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L’utilizzo e lo studio della categoria concettuale del rischio si inserisce all’interno delle osservazioni sul “moderno” del sociologo di Bielefield e della sua ampia e complessa produzione teorica.

Luhmann dedica al rischio un’opera intera cercando di chiarire i motivi per cui il concetto diventa rilevante nella descrizione del recente sviluppo della società moderna.99

Prima di affrontare l’analisi del rischio, si rende necessario richiamare, per sommi capi, i principali concetti della teoria luhmanniana dei sistemi. Luhmann descrive la società moderna come un sistema sociale autoreferenziale ed auto poietico che pone in essere, attraverso selezioni chiusure mirate al trattamento della complessità ambientale, un processo evolutivo che produce l’aumento progressivo della sua complessità interna e la conseguente implementazione di nuovi ordini emergenti.

Il meccanismo che permette l’evoluzione di questo processo è la differenziazione funzionale, cioè la formazione all’interno del sistema sociale di sistemi parziali autoreferenziali che si fondano, attraverso la reintroduzione all’interno del sistema della originaria differenza tra sistema e ambiente, sull’acquisizione di un codice specifico e di specifiche funzioni da svolgere a livello sistemico.100

L’evoluzione della modernità sarebbe caratterizzata, secondo il Nostro, dalla differenziazione di un sistema sociale in un numero di sistemi parziali non più gerarchicamente interconnessi fra di loro, e da un grande mutamento strutturale e cioè il passaggio da una differenziazione sociale pre-moderna di tipo stratificatorio a una differenziazione moderna invece di tipo funzionale.

Tale mutamento strutturale ha provocato la perdita di rilevanza di tutte quelle distinzioni (alto/basso, centro/periferia, simmetrico/asimmetrico, etc.) che fondavano gli ordini delle società precedenti e, in particolare, la perdita di ogni centro regolatore del sistema sociale, ed è nell’emergenza di questa articolazione morfologica complessa, priva di una architettura gerarchica, che si fonderebbe la natura rischiosa della società tardo-moderna.

99 Cfr. Luhmann N., Sociologia del rischio, Mondadori, Milano, 1996, pag. 90. 100 Ivi, pag. 92.

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Luhmann afferma che “la complessità nell’accezione indicata vuol dire necessità di

selezione, necessità di selezione vuol dire contingenza, contingenza significa rischio” 101. Luhmann concorda, in questo senso, con Beck e Giddens sulla natura incerta e rischiosa della società contemporanea ma considera la presenza del rischio come una necessità ineluttabile, in quanto finalizzata alla creazione di ordini emergenti.

La natura rischiosa, incerta e complessa della società contemporanea ha a che fare con il concetto, fondamentale nella teoria luhmanniana, di “senso”. Il senso per Luhmann è un prodotto dell’evoluzione dei sistemi psichici e sociali ed è la selezione della pluralità di rimandi che contiene l’ambiente, in quanto è la modalità fondamentale che consente l’esperienza della realtà e la messa in ordine dell’esperire di tutto ciò che contestualmente si presenta come attuale e potenziale.

Il senso è una sorta di grande riserva simbolica di significati, sempre eccedente rispetto al sistema che li attualizza: come spiega Luhmann, il senso è “un medium, che viene prodotto

tramite un eccesso di rimandi ad altre possibilità. In fondo ogni senso si basa sulla distinzione fra attualità e potenzialità, perciò l’attuale è sempre così come è, e nel mondo è sempre dato contemporaneamente ad altre attualità…”.102

Il senso è, dunque, una forma di elaborazione di esperienze di eventi che vengono letti e interpretati in base agli stati di un sistema, selezionandone alcuni invece di altri, creando, in questo modo, l’informazione, intendendo per essa l’esperienza di qualcosa per definizione irripetibile che costituisce l’unità dei processi di relazione sistema/ambiente.103

Il senso, in quanto “eccedenza di possibilità”, insopprimibile ridondanza rispetto a ogni sistema, costituisce una vitale necessità evolutiva e requisito fondamentale per ogni innovazione e trasformazione e accresce, in questo senso, la complessità e l’incertezza diffusa della società contemporanea.

La modernità ha segnato il passaggio da una situazione data, naturale, in cui erano le “forme dell’essere” a determinare il futuro a una situazione in cui sono le singole decisioni a determinarne lo sviluppo.

La società moderna percepisce il suo futuro sotto forma di rischio presente ed il rischio è, dunque, una modalità di trattamento del futuro che si fa sempre più incerto a causa della

101

Cfr. Luhmann N., Sistemi sociali, Il Mulino, Bologna, 1990, pag. 95.

102 Cfr. Luhmann N., Sociologia del rischio, Mondadori, Milano, 1996, pag. 27. 103 Cfr. Luhmann N., Funzione della religione, Morcelliana, Brescia, 1982, pp. 66-67.

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crescente complessità del sistema. La decisione, in quanto selezione di senso, è un aspetto centrale nella definizione del rischio da parte di Luhmann, in quanto ogni decisione si costituisce e si può solo costituire nella fattispecie del rischio e qualunque decisione, sempre carica di rischio, non si sottrae alla condizione per cui non esiste nessun comportamento esente da rischi.104

La società moderna offre una complessità e una ricchezza di alternative di scelta fino ad ora impensabili, che rendono impossibile la raccolta e l’analisi di tutte le informazioni per valutare con precisione, secondo logiche causali o modelli razionali, l’esatto decorso dei fatti.

Seguendo la legge delle forme di Spencer Brown, il Nostro definisce la forma del rischio attraverso la distinzione tra rischio e pericolo. Tale distinzione utilizza il concetto di attribuzione che si pone sul piano dell’osservazione di secondo ordine, cioè osservando ora come un altro osservatore compie le sue attribuzioni, per esempio se attribuisce all’interno o all’esterno (relativamente a se stesso e ad altri), a fattori costanti o a fattori variabili, a strutture o a eventi, a sistemi o a situazioni. La distinzione presuppone che sussista l’incertezza in riferimenti a dei danni futuri: il termine “pericolo” implica l’attribuzione dell’eventuale danno a fattori esterni, e quindi all’ambiente, mentre quello di “rischio” implica che il danno sia visto come conseguenza della decisione.105

Questo schema presuppone implicitamente che vi sia un interesse di fondo a cercare la sicurezza, ma se nelle società più antiche veniva prevalentemente sottolineata la dimensione del pericolo di fronte alla presenza di una minaccia, nelle società moderne viene valorizzata quella del rischio. Marcare il lato della dimensione del pericolo fa dimenticare i profitti ai quali si potrebbe mirare con delle decisioni rischiose, mentre marcare il lato del rischio significa aprirsi ad un possibile incremento di opportunità. Il rischio rappresenta, per Luhmann, una costante nella società contemporanea, in quanto ogni decisione si costituisce e si può solo costituire nella fattispecie del rischio e qualunque decisione, sempre carica di rischio, non si sottrae a questa condizione.

La società moderna offre una complessità e una ricchezza di alternative di scelta fino ad ora impensabili, che rendono impossibile la raccolta e l’analisi di tutte le informazioni per

104 Cfr. Luhmann N., Sociologia del rischio, Mondadori, Milano, 1996, pag. 38. 105 Ivi, pp. 31-36.

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valutare con precisione, secondo logiche causali o modelli razionali, l’esatto decorso dei fatti.

Il principio della razionalità “perfetta” è alla base del concetto di homo oeconomicus, pienamente responsabile e perfettamente consapevole delle proprie capabilities utili alla propria autorealizzazione: il problema che il possesso delle proprie risorse per la gestione individuale e individualizzata del rischio, non sono equamente distribuite.

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