L’ESPERIENZA EMPIRICA
5. LA RICERCA EMPIRICA
5.4. Fasi della ricerca ed osservazioni metodologiche
5.4.1. Analisi di sfondo e definizione dell’oggetto
Sulla base di quanto esposto, si può ora rilevare che il processo che ha condotto alla definizione dell’oggetto di studio è stato piuttosto articolato, ed ha cercato di tenere il più possibile conto di una serie di variabili obiettivamente riscontrabili. Tra queste, si può rammentarne la coppia principale, ovvero: per quanto riguarda la dimensione “in- terna” del luogo metropolitano, la necessità di giungere ad identifica- re, in un contesto territoriale di riferimento a sua volta da individuare, uno spazio urbano limitato308 che avesse tra le sue caratteristiche pre-
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Nella consapevolezza che in ogni ricerca di sociologia urbana – e non potrebbe essere al- trimenti – «l’oggetto spaziale di studio» deve essere «chiaramente definito e delimitato, come
cipue una significativa (sia per numero di soggetti interessati che per intensità) frequentazione di persone in età più che matura; mentre, per quanto riguarda la dimensione “esterna” di suddetto spazio, il fatto che lo stesso godesse di una evidente rilevanza e specificità (sia fisica che sociale) rispetto al territorio limitrofo.
Tuttavia, ancor prima di compiere questa selezione, si è necessa- riamente provveduto a delimitare la macro-area territoriale da prende- re in esame. In merito, essendo consapevoli dell’estrema complessità che contraddistingue l’insieme delle zone e delle aree che – nella loro (talvolta più che marcata) diversità – formano il territorio del Comune di Bologna309, nonché dell’inevitabile margine di arbitrarietà che un simile atto in ogni modo comporta, anche qui si è cercato di tenere conto di parametri, per quanto possibile, riscontrabili ed obbiettivi. Per tale ragione, si è pensato di procedere con l’identificare – non per ul- timo, in considerazione della maggiore facilità con cui sarebbe stato possibile rinvenire dati statistici comparabili – un singolo Quartiere di riferimento, all’interno del quale andare successivamente a ricercare il peculiare oggetto da sottoporre allo studio empirico. Tant’ è che, come si è già avuto modo di appurare, tale scelta è ricaduta su Borgo Pani- gale.
In merito, le motivazioni che ci hanno spinto a concentrarci pro- prio su questo Quartiere sono state diverse (e, in buona parte, già e- sposte nel sottoparagrafo 5.3.2.): in primo luogo Borgo Panigale si presentava, a livello statistico, come l’unità amministrativa subordina- ta al Comune di Bologna che più si avvicinava, per diversi valori rela- momento propedeutico alla ricerca stessa» [Guidicini, 1998: 446]. Di qui la particolare atten- zione che è stata rivolta al processo di individuazione della micro-area sulla quale operare l’indagine.
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Invero, già il fatto di prendere in considerazione, come base per l’individuazione della ma- cro-area di riferimento, il mero Comune di Bologna escludendo a priori, per esempio, i Co- muni della cintura (anch’essi facenti parte dell’area metropolitana bolognese) è da considerar- si, chiaramente, una scelta di campo in parte arbitraria. Però, si sottolinea, solo in parte. Giac- ché occorre altresì osservare che, da un lato, i Comuni della cintura rischiano facilmente di rientrare nei parametri di quel complesso fenomeno – dagli svariati risvolti analitici – che vie- ne ricondotto nei termini della definizione – in parte ancora dibattuta – di periurbano, mentre, dall’altro lato, vi era sin dall’inizio l’intenzione di occuparsi direttamente di una parte della città che ne esprimesse in pieno il carattere comunicazionale; e ciò non poteva che trovare spiccata manifestazione in un’area strettamente metropolitana.
tivi alla sua popolazione – in particolare anziana –, alla media dei va- lori dell’intera città; in secondo luogo era un Quartiere nel cui territo- rio non era compresa una porzione del Centro storico310; in terzo luo- go, pur considerata l’ampia estensione della sua superficie, i residenti si concentravano in alcune aree ad elevata densità abitativa (perciò, in questo, del tutto similari a molte altre parti della città); nonché, per terminare, come diverse altre zone periferiche di Bologna era stato sottoposto ad un fortissimo sviluppo urbano a partire dal Secondo Do- poguerra, al punto che lo stesso aveva mutato rapidamente il volto fi- sico e sociale del suo territorio, peraltro vanificando i già non troppo definiti caratteri del precedente (dal trascorso comunque breve) Co- mune di Borgo Panigale311.
Dopo di ciò, una volta definita l’unità macro-territoriale di rife- rimento, si è dunque proceduto alla selezione del luogo metropolitano da prendere specificatamente in esame. Al tale scopo, sono state svolte alcune attività preparatorie, costituenti la ricerca di sfondo – perlopiù assimilabile ad una analisi d’ambiente con taglio socio-ecologico312 [Guidicini, 1998]. Nello specifico, da un lato si è ricercato, quindi spogliato, del materiale documentario (soprattutto disponibile per mezzo della rete Internet) relativamente al Quartiere, mentre dall’altro lato sono stati realizzati – come osservato in precedenza (nel sottopa- ragrafo 5.3.2.) – alcuni colloqui in profondità, con altrettanti testimoni privilegiati, in merito alla condizione, le abitudini e la presenza degli
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Data la complessità dei fenomeni che coinvolgono i Centri storici delle città metropolitane, nonché i valori ed i problemi di cui gli stessi sono portatori – specialmente per una città come Bologna – si è preferito non prendere in considerazione l’eventualità di una possibile selezio- ne, concentrandoci piuttosto sulle assai più popolate aree periferiche.
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A tale riguardo, l’unica fonte concreta di perplessità, con la quale ci si è confrontati, ri- guardava i trascorsi della zona, in quanto la stessa era stata, prima di essere inglobata nel terri- torio comunale di Bologna, un Comune a sé stante. Tali dubbi sono stati tuttavia fugati in base alle considerazioni precedenti (si veda anche il paragrafo 5.3.2.), nonché alla consapevolezza delle similitudini che la macro-area presentava rispetto ad altre aree periferiche cittadine. 312
L’analisi d’ambiente con taglio socio-ecologico si distingue da quelle con taglio- psicologico, socio-antropologico e socio-economico. Per quanto ci riguarda direttamente, es- sendo stata impiegata come fase preparatoria per l’analisi successiva, ha avuto un valore indi- cativo, e sebbene abbia comportato azioni specifiche (somministrazioni di interviste, analisi di materiale documentale ed osservazione non partecipante) non ha mirato ad uno studio appro- fondito dell’intera macro-area di riferimento. Essa è dunque rimasta sul versante del modello
anziani nel territorio di Borgo Panigale. Nel dettaglio, si ricorda che sono stati intervistati, attraverso colloqui in profondità, il responsabile del Servizio di sicurezza sociale del Quartiere, due Assistenti sociali del S.A.A., nonché una operatrice dell’Ufficio Filtro.
A seguito di quanto illustrato, si è poi provveduto a raccogliere informazioni su quei luoghi indicati come particolarmente frequentati e significativi per le persone anziane (vedi parrocchie, circoli, centri sociali, ecc.), anche per mezzo di sopralluoghi diretti313.Tale fase è stata svolta durante il periodo estivo del 2005, grossomodo tra l’inizio del mese di giugno ed il cominciare del mese di settembre.
Una volta concluso questo secondo passaggio dell’analisi prepa- ratoria, si è infine scelto in qualità di definitivo oggetto di studio – come già sappiamo – il Centro sociale “Il Parco”. La selezione di quello che, più di altri, ci era sembrato un luogo metropolitano mani- festatamene significativo per una quantità più che ragguardevole di anziani, è stata realizzata sulla base delle seguenti considerazioni, riassunte sinteticamente per punti:
- il Centro sociale, unitamente al giardino sul quale il medesimo, per così dire, “sfocia”, nel complesso conferisce forma ad un luogo dai connotati spaziali ben precisi (entrambi sono delimitati da un’unica recinzione) e riconoscibili (sono circondati intera- mente da caseggiati che si affacciano su di essi);
- “Il Parco” è frequentato giornalmente da un numero decisamente elevato di soci (nei mesi invernali la media pomeridiana di pre- senze, in certi orari314, non raramente giunge a toccare le 100 per- sone, mentre da inizio primavera ad inizio autunno, considerando la possibilità di restare all’aperto, il numero degli individui con- temporaneamente presenti nel Centro e nel relativo giardino su- pera abbondantemente la stessa, per giunta per periodi di tempo sensibilmente più lunghi), dei quali la stragrande maggioranza ha un’età superiore ai 60 anni;
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Ovvero dell’osservazione non partecipante. 314
- nonostante possa diventare socio del Centro chiunque ne faccia richiesta (anche minorenni), senza alcun tipo di discriminazione, non solo più del 70% di questi ha una età superiore ai 64 anni (vedi le precedenti Tabelle 11. e 12.), ma gli stessi rappresentano in assoluto il tipo “medio” del frequentatore de “Il Parco”;
- il Centro è interamente auto-gestito da volontari315 – organizzati in squadre di collaboratori sottoposte all’indirizzo di un Consi- glio direttivo interno, composto di 13 membri – e, quel che più conta, pressoché la totalità dei consiglieri e dei collaboratori sono persone anziane;
- “Il Parco” rimane aperto (ed è assiduamente frequentato) tutti i giorni dell’anno, facenti eccezione il giorno di Pasqua, Natale, il primo gennaio ed il giorno di Ferragosto;
- infine – ma quest’ultimo punto merita una successiva e distinta precisazione metodologica – era prevista presso il Centro, a parti- re dal dicembre 2005, l’avviarsi di una attività informativa di au- silio agli anziani della zona, che avrebbe dovuto essere gestita in- teramente dai volontari iscritti allo stesso.
Dal complesso degli elementi sopra elencati si può facilmente comprendere il motivo che ci ha spinto a prendere in esame, come luogo metropolitano, “Il Parco”. Esso, infatti, certamente rappresenta- va – e rappresenta tuttora – un punto di riferimento sul territorio per gli anziani, ciononostante non per questo lo si può considerare in sé unico o speciale316, bensì “solamente” significativo. Del resto, la ricer- ca della peculiare significatività dell’oggetto di studio si riallaccia, in maniera naturale, al tipo di approccio utilizzato – lo studio di caso
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Caratteristica comune ai Centri sociali anziani. 316
Basti pensare che, nella sola Bologna, i Centri sociali anziani sono presenti nei nove Quar- tieri, nella misura di 34 Centri in tutta la città. Per quanto riguarda, poi, il caso specifico di Borgo Panigale, oltre a “Il Parco” vanno ricordati il Centro sociale Ansaloni, collocato però all’interno di uno stabile dell’omonima cooperativa, ad uso principale dei residenti degli ap- partamenti protetti edificati, e Villa Bernaroli, aperta a solamente per metà dell’anno, nel pe- riodo compreso tra l’inizio primavera e l’inizio autunno.
singolo317 – a cui si fa ricorso per la presa in esame di fenomeni com- plessi, per articolazione e numerosità degli elementi che li compongo- no, unitamente alla corrispondente difficoltà a trattare gli stessi sepa- ratamente [Yin, 1996] – come peraltro accade di frequente in seno agli studi che, in qualche modo, hanno a che fare con la componente “territorio”318.