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LE POLITICHE PER LA NON AUTOSUFFICIENZA: IL MODELLO TOSCANO

LA FUNZIONALITA’ DEI SERVIZI: UNO STUDIO EMPIRICO

3.4 Analisi e risultat

La prima domanda analizza le caratteristiche strutturali dell’intervistato quali il sesso, l’età, il grado di istruzione, lo stato civile ed infine la presenza o meno di figli. Il questionario viene somministrato in prevalenza alle donne 83,33%, agli uomini per il 16,67%. Il dato deriva dal fatto che tra gli intervistati il genere femminile è quello dominante.

Tabella 1 – Distribuzione per sesso degli intervistati

Femmina Maschio Totale

Per quanto concerne la fascia di età la prevalente è quella di 60-64 anni (41,67%), quella tra i 65-69 (25%), in percentuale minore per il 16,67% sia la fascia di età più giovane di 55-59, sia quella più alta 70-74.

Tabella 1.1 – Distribuzione del campione per fasce d’età

55-59 60-64 65-69 70-74 Totale

2 5 3 2 12

Dai dati raccolti è emerso che l’istruzione prevalente è il diploma liceale (66,67%), seguito dal conseguimento della licenza media per il 25%, un solo caso ha consegui- to la laurea (8,33%).

Tabella 1.2 – Distribuzione del campione per titolo di studio Scuola prima- ria Scuola secon- daria di primo grado Diploma di istruzione li- ceale Laurea Totale 0 3 8 1 12

Per quanto riguarda lo stato civile, dall’analisi si può notare che la prevalenza degli intervistati è coniugata, il 25% separata, mentre nessuno riferisce di essere divorzia- to. Solo in tre casi gli intervistati riferiscono di essere vedovo, celibe-nubile, unito/a civilmente con l’8,33% ciascuno.

Tabella 1.3 – Distribuzione del campione per stato civile Celi- be/Nubile Coniuga- to/a Unito/a civilmen- te Separa- to/a Divorzia- to/a Vedovo/a Totale 1 6 1 3 0 1 12

Il 91,67% dei caregivers ha figli, mentre una sola persona dichiara di non averli (8,33%). Dai dati si evidenzia che la maggioranza del campione ha un solo figlio/a (58,33%), mentre il 25% riferisce di averne due. In minima parte i caregivers hanno tre figli (16,67%). Nessuno degli intervistati ha più di tre figli.

Tabella 1.4 – Presenza di figli per gli intervistati

No Totale

11 1 12

Tabella 1.5 – Numero figli degli intervistati

Uno Due Tre Più di tre Totale

Le domande che vanno dalla n. 2 alla n. 4 sono servite per mettere a proprio agio l’intervistatore e verificare l’informazione.

Tabella 2 – Da chi è venuto a conoscenza del servizio? Reparto Ospe- daliero/Casa di cura Punto Insieme M.M.G. Familia- ri/conoscenti Servizio infer- mieristico Totale 6 2 3 1 0 12

La maggioranza degli intervistati sono venuti a conoscenza dell’esistenza del servi-

zio dal Reparto ospedaliero/casa di cura, questo significa che nel 50% dei casi, l'uten- te per il quale si attiva il servizio di S.A.D.U. si trova in una fase acuta o di lungo de- genza della malattia. Questa informazione è fondamentale per determinare la fonte di conoscenza del servizio che coincide con quella fornita dal personale infermieristi- co/medico/caposala del reparto ospedaliero o della casa di cura. Tra gli altri attori delle rete dell’informazione vi è una predominanza coincidente al 25% relativa al Medico di Medicina Generale. Segue l’informazione fornita dal punto insieme (16,67%) ed infine in minima parte quella fornita da familiari o conoscenti (8,33%). Nessuno degli intervistati è venuto a conoscenza dell’intervento dal servizio infer- mieristico del distretto.

Con la terza domanda si è voluto effettuare una verifica sulla chiarezza della comu- nicazione da parte dell’assistente sociale nel momento in cui contatta telefonicamen- te i familiari dell’utente. Dai dati raccolti è emerso che il 75% degli intervistati è ri- masto molto soddisfatto delle informazioni ricevute in merito all’opportunità di usu- fruire del servizio. Solamente una minima parte dei familiari hanno bisogno di ulte- riori spiegazioni, in quanto disorientati dalle grave situazione che stanno vivendo (16,67%). Una sola persona (8,33%), si è ritenuta poco soddisfatta in merito alla chiarezza dell’intervento da attivare. Nessuno degli intervistati ha dichiarato di essere per nulla soddisfatto.

Tabella 3 – Le informazioni che ha ricevuto telefonicamente per l’attivazione del servizio sono state chiare?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Totale

9 2 1 0 12

In merito alla cortesia dell’assistente sociale in sede telefonica per l’attivazione dell’intervento, nessuno degli intervistati dichiara di essere poco o per nulla soddi- sfatto. La maggioranza del campione (83,33%), ha espresso molta soddisfazione su questo aspetto; mentre il 16,67% lo è comunque abbastanza.

Tabella 4 – Come giudica la gentilezza del personale con cui è entrato in contatto per l’attivazione del servizio?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Totale

10 2 0 0 12

D’ora in poi le domande del questionario si rivolgono ad analizzare il numero di operatori socio-sanitari (O.S.S.) che ruotano intorno la vita dell’utente e della sua famiglia e la tipologia di intervento effettuato dagli stessi. Dai risultati osserviamo che la maggioranza delle persone dichiara di essere seguita da un solo operatore (41,67%), mentre il 33% da due operatori. Una piccola percentuale (25%) rileva la presenza dell’alternarsi di tre operatori. In nessun caso ci sono più di tre O.S.S. che si alternano.

Tabella 5 – Durante la durata del servizio è stato assistito da un solo operatore oppure da più operatori?

Uno Due Tre Più di tre Totale

5 4 3 0 12

La Tipologia di intervento

Per quanto riguarda la tipologia di intervento di assistenza i dati evidenziano che

nessuna persona ha usufruito della prestazione relativa alla cura dell’ambiente di vita

(lavaggio e riordino biancheria, pulizia degli ambienti) alla preparazione e sommini- strazione dei pasti (lavaggio/riordino stoviglie), al disbrigo di pratiche presso enti. Pertanto, per tali mansioni non è stato possibile misurarne il grado di soddisfazione.

Tabella 6 – Relativamente alla tipologia di servizio concernente la cura dell'ambien- te di vita quanto si ritiene soddisfatto del lavaggio e riordino biancheria? Quanto della pulizia degli ambienti, della preparazione e somministrazione dei pasti e del disbrigo delle pratiche presso enti?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

0 0 0 0 12 12

Dai dati raccolti è emerso che la tipologia di prestazione prevalentemente è quella

relativa alla cura della persona ed il servizio maggiormente attivato è quello per l’igiene, per il quale il 75% delle persone intervistate si ritiene molto soddisfatto del- la prestazione effettuata. Successivamente, troviamo l’attività di aiuto nella vestizio- ne/svestizione e nella mobilizzazione dei cambi posturali a letto e nei trasferimenti letto/poltrona/carrozzina. Nessun utente ha usufruito di un igiene completa tramite il bagno/doccia, così come la somministrazione dei pasti, pertanto su tali attività i caregivers non hanno potuto esprimere un giudizio.

Tabella 6.1 – Relativamente alla tipologia di servizio concernente la personale quan- to si ritiene soddisfatto nell’igiene e cura della persona in generale?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli- cabile

Totale

9 3 0 0 0 12

Per quanto riguarda il supporto nella vestizione/svestizione, dal campione emerge che chi ha usufruito di tale intervento si ritiene molto soddisfatto (58,33%).

Tabella 6.2 – Relativamente alla tipologia di servizio concernente la cura personale quanto si ritiene soddisfatto del supporto nella vestizione/svestizione?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

7 1 0 0 4 12

Tabella 6.2 – Relativamente alla tipologia di servizio concernente la cura personale quanto si ritiene soddisfatto del supporto nell’effettuare il bagno/doccia?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

Per quanto riguarda l’attività di mobilizzazione del paziente e nello specifico il supporto nei trasferimenti letto/poltrona/carrozzina e la mobilizzazione a letto, i cin- que caregiver che hanno osservato come veniva svolta l’attività da parte dell’operatore, si ritengono molto soddisfatti, mentre sette persone non hanno potuto esprimere il giudizio (58,33% non applicabile), in quanto non avevano richiesto per il proprio familiare questa tipologia di attività.

Tabella 6.3 – Relativamente alla tipologia di servizio concernente la cura personale quanto si ritiene soddisfatto del supporto nell’effettuare i trasferimenti let- to/poltrona/carrozzina?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

Tabella 6.4 – Relativamente alla tipologia di servizio concernente la cura personale quanto si ritiene soddisfatto del supporto nell’effettuare la mobilizzazione a letto e cambio posture?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

4 2 0 0 6 12

Le competenze degli operatori

Passiamo ora ad osservare le domande dalla n.7 alla 7.2 che rilevano la competenza degli operatori nello svolgimento dell’intervento professionale, sulla capacità di

prendere iniziative ed infine in merito alla cordialità. In generale si rileva un alto

grado di soddisfazione per il servizio erogato. Infatti, l’83,33% degli intervistati si ritiene molto soddisfatto della competenza da parte degli operatori, il 66,67% delle persone dichiara molta soddisfazione in relazione alla capacità di iniziativa rispetto a interventi imprevisti. Si nota, altresì, un alto indice di gradimento rispetto alla genti- lezza degli operatori durante lo svolgimento del servizio a domicilio: si osserva infat- ti che il 91,67% degli intervistati si ritiene molto soddisfatto.

Tabella 7 – Relativamente agli operatori come giudica la loro competenza nello svolgimento del servizio?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

10 2 0 0 0 12

Tabella 7.1 – Relativamente agli operatori come giudica la loro capacità d'iniziativa rispetto a situazioni impreviste?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli- cabile

Totale

8 3 0 0 1 12

Tabella 7.2 – Relativamente agli operatori come giudica la loro gentilezza ed educa- zione?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

11 1 0 0 0 12

La soddisfazione sull'organizzazione generale del servizio

Dalle risposte relative all’ottavo quesito in merito alla soddisfazione generale sul servizio per tutta la sua durata, risulta evidente la soddisfazione in generale. Infatti, il 66,67% degli intervistati si ritiene molto soddisfatto del servizio ricevuto, mentre il 33,33% lo è comunque abbastanza.

Tabella 8 – In termini generali e considerando il periodo in cui lei ha usufruito del servizio di assistenza domiciliare quanto è soddisfatto dello stesso?

Molto Abbastanza Poco Per nulla Non appli-

cabile

Totale

8 4 0 0 0 12

Per quanto riguarda l’organizzazione degli orari, le domande n 9 e 9.1 e 9.2 cerca- no di evidenziare se ad eventuali ritardi o a mancati appuntamenti l’operatore è stato sollecito nel comunicarlo e nel recuperare il tempo perduto. Dall’osservazione effet- tuata risulta che nella maggioranza del campione (83,33%) se gli orari non vengono rispettati le persone sono sempre state avvisate per tempo. Una percentuale minima di intervistati (16,67%) riferisce che durante tutto il periodo che hanno usufruito dell’intervento spesso sono stati avvisati con sufficiente anticipo, mentre tutti i care- givers (100%) hanno dichiarato che le ore non effettuate vengono sempre recuperate.

Tabella 9 – Rispetto agli orari, se non vengono rispettati, lei viene avvisato con suffi- ciente anticipo?

Sempre Spesso Qualche

volta

Raramente Mai Totale

10 2 0 0 0 12

Tabella 9.1 – Se gli orari non vengono rispettati le ore perdute vengono poi recupe- rate?

Sempre Spesso Qualche

volta

Raramente Mai Totale

12 0 0 0 0 12

Per quanto riguarda il rispetto degli orari in sede di attivazione del servizio, il 66,67% degli intervistati riferisce che questi sono sempre stati rispettati, il 25% rife- risce che “spesso” sono stati rispettati. Una piccola percentuale, l’8,33% dichiara “qualche volta”, evidenziando delle criticità.

Tabella 9.2 – Rispetto agli orari concordati per la durata dell’intervento, sono stati rispettati?

Sempre Spesso Qualche

volta

Raramente Mai Totale

8 3 1 0 0 12

La conferma e i suggerimenti al servizio stesso

Tra i suggerimenti proposti al fine di migliorare la qualità del servizio la maggio-

ranza degli intervistati ha richiesto un prolungamento dei giorni di assistenza (66,67%), mentre il 16,67%, richiedono più ore di assistenza. Una sola persona indi- ca meno operatori che ruotano durante l’espletamento dell’intervento. Un altro ele- mento da sottolineare è che nessun intervistato richiede una maggiore professionalità da parte degli operatori, confermando che il personale è altamente qualificato nello svolgere le mansioni preposte. Infine, una sola persona indica “altro”, indicando non esaustivo l’elenco dei suggerimenti proposto.

Tabella 10 – Quali miglioramenti del servizio lei preferirebbe? Maggior rispetto degli orari di servizio Mag- gior ri- spetto degli inter- venti previsti Più giorni di assi- stenza Prolunga- mento degli orari di assi- stenza Meno opera- tori che cam- biano Migliora- mento della professiona- lità degli operatori Altro Totale 0 0 8 2 1 0 1 12

Dall’indagine svolta, le domande n. 11 e n. 12, è emerso che il servizio domiciliare in urgenza ha reso migliore le condizioni di vita della famiglia e dell’assistito. Inol- tre, l’intervento erogato è stato utile per i caregivers nel gestire le situazioni di gravi- tà, spesso, improvvise e di difficile risoluzione. Si pensi alla difficoltà da parte dei

familiari che si trovano a dover affrontare l’assistenza alla persona non autonoma 24 h/24. Chiaramente in questi momenti l’aiuto del S.A.D.U. è una risposta concreta e quasi immediata permettendo alla famiglia di organizzarsi. Il 66,67% dei caregivers riferisce che nel periodo in cui il proprio familiare ha usufruito del S.A.D.U. la sua vita è migliorata grazie al servizio, il 25% dichiara che la vita del proprio caro è mi- gliorata anche grazie al servizio, l’8,33% non trova il legame tra miglioramento della vita del proprio familiare ed il servizio effettuato.

Tabella 10 – Nel periodo in cui ha usufruito del S.A.D.U. la sua vita quotidiana è migliorata (dell'utente)?

Si, esclusivamente grazie al servizio

Si, anche per motivi legati allo svolgimento del servizio

Si, ma per moti- vi indipendenti dal servizio

No Totale

8 3 1 0 12

Per quanto riguarda il miglioramento della vita del caregiver nel periodo in cui ha usufruito dell’intervento si rileva che nel 25% degli intervistati la vita è migliorata esclusivamente grazie al servizio, nel 66,67% è migliorata anche per motivi legati al- lo svolgimento del servizio. Infine, una sola persona riferisce che la sua vita è mi- gliorata ma per motivi indipendenti dal servizio.

Tabella 11 – In generale, la vita quotidiana del caregiver è migliorata nel periodo in cui ha usufruito del S.A.D.U.?

Si, esclusivamente grazie al servizio

Si, anche per motivi legati allo svolgimen- to del servizio

Si, ma per motivi indipendenti dal servizio

No Totale

La continuità del Servizio

L’ultima domanda è fondamentale per verificare se ad un servizio attivato in urgen- za (S.A.D.U.) segue l’intervento in forma ordinaria (SAD). Purtroppo, tale servizio richiede un iter burocratico che comporta la mancata celerità/continuità con il servi- zio attivato in urgenza. Infatti, soltanto il 25% degli utenti sta continuando ad usu- fruire del servizio. La maggioranza degli intervistati non usufruisce del SAD (58,33%), mentre nel 16,67% del campione è in corso la procedura per richiedere la valutazione di non autosufficienza a favore del proprio caro.

Tabella 12 – Attualmente usufruisce del servizio del Servizio in forma ordinaria (SAD)?

E’ in corso la

domanda

No Totale

L'andamento dell'intervista

L’andamento dell’intervista è stato da me valutato positivamente. Il 58,33% delle persone intervistate ha mostrato un’ottima disponibilità ed accoglienza a collaborare all’indagine, il 33,33% del campione ha mostrato buona collaborazione, una piccola percentuale del campione (8,33%) è apparsa comunque discreta. Nessuno dei caregi- vers mi ha accolto in modo pessimo, collaborando all’indagine efficacemente (duran- te l’intervista i familiari hanno risposto a tutte le domande).

Tabella 13 – Accoglienza, disponibilità dell'intervista

Pessima Discreta Buona Ottima Totale

Tabella 13.1 – Collaborazione nella situazione dell'intervista

Pessima Discreta Buona Ottima Totale

0 1 4 7 12

La capacità di comprensione delle domande, così come la concentrazione durante l’andamento dell’intervista è stata nella maggioranza del campione valutata dalla scrivente come ottima (50%), buona per il 33,33% mentre discreta per il 16,67%. In nessun caso si è rilevata una capacità cognitiva pessima.

Pessima Discreta Buona Ottima Totale

0 2 4 6 12

Il 66,67% delle persone intervistate sono state da me valutate sincere in modo otti- mo, il 16,67% in modo buono mentre un altro 16,67% in modo discreto. In nessuna intervista mi è apparso che il caregiver volesse evadere ad alcune domande o non ri- spondervi.

Tabella 13.3 – Sincerità apparente

Pessima Discreta Buona Ottima Totale

3.4.1 Analisi dei dati quantitativi

Il campionamento ha considerato 19 caregivers, ma soltanto 12 persone hanno ac- cettato e risposto all’intervista (vedi sezione 3.2). La prima constatazione è la preva- lenza del sesso femminile dei caregivers, l’83,33% contro il 16,67% di sesso maschi- le. La differenza deriva dal fatto che tutt’oggi le attività di cura sono considerate femminili, pertanto le donne sono “incaricate” da parte degli altri componenti della famiglia a svolgere tali compiti. Ad oggi prevale un retaggio culturale che porta le fi- gure femminili presenti in ambito familiare a farsi carico dei compiti di cura - tra cui tutte le attività di supporto e assistenza rivolte ai più anziani - con maggiore frequen- za e intensità. Tale dinamica si presenta tanto più forte quanto più alta è l'età dei ca- regivers: in particolare gli over 55 anni tendono a seguire i valori tradizionali e a re- plicare un modello in cui spetta ancora alla donna il compito di gestione dell’ambiente di vita e di accudimento dei membri più fragili (figli, anziani). Certamente siamo di fronte ad importanti trasformazioni: le nuove generazioni met- tono in atto nuove configurazioni e operano importanti modificazioni nelle "forme dello stare insieme" e dell'organizzare la quotidianità, spingendo - non sempre, ma sempre più spesso - verso una parità di genere nei ruoli "di casa" e verso una redistri- buzione degli impegni famigliari, compresi quelli di cura dei soggetti non autosuffi- cienti. Come evidenzia la percentuale del 16,67%, relativa al sesso degli intervistati, si rileva che anche gli uomini iniziano ad avere maggior consapevolezza delle loro responsabilità familiari e a dare il loro contributo.

Inoltre, emerge che la fascia di età è quella tra i 60-64 anni (5 persone), questo dato dimostra che chi si prende cura quotidianamente del proprio familiare non è più gio- vanissimo e che pertanto le sue energie sono limitate.

Rispetto al titolo di studio si rileva che la maggior parte degli intervistati possiede il diploma, il 66,67%, mentre il 25% possiede la licenza media, soltanto l’8,33% è laureato e di sesso maschile. Un altro elemento consiste che il 91,67% degli intervi- stati ha figli, la maggioranza ne ha uno solo (58,33%), mentre il 25% ne ha due ed infine il 16,67% ne ha tre. Questa analisi sul numero dei figli costituisce un fattore importante per il caregiver, in quanto l’aiuto dei figli (più spesso figlie), quando c’è è importante ed aiuta a meglio gestire questo gravoso impegno. Ma i figli hanno anche

una loro famiglia e a volte vivono altrove. Come sostiene Saraceno «non si può nep- pure attendersi che lascino tutto per dedicarsi a tempo pieno alla cura dei genitori fragili e dipendenti, anche se alcuni lo fanno, pagandone dei prezzi altissimi nel bre- ve e lungo periodo sul piano del benessere individuale e della loro famiglia, a livello economico, ma anche organizzativo e psicologico» (Saraceno, 2017).

Infine, per quanto concerne lo stato civile emerge che la maggioranza (il 50%) dei caregivers sono coniugati, il 25% dichiara di essere separato, solo tre persone sono rispettivamente: in stato di vedovanza, libero e unito civilmente. Nessuno riferisce di essere divorziato. I coniugi spesso optano per la separazione di tipo consensuale, quale soluzione intermedia che offre dei vantaggi, come ad esempio la pensione di reversibilità in caso di decesso del coniuge.

Riguardo all’informazione sull’esistenza del servizio in 6 casi i familiari sono venuti a conoscenza del S.A.D.U. dal Reparto Ospedaliero/Casa di Cura, questo significa che nel 50% dei casi, l'utente per il quale si attiva l’intervento si trova in una fase acuta o di lungo degenza della malattia, che ne determina un quadro temporaneo o definitivo di non autosufficienza. Questo dato conferma quello emerso nell’indagine effettuata nel 2014, nella quale si evidenziava che nel 67% dei casi la conoscenza del S.A.D.U. proveniva appunto dal reparto Ospedaliero o dalle Case di Cura.

In merito alla chiarezza delle informazioni ricevute dall’assistente sociale durante il colloquio telefonico i dati rilevano che il 75% dei familiari ha compreso perfettamen- te le modalità di attivazione e le finalità dell’intervento, confermando il risultato del- la precedente ricerca. E’ gratificante rilevare che l’assistente sociale dedicata alle ge- stione delle “dimissioni urgenti” dimostra, oltre alla gentilezza, di avere, sia una buona capacità di informazione, sia una buona capacità di ascolto.

Altro dato importante è che il 41,67% degli utenti durante la durata del servizio è stata seguita da un solo operatore, il 33,33% degli utenti da due operatori, mentre il 25% da tre. Queste percentuali dimostrano un deciso miglioramento rispetto

all’indagine precedente che poneva in rilievo comela maggioranza degli utenti (n. 13

persone su n. 33), veniva seguita da un’alternanza di due operatori, otto da un solo operatore, dieci pazienti da tre operatori; infine due persone da più di tre O.S.S. Il nuovo risultato ha stabilito tra il paziente e l’operatore socio-sanitario di riferimen- to un rapporto empatico, consentendo di instaurare così un rapporto significativo tra

operatore - persona assistita - caregiver.

Per quanto riguarda la tipologia di interventi assistenziali attivati, prevale decisa- mente l’assistenza domiciliare diretta alla persona, piuttosto che l’assistenza domici- liare generica. Questa tipologia di attività risultava prevalente anche nella precedente