V. SCIENZE DELLA VITA
2. I FABBISOGNI DI COMPETENZE INNOVATIVE NELLA FILIERA DELL’AGRIBUSINESS: UNA IPOTESI DI LETTURA ATTRAVERSO
2.1. ANALISI DELLA REFERENZIAZIONE DEI TITOLI DI STUDIO UNIVERSITARI AI CODIC
DI CLASSIFICAZIONE STATISTICA DELLE PROFESSIONI - CP 2011
47. La Scheda Unica Annuale è uno strumento fun- zionale alla progettazione, realizzazione, auto- valutazione e alla ri-progettazione di un Corso di studio. Il modello della SUA, si compone di due se- zioni: Sezione “Qualità”, che raccoglie ogni informa- zione utile sulla domanda di formazione, percorso formativo, risultati di apprendimento attesi, ruoli e responsabilità che attengono alla gestione del siste- ma di assicurazione della Qualità del corso, i presup- posti per il riesame periodico dell’impianto del Corso di studio, le eventuali correzioni individuate; Sezione “Amministrazione” che raccoglie i dati di istituzione e di attivazione pregressa del corso.
Nella classe di laurea LM-7 Biotecnologie agrarie il numero di corsi erogati è pari a 12 in 11 Università ed il numero totale di CP è di 63. In questa classe risulta evidente la scelta di referenziare alle professioni che per vocazione so- no più attinenti al corso di studi, come quella di Biotecnologo, che rispetto al totale delle CP indicate rappresenta l’83,3%, di Agronomi e Forestali e Biologi entrambi attestati al 75%. Si sottolinea la scelta di un ateneo che ha indicato tra i possibili sbocchi professionali anche la professione di Consigliere dell’orienta- mento. Il dato medio in LM7, di CP individuate su ciascun percorso, è molto alto ed è pari a 5,2.
Per quello che riguarda la classe di laurea LM-9 Biotecnologie Mediche Veterinarie e Farmaceutiche, si contano 50 corsi erogati da 35 Università. Dall’analisi delle CP si osserva che il numero totale di CP assegnate è pari a 186 e che rispetto a questo valore la professione di Biotecnologo con il 78% risulta essere quella maggiormente indicata, seguita da Biologi e professioni assimiliate con il 60% e dai Biochimici 50%. Da evidenziare la scelta di alcune Università che hanno deciso di inserire anche codici che all’apparenza posso- no sembrare meno direttamente legati alla tipologia di corso di studi, come Agronomi e forestali, Redattori di testi tecnici, Redattori di testi per la pubblici- tà, Specialisti delle relazioni pubbliche, dell’immagine e professioni assimilate. Il dato medio di CP, individuate su ciascun percorso in LM9, è pari a 3,6.
La classe di laurea triennale L/GASTR - Scienze, Culture e Politiche del- la Gastronomia è stata attivata solo in 4 Università (Università degli Studi di Camerino; Università degli Studi di Napoli “Federico II”; Università degli studi di scienze gastronomiche – Bra; Università per Stranieri di Perugia). Le scelte di referenziazione indicano che tutte le Università hanno indicato tra i possibili sbocchi occupazionali il Tecnico delle attività ricettive e professioni assimila- te (100%), in linea con la denominazione della classe di laurea che si focalizza anche sugli aspetti culturali della gastronomia. Altre professioni indicate so- no Tecnici della preparazione alimentare, Organizzatori di fiere, esposizioni ed eventi culturali, Tecnici della produzione alimentare, tutti con pari percentua- li. Da notare la scelta delle Università per Stranieri di Perugia che ha indica- to come prima referenziazione il Tecnico del marketing, CP individuata anche dall’Università Camerino. Infine si osserva la scelta dell’Università di Camerino e Napoli di inserire tra le possibili professioni quella di insegnante della forma- zione professionale. Il dato medio per questa classe di laurea, di CP individuate su ciascun percorso, è molto alto e pari a 6.
La classe di laurea magistrale LM/GASTR - Scienze Economiche e Sociali della Gastronomia è stata attivata solo dall’Università degli studi di scienze gastronomiche, e dall’Università di Parma. Per tale classe, la scelta delle CP fatta dalle Università si è focalizzata maggiormente su professioni più
legate alla implementazione delle strategie di vendita, all’efficienza della rete distributiva e commerciale, al monitoraggio delle vendite e al gradi- mento sul mercato dei beni o dei servizi prodotti, sia pubblici che d’impre- sa. Infatti entrambe le Università hanno indicato le professioni Specialisti nell’acquisizione di beni e servizi e Specialisti nella commercializzazione di beni e servizi (escluso il settore ICT). In particolare l’Università di Parma ha individuato inoltre anche la professione di Analisti di mercato, Specialisti della gestione e del controllo nelle imprese private e Specialisti dell’eco- nomia aziendale. In questo caso il dato medio è poco significativo visto il numero limitato di corsi.
La classe LM-69 Scienze e Tecnologie Agrarie coinvolge 20 Università per un totale di 31 corsi. La quasi totalità dei corsi, 30 su 31, ha scelto di referenziare il corso alla CP Agronomi e forestali 96,7%. A seguire la CP Ricercatori e tecnici
laureati nelle scienze agrarie, zootecniche e della produzione animale con il 43%. Di
scarsa rilevanza le altre CP identificate. Le CP Specialisti nella commercializzazio-
ne di beni e servizi (escluso il settore ICT) e Specialisti della gestione nella Pubblica Amministrazione sembrerebbero essere poco pertinenti ai contenuti dei corsi
in questo primo stato di analisi. Il dato medio per questa classe di laurea, di CP individuate su ciascun percorso, è piuttosto basso 1,9.
La classe LM-70 Scienze e Tecnologie Alimentari coinvolge 23 Università per un totale di 27 corsi di studio. Dall’analisi delle CP emerge la maggiore frequenza dei Biotecnologi 74%, seguito dai Ricercatori e tecnici laureati nelle
scienze agrarie, zootecniche e della produzione animale (33%), e da Agronomi e forestali con il 29%. A bassa frequenza le altre CP associate. Le CP Specialisti nella commercializzazione di beni e servizi (escluso il settore ICT), Specialisti dei sistemi economici, Specialisti nelle relazioni pubbliche, dell’immagine e professioni assimilate e Specialisti della gestione nella Pubblica Amministrazione sembrereb-
bero essere poco pertinenti alla classe e ai relativi corsi in questo primo stato di analisi. Il dato medio per questa classe di laurea, di CP individuate su cia- scun percorso, è 3.
La classe LM-73 Scienze e Tecnologie Forestali ed Ambientali, coinvolge 15 Università per un totale di 17 corsi, tutti referenziati alla CP Agronomi e forestali. A seguire la CP Ricercatori e tecnici laureati nelle scienze agrarie, zootecniche e della produzione animale con il 47% di frequenza e le CP Pianificatori, pae- saggisti e specialisti del recupero e della conservazione del territorio e Botanici con il 29,4%. Anche in questo caso si rileva la presenza di associazioni a CP apparentemente poco pertinenti come: Specialisti nella commercializzazione di beni e servizi (escluso il settore ICT) e Specialisti della gestione nella Pubblica Amministrazione. Il dato medio per questa classe di laurea, di CP individuate su ciascun percorso, è di 2,8.
L’ultima classe analizzata è la LM-86 Scienze Zootecniche e Tecnologie Animali
che coinvolge 11 Università per un totale 12 corsi. Le due CP maggiormente coin- volte sono la CP Ricercatori e tecnici laureati nelle scienze agrarie, zootecniche e della produzione animale, che rappresenta l’83% e quella di Agronomi e forestali (75%). Segue, tra le maggiori frequenze di utilizzo quella degli Ecologi. Il dato me- dio per questa classe di laurea, di CP individuate su ciascun percorso, è di 2,5. Successivamente a questo primo lavoro di analisi, anche in base al lavoro analiti- co di ricostruzione della filiera di cui al paragrafo successivo, verranno analizzate altre classi di laurea, e quindi titoli di studio, anche non tradizionalmente asso- ciate a questa filiera (es. ingegneria, giurisprudenza, economia e marketing, etc.). Con il termine “filiera agribusiness” si intende quell’insieme di attori interni ed esterni – imprese, aziende, agenti economici e amministrativi – e di interazioni, che contribuiscono alla produzione di un bene alimentare e alla sua distribuzio- ne per il consumo. La filiera del settore Food comprende quindi diversi attori che influiscono sulle sue fasi: dall’apporto delle materie prime, fino alla conse- gna del prodotto finale ai consumatori.
Il MISE48 ha definito la filiera produttiva dell’Agribusiness seguendo un criterio combinato che, da un lato, ripercorre la catena di formazione del valore dei prin- cipali prodotti/servizi e individua le attività in essa comprese, e, dall’altro lato, associa alle singole attività i codici ATECO.
Proprio l’utilizzo dell’elemento codice ATECO consente una ricostruzione “velo- ce” attraverso l’Atlante delle componenti economiche e produttive costituenti la filiera presa in esame, ma soprattutto consente il superamento del limite presente nella descrizione di filiera proposta dal MISE, che si limita appunto a riportare la sola denominazione dell’attività economica connessa al codice di classificazione senza entrare nel merito dei contenuti del lavoro necessari al pieno sviluppo della catena del valore su cui si articola la filiera.
A questo elemento di maggiore “profondità”, che l’uso del modello Atlante consente, si aggiunge anche un elemento di tipo estensivo: attraverso il mo- dello Atlante infatti è possibile concettualmente, e successivamente operati- vamente, individuare ulteriori attività non prese in considerazione dal modello originario del MISE come, ad esempio, le attività connesse ai processi di staff alle attività di line, o connesse alla lunghezza stessa della filiera, includendo ad esempio, in modo flessibile parti di processo come il packaging o la logistica. A partire da questi elementi di metodo è possibile avviare una ricostruzione analitica della filiera. Una prima ipotesi prevede l’adozione di uno schema pro- cessuale in cui possono essere isolate tre fasi:
2.2. L’ATLANTE LAVORO COME MODELLO