamento a lungo periodo.

Per quanto riguarda le passività correnti queste passano dal 52,05% del totale passivo nel 2014 al 51,84% nel 2015 al 55,31% nel 2016e sono rappresentate principalmente da debiti operativi a breve termine, in particolare dai debiti verso fornitori merci e servizi. Attraverso l’utilizzo della formula del quoziente di rotazione dei debiti

𝑑𝑒𝑏𝑖𝑡𝑖 𝑣𝑠 𝑓𝑜𝑟𝑛𝑖𝑡𝑜𝑟𝑖 𝑚𝑒𝑟𝑐𝑖 𝑒 𝑠𝑒𝑟𝑣𝑖𝑧𝑖 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖

365 +

𝑠𝑒𝑟𝑣𝑖𝑧𝑖 365

è stato possibile ottenere un’indicazione su quelli che sono i giorni medi di pagamento dei debiti verso i fornitori. Come possiamo vedere nella tabella sottostante la tendenza nel triennio è stata quella di estinguere tali debiti mediamente a 73 giorni.

Figura 9: Giorni pagamento debiti verso fornitori.

Diversi sono i fornitori di Alfa e tra questi spicca ovviamente la casa madre Gamma che fornisce tutta una serie di prodotti destinati alle diverse aree operative dell’azienda, dalla macelleria alla gastronomia alla sala ecc..

Le passività consolidate invece assumono valori che vanno dal 45,45% del totale passivo nel 2014 al 46,91% nel 2015 per poi passare al 42,72% nel 2016. La voce che principalmente tende a costituire tali passività è quella delle passività consolidate finanziarie o meglio, per essere più precisi, dei debiti verso le banche a lungo periodo. Tali debiti costituiscono il 38,28% del totale del passivo nel 2014, il 41,41% nel 2015 e il 36% nel 2016.

Calcolo giorni 2014 2015 2016

Giorni fornitori 73 68 76

Media giorni '14-'15-'16 73

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Anche il capitale netto ha subito delle variazioni nel corso del triennio preso in esame. Inizialmente infatti vi è stato un decremento che ha comportato il passaggio dal 2,5% del totale delle fonti del 2014 all’1,25% del 2015 e successivamente un incremento che ha portato all’1,97% del totale nel 2016. Possiamo notare però che il capitale sociale dell’azienda rimane costante e pari a 10.000 € nei tre anni. Questo di conseguenza significa che i cambiamenti del capitale netto non sono dovuti a un apporto/riduzione del capitale sociale ma derivano semplicemente dal fatto che parte degli utili generati sono stati distribuiti.

Prendiamo adesso in esame il Conto Economico riclassificato secondo il criterio del valore della produzione e del valore aggiunto.

Figura 10: Riclassificazione Conto Economico.

Conto Economico (secondo il criterio del valore della produzione e del valore aggiunto)2014 2015 2016

67 VALORE DELLA PRODUZIONE VENDUTA 2.324.270 2.407.649 2.301.653

69 Variazione delle rimanenze prodotti, semilavorati e finiti 4.150 9.303 -23.124

70 VALORE DELLA PRODUZIONE 2.328.420 2.416.952 2.278.528

71 Acquisti per materie prime, sussidiarie di consumo e di merci 1.872.798 1.967.393 1.840.963

73 (CONSUMI) 1.872.798 1.967.393 1.840.963

74 (SERVIZI) 129.063 142.638 109.457

75 Costi per godimento beni terzi 84.840 85.477 111.781

76 +/'- Proventi/oneri diversi di gestione (es. imposte non sul reddito) 18.156 16.739 14.296

79 (COSTI DIVERSI) 102.996 102.216 126.077

80 VALORE AGGIUNTO 223.563 204.704 202.031

81 Stipendi e salari più oneri sociali 116.009 134.464 125.107

82 Trattamento di fine rapporto, di quiescenza e obblighi simili 8.705 9.362 8.641

83 Altri costi 34.748 38.393 44.821

84 (COSTI PER IL PERSONALE) 159.462 182.218 178.569

85 MARGINE OPERATIVO LORDO (EBITDA) 64.101 22.486 23.462

90 (TOTALE AMMORTAMENTI, SVALUTAZIONI E LEASING) 36.790 0 0

91 REDDITO OPERATIVO DELLA GESTIONE CARATTERISTICA (EBIT) 27.311 22.486 23.462

98 REDDITO DELLA GESTIONE ACCESSORIA 77 55 5

99 REDDITO DEL CAPITALE INVESTITO 27.388 22.541 23.467

100 (INTERESSI E ALTRI ONERI FINANZIARI) 13.506 18.787 14.041

102 Proventi straordinari 1.319 1.723 0

103 (Oneri straordinari) -3.251 -1.046 -3.116

106 TOTALE DELLE PARTITE STRAORDINARIE -1.932 678 -3.116

107 RISULTATO PRIMA DELLE IMPOSTE 11.951 4.431 6.310

108 (IMPOSTE SUL REDDITO DI ESERCIZIO) 972 3.340 0

60

Da una prima analisi si può immediatamente notare un particolare sul quale porre attenzione: fin da subito emerge un problema di scarsa marginalità che si ripercuote su tutto il Conto Economico.

Alfa infatti ha nel 2014, nel 2015 e nel 2016 un fatturato, o meglio un valore della produzione venduta, di oltre 2 milioni di euro, ma questo valore non si differenzia molto dai costi che l’azienda ha sostenuto per l’acquisto di materie prime, sussidiarie di consumo e di merci. Tale voce, che costituisce i consumi di materie delle varie aree operative aziendali, ha difatti un incidenza molto elevata sui ricavi conseguiti dall’Azienda. Nella tabella elaborata attraverso il rapporto sottostante possiamo vedere come i consumi tendano ad avere in media, nel triennio esaminato, un peso importante pari all’80,76%.

𝑐𝑜𝑛𝑠𝑢𝑚𝑖

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

Figura 11: Incidenza consumi di materie sul fatturato.

Due formule simili

𝑠𝑒𝑟𝑣𝑖𝑧𝑖

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

𝑐𝑜𝑠𝑡𝑖 𝑑𝑖𝑣𝑒𝑟𝑠𝑖

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

sono state utilizzate per calcolare l’incidenza, sempre in riferimento al valore della produzione venduta, della voce di costo dei servizi e quella dei costi diversi, costituita principalmente da costi per godimento beni di terzi e da oneri diversi di gestione. All’interno dei costi per godimento beni di terzi la voce che assume maggior rilievo è l’affitto dell’immobile (intorno ai 9.000 € al mese), che per ammissione del socio

Incidenza sul fatturato 2014 2015 2016 Consumi 80,58% 81,71% 79,98%

Media anni '14-'15-'16 80,76%

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accomandatario risulta essere molto pesante sul piano economico e finanziario oltreché eccessivo per le condizioni in cui versa lo stabile. Dalla tabella qui sotto esposta, notiamo che le percentuali di rilevanza dei servizi e dei costi diversi, nonostante si registrino piccole variazioni nel corso degli anni, tendono ad assumere rispettivamente un valore medio del 5,41% e del 4,72%.

Figura 12: Incidenza servizi sul fatturato e incidenza costi diversi sul fatturato.

I consumi, i servizi e i costi diversi vengono definiti costi esterni, ossia costi relativi a quei fattori che rendono operante la struttura tecnica e organizzativa dell’azienda. Questi, se sottratti al valore della produzione, permettono di ottenere il valore aggiunto, un indicatore molto importante ai fini dell’analisi di bilancio. Il valore aggiunto, infatti, indica la capacità dell’azienda di creare nuova ricchezza rispetto ai fattori acquistati da terzi e consumati grazie ai propri processi di trasformazione. Indica cioè la capacità dell’azienda di aggiungere valore ai fattori acquisiti dall’esterno sfruttando la sua struttura tecnica e organizzativa. Tale valore verrà utilizzato per coprire i costi del personale, ammortamenti e svalutazioni, oneri finanziari, oneri straordinari ed imposte. Anche qui si ripresenta il problema di scarsa marginalità precedentemente individuato. Si presenta infatti una enorme discrepanza tra il fatturato conseguito da Alfa e il valore aggiunto. A conferma di ciò vediamo nella tabella le percentuali di incidenza ottenute attraverso la formula

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑎𝑔𝑔𝑖𝑢𝑛𝑡𝑜

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

Incidenza sul fatturato 2014 2015 2016

Servizi 5,55% 5,92% 4,76%

Costi diversi 4,43% 4,25% 5,48% 4,72%

Media anni '14-'15-'16 5,41%

62 Figura 13: Incidenza valore aggiunto sul fatturato.

Possiamo anche notare come il valore aggiunto stia leggermente decrescendo: si passa dai 223.563 € del 2014 ai 204.704 € del 2015 per poi arrivare ai 202.031 € del 2016. Proseguendo nella lettura del Conto Economico ci imbattiamo nel costo del personale, un costo interno di tipo monetario costituito prevalentemente dalla spesa sostenuta da Alfa per pagare gli stipendi e i salari, più gli oneri sociali, ai propri dipendenti. Il costo del personale tende a incrementarsi nel passaggio dal 2014 al 2015 mentre cala lievemente nel passare dal 2015 al 2016. Se andiamo a calcolare l’incidenza attraverso la formula

𝑐𝑜𝑠𝑡𝑜 𝑑𝑒𝑙 𝑝𝑒𝑟𝑠𝑜𝑛𝑎𝑙𝑒

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

notiamo, osservando la tabella sotto, che questa si assesta su valori che stanno leggermente crescendo.

Figura 14: Incidenza costo del personale sul fatturato.

Sottraendo dal valore aggiunto questi costi interni monetari otteniamo il margine operativo lordo (EBITDA14), un indicatore che presenta il vantaggio, sul piano

14 EBITDA = Earning Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization (utile prima degli interessi,

delle imposte, degli ammortamenti e delle svalutazioni)

Incidenza sul fatturato 2014 2015 2016

Valore aggiunto 9,62% 8,50% 8,78% 8,97%

Media anni '14-'15-'16

Incidenza sul fatturato 2014 2015 2016

Personale 6,86% 7,57% 7,76% 7,40%

63

economico, di essere meno soggetto alle politiche di bilancio15 rispetto al reddito operativo. Il rapporto

𝐸𝐵𝐼𝑇𝐷𝐴

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

ci ha permesso di mettere in evidenza la rilevanza che l’indicatore ha sul valore della produzione venduta, come possiamo vedere nella tabella seguente.

Figura 15: Incidenza EBITDA sul fatturato.

Queste percentuali mostrano come anche in questo caso via sia molta differenza tra i due valori presi in esame, cosa questa sicuramente non positiva per l’azienda. Inoltre possiamo osservare come il già basso margine operativo lordo abbia subito una considerevole diminuzione nel passaggio dal 2014 (64.101 €) al 2015 (22.468 €). Nel passare dal 2015 al 2016 (23.462 €) invece si è registrato un lievissimo incremento, che però neanche lontanamente permette di avvicinarsi a quel valore del 2014 che di per sé risultava già essere piuttosto contenuto.

Andando poi a sottrarre dal margine operativo lordo anche i costi interni non monetari, ossia i vari ammortamenti, le svalutazioni e il leasing, si determina il reddito operativo della gestione caratteristica (EBIT16). Concettualmente esso esprime l’utile ottenuto dall’impresa prima di avere sostenuto gli oneri finanziari, così come quelli fiscali, e viene anche ampiamente utilizzata nel calcolo dei flussi di cassa. È quindi un margine

15 Le politiche di bilancio sono quelle che vengono messe in atto per modificare certe operazioni di

gestione anticipandole o posticipandole. Esempio: alcune aziende posticipano certi tipi di acquisti ai primi giorni di gennaio limitando i costi e quindi le posizioni debitorie. Le politiche di bilancio sono delle vere e proprie politiche di gestione che hanno un impatto sul bilancio, rinviando o anticipando

alcune operazioni.

16 EBIT = Earning Before Interest and Taxes (utile prima degli interessi e delle imposte)

Incidenza sul fatturato

2014

2015

2016

EBITDA

2,76%

0,93%

1,02%

1,57%

64

che misura il profitto aziendale derivante dalla sola gestione tipica-caratteristica. Analizziamo l’incidenza di tale margine.

𝐸𝐵𝐼𝑇

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

Figura 16: Incidenza EBIT sul fatturato.

Notiamo immediatamente lo scarso peso che tale margine ha sui ricavi dell’Azienda. Dal Conto Economico vediamo come l’EBIT oscilli su valori che vanno dai 27.311 € del 2014 ai 22.486 € del 2015 e ai 23.462 € del 2016. Chiaramente un reddito operativo della gestione caratteristica che si assesta su valori così bassi è da ritenersi insufficiente. Questi risultati intermedi non sufficienti si rispecchiano di conseguenza sull’utile realizzato dalla società. L’utile, che si ricava andando a sottrarre all’EBIT gli oneri finanziari, le partite straordinarie e le imposte, nel 2014 è stato di 10.979 €, nel 2015 è sceso a 1.091 € e nel 2016 c’è stato un leggero incremento che ha portato a un valore di 6.310 €. Vediamo espressi in termini percentuali l’incidenza di tali valori rispetto al valore della produzione venduta.

𝑢𝑡𝑖𝑙𝑒 𝑑𝑖 𝑏𝑖𝑙𝑎𝑛𝑐𝑖𝑜

𝑣𝑎𝑙𝑜𝑟𝑒 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑝𝑟𝑜𝑑𝑢𝑧𝑖𝑜𝑛𝑒 𝑣𝑒𝑛𝑑𝑢𝑡𝑎

Figura 17: Incidenza utile sul fatturato.

Incidenza sul fatturato 2014 2015 2016

EBIT 1,18% 0,93% 1,02% 1,04%

Media anni '14-'15-'16

Incidenza sul fatturato 2014 2015 2016

Utile 0,47% 0,05% 0,27% 0,26%

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Questa tabella mi dimostra come il guadagno netto effettivo che Alfa riesce a ricavare non sia ben proporzionato al fatturato lordo dell’impresa.

Particolare attenzione è stata posta anche sull’analisi dei flussi di cassa per una più accurata gestione dei flussi in entrata e in uscita. “Cash flow” infatti significa letteralmente “flusso di cassa” e si riferisce a quante risorse finanziarie sono entrate o uscite nel corso dell’anno per effetto dell’attività d’impresa.

Figura 18: Analisi dei flussi di cassa.

CASH FLOW 2014 2015 2016

EBIT 27.311 22.486 23.462

AMMORTAMENTI 36.790 0 0

VARIAZIONE F/DO TFR 8.625 -11.702 7.307

IMPOSTE SUL REDDITO DI ESERCIZIO -972 -3.340 0

VARIAZIONE ALTRI F/DI 0 -443 -473

FLUSSO CAPITALE CIRC. DELLA GEST. CARATTERISTICA 71.753 7.001 30.296

DELTA CCN 38.567 1.410 28.436

FLUSSO DI CASSA DELLA GEST. CARATTERISTICA 110.320 8.411 58.732

INV/DISINV. IMM/NI MATERIALI -59.386 -37.099 -6.264

INV/DISINV. IMM/NI IMMATERIALI -19.000 0

INV/DISING. IMM/NI FINANZIARIE 20.118 -13.864 -61

FLUSSO DELLA GEST. OPERATIVA 52.052 -42.552 52.407

VARIAZIONE DEBITI FINANZIARI A BREVE TERMINE 0 15.000 -3.778

VARIAZIONE VERSO BANCHE A LUNGO TERMINE 22.729 47.499 -70.308

GESTIONE ACCESSORIA 77 55 5

PARTITE STRAORDINARIE -1.932 678 -3.116

ONERI FINANZIARI -13.506 -18.787 -14.041

DISTRIBUZIONE UTILE -9.596 -10.979 -1.091

LIQUIDITA' PREGRESSA 104.006 153.832 144.745

66 Figura 19: CCN e Prospetto immobilizzazioni.

La liquidità viene considerata per valutare la solvibilità dell’azienda, ossia la capacità dell’azienda di essere autosufficiente sotto il profilo della liquidità. Il rendiconto della liquidità consente di vedere tutta la disponibilità movimentata dalle varie aree gestionali; consente, quindi, di verificare se l’azienda genera più liquidità di quanto ne assorbe nello svolgimento delle operazioni caratteristiche, nelle attività di investimento/disinvestimento e nelle attività di finanziamento/rimborso prestiti.

Possiamo notare come Alfa sia in grado di generare flussi di cassa. Il flusso di capitale circolante della gestione caratteristica, la variazione di capitale circolante netto e il flusso di cassa della gestione caratteristica assumono valori positivi, che però subiscono un notevole decremento nel passaggio dal 2014 al 2015 e che tendono a risalire nel 2016.

Per il flusso della gestione operativa si registrano valori positivi e pressoché identici nel 2014 e nel 2016 mentre nel 2015 si ha un valore negativo: ciò significa che nel corso dell’anno le risorse finanziarie assorbite nello svolgimento della gestione operativa sono state superiori a quelle generate.

La Società riesce a generare una discreta quantità di flussi di cassa negli anni esaminati.

CCN 2014 2015 2016

DEBITI OPERATIVI -435.901 -446.482 -446.377

CREDITI OPERATIVI 24.210 22.672 17.669

RATEI RISCONTI ATTIVI 1.856 3.262 2.848

RIMANENZE 111.574 120.877 97.752

TOTALE -298.261 -299.671 -328.107

DELTA CCN 38.567 1.410 28.436

PROSPETTO IMMOBILIZZAZIONI 2014 2015 2016

VALORE NETTO IMM/NI MATERIALI 213.174 250.274 256.538

COSTO AMMORTAMENTO IMM/NI MATERIALI 14.108 0 0

TOTALE 227.282 250.274 256.538

VALORE IMM/NI MATERIALI 59.386 37.099 6.264

VALORE NETTO IMM/NI IMMATERIALI 222.175 222.175 222.175

COSTO AMMORTAMENTO IMM/NI IMMATERIALI 22.682 0 0

TOTALE 244.857 222.175 222.175

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Notiamo però come tale disponibilità sia andata incontro a un progressivo decremento: si passa dai 153.832 € del 2014 ai 144.745 € del 2015 per poi giungere ai 104.822 € del 2016. Sta diminuendo quindi la capacità dell’azienda di generare liquidità.

Alfa dalle analisi compiute sui prospetti di bilancio e sui flussi di cassa dimostra di avere raggiunto un proprio equilibrio patrimoniale-economico-finanziario. Tuttavia il problema di scarsa marginalità che si ripercuote su tutto il Conto Economico è meritevole di particolare attenzione e richiede un’analisi più approfondita. E’ questo il motivo che ci ha spinto a voler introdurre in Azienda un sistema di controllo di gestione. Esaminare l’andamento delle diverse aree aziendali e la loro marginalità, il capire come sono generati i costi e i ricavi dei diversi reparti, quale ne genera di più e quale meno, e anche come vengono coperti, può permettere di risalire alle cause di tali anomalie. Le informazioni che si ricaveranno potranno poi essere utili per l’imprenditore per intervenire con le dovute azioni correttive e migliorative.