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Capitolo 3: Traduzioni dei capitoli selezionati

6. Settimo capitolo – Un rivale terribile

6.2. Il crudele Chen Youliang

Nell’esercito ribelle degli ultimi anni della dinastia Yuan, molti leader non avevano opposto resistenza contro la dinastia Yuan, non erano riusciti a resistere all’attrattiva delle lusinghe e si erano riappacificati, anche se anche Zhu Yuanzhang una volta aveva mandato notizie segrete alla dinastia Yuan, ed era l’unica persona, dall’inizio alla fine, che si era ribellata al governo degli stranieri della dinastia Yuan, che aveva avuto il coraggio di agire e

56 L’analisi in questione si basa su una tecnica di predizione del futuro (chaizi 拆字) che, a differenza degli esagrammi del

Classico dei mutamenti precedentemente menzionati o di altri metodi, consiste nello scomporre i tratti che compongono uno o più caratteri cinesi. Nel caso specifico, l’autore fa riferimento al nome del regno Tianwan 天完: togliendo il tratto orizzontale superiore al primo carattere si ottiene 大; con lo stesso procedimento, togliendo la parte superiore al secondo carattere si ottiene 元.

57 Dà 大 significa “grande”; Yuan 元 è il nome della dinastia regnante. Sembrava quasi, quindi, che il nome scelto da Xu

di prendersi le sue responsabilità, che si era rifiutata di sottomettersi, che era andata avanti fino alla fine, dimostrando infine di essere davvero un uomo coraggioso!

Chen Youliang, di sesso maschile, nato nel 1320, di cognome originariamente faceva Xie, di mestiere faceva il pescatore ed era nativo di Mianyang (odierna Xiancao, nell’Hubei). Una volta nella contea aveva lavorato alla stesura di documenti ufficiali, ma dopo l’arrivo dell’esercito ribelle di Xu Shouhui al suo paese natale, entrò a farne parte. Grazie alla sua cultura ed ai suoi progetti, ben presto conquistò la fiducia di Xu Shouhui e dell’allora primo ministro Ni Wenjun.

Il tredicesimo anno Zhizheng (1353), Xu Shouhui si era già proclamato imperatore (in modo politicamente scorretto), ed i governanti della dinastia Yuan concentrarono le truppe in alcune province, circondando Xu Shouhui, prendendo e distruggendo la capitale. In quell’occasione Peng Yingyu morì in combattimento. Quando Xu Shouhui riprese conoscenza, guidò le truppe in ritirata fino a Huangmei, nell'Hubei, combattendo da guerrieri, consolidando allo stesso tempo l'esercito. I Turbanti Rossi lanciarono in seguito una controffensiva su larga scala per riconquistare il Jiangxi, l’Hunan e la contea di Hanyang (attuale Wuhan) e fondare di nuovo la capitale, chiamando il regno Taiping.

Allora la tecnica di Xu Shouhui per riorganizzare le truppe era davvero terribile: sulla schiena di ogni soldato scriveva una parola buddhista, cercando di convincerli che in quel modo né le parole né le lame li avrebbero trafitti. Questa bugia sembrava facilmente smascherabile perché una volta sui campi di battaglia i soldati si sarebbero accorti che non era vero (chi non ci crede provi un po’ a colpirsi); questa menzogna aveva anche delle ripercussioni: se qualcuno veniva ucciso in combattimento, la sua morte non era attribuibile al finto trucco della parola sulla schiena, ma al suo cuore insincero. Ciò significa, se non muori è merito mio perché ti ho scritto la parola sulla schiena, se muori è colpa tua perché non sei stato sincero!

Questa logica assurda che assomigliava a quella di “Comma 22”58 dava, però, i suoi frutti; quindi i suoi soldati prima di andare sul campo di battaglia dovevano leggere i testi buddhisti, cosa del tutto incomprensibile per i soldati Yuan che pensavano persino di essersi imbattuti in un gruppo di monaci.

A differenza di questi ultimi, i suoi generali non erano vegetariani ma erano i migliori che si potessero avere. I subordinati di Xu Shouhui erano i cosiddetti 4 guerrieri di Buddha, presi uno alla volta erano Zou Pusheng (comandante in carica), Ding Pulang (un pazzo, ne

parleremo in dettaglio più avanti), Zhao Pusheng (lama invincibile) e Fu Youde (mai subìto una sconfitta). Questi quattro personaggi a capo delle truppe spazzarono via con un soffio l'esercito Yuan, fondando il regime Tianwan.

Nell'esercito di Xu Shouhui il codice di fratellanza era qualcosa a cui i compagni davano molta importanza: se qualcuno avesse voltato le spalle ad un compagno, sarebbe stato disdegnato da tutti e punito; questo sistema organizzativo ci fa facilmente pensare alla famosa cricca mafiosa Hong Xing. Ma come esistono persone integre a livello morale, esistono anche persone per nulla integre moralmente, sin dai tempi antichi è sempre stato

così, senza eccezione.

Il primo ministro Ni Wenjun era uno di questi. Sempre schierato dalla parte di Xu Shouhui, lo conosceva bene e non solamente come generale; non una goccia del suo talento era andata sprecata, era una persona universalmente erudita, che eccelleva sia in letteratura sia in affari militari, la sua attività dipendeva strettamente dalla leadership di Xu Shouhui, quindi cercò di assassinarlo prendendo il trono. Ma venne smascherato e non aveva altra via d'uscita se non quella di fuggire da Hanyang e dirigersi a Huangzhou, in quanto Huangzhou era il nascondiglio segreto di Chen Youliang.

Ni Wenjun si era sempre fidato di Chen Youliang: non era solamente il suo leader ma l'aveva anche promosso ad un alto rango dell'esercito, lo si potrebbe considerare il suo mentore.

Tuttavia aveva dimenticato il vecchio detto cinese “tale insegnante, tale allievo”. Che tipo di persona era Chen Youliang? Bastano poche parole per descriverlo: crudele e spietato, irruento e senza inibizioni. A giudicare dal comportamento che adottò in seguito, si evince che non c'era davvero niente che non osasse fare; se gli altri consideravano il codice di lealtà come un elemento imprescindibile, egli era dell’opinione che fosse tutto un mucchio di sciocchezze.

Altri non avrebbero mai avuto il coraggio di uccidere il proprio capo o i propri compagni. Lui non esitò neppure per un istante, e dopo aver compiuto il gesto, ammise con indifferenza che era stato lui, qualche problema?

Per analizzare questo personaggio bisogna partire dalla sua infanzia. Proveniva da una famiglia di pescatori, per l’esattezza pescatori di bassa estrazione sociale, un tipo di pescatori che non toccava terraferma in epoca Yuan, che viveva in barca, e con cui neanche

i contadini volevano avere nulla a che fare perché avevano addosso un odore di pesce che proprio non riuscivano a togliersi. Chen Youliang era cresciuto in questo tipo di ambiente.

Sin da quando era piccolo aveva sofferto molto la discriminazione da parte degli altri, gli insulti, così come il fuggi fuggi generale delle persone quando lo vedevano e le espressioni sui loro volti, tutto questo fece sì che in cuor suo ci fosse un profondo complesso d’inferiorità. Secondo lui, per cambiare il proprio destino bisognava fare affidamento solamente su se stessi!

Studiava sodo e alla fine trovò un posto di lavoro come compilatore di documenti ufficiali in un ufficio della contea dove risiedeva, ma quel lavoro non gli faceva onore, le persone che non avevano alcun riguardo nei suoi confronti c’erano anche lì e come prima lo guardavano con disprezzo, spesso li sentiva mormorare e bisbigliare e tutto questo lo faceva impazzire.

Lo studio non cambiava la dignità di una persona e dopo aver pensato a lungo, Chen Youliang sembrava avesse trovato un modo per farsi rispettare dagli altri.

Salire, salire senza fermarsi mai, fino ad arrivare al punto più alto, “quelli che prima mi guardavano dall’alto in basso, alla fine dovranno inchinarsi di fronte a me.”

Quindi quando l’esercito ribelle di Xu Shouhui arrivò al suo paese natale, proprio il funzionario pubblico del governo Yuan, Chen Youliang, si unì alla rivolta, ed indirizzò la sua lancia verso chi gli dava da vivere: la dinastia Yuan. Ovviamente il motivo per cui si era unito ai ribelli era notevolmente diverso rispetto ai poveri contadini, e questo è un segnale rappresentativo del cuore di Chen Youliang, luogo dove fedeltà e lealtà non esistevano.

In cuor suo, l’unica cosa importante era il potere e lo status sociale, quando fosse stato superiore a tutti, nessuno avrebbe più osato disprezzarlo!

Di tutte le cose che Chen Youliang aveva studiato, i quattro libri, i cinque classici e gli antichi generi letterari cinesi59, non c’era niente d’importante; ciò che conosceva alla perfezione era: “uccidi tutti per non lasciare testimoni”, “taglia l’erba ed estrai le radici”, “la tempra ed il coraggio fanno di una persona un uomo vero”, era questa la sua filosofia di vita. Anche la sfacciataggine era una sua specialità. Ciò che Ni Wenjun apprezzava di lui era proprio questo, ma quello che non immaginava era che, un giorno, Chen Youliang potesse darne dimostrazione sul suo corpo.

59 La letteratura cinese può vantare migliaia di anni di storia e moltissime opere. Nel testo vengono menzionati i 4 libri del

confucianesimo Sìshū 四书 (“Il grande studio”, “Il giusto mezzo”, i “Dialoghi” e il “Mencio”), i 5 classici wǔjīng 五经(“Il Classico dei mutamenti”, “Il Classico dei versi”, “Il Classico dei documenti”, “Il Classico dei riti” e gli “Annali delle primavere e degli autunni”) nonché filosofia, poesia e storia, i generi che caratterizzarono e che ancora caratterizzano la produzione letteraria cinese.

Quando corse da Chen Youliang, Ni Wenjun era sfigurato dalla rabbia; Chen Youliang lo fece comunque accomodare amichevolmente, gli preparò una stanza da letto, gli lavò i vestiti e gli fece compagnia. Ni Wenjun si rese conto che era al cospetto di quello che lui considerava un vero amico e vuotò il sacco, sempre più furioso man mano che raccontava, piangendo. Chen Youliang lo guardò con tranquillità e gli fece la domanda cruciale:

“Come stanno Zhao Pusheng e gli altri?”

Udite queste parole, Ni Wenjun sentì la tristezza abbattersi su di lui: “Quelle persone non le conosci, sono seguaci sfegatati di Xu Shouhui. Ma sono sicuro che se uniamo le forze, insieme potremo sconfiggerli.”

Bene, basta così, non serve che dica altro.