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5.7 Analisi delle tariffe

L’erogazione dei servizi attraverso la gestione pubblica ha la caratteristica rilevante di non essere esclusivamente orientata alla ricerca della massimizzazione del profitto, ma di essere propensa alla ricerca di obiettivi di carattere sociale volti alla massimizzazione del benessere della società.

Una considerazione di questo tipo si dovrebbe tradurre in una equa politica dei prezzi, la quale tenga conto dell’aspetto sociale, economico ed ambientale.

Un esempio di tale approccio nella politica dei prezzi dei servizi idrici è stato adottato dalle Autorità Sudafricane, in cui l’obiettivo principale della politica dei prezzi è quello di migliorare l’accesso ai servizi idrici.

Tale politica tenta di garantire l’accesso al servizio a tutte le famiglie, con una quantità pro-capite di 50 litri giornalieri; sotto queste condizioni, il sistema dei prezzi cerca di incoraggiare il consumo dell’acqua quando questo sia inferiore ai 50 litri ed a disincentivarlo nel caso superi i 200 litri (Eberhard, 1999).

Se l’obiettivo delle entrate è quello di coprire i costi totali delle operazioni di funzionamento, di mantenimento e di investimento, come sottolineato dal principio del recupero totale dei costi, ciò può non precludere a priori forme di sussidi incrociati oppure aiuti da parte del Governo alle Autorità Municipali o direttamente ai consumatori.

È stata quindi esclusa l’interpretazione del principio secondo il quale il consumatore si dovesse fare carico dell’intero costo del servizio.

Nella Dichiarazione Ministeriale de L’Aia è infatti stato stabilito che i prezzi dovessero essere tendenzialmente orientati a riflettere i costi, tenendo tuttavia in prescindibile considerazione i principi di equità ed i bisogni essenziali dei cittadini in difficoltà economiche.

Tale interpretazione riflette maggiormente la concezione di acqua come bene pubblico (Ministerial Declaration of The Hague, 2001).

Il ruolo dei sussidi statali sembra essere indispensabile nei Paesi in transizione ed in via di sviluppo, vale a dire in quei contesti in cui i consumatori non sono in grado di sostenere l’intero costo per l’approvvigionamento idrico.

Un rapporto sui servizi idrici dei Paesi di recente indipendenza come la Georgia, il Kazakistan, la Moldova, l’Ucraina e la Russia sottolinea il ruolo fondamentale delle finanze pubbliche nel sostenere la ricostruzione attraverso nuovi investimenti.

In queste condizioni, le organizzazioni finanziarie internazionali devono permettere che il Paese si accolli parte del costo che ricade sui consumatori tramite le proprie finanze (Ministerial Conference on Water Management, 2000), favorendo non solo il servizio idrico, ma anche altri importanti servizi forniti dal settore pubblico, come i trasporti, l’istruzione, la sanità, la difesa.

Se si effettua un paragone tra le tariffe applicate dal gestore pubblico e quello privato, è possibile osservare come tendenzialmente le tariffe applicate dal gestore pubblico siano

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inferiori a quelle del privato; questa considerazione vale sia se il confronto avviene tra Stati diversi, sia all’interno di uno stesso Paese.

La tabella 5.7 mostra come gli Stati in cui prevale la gestione pubblica del servizio idrico, cioè Olanda, Giappone e Stati Uniti, abbiano dei prezzi inferiori se confrontati con Francia e Regno Unito, dove se pur con modalità diverse prevale il modello privato.

Tabella 5.7: comparazione dell’indicatore del prezzo del prezzo medio di fornitura del servizio idrico in 5 Paesi industrializzati

(per un consumo annuo di circa 200 m3 di acqua)

PAESE

MODALITA' DI FORNITURA PREVALENTE

PREZZO MEDIO IN EURO PER UNA FAMIGLIA CHE CONSUMA CIRCA 200 m3 DI ACQUA ALL'ANNO

Francia Privata 237

Regno Unito Privata 195

Olanda Pubblica 172

Giappone Pubblica 181

U.S.A. Pubblica 67

Fonte:Blokland, Braadbaart, Schwartz (1999)

L’analisi del livello dei prezzi in Francia, considerata dagli economisti il modello di privatizzazione dell’acqua per eccellenza, consente di notare come le tariffe pubbliche siano ancora inferiori a quelle private, sebbene siano cresciute maggiormente rispetto ad esse o alla gestione mista dal 1994 al 1999.

Questa tendenza trova un ulteriore riscontro nel caso svedese, dove i servizi idrici sono in mano pubblica, con la maggior parte della gestione assegnata a compagnie municipali.

Le tariffe del servizio idrico in Svezia si presentano come particolarmente basse, escludendo così la possibilità di ottenere un eccesso di profitti per il gestore pubblico. Se si effettua un confronto tra la Svezia e la Francia, il prezzo dell’acqua al metro cubo in Francia risulta essere superiore del 30% (DGCCRF, 2000)

Comparando invece i costi della fornitura di acqua in alcune città svedesi ed inglesi, i dati dimostrano come il sistema pubblico svedese di gestione dei servizi idrici operi a costi inferiori del servizio inglese privato al 100%; inoltre emerge come il tasso medio di rendimento del capitale investito sia positivo e permetta la copertura totale dei costi, nonostante rappresenti solo un terzo di quello inglese (Hall, 1998).

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La Svezia è in grado di fornire un servizio a bassi costi, ma di elevata qualità, pur non potendo approfittare di economie di scala a causa di una popolazione numericamente limitata e con un basso tasso di densità (circa 20 abitanti per Km²).

Il modello di gestione pubblica dei servizi idrici si dimostra competitivo non solo se paragonato ai modelli esteri, ma anche se confrontato con le operazioni di privatizzazione che hanno avuto luogo nella stessa Svezia.

Nel 1987, la città di Vaxholm, a Nord-est di Stoccolma, ha indetto una gara per la gestione delle infrastrutture del sistema idrico, vinta da una impresa privata.

Dopo cinque anni, è stato verificato come i prezzi praticati nella precedente gestione municipale fossero inferiori a quelli della nuova gestione privata.

Come conseguenza, venne stabilito che il sistema dovesse nuovamente passare ad una gestione pubblica, attuata tramite un consorzio di municipi (Gustafsson, 2001).

Ciononostante, un livello dei prezzi troppo basso non è desiderabile: infatti, se da un lato ciò può costituire una garanzia per un maggiore accesso all’acqua, una tariffa troppo bassa non può trasmettere un corretto valore dell’acqua e può pertanto incoraggiare gli sprechi.

Inoltre, è importante sottolineare come una tariffa troppo bassa non si presenti come elemento attraente per gli investitori.

Ad esempio, il fatto che in Italia siano presenti le tariffe più basse d’Europa, non può essere considerato come il risultato di una gestione efficiente del sistema.

Le aziende che decidono di non intervenire nel territorio italiano, lamentano le ripercussioni che tariffe troppo basse continuano ad avere nei confronti degli investimenti nelle infrastrutture e sulla attrattività del nostro mercato verso i capitali per il servizio idrico nell'area UE.

Nei casi in cui sia necessaria una ristrutturazione del sistema, il metodo tariffario rappresenta, infatti, uno degli elementi fondamentali per la riorganizzazione del servizio idrico e per il suo avvio verso i livelli di efficienza, efficacia ed economicità.

Dove è stata operata una ristrutturazione del sistema idrico tramite la riorganizzazione dell’apparato di gestione pubblico, si è osservato un incremento tariffario.

A Tegucigalpa, in Honduras, l’impresa pubblica di gestione dei servizi idrici, SAANA, era caratterizzata da una conduzione centralizzata, in cui era carente la coordinazione tra le varie unità operative, era assente una strategia di sviluppo ed il tasso di produttività era molto basso.

Un report della Banca Inter-Americana di Sviluppo ha evidenziato come unica soluzione per risanare la SAANA, la possibilità di privatizzarla (SAANA, 1998). L’amministrazione dell’impresa decise piuttosto di attuare una riorganizzazione interna, ottenendo in questo modo il sostegno delle rappresentanze sindacali.

La ristrutturazione è avvenuta seguendo due linee principali a cui hanno partecipato direttamente anche gli stessi lavoratori; da una parte la rivalutazione delle risorse umane e dall’altra la crescita dell’efficienza operativa.

Il sistema di gestione è stato decentralizzato ed il personale considerato in esubero è stato licenziato, riducendo così i dipendenti da 2400 a 1600, pari ad una diminuzione

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del 35%, mentre il perseguimento del principio del recupero totale dei costi ha prodotto come conseguenza un aumento dei prezzi del 100% in tre anni.

Dal 1994 al 1998, la situazione finanziaria dell’impresa è nettamente migliorata: sono infatti diminuite le perdite della rete idrica e ne è stata aumentata l’estensione.

Il caso della SAANA è stato riconosciuto dalle Nazioni Unite come esempio di modello di auto-sviluppo (SAANA, 1998).

Come indicato, la ristrutturazione avvenuta tramite la proprietà e la gestione pubblica, ha aumentato l’efficienza del sistema, ma ha tuttavia comportato dei costi sociali, quali la riduzione del personale e l’aumento delle tariffe, vale a dire gli stessi costi che avrebbe comportato se si fosse realizzata la privatizzazione.

Pertanto, ristrutturare un’impresa può comportare delle conseguenze analoghe sia che la gestione sia pubblica o privata; in questo caso, devono essere valutati i costi ed i benefici che entrambe le soluzioni possono apportare.

Se da un lato un basso livello tariffario può costituire un ostacolo nell’attrarre gli investimenti, dall’altro può essere il risultato di una precisa scelta politica ed il riflesso di una gestione efficiente del sistema.

Di fatto, lo Stato potrebbe decidere di non attribuire alla collettività il costo del servizio; è infatti responsabilità politica di un Governo determinare a quali condizioni offrire ai propri cittadini un servizio pubblico, valutando se richiedere un contributo ridotto o addirittura nullo al momento della fornitura del servizio.

Decisioni di questo tipo, proprio perché tra la pubblica amministrazione ed i cittadini non si instaura un rapporto di tipo commerciale con prestazioni corrispettive equivalenti, non implicano necessariamente una gestione inefficiente (Tecco, 2004).

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