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Analisi del conto economico a valore aggiunto

Andamento totale debit

8.4. Analisi del conto economico a valore aggiunto

La scelta su quale modello di riclassificazione di conto economico applicare è ricaduta sul modello “ a valore aggiunto “ in quanto, a mio parere, descrive meglio di tutti gli altri gli andamenti dei costi e dei ricavi poiché evidenzia in maniera netta, l’incidenza delle diverse aree di gestione.

Tale tipo di struttura permette, infatti, di giungere a dei valori intermedi che, se interpretati nel modo corretto, forniscono molte informazioni importanti sull’andamento della società.

Il primo indicatore che viene evidenziato è il valore aggiunto, il quale indica il valore della produzione aziendale imputabile alla attività svolta internamente.

Successivamente viene calcolato il margine operativo lordo, o EBITDA, il quale rappresenta in maniera approssimativa, ma efficace, la performance finanziaria della azienda nell’area caratteristica, in quanto vengono considerati tutti i costi monetari sostenuti nella gestione ordinaria.

In seguito troviamo il Risultato Operativo della Gestione Caratteristica, il quale rappresenta il miglior indicatore della performance “economica” della parte ordinaria.

Scorrendo ancora il modello di riclassificazione troviamo invece i risultati della gestione finanziaria e straordinaria, il reddito ante imposte e il reddito (o perdita) netta.

107 La società A.AM.P.S. spa presenta, nei tre esercizi considerati, tale situazione

C.E. A VALORE AGGIUNTO 2012 2013 2014

Ricavi netti 41.618.481,00 39.985.743,00 37.847.173,00 Costi esterni 23.931.192,00 21.702.064,00 20.539.084,00

Valore aggiunto 17.687.289,00 18.283.679,00 17.308.089,00

Costo del lavoro 13.682.849,00 14.142.489,00 14.850.525,00

Margine operativo lordo 4.004.440,00 4.141.190,00 2.457.564,00

Ammortamenti e svalutazioni 4.470.330,00 4.281.204,00 6.883.727,00 Risultato operativo

caratteristico -465.890,00 -140.014,00 -4.426.163,00

Proventi diversi 1.227.886,00 1.048.717,00 1.485.415,00

Risultato operativo globale 761.996,00 908.703,00 -2.940.748,00

Proventi ed oneri finanziari -829.388,00 -689.102,00 -880.421,00

Risultato corrente -67.392,00 219.601,00 -3.821.169,00

Componenti straordinarie

nette 807.618,00 704.686,00 -6.880.065,00

Reddito ante imposte 740.228,00 924.287,00 -10.701.234,00

Imposte sul reddito 732.076,00 840.241,00 999.788,00

Reddito netto 8.150,00 84.046,00 -11.701.022,00

Come è possibile osservare, per quanto riguarda i primi due indicatori, ovvero il valore aggiunto ed il margine operativo lordo, sono molto positivi. Ciò dipende dal fatto che, essendo un servizio in cui la tariffa viene scelta dall’organo amministrativo della società e i clienti, ovvero i cittadini residenti nel comune, sono “obbligati” ad acquistare tale servizio, è normale avere questo bilanciamento tra ricavi e costi di gestione caratteristica.

In tutti e tre gli esercizi il Risultato Operativo della Gestione Caratteristica è risultato negativo, a causa degli ingenti valori degli ammortamenti e delle svalutazioni ; se a tali valori vengono aggiunti i proventi accessori otteniamo un Risultato Operativo Globale, o EBIT, con valori positivi per i primi due periodi amministrativi e molto negativo per l’ultimo. Ciò dipende da una riduzione costante dei ricavi netti, più che proporzionale rispetto alla diminuzione dei costi esterni, da un incremento ingente nell’ultimo esercizio degli ammortamenti e svalutazioni, e da un importante incremento del costo del lavoro.

108 Per quanto riguarda, infine, le altre aree di gestione, è possibile osservare quanto, in tutti gli esercizi considerati, gli oneri finanziari abbiano una incidenza molto importante, negativa, sul reddito netto, e che le componenti straordinarie, nei primi due periodi amministrativi, abbiano “salvato” il risultato d’esercizio da una perdita mentre nell’ultimo hanno peggiorato ulteriormente la situazione. Le componenti straordinarie dell’ultimo esercizio sono condizionate pesantemente dalle perdite su crediti, dichiarati inesigibili, degli Utenti T.I.A. .

109 9. Conclusioni

Dopo aver effettuato, nella prima parte dell’elaborato, una breve digressione sui controlli interni agli enti locali, evidenziando la crescente attenzione rivolta ai conti pubblici da parte del Legislatore, è stato descritto il ruolo che, ad oggi, riveste la società a partecipazione pubblica.

I rilevanti flussi finanziari ed economici, oltre che agli interessi politici, che gravitano attorno a tali entità, ha fatto si che, negli ultimi anni, siano stati resi obbligatori una serie di controlli interni agli enti locali di competenza, e di conseguenza, dei comportamenti a carico degli organi revisori dell’ente stesso.

Nella seconda parte, invece, è stata descritto il caso specifico della società partecipata del comune di Livorno, avente come oggetto sociale l’attività di gestione dei rifiuti, A.AM.P.S. spa , analizzando inizialmente la storia della nascita della azienda, l’organigramma e l’evoluzione dei fatti che hanno portato alla presentazione del concordato preventivo in data 25 Febbraio 2016.

Per approfondire le motivazioni che hanno condotto la società a rischiare il fallimento, è stata eseguita inizialmente una analisi sui trend dei principali dati di bilancio individuati come causa e, successivamente, è stata effettuata una breve analisi di bilancio riguardante gli ultimi tre esercizi.

E’ importante sottolineare che lo scrivente ha effettuato autonomamente i calcoli e le riclassificazioni necessarie per giungere agli indicatori ed alle deduzioni riportate nel testo, ma che tali risultati, in particolari i valori quantificati, siano riscontrabili esattamente anche nelle diverse relazioni sulla gestione elaborate dal Cda della società stessa.

Purtroppo sono state riscontrare delle difficoltà nella ricostruzione dei fatti in quanto non è stato possibile reperire alcun documento o dichiarazione relativa al collegio dei revisori del comune di Livorno in quanto, sul sito dell’ente, non sono pubblicati i pareri sui bilanci approvati.

110 La società A.AM.P.S. spa, al momento dell’ approvazione del bilancio relativo all’esercizio 2014, non aveva delle rosee prospettive di vita.

Come è possibile evincere da quanto sopra descritto e da quanto riportato nella relazione sulla gestione relativa al periodo amministrativo 2014, la continuità aziendale risultava gravemente compromessa, in quanto gli indicatori relativi alla analisi di liquidità e di solidità, oltre che ad un risultato di esercizio estremamente negativo, conducono a tale affermazione.

Ad oggi la società risulta ancora attiva, ma il bilancio depositato presso la camera di commercio di Livorno relativo all’esercizio 2015 ha riproposto un risultato negativo, ovvero una perdita di euro 3.924.285 .

A questo punto è lecito porsi una domanda: questi risultati altamente negativi sono dovuti ad una serie di mancati controlli oppure dipendono da controlli inefficaci?

Possiamo considerare i controlli inefficaci come quelle azioni, compiute dagli organi competenti, che risultano corretti dal punto di vista formale, ma che in concreto, non portano a risultati soddisfacenti.

Nel mondo degli enti locali devono, o dovrebbero, essere sempre confrontati gli obiettivi della revisione con l’efficacia degli stessi. Gli obiettivi della revisione devono tendere verso la vigilanza sulla copertura dei rischi latenti afferenti le società partecipate e, di conseguenza, come descritto nei principi di revisione, tali azioni da compiere devono tramutarsi in un programma di revisione.

Al termine dell’attività svolta dall’organo dovranno essere osservati i risultati, i quali possono distaccarsi o meno rispetto a quanto preventivato.

Nel caso in cui non vi sia scostamento, ovvero gli obiettivi della revisione combacino con i risultati ottenuti, allora è riscontrata la qualità di revisione.

Non è sufficiente, pertanto, limitarsi ad adempiere formalmente agli obblighi previsti dai principi di revisione affinché possa essere qualificato soddisfacente il lavoro svolto

111 dall’organo, ma vi deve essere efficacia nei controlli perché altrimenti tutto quanto posto in essere può risultare inutile.

Gli attori del caso A.AM.P.S. spa

All’interno dei fatti hanno agito diversi soggetti, con compiti e funzioni differenti.

Il C.d.A. della società partecipata ha la funzione di amministrare e gestire l’azienda, coerentemente con gli indirizzi del socio. Il consiglio ha subito, soprattutto nel corso del periodo considerato, numerosi avvicendamenti, tra dimissioni e nuove nomine, i quali hanno condotto ad una gestione non sempre univoca nella direzione. E’ corretto affermare che però, nel corso del tempo, vi sia stata collaborazione tra tale organo e il socio, ovvero il comune di Livorno, in quanto, a norma di legge, è il Sindaco che procede alla nomina. Il comune di Livorno, all’interno della vicenda ha svolto un ruolo fondamentale

Innanzitutto preme sottolineare che, come nel caso della figura precedentemente

analizzata, vi è stato un cambio nella guida della città. Infatti, è “solo” dall’ 11 Giugno 2014 che il Sindaco è Filippo Nogarin, appartenente al Movimento Cinque Stelle, succedendo a Alessandro Cosimi, membro del Partito Democratico. Questa precisazione è fondamentale in quanto, al variare della giunta comunale, sono variati anche gli indirizzi comunicati

112 all’organo amministrativo di A.AM.P.S. spa . Uno dei “cavalli di battaglia” del nuovo

Sindaco è stata l’introduzione della raccolta porta a porta, ad esempio, e la nomina

dell’amministratore unico Di Gennaro, criticato dai media e dalle altre forze politiche per il curriculum non ritenuto all’altezza da molti.

In merito alla crisi, però, l’azione che ha condizionato maggiormente l’evolversi degli accadimenti è stata la scelta, aspramente criticata dall’organo di revisione della società, di procedere verso il concordato preventivo con continuità aziendale, e la decisione presa, congiuntamente alla giunta e dopo votazione in consiglio comunale, in merito all’impegno da parte del Comune di Livorno di rimborsare la quota dei crediti TIA che abbiano la

condizione di inesigibilità certificata dall’ente preposto.

Per quanto riguarda gli organi interni del comune, l’art.147 quater del T.U.E.L. introdotto dal Decreto Legislativo 174/2012 e in vigore dall’ 8 dicembre 2012 richiede all’ente locale di definire, secondo la propria autonomia organizzativa, un sistema di controlli sulle società non quotate, partecipate dallo stesso ente locale. Tali controlli sono esercitati dalle

strutture proprie dell'ente locale, che ne sono responsabili.

Ogni ente locale socio deve fattivamente adoperarsi, secondo la propria autonomia organizzativa, per effettuare:

a) un costante ed effettivo monitoraggio sull’andamento della società, con una verifica costante della permanenza dei presupposti valutativi che hanno determinato la scelta partecipativa iniziale;

b) tempestivi interventi correttivi in relazione a eventuali mutamenti che intercorrano, nel corso della vita della società, negli elementi originariamente valutati.

La carenza dei prescritti sistemi informativi all’interno della struttura organizzativa

deporrebbe, nel caso di ricadute negative, quale circostanza aggravante, a sostegno di una conclamata responsabilità per colpa grave a carico dei soggetti che non hanno provveduto all’ottemperanza della legge con la diligenza prescritta.

113 Nel caso in oggetto, sembra evidente che un adeguato monitoraggio avrebbe portato alla luce una situazione critica come quella di A.AM.P.S. spa .

Infine nella vicenda hanno operato i due organi di revisione in questione.

I revisori dell’ente locale, considerando solo la sfera riguardante le società partecipate, hanno l’obbligo di vigilare, in accordo con i principi di revisione, sul :

- rispetto dei vincoli normativi sulla costituzione, organizzazione e gestione degli organismi partecipati e del loro mantenimento;

- rispetto del contratto di servizio e degli obiettivi fissati a motivazione dell’esternalizzazione;

- rispetto delle regole contabili nei rapporti fra Ente ed organismi partecipati; - riflesso delle gestioni indirette sugli equilibri finanziari anche prospettici dell’Ente; - rispetto delle regole fiscali;

- circostanza che le operazioni con gli organismi partecipati non siano elusive del patto di stabilità.

Per quanto riguarda il collegio sindacale di una società partecipata, questo, in accordo con quanto stabilito dall’art. 2403 c.c. , ha il dovere di :

- vigilare sull’osservanza della legge e dello statuto,

- vigilare sul rispetto dei principi di corretta amministrazione ed in particolare

sull’adeguatezza dell’assetto organizzativo, amministrativo e contabile adottato dalla società e sul suo concreto funzionamento.

- esercitare inoltre il controllo contabile nel caso previsto dall’articolo 2409-bis, terzo comma.

Teoricamente i due ruoli dovrebbero operare in sincronia, in quanto, come è logico dedurre, le funzioni ed i doveri a cui devono adempiere tali soggetti sono similari e rivolti alla corretta gestione della società.

In realtà i due organi hanno adottato dei comportamenti opposti: da un lato, i revisori di A.AM.P.S. spa hanno posto in essere delle riserve sulla continuità aziendale della società e

114 per gli esercizi 2013-2014, conferendo un parere negativo alla approvazione di tali bilanci, mentre i colleghi dell’ente locale, apparentemente, non hanno eccepito niente in merito a tale situazione.

Per concludere, a mio avviso, vi sono delle carenze, in merito ai comportamenti tenuti dai soggetti sopra citati, in accordo con l’evoluzione dei fatti, nelle figure del collegio dei revisori del comune e negli organi di controllo interno deputati al monitoraggio delle società partecipate dell’ente.

Le carenze dell’organo di revisione del comune di Livorno

Dopo aver esaminato i ruoli e le funzioni assolte dai vari soggetti intervenuti nella vicenda, terminiamo la trattazione con il fulcro dell’analisi, ovvero l’emersione di eventuali carenze nell’operato dei revisori del comune di Livorno.

Posto che non è stato possibile reperire i documenti elaborati dal collegio dei revisori del comune di Livorno, come ad esempio il parere di bilancio, è possibile individuare comunque delle carenze sull’operato di tale organo, in base alla evoluzione dei fatti. In particolare:

- Mancanza di dialogo con i revisori della società partecipata

- Mancanza di vigilanza degli equilibri economico – finanziari del comune - Mancanza di programmazione dei controlli

Per quanto riguarda il primo punto, è possibile affermare tale tesi attraverso la contrapposizione precedentemente evidenziata tra i due organi : da un lato vi era il dubbio a gran voce espresso, tramite gli strumenti a propria disposizione, del collegio sindacale A.AM.P.S. spa , sulla going concern della società partecipata, mentre , dall’ altro lato, non vi sono state posizioni chiare a riguardo.

115 La dichiarazione di incertezza sulla continuità aziendale espressa in due pareri di bilancio consecutivi, per di più rigettati, avrebbero dovuto innescare dei comportamenti all’organo di revisione del comune di Livorno. Il dialogo tra i due organi è prospettato nei principi di revisione, al documento 14, dove viene sancito che “ è opportuno che l’Organo di revisione

dell’ente locale organizzi incontri periodici con i membri dei Collegi sindacali per completare le informazioni anche in ordine alle eventuali società controllate o collegate con quelle partecipate dall’ente locale “ .

Il secondo punto è una conseguenza della analisi svolta nel primo. Il più importante rischio che pervade la gestione delle società partecipate, per il comune di riferimento, è la possibilità di una manifestazione di squilibrio economico – finanziario dovuta ad uno o più risultati reddituali negativi. L’operato del collegio dei revisori, in merito alle partecipazioni pubbliche, dovrebbe essere pertanto incentrato, almeno inizialmente, a porre in essere tutti i controlli possibili e ad attivare tutte le azioni consentite al fine di non permettere la manifestazione di tale danno.

Gli avvisi sul possibile accadimenti di tale evento negativo erano evidenti, come specificato nel punto precedente, ma nonostante ciò, i crediti inesigibili della società partecipata sono stati presi a carico del comune, assorbendo risorse e irrigidendo il bilancio per una somma importante.

Il terzo punto riguarda una apparente carenza del collegio dei revisori in merito ad uno dei principi di revisione.

Lo stato di allerta paventato dal collegio sindacale di A.AM.P.S. spa in merito ad un possibile dissesto, avrebbe dovuto essere un punto focale nella stesura del programma di revisione. Le società a partecipazione pubblica, come ripetuto più volte nell’elaborato, possono essere una delle maggiori fonti di rischio per gli equilibri del comune e, pertanto, deve essere dedicato del tempo per l’analisi da parte del collegio dei revisori dell’ente. Ciò che lo scrivente vuole sottolineare è che, in altre parole, i revisori del comune, tramite degli strumenti concreti, come quelli presentati nella prima parte, e tramite una

116 programmazione seria ed efficiente del piano di revisione, forse sarebbero potuti venire a conoscenza prima di tale rischio, che successivamente si è effettivamente manifestato. Fino a che punto le carenze sopra descritte dei revisori del comune di Livorno hanno concorso a determinare questa situazione? E’ questa la fattispecie del revisore silente? Queste, in sintesi, sono le domande che è giusto porsi, in seguito all’esposizione dell’importante ruolo che, nell’economia di oggi, assumono queste figure professionali negli enti locali.

117 Ringraziamenti

Ringrazio innanzitutto il relatore della tesi, Prof. Conti Gian Piero Renato, per i consigli sulla redazione e per la passione che mi ha trasmesso per la materia nel corso delle lezioni. Un ringraziamento particolare va a mio fratello, nonché collega, che mi ha sostenuto ed ha speso il suo tempo per leggere e discutere con me le varie bozze di lavoro.

Vorrei infine ringraziare le persone a me più care: la mia fidanzata, la mia famiglia ed i miei amici, che da sempre hanno creduto in me.

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