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1 5 Analisi dei concorrenti.

La Commissione riporta che le attività delle parti si inseriscono nel mercato della fornitura all’ingrosso di GNL nel SEE.

Le parti si aspettano che, dal 2013, JV produrrà fino a 70-80 carichi di GNL per anno, che è la capacità massima dell'impianto di liquefazione di Soyo. Ciò equivale a 5-10 miliardi di metri cubi di gas naturale. Data la posizione geografica dell'Angola, le imprese madri sostengono che JV sarà in grado di fornire Asia, America Latina ed Europa e che essa, in queste regioni, selezionerà i clienti sulla base della massimizzazione dei rendimenti commerciali. Secondo le stime attuali delle parti, si prevede che fino a circa il 40-50% dei carichi disponibili di JV, pari a circa 0-5 miliardi di metri cubi, possono essere venduti ogni anno in Europa, mentre il restante verrà venduto in tutto il mondo. La Commissione

rileva che questo volume di vendita europea previsto rappresenta comunque una piccola frazione della domanda europea di GNL nel 2013, che era stimato in 83,7 miliardi di metri cubi. Comunque, se JV vendesse tutti i carichi disponibili in Europa, vale a dire 5-10 miliardi di metri cubi, la sua quota di fornitura di GNL in Europa resterebbe comunque esigua: il 5-10%. Inoltre questi numeri diventano quasi trascurabili se si guarda a un mercato potenziale costituito dalla somma di GNL e gas naturale trasportato nei gasdotti, stimato in 500 miliardi di metri cubi per il 2013, dove JV fornisce lo 0-5% della domanda, secondo le stime delle parti.

Nei paesi (indicati sopra) in cui le infrastrutture di

importazione di GNL sono presenti attualmente, il GNL è in posizione di concorrenza con il gas naturale trasportato nei gasdotti210.

La Commissione evidenzia come ciascuna delle imprese madri di JV, oltre a Sonangol, forniva già GNL e gas naturale convogliato a ciascuno dei Paesi in cui i terminali di rigassificazione sono presenti (e cioè Regno Unito, Francia, Belgio, Spagna, Portogallo, Grecia, Italia e Paesi Bassi). Ciascuna impresa madre ha in diversi mercati nazionali una limitata sovrapposizione: Total è presente in Francia e Regno Unito, BP nei Paesi Bassi e in Italia; Eni negli altri paesi; Chevron ha una presenza trascurabile nel Regno Unito e Paesi Bassi. Le imprese madri hanno posizioni di mercato molto

210 Caso COMP/M.6477, Decisione della Commissione ai sensi dell'articolo 6 ( 1) ( b), del regolamento n. 139/2004.

diverse in tutto il SEE e quindi non hanno alcun incentivo ad allineare le loro strategie commerciali per favorire l'uno o l' altro tipo di gas in entrambi i Paesi in cui sono presenti.

In ogni caso, la Commissione sottolinea che i termini di qualsiasi coordinamento tra i le imprese madri potrebbero essere facilmente sconfitti da numerosi concorrenti delle parti che rappresentano la quota maggiore del mercato in tutti gli Stati membri interessati.

Infatti, esistono diverse forti imprese concorrenti (integrate verticalmente) nel SEE, e in ciascuno dei paesi di cui sopra211,

che continueranno a vincolare la joint venture e le imprese madri sul mercato della fornitura all'ingrosso di GNL, in particolare:

Qatar Petroleum (con 30-40% nel SEE, 60-70% nel Regno Unito, 10-20% in Francia, 60-70% in Italia, 0-5 % in Grecia, 40 -50% in Belgio);

Sonatrach (con 10-20% nel SEE, 30-40% in Francia, 5-10% in Spagna, 5-10% nel Regno Unito, 40-50% in Grecia );

ExxonMobil (con 10-20% nel SEE),

NGNL (con il 20-30% in Francia, 20-30% in Spagna, 50-60% in Portogallo),

GDF (10-20% in Francia, 10-20% in Italia) Shell (con 5-10% nel SEE) .

Analizzando invece insieme il mercato di GNL e di gas naturale condotto, i concorrenti come:

Gazprom (20-30% nel SEE, 50-60% in Grecia),

Gas Terra (10-20% nel SEE, 70-80% nei Paesi Bassi),

Statoil (10-20% nel SEE, 10-20% nel Regno Unito), Sonatrach (10-20% in Grecia, 30-40% in Portogallo) e

GDF (60-70% in Francia, 10-20% in Belgio) possono vincolare le attività di JV e le sue imprese madri.

Inoltre, la Commissione ha già valutato, in precedenti decisioni, l'impatto delle concentrazioni nel settore del gas in relazione all'accesso alle infrastrutture di importazione. In particolare, essa ha fatto riferimento sia ai diritti di capacità che vantano le imprese su tali infrastrutture, sia alle loro partecipazioni azionarie212. Attualmente ci sono 8 paesi del

SEE con terminale di rigassificazione accessibili a terzi. La Commissione evidenzia, nella sua decisione, che la legislazione comunitaria garantisce l'accesso dei terzi alle infrastrutture di importazione. In relazione alla rigassificazione e alla trasmissione di gas, l'articolo 32 della Direttiva 2009/7314 (Direttiva Gas), richiede l'attuazione di un sistema di accesso dei terzi alla rete di trasmissione e agli impianti di GNL (compresi i terminali di rigassificazione) in ciascuno Stato membro. L'accesso deve essere concesso in base a un metodo applicato obiettivamente e senza discriminazioni tra gli utenti del sistema. Allo stesso modo, per quanto riguarda lo stoccaggio, l'articolo 33 della Direttiva Gas,

212 Caso COMP/M.3440 - Eni / PIL / EDP 9 dicembre 2004; Caso COMP/M.3696 - E.ON / MOL 21 Dicembre 2005; Caso COMP/M.3868 - Dong / Elsam / Energi E2 14 Marzo 2006; caso COMP/M.4180 - Gaz de France / Suez 14 NOVEMBRE 2006; Caso COMP/M.5743 - Enagas / BBG 3

Febbraio 2010; Caso COMP/M.5892 - Enagas / Murphy / Almacenamiento la Gaviota 6 ottobre 2010.

prevede che le procedure, che gli Stati membri possono scegliere per l'organizzazione all'accesso agli impianti di stoccaggio, devono operare secondo criteri oggettivi, trasparenti e non discriminatori.

La Commissione rileva che nessuna delle parti della jont venture in questione ha una partecipazione di controllo nei terminali di rigassificazione del SEE; e, anche se Eni, in particolare, detiene attualmente diritti di capacità significativi di rigassificazione nei terminali di Belgio e Portogallo, essa comunque non sarà in grado di precludere l'accesso a terze parti in questi terminali, in virtù del quadro giuridico dell'UE. Inoltre, le imprese madri notificanti sottolineano che i loro diritti di capacità213 e le loro partecipazioni azionarie non

saranno influenzati o comunque interessati dalla transazione. Infatti, le imprese madri continueranno ad avere un incentivo a competere nei confronti del GNL e delle vendite di gas naturale in Europa. Di conseguenza, l'espansione delle attività di JV non comporta alcun cambiamento per quanto riguarda la capacità dei concorrenti di accedere alle infrastrutture di importazione.

In più, la Commissione riscontra che non vi è alcun legame verticale diretto tra le attività di JV e gli interessi delle imprese madri per quanto riguarda le infrastrutture di importazione di GNL: quando JV reindirizza carichi di GNL, sarà l'acquirente di GNL (del SEE) che richiederà la rigassificazione (oppure i

213Quantità di GNL che ogni impresa ha il diritto di rigassificare in un determinato impianto di la rigassificazione.

servizi di stoccaggio), e ciò richiede l'instaurazione di rapporti diretti tra il cliente (importatore di GNL) e il fornitore del servizio di rigassificazione. Di conseguenza, sarebbe impossibile per le imprese madri permettersi qualsiasi tipo di accesso prioritario alle infrastrutture per le importazioni di gas rispetto alle vendite di GNL di JV.

1. 6. La trasparenza e il mancato effetto di