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SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:

Nel documento www.sfi.it Registrazione: ISSN 1128-9082 (pagine 106-110)

Istituto di Istruzione Superiore “Lorenzo Rota” di Calolziocorte anno scolastico 2011 - 2012

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:

1. Folques de Deuil non testimonia in questo passo un fatto certo, ma sostiene soltanto un’idea generale. Non si tratta che di voci, per meglio dire, calunnie (cfr. il corpo): “come si dice…, come si racconta …, come mi hanno detto”.

2. La possibilità di avere donne non è lo stesso che averle. Abelardo non aveva tempo e desiderio per le don-ne. Non gli sarebbe convenuto, non voleva macchiare la sua reputaziodon-ne. Il fatto è che la fortuna (cattiva sorte) lo ha invitato da Eloisa e a questa donna, colta e appassionata per gli studi letterari, e quindi non più semplicemente “femmina”, ha voluto concedere il suo amore.

3. Non c’è motivo per dubitare di Abelardo quando sostiene la sua castità, viste le considerazioni presenti nel corpo.

B. Sembra che Abelardo non abbia amato Eloisa

1. Leggendo l’Historia sembra che Abelardo abbia freddamente pianificato l’incontro con Eloisa.

Eloisa, nipote di Fulberto, viene descritta da Abelardo come “non ultima per bellezza”, di “profonda cultura” e “di certa fama”. Con lei avrebbe potuto “iniziare un’interessante relazione”. Essendo Eloisa “colta e appassionata di lettere”, nella lontananza si sarebbero “sentiti l’uno accanto all’altra” scrivendosi delle lettere. Abelardo dice di avere “studiato” il modo di avvicinarsi a Eloisa, il modo di intrecciare con lei rapporti quotidiani e familiari, per rendersela amica, in modo da indurla più facilmente a cedergli. Fulberto, infine, fa notare Abelardo, era molto a-vido di denaro e proprio per questo non fece questione di denaro sull’affitto della camera.

Insomma, un calcolo, un assedio, preparato nei dettagli. Abelardo non ha dunque amato Eloisa.

2. Nell’Historia Abelardo non esprime alcuna considerazione paterna alla notizia della gravidanza di Eloisa. Scrive Abelardo: “Non molto tempo dopo Eloisa si accorse di essere incinta. Subito me lo scrisse piena di gioia e di entusiasmo, domandandomi che cosa dovesse fare”. Abelardo prosegue poi il resoconto dicendoci semplicemen-te di avere rapito Eloisa e di averla condotta in Bretagna a partorire da sua sorella. Se Abelardo avesse amato Eloi-sa avrebbe condiviso con lei, anche per iscritto, sentimenti di gioia per il nascituro. Non essendoci nessun com-mento di questo genere si può ipotizzare che per Abelardo la gravidanza si configuri semplicemente come un’ulteriore difficoltà. Insomma, Abelardo non amava Eloisa.

3. Il matrimonio di Abelardo sembra semplicemente una soluzione di ripiego non certo una scelta d’amore. Dopo essersi recato dall’impazzito Fulberto che lo accusava di rapimento, Abelardo si dichiara “disposto a dargli una soddisfazione che andava al di là di ogni sua speranza”, e cioè di essere pronto a sposare colei che aveva se-dotto “a patto che ciò avvenisse in segreto, perché non nuocesse alla” sua “reputazione”. Abelardo non amava dunque Eloisa.

4. Scrive Abelardo che lo zio Fulberto e i suoi familiari “cominciarono a mettere in giro la notizia del matrimo-nio, tradendo la promessa che mi avevano fatto in proposito. Eloisa giurava e spergiurava che era tutto falso”, ma veniva angariata di continuo. Abelardo, quando lo seppe, la portò “nell’abbazia femminile di Argenteuil” e la co-strinse all’abito religioso. Sui motivi Abelardo non si dilunga ma si può presumere che sia stato per paura che con-fermasse la diceria del matrimonio a danno della sua “reputazione”. Abelardo, dunque, non amava Eloisa.

5. Scrive Abelardo nella lettera V: “Tu sai a quale turpe schiavitù aveva asservito i nostri corpi la mia sfrenata passione: non c’era alcuna forma di decenza e alcun rispetto per Dio … Quando tu non volevi o ti opponevi o cer-cavi di dissuadermi come potevi, visto che eri la più debole, io ricorrevo a minacce e alle percosse per forzare la tua volontà. Ormai ti desideravo con tanto ardore che per soddisfare quelle misere e sconce voluttà che ora mi vergogno perfino di nominare, avevo dimenticato tutto, e Dio e me stesso”. Abelardo non amava Eloisa.

IN CONTRARIO: Nella lettera V Abelardo scrive: “E se davvero, come dici, tu vuoi solo piacermi in tutto e per

tutto, allora, per non tormentarmi più o almeno per farmi piacere, allontana una volta per tutte questo astio che ti impedisci di piacermi completamente e di raggiungere la beatitudine eterna insieme con te”.

RISPONDO: Come già aveva fatto notare Platone nel Simposio vi è una duplice considerazione dell’amore: c’è

Afrodite Urania e Afrodite Pandemia, cioè l’amore celeste e l’amore che appartiene a tutti.

Il primo amore è un amore in Dio, segue l’anima anche se ad essa non si ferma, fugge ogni “macchia di sospet-to”, è fedele anche nell’infedeltà e vuole l’eternità per il suo amato essendo “desiderio di possedere il bene per sempre”.

Il secondo è un amore volgare, legato più ai corpi che all’anima, sregolato perché incapace di elevarsi a Dio, cioè all’idea del bello in sé e del Bene in sé, secondo una terminologia Platonica.

Si deve aggiungere poi che non si può pervenire subito alla pratica dell’amore celeste ma bisogna procedere per gradi.

Come sostiene Platone nel Simposio [210 e – 211 a], prima ci si affeziona a “un bel corpo per arrivare a supe-rare il lato particolare della corporeità, nella consapevolezza dell’esistenza di un’unica identica bellezza fisica”; poi avviene “il riconoscimento della superiorità della bellezza dell’anima rispetto a quella del corpo”; in seguito “colui che è rettamente guidato nelle cose d’amore riuscirà ad ammirare la bellezza, dapprima particolare, poi

universa-le”; e a questo punto gli si rivelerà una bellezza meravigliosa per sua natura, “bellezza eterna, che non nasce e non muore, non s’accresce né diminuisce”.

Anche Aristotele sostiene nell’Etica Nicomachea che le amicizie fondate sulla virtù e quindi sul bene hanno “bisogno di tempo e di consuetudine di vita, giacché, secondo il proverbio, non è possibile conoscersi l’un l’altro prima di avere consumato assieme il sale di cui esso parla”.

Ora, Abelardo ha semplicemente passati tutti questi gradi, ed è giunto a desiderare la felicità eterna per sé e per Eloisa.

Scrive infatti Abelardo [Lettera V]: “O forse, dopo che ti sei detta pronta a seguirmi in un vulcano, hai deciso di lasciarmi andare lassù da solo, senza di te? Fa’ appello al tuo sentimento religioso per non essere separata da me anche quando andrò con Dio, e pensa che il fine ultimo di tutto questo è la felicità eterna, e che i frutti di questa felicità saranno più dolci se noi li gusteremo insieme”.

Abelardo ha dunque amato Eloisa.

SOLUZIONE DELLE DIFFICOLTÀ:

1. La pianificazione evidente dell’incontro con Eloisa si spiega se si situa cronologicamente l’azione nel primo dei gradi dell’amore richiamati nel corpo. Abelardo rimane certamente affascinato dalla bellezza di Eloisa (“non ultima in bellezza”), ma già intravede la possibilità di proseguire la relazione verso una comunione di anime, es-sendo Eloisa “colta e appassionata di lettere”. Abelardo non vuole costruire una relazione banale ma “interessan-te”, capace cioè di legare il loro essere. Abelardo ha amato da subito Eloisa, ma essendo uomo ha dovuto gra-dualmente purificarlo fino a giungere ad amare Eloisa in Dio.

2. La gioia e l’entusiasmo di fronte alla notizia della gravidanza è segno di irresponsabilità da parte di Eloisa più che di insensibilità di Abelardo.

3. Abelardo ed Eloisa hanno sempre condiviso un preciso ideale di filosofo e chierico, sulla linea di Cicerone, Seneca, Teofrasto e Gerolamo. Cicerone, dopo avere ripudiato Terenzia, rifiutò di sposare la sorella, affermando di non potere occuparsi nello stesso tempo di una donna e della filosofia; Seneca ha sempre condotto una vita in piena continenza, perché “non è solamente nel tempo libero che bisogna occuparsi di filosofia; anzi, bisogna ab-bandonare tutto e dedicarvisi completamente, perché nessun tempo sarebbe mai sufficiente per un simile stu-dio”; Teofrasto, alla domanda: “Il saggio deve sposarsi?”, risponde che è impossibile spartire l’amore tra due pa-droni così esigenti, la propria donna e i libri, e che “è meglio piuttosto prendersi una domestica”; infine, san Gero-lamo, scrive “aut oramus semper et virgines sumus, aut orare desinimus ut conjugio serviamus”.

Ciò che Eloisa ed Abelardo ammirano dei grandi filosofi dell’antichità è dunque sicuramente la scienza ma an-che la purezza di vita. Ora, è questo il motivo per cui Eloisa si è fortemente opposta alla decisione di contrarre il matrimonio con Abelardo. Abelardo, infatti, non avrebbe perso la possibilità di insegnare e nemmeno il suo titolo di “chierico”. Eloisa si duole del fatto che Abelardo non sarebbe più potuto stare nella schiera di questi filosofi il-lustri dell’antichità.

Ora, l’ideale condiviso del filosofo e chierico, la cui grandezza è legata alla continenza, non ha condotto Abe-lardo ed Eloisa alle medesime conseguenze. Eloisa conclude che non ci si deve sposare; AbeAbe-lardo, invece, che si deve nascondere il matrimonio, cioè renderlo segreto.

Di qui una situazione paradossale: Abelardo che non aveva pensato al matrimonio seducendo Eloisa, chiede ad Eloisa di sposarlo; Eloisa, che si è lasciata sedurre senza alcuna pretesa o promessa di matrimonio, nel momen-to in cui Abelardo lo esige, rifiuta.

Abelardo amava Eloisa fino a sacrificare l’onore di appartenere alla schiera di quei filosofi illustri. Il segreto è stato posto soltanto per rispetto formale di quell’ideale, al quale Abelardo non sapeva certo rinunciare, ma ancor più non sapeva rinunciare all’amore per Eloisa.

4. Abelardo non descrive esattamente quali siano i veri motivi dell’invio di Eloisa nell’abbazia di Argenteuil. Sappiamo che Eloisa veniva percossa e che Abelardo “lo venne a sapere”. Dedurre da queste scarne informazioni che Abelardo volesse far tacere per sempre Eloisa costringendola al noviziato è perlomeno sproporzionato.

Abelardo ha amato Eloisa e lo ha dimostrato sposandola, continuando con lei una corrispondenza epistolare, donandole l’unico appezzamento di terra che gli era rimasto, invitandola a prepararsi a vivere la beatitudine eter-na con lui invece che perdersi in inutili ricordi di bei tempi ormai passati.

Il motivo dell’invio ad Argenteuil, monastero dove Eloisa era stata istruita e dove aveva trascorso la sua giovi-nezza, è molto più probabilmente dovuto al desiderio di porre fine ai maltrattamenti. Quando Abelardo “lo venne a sapere”, emozionato, subito la fece condurre al monastero dove le fece “anche preparare e indossare l’abito re-ligioso”, per proteggerla, dunque, dalla collera di Fulberto.

5. Abelardo scrive queste cose per invitare Eloisa ad abbandonare i fantasmi del passato che non la porteran-no certo in Cielo con lui.

La citazione, infatti, è la risposta ad alcune considerazioni nostalgiche di Eloisa sulle esperienze trascorse. Scri-ve Eloisa nella lettera IV: “Per me, in Scri-verità, i piaceri dell’amore che insieme abbiamo conosciuto sono stati tanto dolci che non posso né odiarli né dimenticarli. Dovunque vada, li ho sempre davanti agli occhi e il desiderio che suscitano non mi lascia mai. Anche quando dormo le loro fallaci immagini mi perseguitano”.

Abelardo assume un tono di condanna delle proprie azioni e ricorda anche come lei, che era più debole, veni-va costretta da lui. Si tratta di un invito a riprendere quel saggio tipo di comportamento e nello stesso risulta un assumersi la colpa di quanto è successo, per aiutarla meglio a liberarsi dai suoi fantasmi.

Due esempi di lavori svolti

A. Sembra che Abelardo abbia amato Eloisa

1. Abelardo nella Historiae calamitatum mearum scrive: “Si parlava più d’amore che di filosofia [..] erano più i baci che le spiegazioni [..] l’amore attirava i nostri occhi più spesso di quanto la lettura non li dirigesse sui libri” e “per meglio stornare qualsiasi sospetto, io arrivavo al punto di percuoterla, e tutto ciò era più dolce di qualsiasi balsamo prezioso”.

2. Nel periodo di cui intraprendeva la relazione con Eloisa la passione lo dominava e gli faceva trascurare gli studi e la scuola. La sua relazione era evidente a tutti, tranne che a Fulberto, zio di Eloisa (Historiae)

3. Abelardo descrive così il proprio stato d’animo e quello di Eloisa successivamente alla loro separazione: “Quanto soffrivano i due innamorati nel vedersi separare! [..] Quanto soffrii al dolore della fanciulla.” Ciascuno piangeva la sventura dell’altro, non la propria, e la separazione dei corpi non fece che avvicinare di più i loro cuori, insensibili allo scandalo.

4. Per proteggerla, Abelardo pone in convento Eloisa, dopo che i suoi parenti avevano diffuso la notizia del matrimonio segreto. (Historiae)

5. Abelardo era “tutto preso dall’amore” (Historiae) per Eloisa mentre pianificava come sedurla. Quando non avessero potuto stare insieme, avrebbero potuto sentirsi l’uno accanto all’altra scrivendosi dolci lettere.

6. Abelardo non avrebbe mai potuto “sopportare il pensiero di frequentare immonde prostitute” e l’impegno dell’insegnamento gli impediva di conoscere donne di condizione elevata o anche del popolo.

IN CONTRARIO:

Scrive Eloisa (Lettera II): “I sensi e non l’affetto ti hanno legato a me; la tua era attrazione fisica, non amore, e quando il desiderio si è spento, con esso sono scomparse anche tutte le manifestazioni d’affetto con cui cercavi di mascherare le vere intenzioni.”

RISPONDO:

Abelardo provava per Eloisa una passione puramente fisica, che svanisce nel momento della separazione, an-che a causa dell’evirazione e delle sue preoccupazioni per l’insegnamento e per la nuova vita religiosa.

Abelardo ad un certo punto della sua vita, dopo aver ormai raggiunto la fama e i quarant’anni, comincia a ce-dere alla sensualità, ad essere tentato dalla carne e decide di voler intraprence-dere una relazione con una donna. La scelta ricadrà poi su Eloisa e Abelardo si troverà ad organizzare un piano per avvicinarla e sedurla. Si noti come il filosofo non sia in cerca di una relazione amorosa, bensì di una puramente sessuale, e come non sia colpito da E-loisa per la sua bellezza o la sua intelligenza dopo averla incontrata, ma la sceglie solo per la sua fama di essere colta. Dopo aver rinchiuso Eloisa in convento, Abelardo non si preoccupa più di lei e si dedica appieno ai suoi studi e all’insegnamento.

Non le scrive mai finché non lo fa lei dopo aver letto l’Historia e nella corrispondenza parla di loro solo come fratello e sorella in Cristo e non come coniugi, descrivendo l’evoluzione spirituale a cui è giunto e invitando anche Eloisa a fare lo stesso. Infine Abelardo dice chiaramente che sposa Eloisa solo per rimediare al torto fatto allo zio Fulberto e non sembra minimamente pervaso da sentimenti patemi verso suo figlio.

Nel documento www.sfi.it Registrazione: ISSN 1128-9082 (pagine 106-110)