Istituto di Istruzione Superiore “Lorenzo Rota” di Calolziocorte anno scolastico 2011 - 2012
ANALISI DELLE OBIEZIONI:
1. Abelardo scrive anche “le mie mani correvano più spesso al suo seno che ai libri”, rivelando che la sua era soprattutto passione fisica.
2. Però Abelardo non volle mai rendere realmente pubblica la sua relazione, tanto che il matrimonio dovette essere celebrato in segreto per non nuocere alla sua reputazione.
3. Abelardo soffrì separandosi da Eloisa, ma non abbastanza da lasciare tutto per vivere con lei. Fin dall’inizio era disposto solamente ad intraprendere una relazione clandestina e aveva messo al primo posto nella sua vita la filosofia.
4. Inizialmente l’intenzione di Abelardo è di proteggere Eloisa e non di imporre una vita monastica. Successi-vamente però le consiglia fortemente di abbandonare la passione dei suoi confronti e di dedicarsi più attiSuccessi-vamente alla vita religiosa.
5. Successivamente in altri ragionamenti simili a questi considera anche quanta libertà gli avesse dato Fulber-to nei confronti di Eloisa ingenuamente, “come se egli affidasse una tenera agnella ad un lupo affamaFulber-to”. Abelar-do infatti considera come il permesso di batterla gli avrebbe dato la possibilità , in caso di un suo rifiuto, di usare la forza per piegare la fanciulla.
B. Sembra che Eloisa non abbia amato Abelardo
1. Eloisa viene definita da Abelardo nella Historia calamitatum come una “fanciulla”; quando Abelardo la conosce, Eloisa non ha ancora compiuto diciassette anni. Il presunto amore di Eloisa per Abelardo, dunque, sem-brerebbe essere una semplice infatuazione giovanile, causata dall’inesperienza in amore della stessa Eloisa e di Abelardo, che è al suo primo amore. Eloisa potrebbe aver quindi idealizzato ed esasperato il reale valore dei suo rapporto con Abelardo trascinata dall’emozione e dalla passione del suo primo innamoramento Dunque, Eloisa non ha davvero amato Abelardo.
2. La differenza di età tra i due amanti e soprattutto la grande fama di Abelardo quale uomo dotto, erudito e dì vasta intelligenza deve aver influenzato non poco il rapporto con Eloisa. Quest’ultima, infatti sembra aver as-sunto la figura di Abelardo, più che come quella di amante, come quella di maestro o di padre. Ella stessa con queste parole apre una sua lettera ad Abelardo (lettera II: “Al suo signore, anzi padre … la sua ancella, anzi figlia”. E d’altra parte anche Abelardo afferma nella Historia: “…pensai di iniziare con lei una interessante relazione, ed ero sicuro che nulla mi sarebbe stato più facile: avevo allora una tate fama e un tale fascino … che a qualsiasi donna mi fossi degnato di offrire il mio amore, non avevo timone di ricevente alcun rifiuto”. A ciò va aggiunto quanto Eloisa stessa dichiara nella lettera II: “Quale sposa o quale vergine non si consumava per te quando non c’eri e non diventava di fiamma quando le stavi accanto? Quale regina, quale donna potente non invidiava le mie gioie e il mio letto?”. Dunque, Abelardo possiede un ascendente su Eloisa che lo mette, in un certo senso, in una posizione di superiorità psicologica, divenendo per lei una figura più paterna che di amante. Eloisa, allora, non ha amato Abelardo.
3. Eloisa si oppone decisamente alla propria unione in matrimonio con Abelardo, sacramento che suggelle-rebbe un amore definitivo. Eloisa arriva addirittura ad affermare (lettera II) “E anche se il nome di sposa può ap-parire più santo e più decoroso, per me fu sempre più dolce quello di amica, perfino quello di amante, se non ti offendi, o di sgualdrina”. Dunque, Eloisa rifiuta un’unione con Abelardo che sia definitiva, duratura e non è dispo-sta ad amarlo e a dedicarsi a lui per sempre. Eloisa, dunque, non ha amato Abelardo.
4. Bisogna sottolineare che, dopo il suo ingresso in monastero, per Eloisa era sostanzialmente impossibile ma-turare nuovi amori È dunque comprensibile che ella tendesse a rimanere particolarmente legata al suo rapporto con Abelardo e ad idealizzare il valore di tale rapporto ben oltre quello che esso era effettivamente E difatti, Eloi-sa sembra sempre perEloi-sa nel triste ricordo dei momenti felici trascorsi con Abelardo, senza lo sguardo rivolto al presente e alla continuità del loro rapporto dopo la separazione Questo atteggiamento è ben evidente in due let-tere di Eloisa ad Abelardo (nella II e ancor più nella IV), e tanto attaccamento ai ricordi viene rimproverato dura-mente alla giovane dallo stesso Abelardo, in una sua lettera successiva ad Eloisa (lettera V). Dunque, Eloisa, in re-altà, è più legata a vecchi ricordi sbiaditi che alla persona di Abelardo. Eloisa, allora, non ha amato Abelardo.
IN CONTRARIO Eloisa, nella lettera II, indirizzata ad Abelardo, afferma: “E sai che [la mia anima] si troverà
be-ne con te, se ti troverà ben disposto, se le darai amore in cambio dell’amore che ti porta, anche poco in cambio di tanto, tantissimo […], ho fatto tanto per renderti sicuro del mio amore”.
RISPONDIAMO Si possono fare diverse considerazioni riguardo al sentimento provato da Eloisa nei confronti
di Abelardo.
Platone, nel suo Simposio, sostiene che l’amore è un sentimento che procede e si sviluppa per gradi: dappri-ma ci si affeziona a “un bel corpo per arrivare a superare il lato particolare della corporeità, nella consapevolezza dell’esistenza di un’unica identica bellezza fisica”; dopodiché avviene “il riconoscimento della superiorità della bellezza dell’anima rispetto a quella del corpo”; quindi “colui che è nettamente guidato nelle cose d’amore riusci-rà ad ammirale la bellezza, dapprima particolare, poi universale”; e così gli si riveleriusci-rà la “bellezza eterna, che non nasce e non muore, non s’accresce né diminuisce”. Ora, è indubbio che Eloisa abbia raggiunto il primo di questi gradi; sia dal racconto di
Abelardo, che dalle lettere cariche di ricordo e struggimento di Eloisa stessa, si evince come il rapporto tra i due sia stato pervaso da una forte sensualità e si sia presentato come un’accesa passione carnale. Eloisa, poi, co-me Abelardo. procede nel secondo grado di amore: anche dopo il tragico fatto dell’evirazione di Abelardo, ella non cessa di amarlo, anzi si sottomette ancor più al suo volere e, una volta in monastero, mai lo dimentica. Non lo dimentica tanto da esprimere con toni accesi e forti la sua disperazione davanti alla freddezza con cui Abelardo sembra porsi davanti all’amore di cui ella ancora arde per lui. Che Eloisa riesca a giungere all’ultimo grado
dell’amore così come definito da Platone non è del tutto certo. Senza dubbio ella fatica ad ascendere dall’amore più propriamente terreno, nei confronti di Abelardo, ad un amore più elevato, in Dio. Abelardo vi riesce, ma biso-gna anche dire che egli risulta certamente condizionato dalla mutilazione subita; per Eloisa, invece, che tutta si è dedicata ad Abelardo, il distacco fisico dal suo amato risulta più amaro. Eloisa, dunque, ha bisogno che qualcuno “rettamente la guidi nelle cose d’amore” e che la conduca verso l’Amore eterno. E questo qualcuno è proprio A-belardo, che, invitandola con fermezza nella lettera V ad abbandonare i vecchi ricordi la spinge ad elevare il suo amare verso un Che di più alto, ossia verso Dio. Non è possibile stabilire se Eloisa sia poi riuscita a giungere a quel più atto grado d’amore; quel che e certo è che ella ha amalo Abelardo sia nel corpo che nello spirito, e questo ba-sta a ba-stabilire che Eloisa ha amato Abelardo. Anzi, il mancato raggiungimento dell’ultimo grado di amore è segno di come l’amore di Eloisa verso Abelardo non abbia mai corso il rischio di sfociare in un amore idealizzato, tenden-te all’assoluto, ma sia stato sempre un amore fortenden-tementenden-te tenden-terreno, legato strettamentenden-te alla figura di Abelardo.
Una seconda considerazione va fatta. Il sentimento che ha unito Eloisa ad Abelardo è stato un sentimento for-temente tragico, un sentimento costanfor-temente accompagnato dal dolore e dalla sofferenza (anche agli albori dei loro rapporto i due dovevano sopportare il dolore di potersi incontrare solo nascostamente). Ora, l’uomo per sua natura rifugge il dolore e si protende verso l’esatto contrario del dolore, ossia la felicità. L’amore è, come afferma anche Platone, costante desiderio di bellezza e di bene, e il bene è ciò che soddisfa la più completa natura dell’uomo, ovvero è la fonte della felicità. Se il sentimento provato da Eloisa nei confronti di Abelardo non fosse stato un sentimento di amore, ossia di ricerca di felicità nella sua unione con Abelardo, e considerato che l’unione tra Abelardo ed Eloisa è stata costellata di eventi tristi e dolorosi, Eloisa non avrebbe avuto motivo di protrarre tanto a lungo la sua unione con Abelardo. Sarebbe stato contro la natura stessa dell’uomo, infatti, che Eloisa man-tenesse un rapporto che era per lei innanzitutto causa di grandi sofferenze, qualora non fosse stata animata da un sentimento che la induceva a sperare (se non ad essere certa) di trovare la felicità nella sua unione con Abelardo.
È possibile fare una terza considerazione. Il sentimento amoroso implica e presuppone sempre una dipenden-za dall’altro da parte di ciascuno dei due amanti, L’amore è, infatti, un implicito riconoscimento della insufficiendipenden-za del singolo uomo nel tentativo di conseguire la felicità; il sentimento d’amore spinge l’uomo, perciò, alla ricerca della felicità nell’unione con un’altra persona e, di conseguenza, crea un legame di interdipendenza tra i due a-manti. Infatti, la felicità dei due singoli amanti diventa un’unica felicità comune: l’uno non può essere felice se l’altro non lo è. Per questo, ciascuno dei due amanti è pronto al sacrificio per la felicità dell’altro, poiché sa che la sua felicità non può esistere se non vi è quella dell’altro, tanto le due sono ormai legate. Ora, è chiaro che Eloisa è dipendente da Abelardo. La sua vita è stata indissolubilmente legata a quella del suo amato e la sua dipendenza da Abelardo si è manifestata come una dedizione assoluta; ella stessa afferma nella lettera II “io ti ho sempre ub-bidito con fervore, ho sempre fatto quello che tu mi dicevi di fare- [ ] e con questo ho voluto dimostrarti che tu eri l’unico padrone non solo del mio corpo ma anche della mia anima”. Dunque, Eloisa ha amato Abelardo.
Un’ultima considerazione va fatta. L’amore, espresso ai suoi livelli più alti, assume caratteristiche che vanno ben oltre la semplice dipendenza dall’altro in vista di una felicità comune. L’amore, infatti, arriva a causare nell’uomo il desiderio del (o perlomeno la disposizione: al) donarsi completamente per il bene dell’altro. Questa caratteristica peculiare del sentimento amoroso assume forse un valore più forte ed una giustificazione all’interno di una visione cristiana della vita (qual era quella di Abelardo ed Eloisa): il donarsi per il prossimo è uno dei valori centrali dei messaggio cristiano; tuttavia, sia all’interno di tale tipo di visione sia (ed ancor più) in una visione più “laica” ciò porta ad un paradosso. Infatti è proprio l’amore ad assumere la forma paradosso: per il bene e la felici-tà della persona amata si è pronti ad annientare addirittura il proprio bene e la propria felicifelici-tà- Eppure, l’amore dovrebbe avvicinarci alla felicità, non annientarla. La carenza di razionalità, d’altra parte, è un’altra delle caratteri-stiche peculiari del sentimento amoroso, che non è comprimibile dentro rigidi schemi mentali: già i Greci, infatti, concepivano l’uomo come unione di una parte razionale (il lògos) con una parte irrazionale (l’eros, forza di vita, e lo thanatos, forza di morte). Eloisa si trova pienamente coinvolta in questo paradosso, in questa, “follia” amorosa. Ella accetta per volere di Abelardo di ritirarsi nel monastero di Argenteuil (“per mio comando, Eloisa aveva spon-taneamente preso il veto ed era castrata in monastero”, Historia calamitatum, la stessa affermazione è parados-sale) e confessa nella lettera II: “Può sembrare strano, ma ero talmente pazza d’amore che ho rinunciato perfino all’uomo che amavo, senza alcuna speranza di poterlo un giorno riavere; una tua parola è bastata perché con l’abito mutassi anche il cuore”. Eloisa, quindi, annienta la propria felicità in nome della felicità di Abelardo, e cede ad un atteggiamento irrazionale che solo 1’amore può provocare Dunque, Eloisa ha amato Abelardo.