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CAPITOLO TERZO

3. PRESENTAZIONE DEL CASO AZIENDALE

3.2 ANALISI DI BILANCIO

L’analisi di bilancio è un’attività complessa svolta al fine di ottenere preziose informazioni circa l’andamento economico e patrimoniale dell’azienda, per mezzo di indicatori e parametri di natura contabile.

I dati ottenuti tramite questa tecnica risultano molto più indicativi rispetto a quelli forniti dalla lettura del bilancio di esercizio in ragione delle motivazioni per cui questa viene realizzata: infatti, se stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa, così come descritti dagli articoli del codice civile, sono destinati ad una lettura esterna , vale a dire , l’amministrazione finanziaria, i mercati , le banche ed altri stakeholder , l’analisi di bilancio viene condotta perlopiù internamente , per monitorare l’andamento della gestione e gli sviluppi sul piano competitivo .

L’incompletezza delle informazioni reperibili dal bilancio di esercizio è riscontrabile anche dal fatto che di fronte ad una richiesta per l’apertura di una linea di credito o di un fido, anche se di modeste entità, non è più sufficiente presentare agli istituti di credito il bilancio depositato e le dichiarazioni dei redditi dei periodi precedenti, ma, a causa delle vicende legate alla crisi del 2008 che tutt’oggi gravano sul mondo della finanza e di ipotetiche errate considerazioni relative all’attribuzione del rating al cliente, si rende necessaria l’integrazione di ulteriori documenti più indicativi circa il possibile andamento futuro, come il business plan .

Restando focalizzati sull’elemento storico dell’andamento della gestione, l’analisi di bilancio condotta in questo studio ricalca un’ impostazione classica, basata sulla considerazione di quattro ambiti :

- redditività ; - solvibilità ;

- andamento del circolante ; - politiche commerciali.

Questi campi di analisi riscontrano nel consorzio una chiave di lettura differente rispetto ad una società che nello svolgimento della propria attività eroga regolarmente ed indiscriminatamente i propri servizi: per esempio, la redditività non può suscitare la medesima interpretazione tradizionale, intesa come la capacità di remunerazione del

capitale dei soci, dato che lo scopo di Cuoiodepur S.p.a. , al pari degli altri consorzi è quello di agevolare i consorziati in termini di vantaggi di costo nella esecuzione della propria attività, ma assume una valenza inversa, in termini di risparmio di risorse.

Allo stesso modo, le politiche commerciali non possono essere intese in senso stretto, poiché quasi la totalità degli utilizzatori dell’impianto di depurazione è rappresentato da soci, ma devono esser interpretate nella descrizione più ampia che concerne l’amministrazione dei tempi di dilazione dei crediti e dei debiti funzionali , la gestione del magazzino e il monitoraggio del valore aggiunto e del margine operativo lordo .

Per ciò che concerne il primo campo di analisi, come accennato in precedenza, la performance del soggetto economico viene giudicata su un criterio di redditività avulso rispetto a quelli tradizionali, poiché la disciplina fiscale di cui all’art . 4 della le L. 21 maggio 1981, n. 240 per cui i consorzi e le società consortili di cui all’articolo 1 della presente legge non possono distribuire utili sotto qualsiasi forma alle imprese associate ed all’ art 7 della

medesima legge il quale recita che gli eventuali utili dei consorzi e delle società consortili di

cui all’articolo 1 della presente legge non sono soggetti ad imposizione qualora siano reinvestiti, al più tardi, entro il secondo esercizio successivo a quello in cui sono stati conseguiti, esorta i consorzi, in linea con lo scopo mutualistico per cui sono stati costituiti,

ad avvantaggiare i soci riducendo loro i costi annuali di partecipazione piuttosto che realizzare utili non distribuibili .

Il risultato economico di fine esercizio non è comunque trascurabile in quanto, sebbene per le ragioni di cui sopra ciascun piccolo o medio imprenditore del comprensorio non si aspetti di percepire un dividendo in conseguenza di una buona gestione del consorzio, ciascun socio consorziato privato, in caso di perdita, è tenuto a sanare per la propria quota l’ammontare in difetto.

Il primo aspetto da considerare è dunque la sintesi della gestione individuabile nel risultato di esercizio: nei sei periodi considerati, dal 2009 al 2010, è riscontrabile una netta linea di confine che separa il primo biennio dal lustro successivo .

Fig. Andamento reddito per i periodi 2009-2015

-500.000 -400.000 -300.000 -200.000 -100.000 0 100.000 Anni Serie1 -404.407 -416.774 14.185 19.272 17.167 12.064 12.317 1 2 3 4 5 6 7

Come si può notare dal grafico il trend ha avuto un brusco cambio di orientamento a partire dall’esercizio 2011, riuscendo a realizzare un blando utile, in linea con i normali obiettivi di un consorzio, dopo un biennio disastroso, caratterizzato da perdite civilistiche superiori ad € 400.000 .

Un secondo parametro da monitorare, al fine di constatare la redditività inversa espressa dal consorzio, è l’andamento del valore della produzione, osservando, nello specifico, anche il trend delle principali voci che lo compongono , ossia:

- il fatturato nei confronti dei soci consorziati ;

- le prestazioni di servizio di depurazione erogato a soggetti terzi ;

- le vendite di fertilizzanti , ottenuti dalla gestione dello smaltimento dei fanghi .

Fig. Valore della produzione anni 2009 – 2015

Valore della produzione

10.500.000 11.000.000 11.500.000 12.000.000 12.500.000 13.000.000 13.500.000 1 2 3 4 5 6 7

Valore della produzione

Un primo riscontro positivo lo si ricava dall’osservazione dell’ammontare del valore della produzione nel periodo considerato (fig. soprastante), dal quale si evince una progressiva riduzione , eccezion fatta per l’esercizio 2013, che ammonta a circa € 1.500.000,

scostamento in termini relativi , pari al 12% .

Contestualmente a tale decremento , è avvenuta una riduzione ancora più marcata della fatturazione ai soci, elemento caratterizzante ed imprescindibile per la discriminazione tra una buona performance ed una inefficace azione di governo.

Dal periodo 2009, anno in cui si registra la perdita di importo maggiore, il fatturato interno , che all’epoca ammonta ad € 10.668.000, ha subito una inesorabile riduzione fino a varcare la soglia degli € 8.000.000 al 31 dicembre 2015, per un copioso scarto in valore assoluto , pari ad € 2.745.317 .

La figura seguente riporta graficamente l’andamento appena descritto .

Fig. fatturazione ai soci

Fatturazione ai soci 0 2.000.000 4.000.000 6.000.000 8.000.000 10.000.000 12.000.000 1 2 3 4 5 6 7 Fatturazione ai soci

La concomitante analisi dei trend dei redditi conseguiti e della fatturazione erogata in favore dei soci consorziati, suggerisce il penetrante lavoro svolto in termini di controllo di gestione implementato in quanto, in risposta alle perdite è stata varata ed architettata una politica all’insegna dell’efficientamento della produzione dei servizi, anziché un più comodo, ma al contempo più dannoso, inasprimento delle tariffe .

0 200.000 400.000 600.000 800.000 1.000.000 1.200.000 1.400.000 1.600.000 1.800.000 1 2 3 4 5 6 7 Prestazioni di servizi a terzi Vendita fertilizzanti

Di antitetica direzione è il percorso della prestazione di servizi resi a terzi e il volume di vendita dei fertilizzanti: di fatto, soprattutto per i primi, è possibile osservare una crescita

esponenziale che assieme alla ponderata riduzione dei costi è da considerarsi come uno dei più determinanti elementi che hanno consentito il cambio di rotta manifestatosi negli ultimi esercizi contabili .

I servizi erogati in favore di terzi soggetti, previsti dall’ art. 2 dello Statuto, hanno generato nel 2015 un fatturato di € 1.554.836 , sei volte maggiore del medesimo parametro misurato nel 2009 .

La vendita dei fertilizzanti, ottenuti dal recupero dei fanghi ottenuti dalle lavorazioni nell’impianto, ha realizzato una crescita più blanda, ma altrettanto significativa rispetto alle direttive da seguire per il contenimento delle tariffe richieste ai soci fruitori dell’impianto :dai modesti € 92.718 conseguiti nel 2009 , è stata registrata una crescita del 226% nel corso dei sette anni seguenti .

Il successivo parametro analizzato è il reddito operativo che Cuoio Depur ha ottenuto negli anni considerati sotto due punti di vista: il primo riguarda il proprio ammontare e la relazione con gli andamenti dei precedenti indicatori , il secondo , in ottica introspettiva , si riferisce alla sua composizione al termine dell’esercizio 2015, in comparazione con lo stesso riscontrato nel 2009, in modo da osservare i principali riflessi che la politica di revisione adottata tramite un rinnovamento del controllo di gestione ha generato all’interno dell’area di conto economico inerente l’attività caratteristica svolta .

Fig. Reddito operativo

Reddito operativo 0 100.000 200.000 300.000 400.000 500.000 600.000 700.000 Reddito operativo Reddito operativo 191.148 357.222 587.189 165.585 210.765 41.413 22.695 1 2 3 4 5 6 7

Il grafico, se affiancato ai precedenti, evidenzia come la situazione reddituale non sia migliorata in relazione ai soli cambiamenti intervenuti sul valore della produzione, poichè gli schemi inerenti all’andamento dei redditi d’esercizio, del valore della produzione e questo, relativo al reddito operativo , voce che per un consorzio assume una valenza quasi più indicativa circa lo stato di salute della società , in quanto esprime il valore generato dalla gestione caratteristico – operativa , indicano tracciati incongruenti gli uni con gli altri .

Al fine di confermare il successo della politica introdotta in termini di controllo di gestione , che ha generato un riverbero sul conto economico, dal reddito operativo e, più precisamente, dalle diverse voci che lo compongono, si enuclea la diversa incidenza per cui i costi operativi coprono i ricavi dell’esercizio, con particolare riferimento ai diversi rapporti risultanti dall’ anno 2009 al 2015 .

Fig. Grafico composizione reddito operativo anno 2009

13%

45% 0%

17% 21%

1%1%2% Acq. mat I , suss , cons ,

merci Servizi

Godimento beni di terzi Costi del personale Ammortamenti Svalutazioni

Var. rim mat I, suss, cons, merci

Come si evince dalla figura, la parte operativa del conto economico, nella sezione dedicata ai costi, è composta nelle tradizionali voci, delle quali, però, solo quattro assumono valori rilevanti dal punto di vista dell’incidenza:

- i costi per servizi , rappresentanti per oltre il 50% dai costi per la fornitura dell’energia elettrica e del gas metano ;

- gli ammortamenti , di immobilizzazioni materiali ed immateriali ; - i costi del personale ;

- acquisto di materie prime , sussidiarie , di consumo e merci , identificabili perlopiù in prodotti chimici ed altri prodotti per la produzione di fertilizzanti .

Fig. Grafico composizione reddito operativo anno 2015

20% 50% 0% 14% 14% 1% 0% 1%

Acq. mat I , suss , cons , merci

Servizi

Godimento beni di terzi Costi del personale Ammortamenti Svalutazioni

Var. rim mat I, suss, cons, merci

Altri oneri di gestione

Le componenti principali, nell’arco di sette esercizi, non sono mutati, ma hanno rispettivamente variato la propria percentuale di incidenza rispetto al totale dei costi di produzione .

In particolare si registra un incremento dei costi per servizi, in ragione dell’aumento tariffario per ciò che concerne la fornitura di elettricità e gas, a discapito della riduzione delle voci più residuali, mano a mano sempre meno rilevanti .

L’invisibile, ma percettibile, mano del controllo di gestione è intervenuta più decisamente sulla riduzione del personale ed i relativi costi , tanto da realizzare un gap , dal 2009 al 2015 , di € 526.452 , coincidente ad uno scarto relativo del 26%: il riflesso sul livello di incidenza sui costi operativi risulta pari ad una notevole riduzione del 3% .

Gli ammortamenti, decresciuti a causa di investimenti in immobilizzazioni materiali inferiori rispetto agli anni precedenti e per il regolare esaurimento della vita utile di alcuni impianti decennali, ancora in dotazione del consorzio, ha visto ridurre, come si osserva dal grafico a torta, la propria rilevanza del 7%.

L’incremento della incidenza della voce acquisti di materie prime, sussidiarie, di consumo e merci, contestuale a quella dei costi per servizi ed al contenimento delle altre, infine, indica una maggior concentrazione di risorse, in termini di costi monetari, nel processo di trasformazione input – output, ad esclusione del progressivo sgravio inerente ai costi del personale.

Connesso al risultato operativo vi è il R.O.S. , return on sales , un indicatore che esprime la percentuale di guadagno in termini di reddito operativo su 100 di vendite: nello specifico, se assume un valore maggiore di 0, ciò comporta che una parte di ricavi è ancora disponibile, in seguito alla copertura di tutti i costi della gestione caratteristica, per compensare i residui, inerenti agli ambiti di gestione extra caratteristica, finanziaria e straordinaria.

Per un’ impresa avente la natura giuridica di consorzio come Cuoio Depur, data l’assenza dello scopo di lucro, la fattispecie ideale si riscontra quando quasi tutto il fatturato viene consumato per coprire i costi relativi alla gestione operativa, mentre il residuo viene adoperato in funzione dell’ammontare degli oneri finanziari e quelli straordinari, quanto più ridotti possibili.

Calcolato dal rapporto tra il risultato operativo ed il capitale investito netto operativo , nel 2015 il R.O.S. assume un valore pari a 0,3 %, coerentemente con quanto espresso in precedenza .

La gestione finanziaria ha realizzato un surplus di proventi di € 31.150 , mentre quella straordinaria, al contrario dell’esercizio precedente, una prevalenza di oneri pari ad

€ 16.753 .

Per la rilevanza dei debiti finanziari, che giustificano l’elevato grado degli indici di indebitamento, è opportuno analizzare l’andamento del risultato della gestione finanziaria, con naturale riferimento agli oneri finanziari .

Dalla figura sottostante si desume l’effettivo trend, stabilmente positivo, che ha dapprima ridotto il gravoso peso sul risultato di esercizio ante imposte, sino a generare un differenziale positivo tra proventi, costituiti principalmente da cessioni di azioni proprie ed interessi moratori inflitti a debitori per il ritardo nella tempistica pattuita di pagamento delle obbligazioni dovute, ed oneri finanziari, comprendenti gli interessi passivi dovuti connessi ai debiti per finanziamenti in essere.

Fig. Andamento gestione finanziaria

Risultato gestione finanziaria

-600.000 -500.000 -400.000 -300.000 -200.000 -100.000 0 100.000 1 2 3 4 5 6 7

Risultato gestione finanziaria

La parte della gestione finanziaria, ovviamente, dipende in gran parte dall’ammontare degli interessi ed oneri finanziari, i quali, grazie alla graduale riduzione dell’esposizione verso debiti finanziari, con conseguente possibilità di riconsiderare, a ribasso, il tasso applicato, che ha consentito una smisurata riduzione di tali importi dell’ 83%.

Infine, per concludere l’ambito di analisi della redditività inversa, assimilabile ad un concetto di economicità nella gestione, risulta utile esaminare il trend dei costi netti, quali base sulla quale basare il tariffario verso i soci .

Fig. Andamento costi netti

Costi netti 0 2.000.000 4.000.000 6.000.000 8.000.000 10.000.000 12.000.000 1 2 3 4 5 6 7 Costi netti

Come si desume dall’istogramma soprastante, a partire dal primo anno considerato, quando il totale dei costi netti ammontava ad un valore leggermente superiore ad € 11.000.000, l’andamento è stato univocamente orientato verso la contrazione

progressiva, al pari del fatturato ai soci consorziati, per uno scostamento globale di € 3.140.832 , pari ad una variazione del 28% .

Fig. Andamento costi netti al mc Costi netti al mc 0 2 4 6 8 10 12 14 1 2 3 4 5 6 7 Costi netti al mc

La sintesi dei dati derivanti dalla contabilità analitica interna e quella generale si riscontra sul dato inerente al costo netto al metro cubo del servizio di depurazione.

Dal tracciato descritto dalla figura , si deduce un andamento coerente col totale dei costi netti: tuttavia, dai 12,82 €/mc realizzati nel 2009, vi è stato una graduale riduzione che ha condotto, nel 2015, il consorzio ad erogare il servizio a 7,99 €/mc, pari al 38% in meno rispetto a sette anni prima .

Il decremento più che proporzionale rispetto al totale dei costi netti è dovuto ai maggiori volumi di acque trattate che hanno ridotto ulteriormente l’incidenza dei costi .

Per solvibilità si intende la capacità dell’azienda di effettuare i pagamenti al momento della scadenza stabilita, per mezzo di capitale proprio o di terzi .

Data la diversa natura di ordine temporale delle fonti, sono state calcolate due categorie di indicatori, una che si riferisce al breve termine riflettendo il grado di solidità del consorzio, l’altra al medio e lungo, che ne riflette il grado di liquidità .

La solidità può esser definita come la capacità dell’impresa di poter fronteggiare le uscite monetarie nel medio lungo periodo tramite le entrate aventi medesimo orizzonte temporale.

Un’ analisi esauriente può esser condotta mediante la considerazione della correlazione cronologica di entrate ed uscite che esula da questo lavoro, per evidente mancanza di informazioni puntuali.

In linea generale, dunque, in una fattispecie di analisi di bilancio non accuratamente accompagnata dallo studio del cash flow, eventuali riscontri positivi in merito al grado solidità ed al grado di liquidità che caratterizzano l’azienda, non rassicurano il management rispetto a futuri rischi di liquidità, mentre indicatori inadeguati, invece, rappresentano una condizione sufficientemente preoccupante.

La tabella sottostante raccoglie gli indicatori prescelti, tra la totalità di quelli calcolati, per poter descrivere questo campo di analisi.

Tab. Indicatori inerenti alla solidità

Il quoziente di struttura secondario, risultante dal rapporto tra il capitale permanente e l’attivo immobilizzato, dato il relativo ammontare del capitale proprio dovuto al ridotto importo delle riserve ed all’assenza di utili portati a nuovo, si attesta ad un valore sotto l’ 1, ritenuto in dottrina come limite di adeguatezza, anche per il contestuale peso delle

immobilizzazioni, tipico delle aziende ad alta automazione, che fa lievitare il denominatore della frazione: il trend suggerisce come l’indicatore stia lentamente consolidando verso una soglia più soddisfacente, dato l’incremento del 5% subito nel corso dei sette anni considerati.

Un aspetto migliorato in maniera rilevante sotto il profilo della solidità aziendale, è il quoziente di indebitamento, abbattuto dal 2009 al 2015 per il 59 % a seguito della progressiva diminuzione dell’ esposizione nei confronti di soggetti terzi , sia a breve che medio-lungo periodo.

Connesso vi è l’indice di autonomia finanziaria, espressione della composizione del passivo dello stato patrimoniale, il quale evidenzia come al 31 dicembre 2015 il patrimonio netto rappresentasse il 22% del totale delle fonti, raffigurante una fattispecie di società tendenzialmente sotto-capitalizzata .

Infine è utile sottolineare il buon lavoro svolto al fine di alleggerire la posizione debitoria nei confronti delle banche in quanto, dal primo anno preso in analisi, il capitale di terzi si è ridotto del 49 % mentre, contestualmente, la rigidità delle fonti è cresciuta del 20% , quindi meno che proporzionalmente rispetto alla riduzione del primo indicatore: ciò significa che oltre a razionalizzare la gestione dei debiti funzionali, anche quelli finanziari e relativi al trattamento di fine rapporto hanno sortito un impatto positivo .

L’analisi della solvibilità mira ad osservare la capacità dell’azienda di adempiere alle obbligazioni monetarie nel breve termine per mezzo delle entrate di breve periodo: infatti , per il calcolo, vengono utilizzate le voci che compongono l’attivo ed il passivo corrente dello stato patrimoniale riclassificato secondo il criterio finanziario.

Il margine di tesoreria primario, risultante dalla differenza tra le disponibilità immediate e le passività correnti, ed il relativo quoziente, per il quale si utilizzano i medesimi parametri, è talvolta una formalità ispettiva in quanto risulta raro ed, in una eventuale fattispecie del genere, eccessivamente prudente, che l’ammontare delle voci banca, cassa ed assegni siano sufficienti a coprire l’intero sottraendo – o denominatore -, in quanto ciò comporterebbe dispersione di liquidità che potrebbe essere allocata in modo da generare ulteriore valore.

Il caso Cuoiodepur S.p.a non fa eccezione : in effetti le liquidità immediate si attestano costantemente in una percentuale di incidenza inferiore al 10% .

Tab. Indicatori inerenti alla solvibilità

La realtà del consorzio si discosta, tuttavia, dalla prassi delle normali società per ciò che concerne il margine di tesoreria secondario ed il capitale circolante netto i quali , sono considerati adeguati rispetto ad una struttura patrimoniale bilanciata se assumono un valore positivo.

La composizione dello stato patrimoniale può esser efficacemente sintetizzata dalla figura inerente agli indicatori di solvibilità dalla quale si evince, tra gli impieghi, un’ attesa predominanza di attivo immobilizzato rispetto a quello corrente, caratteristico di imprese ad alta automazione, mentre , tra le fonti , la prevalenza del passivo corrente rispetto al passivo consolidato, anche in ragione dell’esiguo ammontare del patrimonio netto.

La correlazione che emerge dallo schema sintetico appare inadeguata poiché , da un lato il totale delle immobilizzazioni non è coperto dall’ammontare dalle passività a lungo termine, indice di necessità di coprire eventuali fabbisogni per il rinnovamento di quelle esistenti tramite passività correnti, dall’ altro il capitale circolante netto negativo rileva l’insufficienza dell’attivo corrente per fronteggiare le uscite di breve termine , in termini assoluti.

Tali considerazioni, di contestuale natura accademica e pratica, non tengono in considerazione i due elementi che consentono all’ assetto patrimoniale di essere idoneo al proseguo della gestione, ossia l’insieme dei finanziamenti comunitari e della Regione Toscana, in relazione all’ attività di interesse pubblico svolta , e la natura del consorzio , dal quale non ci si può discostare per una corretta lettura dei dati elaborati .

Fig. rappresentazione stato patrimoniale finanziario

I contributi ricevuti, per dovere di completezza, non agiscono come una sorta di appiglio al quale aggrapparsi per tentare di salvaguardare il patrimonio del consorzio altrimenti a rischio, ma come un plus di liquidità che influenza positivamente il calcolo pro capite del

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