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Capitolo 4: Commento traduttologico ai capitoli tradotti

5. L’analisi della lingua

In “La traduzione saggistica dall’inglese”, Osimo dedica il secondo paragrafo del primo capitolo all’analisi linguistica, affermando che:

Affrontare l’analisi linguistica di un testo significa individuarne il soggetto da un punto di vista semantico e le relative parole chiave. […]

Perciò una delle prime operazioni necessarie consiste nell’individuazione del tema e dei motivi di un testo, in modo da avere la possibilità di garantirne la coerenza anche una volta tradotto. […] Un altro aspetto importante da focalizzare è la relazione tra lo stile dell’autore e gli standard del suo genere. L’autore può porsi in relazione più o meno conflittuale o conformista nei confronti degli standard culturali prevalenti, e tale atteggiamento in linea di massima dovrebbe essere riproposto nel metatesto. Nell’economia di un dato testo e della sua traduzione, lo stile dell’autore può essere più o meno predominante; per questo motivo, come avviene con tutte le altre caratteristiche testuali, se ne tiene conto di più o di meno a seconda delle singole strategie comunicative, traduttive.61

Queste parole si riferiscono solo ad una minima parte del processo di analisi linguistica.

Individuare il soggetto da un punto di vista semantico non risulta essere facile in un’opera come quella presa in esame in quanto, come si è detto, nonostante l’argomento sia di stampo storico, non esiste un vero e proprio glossario di parole chiave che contraddistingua il testo rispetto ad altri. Sono stati creati, ad ogni modo, due glossari: uno dedicato alla terminologia militare, che comunque viene spesso utilizzata all’interno dell’opera sebbene non ne costituisca la dominante semantica, e l’altro dedicato ai personaggi storici menzionati solo una volta nel corso dei capitoli tradotti.

Per quanto riguarda, invece, la relazione tra lo stile dell’autore e gli standard del genere, si può certamente affermare che quest’ultimo è costituito da opere spesso a sfondo accademico, caratterizzate da uno stile spesso retorico, storico ed informativo. La serietà degli argomenti viene rispettata anche nello stile, spesso forbita, occasionalmente arricchita da artifici retorici ma molto attenta alla forma.

Quest’opera si distingue proprio per lo stile, come precedentemente detto: semplice, dinamico, spiritoso, informale, talvolta ironico, scorrevole e piacevole. Gli artifici retorici sono pressoché inesistenti ma il tono non può certo essere considerato basso ma semplicemente colloquiale, come se si trattasse di un “racconto” tramandato oralmente.

Di certo si può dire che l’autore non segue esattamente gli standard normalmente dettati dal genere testuale dell’opera con il quale ha un rapporto che potrebbe essere

effettivamente considerato “conflittuale”, come suggerisce Osimo. Nella traduzione si è cercato di mantenere questo distacco dalle linee standard del genere, tentando di mantenere lo stile dell’autore in ogni singola frase.

L’opera non sempre risulta chiara e scorrevole durante il processo di traduzione: per un lettore madrelingua, come precedentemente detto, risulta tutto chiaro e ben comprensibile, godibile a livello argomentativo e semantico. Per un lettore non madrelingua - nello specifico, il traduttore - buona parte del testo risulta chiara, di relativamente facile interpretazione. Altri punti, invece, sembrano più criptici e di comprensione non semplice, soprattutto quando l’autore cita versi antichi oppure fa riferimento a figure storiche non particolarmente celebri (quindi, si deduce, probabilmente sconosciute anche a lettori madrelingua che non hanno una conoscenza molto vasta del periodo Ming).

Come si è detto, il linguaggio scelto dall’autore è schietto, a volte sottilmente ironico, a volte deliberatamente diretto ed è importante sottolineare quest’ultimo aspetto: Dangnian Mingyue si rivolge spesso e volentieri ai lettori proprio come se stesse dialogando con loro, o meglio, come se il suo monologo fosse rivolto a loro in quanto pubblico.

Egli parla spesso in prima persona:

我认为,这不是真实的朱重八。

A mio parere, però, questa non è la vera natura di Zhu Chongba. (p.53)

我认为这样的朱重八才是真正的英雄,一个战胜自己,不畏惧死亡的英雄。

Penso che questo sia il vero eroe Zhu Chongba, una persona in grado di vincere contro se stesso, un eroe che non teme la morte. (p.53)

所以我认为中国历史上的衣民起义确实是值得肯定的,他们也许不是那么厚到,他们也许 有着自己的各种打算,但他们却是别无选择。

Quindi credo che le rivolte contadine della storia della Cina meritino di essere ricordate: forse coloro i quali vi prendevano parte non erano le persone più oneste al mondo, probabilmente avevano le loro idee, ma non avevano davvero altra scelta. (p.55)

好了,这就够了,我不用再问了。

Bene, basta così, non serve che dica altro. (p.71)

Dangnian Mingyue condisce altrettanto spesso le spiegazioni con espressioni che lasciano intendere che si tratta della sua personale opinione. Oltre a rivolgersi ai lettori, sembra che l’autore tenti di entrare in contatto anche con i protagonisti dell’opera incoraggiandoli, invitandoli a desistere e così via, proprio come se stesse dialogando con loro.

Sono frequenti le domande rivolte a questi ultimi, ai lettori, ma anche alcune di stampo retorico. Ecco alcuni esempi tratti dall’opera:

他已经很知足了,他能吃饱饭,这就够了,不是吗? Si sentiva soddisfatto, sazio, doveva bastargli, no? (p.48) 反正饿死也该,谁让你是朱重八。

Chi te l’ha fatto fare, Zhu Chongba, se dovevi morire di fame! (p.49) 是的,朱重八,只有失去一切,你才能明白自己的力量和伟大。

Sì, Zhu Chongba, solo attraverso la perdita di tutto quanto ti sei reso conto della tua forza e della tua grandezza. (p.49)

是的,即使你拥有人人羡慕的容貌,博览群书的才学,挥之不尽的财富,也不能证明你的 强大,因为心的强大,才是真正的强大。

Sì, anche se ricevete sguardi d’invidia, se siete acculturati, se siete così ricchi da poter sperperare tutte le ricchezze che volete, in realtà poco importa, perché la vera forza è quella del cuore. (p.50)

A dimostrazione di quanto detto sullo stile adottato da Dangnian Mingyue per l’opera è il primo capitolo: un vero e proprio curriculum vitae del primo imperatore Ming. Un modo senza dubbio insolito per presentare il personaggio in questione e le sue origini.

Si è parlato, prima, di due glossari: uno dedicato alla terminologia più “tecnica” che fa riferimento all’ambito militare, necessariamente utilizzata nel corso dei capitoli per delineare i profili dei personaggi ma anche le azioni ed i fatti; l’altro glossario, invece, è interamente dedicato alle informazioni che riguardano alcune figure storiche menzionate en

passant dall’autore ma di cui, con ogni probabilità, un lettore straniero non ha mai sentito

parlare. La necessità di creare questi due glossari viene proprio dalle difficoltà incontrate nel processo traduttivo, per cui non sempre è stato semplice capire di chi si stesse parlando (trattandosi, appunto, di un personaggio sconosciuto), oppure trovare la giusta resa di un termine, magari già menzionato in altro modo.