I. PERCORSI DI APPRENDISTATO DI ALTA
5. OSSERVAZIONI FINAL
Dall’analisi dei casi presentati appare evidente come il contratto di apprendi- stato di alta formazione e ricerca, pur essendo ancora scarsamente utilizzato, si è rivelato uno strumento definito dalle aziende come “vincente” e “formida- bile” per tutti i soggetti coinvolti.
Le esperienze analizzate dimostrano che stiamo assistendo ad una transizione dalla fase di attenzione verso una nuova strategia di formazione e lavoro (da parte delle istituzioni e di tutti gli attori mondo del lavoro e della formazione) alla vera e propria attuazione della strategia stessa.
Le imprese, che con differenti finalità hanno utilizzato il contratto, dichiara- no in maniera unanime di riconoscerne il valore rispetto alla sua peculiari- tà di consentire l’integrazione organica di formazione e lavoro, favorendo lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze professionali previste in un percorso di studi e, nello stesso tempo, rispondendo alle esigenze specifiche richieste dal mondo del lavoro. Accorciando la distanza con il tessuto impren- ditoriale e consolidando il suo ruolo di promotore di opportunità professionali,
l’apprendistato si conferma come un dispositivo efficiente per un più rapido ed efficace inserimento lavorativo per gli studenti.
Le aziende che hanno attivato i contratti di apprendistato sono concordi inoltre nel riconoscere nello strumento un importante sistema per la crescita profes- sionale e personale dello studente in quanto consente di maturare esperienza e sviluppare competenze, capacità ed abilità conseguibili in particolare in con- testi complessi come quelli lavorativi.
L’azienda, dal canto suo, ha la possibilità di inserire al suo interno risorse giova- ni con motivazioni forti, in possesso di specifiche skills in linea con l’evoluzione del business aziendale, con grande potenziale e solide basi accademiche, in gra- do di favorire innovazione e cambiamenti migliorativi.
Di rilevanza strategica viene considerato inoltre il dialogo costante e la colla- borazione diretta con il mondo accademico che, grazie alla propria competenza specifica, contribuisce alla definizione dei piani formativi pensati ad hoc per ogni singolo percorso e ne garantisce il rigore scientifico.
L’esperienza mostra come il vantaggio rappresentato dagli sgravi fiscali, con- tributivi, retributivi e dai bonus assunzionali adottati a livello nazionale e a li- vello regionale16, che rende il contratto di apprendistato significativamente più economico di un contratto ordinario, non sia il fattore determinante nella scelta della tipologia contrattuale da parte delle aziende.
Oltre ai numerosi vantaggi evidenziati dalle imprese coinvolte nell’indagine, l’analisi conferma che l’attuazione del dispositivo non è scevra di ostacoli e resistenze di vario tipo e che l’apprendistato risulta essere ancora uno stru- mento contrattuale poco valorizzato rispetto alle sue potenzialità. La diffusio- ne di questo strumento a beneficio dei giovani e del mondo imprenditoriale si conferma come un processo complesso che si scontra con pregiudizi, difficoltà attuative e resistenze dovute in particolare alla scarsa diffusione delle infor- mazioni circa il suo utilizzo.
Può essere utile considerare, sulla base delle esperienze realizzate, i diversi fattori critici su cui è importante intervenire per rafforzare lo strumento e, fa- cendo tesoro delle lezioni apprese, individuare possibili soluzioni, oltre a miglio- ri strategie per la diffusione del sistema duale in Italia.
La scarsa informazione sulla specifica forma contrattuale, sia verso le imprese, sia verso le istituzioni formative, sia nei confronti degli studenti (è considerata spesso dai neolaureati come un’opportunità di poco valore, quasi una sorta di ripiego) e sulla sua applicazione (la complessità e lungaggine delle procedure),
16 Si richiama a tal riguardo il programma FixO, che ha gestito un avviso pubblico, grazie al quale sono stati erogati incentivi per l’assunzione di apprendi- sti di III livello alle imprese nel periodo 2012-2017. Così come merita ricordare che anche alcune Regioni hanno previsto avvisi di questo genere, oltre ad altri avvisi rivolti a finanziare la progettazione e realizza- zione dei percorsi formativi in apprendistato.
rimangono alcuni dei principali scogli che “frenano soprattutto gli addetti ai lavori”, come sostiene a esempio l’azienda Sixtema.
Un altro ostacolo determinante è la diffusa difficoltà nella programmazione dei percorsi in apprendistato all’interno dei corsi universitari, dovuta spesso alla rigidità dei piani di studio e alla difficoltà nel riconoscimento dei CFU conseguiti
on the job. A tal riguardo, a esempio, l’azienda veneta Edilvi ritiene di primaria
importanza la definizione più chiara e formalmente riconosciuta della figura del tutor accademico attraverso la determinazione di un inquadramento specifico rispetto alla sua attività, la formalizzazione del ruolo ed un adeguato riconosci- mento economico; da parte di tale Azienda si propone altresì l’istituzione di un tutoraggio interdisciplinare da modulare anche in base alle esigenze aziendali. L’attuazione di nuovi orientamenti strategici, sulla base dell’analisi delle espe- rienze dirette dei diversi soggetti coinvolti, rappresenta la sfida dei prossimi anni che richiederà l’impegno di tutti i soggetti interessati (istituzioni, universi- tà, imprese, parti sociali, studenti, ecc.), in modo da favorire lo sviluppo ed il mi- glioramento dello strumento e in generale il consolidamento dei rapporti stabili ed organici con il mondo delle imprese Da una relazione più stretta con il mondo universitario possono trarre beneficio le stesse aziende: si pensi alle modalità di apprendimento sul lavoro, alle prassi di selezione del personale ed ai modelli organizzativi sempre più attenti all’innovazione, anche grazie al patrimonio di conoscenze che proviene dagli Atenei.
INDUSTRIALI17
• L’analisi dei primi 4 cicli di dottorato industriale ai sensi del DM 45/2013 (soli dati consolidati fino a questo momento) mostra una diffusione in netta cre- scita, in particolar modo a partire dal ciclo XXXIII che ha introdotto importanti novità normative.
• Esiste un sottoinsieme di imprese particolarmente coinvolte in attività di ri- cerca e innovazione potenzialmente ben disposte nei confronti dei Dottori di ricerca ma ancora non adeguatamente informate rispetto alle più recenti novità normative in merito.
• Laddove realizzata pienamente, la collaborazione Università-Impresa a livel- lo di dottorato è strumento privilegiato alla piena realizzazione della Terza Missione degli Atenei.
• Opportunità di evidenziare il livello di vitalità delle varie iniziative realizzate in ambito di Dottorati Industriali sul territorio nazionale, anche attraverso differenti forme di comunicazione e divulgazione (es.: Quaderno#2 dell’OUI, partecipazione a eventi e tavoli di discussione).
• Necessità di fornire strumenti utili a facilitare il coinvolgimento di Università e imprese in iniziative legate alle varie declinazioni del Dottorato Industriale (Modello di convenzione).
• Necessità di sviluppare forme di comunicazione mirate, sintetiche e tempe- stive per raggiungere le imprese nei momenti strategicamente rilevanti per l’avvio dei cicli di Dottorato.
• Promuovere l’utilizzo del Modello di Convenzione Università-Imprese per l’attivazione di borse di Dottorato Executive (vedi Approfondimento 4).