CAPITOLO TERZO
3. PRESENTAZIONE DEL CASO AZIENDALE
3.3 APPLICAZIONE DEGLI STRUMENTI DI CONTROLLO
3.3.2 LA BALANCED SCORECARD
Logica conseguenza della mappa strategica è la Balanced Scorecard, tramite la quale alle azioni da porre in essere individuate vengono assegnati obiettivi sotto forma di parametri di performance chiave che ne definiranno o meno il raggiungimento.
A causa della novità introdotte dal budget evoluto, tra le quali si annovera anche un orizzonte temporale di riferimento più ampio, risultano presenti congruenze tra i parametri obiettivo individuati nei documenti che caratterizzano questa ultima parte di lavoro, con particolare riferimento alle dimensioni “clienti” e “processi interni”.
Fig. Balanced Scorecard
Per la dimensione “crescita ed apprendimento” sono stati individuati indicatori chiave di performance per ciascuna delle azioni da porre in essere individuate nella mappa strategica.
L’incremento delle competenze strategiche, inteso come accrescimento di una personalizzazione della strategia del consorzio in quanto soggetto autonomo e non come insufficienza di capacità imprenditoriale dei soggetti che sono individuati tra i ruoli decisionali, può esser osservato dal numero di coloro che, tra i dirigenti ed il c.d.a. , hanno
conseguito una laurea in strategia aziendale, in modo da detenere delle competenze finalizzate a gestire proficuamente le idee imprenditoriali.
Il rinnovamento progressivo e costante degli apparati tecnologici che costituiscono l’impianto nella sua interezza, quale solida base su cui poggia l’innovazione richiesta dal settore di appartenenza, può essere misurato tramite indicatori di natura fisico quantitativa, ossia il numero degli apparati acquistati o sviluppati nel corso di un esercizio e la percentuale indicativa dell’incidenza di attrezzatura vetusta sul totale in dotazione . Infine, in relazione al mantenimento della elevata produttività dei dipendenti, affinata negli ultimi esercizi per mezzo di politiche di riorganizzazione del personale, considerato eccessivo per le esigenze dell’attività svolta, sono individuati i seguenti parametri:
- n. medio dipendenti impiegati ;
- n. medio dipendenti / mc di acque trattate .
Per la dimensione “processi interni” si riscontrano nella mappa strategica due azioni da porre in essere, le quali tuttavia non trovano un parametro di controllo per il monitoraggio , se non quello dell’ effettiva attuazione: per tale ragione , la costituzione di un team per la ricerca di nuovi clienti e l‘ introduzione di sistemi per gestione rapporti con clienti esterni, costituiscono un elemento del primo framework, ma non sono parte integrante della Balanced Scorecard.
Vi trova tuttavia collocazione l’obiettivo della continuità dell’ innovazione tecnologica, per il quale sono introdotti indicatori quantitativi legati al numero di progetti realizzati di concerto con i laboratori con i quali il consorzio collabora ed il numero degli individui associabili al campo della ricerca e dello sviluppo .
Approfondire la prospettiva “clienti” significa domandarsi come creare valore per i soci in relazione alla capacità di compiacere le esigenze della clientela: in questa inusuale fattispecie, tuttavia, le due figure coincidono in quanto i titolari delle azioni sono contemporaneamente anche i maggiori fruitori dell‘ impianto.
Il grado di soddisfazione dei soci varia in relazione a due principali variabili, il livello della sicurezza garantita dallo stabilimento e l’onerosità richiesta per usufruire del servizio di depurazione, entrambe già individuate e monitorabili in altre prospettive .
Generalmente, per il rilievo del grado di stabilità del rapporto con i clienti, sono proposti dei questionari dedicati, indicativi di eventuali problematiche altrimenti non vagliate dai manager: in un consorzio però non mancano le occasioni in cui i soci/clienti possano manifestare dissensi o fatti che ostacolino il regolare svolgimento dell’ attività, sia con riferimento all’ assemblea di natura ordinaria o straordinaria, sia in attinenza con la vicinanza fisica che lega tutti gli attori operanti nel distretto industriale.
Per le ragioni sopra indicate è risultato vano inserire un indicatore di performance specifico per il monitoraggio della soddisfazione dei soci.
Il controllo sulla qualità del servizio reso è individuato nella tabella da due indicatori: - n. criticità registrate ;
- n. interventi di manutenzione .
Tramite questi parametri, il soggetto economico è in grado di anticipare gli effetti di eventuali disfunzioni e risulta capace di agire tempestivamente per risolverle salvaguardando l’ imperativo obiettivo di erogare un servizio che sia consono e qualitativo rispetto alle attese degli stakeholders , cittadini in primis , ed ai dettami posti dalle norme nazionali e comunitarie in tema di ambiente.
La soddisfazione dei clienti esterni, invece, accomuna Cuoio Depur alle imprese di diversa natura rispetto al consorzio, in quanto essi assumono le medesime caratteristiche dei comuni clienti , a differenza dei soci fruitori del servizio.
Entrambi i parametri inseriti in tabella sono connessi alla movimentazione del bacino dei clienti che nel corso dell’esercizio si sono rivolti al consorzio per il servizio della depurazione delle acque: il primo riguarda la cosiddetta natalità di nuovi interlocutori, osservandone il grado di rinnovo da un periodo amministrativo al successivo, il secondo , invece, risulta complementare al primo, in quanto la percentuale della clientela rinnovata esamina la prospettiva inversa di coloro i quali, ipoteticamente soddisfatti dal servizio reso da Cuoio Depur, decidono di rinnovarne il rapporto di fornitura .
Sulla vetta della mappa strategica si stabilisce la prospettiva economico finanziaria, ragion per cui, gli ultimi indicatori che caratterizzano la Balanced Scorecard hanno la medesima natura .
Nella tabella non è stato considerato l’obiettivo di calibratura del ROS poichè, da un lato questo rappresenta uno dei più tradizionali indicatori utilizzati nelle analisi di bilancio ed è quindi facilmente riscontrabile, dall’altro perché la causa che agisce a monte rispetto a tale finalità è connessa al più ampio traguardo dell’efficientamento della gestione, in quanto entrambi hanno come elemento comune la concentrazione dei ricavi e dei costi nell’area caratteristica della gestione .
Per la considerazione di questa ultima dimensione , vengono trattate le residue due azioni da porre in essere , ossia :
- miglioramento della efficienza produttiva ; - miglioramento della redditività subordinata.
Il primo è associato a due parametri obiettivo, ovvero il costo del servizio al mc, già osservato nel capitolo dedicato all’analisi di bilancio e già elemento di primaria importanza all’interno dei dibattiti del consorzio, ed il rapporto tra la quantità dei prodotti chimici utilizzati ed il totale mc dei reflui, quale parametro che relaziona i principali elementi utilizzati come input del processo di trasformazione ed i volumi trattati.
La redditività subordinata riguarda strettamente la economicità del rapporto che intercorre tra il consorzio ed i consociati ed è quindi monitorata dal parametro che ne sintetizza il costo: il valore unitario delle azioni , rinnovato a cadenza annuale.
3.3.3 IL BUDGET EVOLUTO
L’impostazione dettata, anche se l’analisi è condotta esternamente rispetto agli ideali confini dell’organizzazione, non può prescindere da una identificazione sommaria delle principali fasi che caratterizzano il processo produttivo inteso in senso stretto, al fine di evidenziare i passaggi più critici che delineano il normale svolgimento dell’attività ed, in seconda battuta, di poter introdurre parametri atti a monitorare il rischio del manifestarsi di avvenimenti non in linea con la programmazione e la pianificazione.
Sinteticamente, l’iter in analisi comincia dall’acquisto dei prodotti chimici come il calcio, la soda, il ferro l’anidride carbonica , i quali sono utilizzati all’interno dell’impianto, suddiviso in molteplici strutture, per la seconda fase del processo di natura chimica e biologica . La scelta delle materie e dei fornitori più consoni risulta decisiva sia da un punto di vista economico, considerando l’elevata incidenza in contabilità sul fatturato, sia da un punto di vista operativo, dato che un prodotto inaspettatamente inadeguato alla depurazione di reflui carichi di solfati, cloruri, azoto e tannini, potrebbe ingessare il processo di depurazione, compromettendo l’ambiente circostante e la salute dei cittadini e di conseguenza far incorrere il consorzio e le figure di comando in sanzioni civili o , nelle peggiori delle ipotesi, penali.
Nel frattempo, tramite le condutture allacciate, l’impianto riceve costantemente ingenti quantità di reflui, sia di natura industriale che civile, aventi determinate proprietà, ovvero rientranti in determinati limiti di composizione chimica di sostanze considerate inquinanti, come previsto dalle specifiche elencate nel Regolamento di accettabilità delle acque, ossia il documento di riferimento per il comprensorio.
Fig. Reflui industriali
Come si evince dalla tabella , in entrata rispetto all’impianto , i reflui conciari del distretto sono costituiti da una elevata concentrazione di agenti chimici, adoperati per il trattamento delle pelli presso gli insediamenti produttivi.
Non è difficile immaginare come, al contrario, le acque di natura civile siano contraddistinte da sostanze comunque inquinanti, ma decisamente più diluite: di fatto, _____________
questa distinzione, giustifica il fatto che per le acque caricate di origine non industriale non sia necessario il primo livello di trattamento, detto primario, ma sia sufficiente una successiva confluenza nei successivi processi di depurazione.
Fig. reflui civili
Il procedimento per il trattamento delle acque in ingresso è suddiviso in quattro specifiche fasi:
1) pretrattamenti e trattamenti primari ; 2) trattamento chimico – fisico intermedio ; 3) trattamenti biologici ;
4) trattamento terziario .
Il primo stadio è dedicato alla ricezione ed alla prima lavorazione delle acque di scarico di natura industriale: in un primo momento tramite la grigliatura vi è una prima secessione tra la parte liquida e gli elementi solidi di maggior spessore, dovute ad un percorso obbligato attraverso maglie molto strette, nell’ordine del mezzo centimetro.
Figura reperita dal sito www.cuoiodepur.it
Successivamente, tramite il dissabbiatore si evita che le polveri e le sabbie che hanno superato il primo ostacolo si depositino in grandi quantità: in questa dannosa ipotesi, si manifesterebbe il rischio di intralcio del successivo processo di sedimentazione primaria, oltre a quello concernente la possibile erosione delle condutture e degli apparati dell’impianto.
L’ equalizzazione ed ossidazione dei solfuri, poi ,rappresenta il primo step di deacidificazione del refluo, antecedentemente rispetto alla prima sedimentazione, atta a rimuovere o ridurre i materiali sospesi.
La seconda fase del processo , detta trattamento chimico – fisico intermedio, si apre col processo di flocculazione, termine di diretta derivazione da flocculo, ossia aggregato di aspetto fioccoso, che indica un procedimento attraverso il quale i materiali residui presenti nel refluo che non sono stati separati nei trattamenti precedenti, in quanto difficilmente filtrabili o sedimentabili, vengono coagulati.
Il secondo ciclo si chiude con una sedimentazione intermedia indirizzata all’ accumulo dei flocculi generati.
La fase dei trattamenti biologici è caratterizzata dalla compresenza dei reflui di natura civile ch , per composizione chimica e biologica, non necessitano dei trattamenti primari né di quelli chimici e fisici intermedi.
Inizialmente il refluo aggregato subisce il processo di denitrificazione, realizzato per abbattere i nitriti ed i nitrati contenuti nel liquido: in seconda battuta, mediante l’ausilio dell’ossigeno pompato da un apposito apparecchio, si determina il processo di nitrificazione, attraverso il quale si concretizza la metabolizzazione delle sostanze organiche contenute nel liquame.
Al termine di questa procedura, la fase si conclude con la sedimentazione secondaria di natura biologica.
Per concludere questo lungo processo è necessario il trattamento terziario, attuato per rendere le acque di scarico coerenti per composizione ai limiti imposti dalle norme giuridiche in ambito ambientale: in ottemperanza a questi obblighi si procede con gli ultimi
interventi di natura chimica e fisica, rappresentati dal trattamento Fenton e dalla coagulazione, con relativa ultima sedimentazione.
Dopo il controllo di routine del pH, il defluente è pronto per esser scaricato lungo il corso del fiume Arno.
Fig. processo trattamento acque
L’ultimo stadio del processo si identifica nella gestione del prodotto finale, vale a dire le acque trattate ed i residui di lavorazione scaturenti dalle fasi che avvengono all’interno dell’impianto precedentemente descritte: per le prime, dopo una significativa analisi, che
avviene a ciclo continuo all’interno dello stabilimento, è prevista la regolare immissione nel tragitto percorso dal fiume Arno, dal quale ricevono una diluizione che abbassa ulteriormente la concentrazione di elementi chimici, mentre per i secondi comincia una condizione, seguita da altre tappe, che genera un reso sempre più rilevante a livello economico, ossia la produzione di fertilizzanti destinati alla vendita , riconosciuti a livello europeo da specifiche discipline.
Entrando nello specifico, dalla linea di trattamento delle acque derivano scarti sotto forma di inquinanti disciolti o sospesi, i quali vengono in parte trasformati in inquinanti gassosi e poi rilasciati in atmosfera, in parte, per quanto possibile, solidificati.
Dagli scarti solidificati, a loro volta, si procede da un lato allo smaltimento come rifiuto, con particolare riferimento ad oli, grassi e sabbie, mentre dall’altro si prosegue con il recupero dei fanghi e la realizzazione di fertilizzanti.
Fig. gestione dei fanghi
Formulato il processo svolto dal consorzio, è possibile osservare le principali criticità e potenzialità che contraddistinguono le tre fasi rappresentate nel diagramma per esser successivamente essere in grado di elaborare degli indicatori di performance non necessariamente economici, funzionali al controllo di gestione.
PRINCIPALI CRITICITA’ E POTENZIALITA’ APPROVVIGIONAMENTO :
• inaffidabilità del fornitore ; • prodotti non qualitativi ; • fornitura non tempestiva ;
• elevata incidenza dei costi di acquisto di prodotti chimici in conto economico .
TRATTAMENTO ACQUE :
• elevata rischiosità dell’attività svolta ;
• elevata attenzione alla qualità del servizio reso ; • attività soggetta a continua innovazione tecnologica ; • interesse pubblico su più fronti ;
• possibilità di erogare servizi a soggetti non soci .
GESTIONE DEI FANGHI :
• rischio di esalazione di gas fuori dal controllo ;
• rischio di cattiva odorazione per gli abitanti limitrofi ;
• rischio di inefficienza produttiva legata alla mancata vendita di fertilizzanti ; • elevata attenzione alle specifiche di prodotto .
Per ciò che concerne la possibile inaffidabilità del fornitore, come accennato in precedenza, si tratta certamente di una criticità sensibile sotto diversi aspetti e può concretizzarsi per molteplici cause: esiste la possibilità che il fornitore stesso fallisca e, di conseguenza, non sia più in grado di onorare quanto pattuito nei contratti di fornitura, sussiste inoltre il rischio che al soggetto al quale il consorzio si rivolge siano contestate delle condotte illecite legate alle stringenti norme presenti nell’ambito degli elementi chimici che gli impediscono di continuare a svolgere con regolarità ed in piena libertà la propria attività.
Gli esempi da poter elencare sono numerosi, ma il fulcro della questione è che tali inconvenienti, più o meno rilevanti, possono congelare temporaneamente l’attività ed i maggiori costi fissi unitari derivanti dalla gestione dell’impianto, finirebbero per gravare sui conti dei soci consorziati.
Connessi all’ampio concetto di inaffidabilità del fornitore, vi sono le criticità inerenti alla scarsa qualità del prodotto, che renderebbe vano il processo di depurazione, e la non tempestività della fornitura, erogata da operatori che non vertono in situazioni di crisi o di contenziosi con la legge, ma che sortiscono i medesimi effetti di cui sopra .
L’attività principale svolta dall’azienda, ossia il trattamento dei reflui, detiene il maggior numero di criticità e potenzialità.
Innanzitutto si fa riferimento all’elevata rischiosità dell’attività dove, per rischiosità si intende il pericolo di danni legati all’utilizzo di elementi chimici che possono compromettere l’ambiente, la salute dei lavoratori e quella dei cittadini residenti nei comuni adiacenti.
Da questa premessa deriva il secondo punto di criticità, l’altrettanto elevata attenzione alla qualità del servizio reso; l’interesse del monitoraggio delle diverse rilevazioni di scarico delle acque sul fiume Arno è di levatura nazionale e per tale motivazione il consorzio deve darne opportunamente conto, ma ricalca quello di coloro che in prima persona contribuiscono alla salvaguardia del distretto che, in caso di mala gestio dell’impianto in termini di sicurezza, sarebbero i primi a pagarne le amare conseguenze.
Il terzo elemento della lista può rappresentare una duplice concezione di criticità e di potenzialità: se è vero che l’evoluzione della disciplina in tema di ambiente richiede impianti sempre più sofisticati, detenere assets materiali all’avanguardia non può che agevolare il compito del management nel perseguimento dell’equilibrio economico a valere nel tempo.
In questo ambito Cuoio Depur si colloca in una posizione d’eccellenza a livello continentale, potendo contare sulla collaborazione con l’Università di Firenze per la realizzazione comune di diversi progetti di stampo chimico e biologico e su di uno stabilimento considerato di ultima generazione.
Un altro tema a carattere spinoso col quale il consorzio si trova a convivere è l’interesse pubblico su più fronti che comporta la propria attività: avendo già trattato della sfera salutistica, si allude in questo caso alle materie di matrice politica e del lavoro .
La possibile sinergia tra tutte queste forze e gli interessi in campo rappresenta una sfida del passato, del presente e del futuro data la capacità, in caso di forte intesa, di dare uno slancio alla continua crescita ed alla sostenibilità del comprensorio del cuoio .
Infine, quale elemento di punta del presente approfondimento, si registra la potenzialità di poter erogare il servizio di depurazione dei reflui a soggetti terzi che, come è emerso dall’ analisi di bilancio , è stata una delle principali cause che hanno consentito una netta riduzione della tariffa richiesta ai soci consorziati.
L’ultimo gruppo concerne il processo di gestione dei fanghi e la susseguente vendita dei fertilizzanti da questi ottenuti in successione rispetto a dei precisi procedimenti di lavorazione.
I primi due elementi di criticità riguardano, come per la fase precedente, l’elevato rischio che queste trasformazioni comportano: Cuoio Depur si è dotata di specifiche attrezzature atte a salvaguardare una condizione di totale sicurezza, come la copertura totale delle aree dell’impianto interessate e le rilevazioni continue sul camino di emissione tramite la tecnica della Gascromatogragia, ma è corretto e prudente tenere sotto stretto monitoraggio una lavorazione così delicata .
Gestire i fanghi, ricavarne fertilizzanti e smaltirne gli scarti ha un costo elevato: da questa banale considerazione si ricava il successivo punto di criticità.
In ragione del fatto che, a differenza della gestione delle acque reflue per la quale sussiste l’obbligo di allacciamento delle condutture dal quale derivano comunque dei servizi da erogare e da fatturare, per ciò che è inerente alla vendita di fertilizzante si opera, seppur per volumi ben inferiori rispetto a quelli che caratterizzano l’attività principale, in un regime di libero mercato, il consorzio si espone al rischio di innalzamento di inefficienza produttiva connesso alla possibilità di far emergere rimanenze di magazzino che, per loro natura, potrebbero rendere inadeguata la correlazione tra entrate ed uscite di breve termine.
Per finire , al pari del servizio di depurazione delle acque , anche per i fertilizzanti permane l’elevata attenzione rispetto alle specifiche di prodotto , con particolare riferimento alle normative che ne regolano la composizione .
L’obiettivo del budget evoluto è quello di arricchire i tradizionali indicatori finalizzati al controllo di gestione ed alla misurazione delle performance con dei nuovi parametri, principalmente di natura diversa da quella economica e patrimoniale, che diano nuove dimensioni a disposizione dell’ attività manageriale, generando in tal modo un legame più solido ed immediato con la strategia attuata.
Plausibilmente il lavoro svolto dal C.d.a. di qualsiasi società è finalizzato a mantenere stabile od a incrementare l’asset patrimoniale in dotazione, ed è quindi legittimato a monitorare con elevata attenzione gli scostamenti previsti e conseguiti nei budget economici e finanziari: tuttavia, esiste un nesso di causalità tra le azioni ed i comportamenti compiuti, non misurabili economicamente, ed i risultati in contabilità interna che non deve esser tralasciato.
Agendo sugli elementi a monte in un ideale versante che identifica lo scorrere del tempo e la ciclicità dei processi, l’eventuale adesione a questo strumento comporta un duplice vantaggio di matrice:
- temporale : permette di agire tempestivamente qualora si rilevassero delle incongruenze ; - economica e patrimoniale : coerentemente con gli obiettivi del budget tradizionale , in virtù del nesso di causalità che lega i parametri individuati ed i risultati conseguiti, monitorando i processi, tendenzialmente si ottiene un miglioramento dei risultati economici e patrimoniali.
Per il caso in essere sono stati considerate le tre fasi strettamente caratterizzanti l’attività svolta dal consorzio e, successivamente, le principali criticità che ciascuna di queste presenta: per alcune, come la percentuale di incidenza dei costi o le considerazioni